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Autore: SkinnyLove    06/12/2011    1 recensioni
Ciao, sono una directioner e anch'io ho scritto una FF.
La prima parte della storia l'ho sognata e dato che la cosa m'incuriosiva ho deciso di scriverci qualcosa. Leggetela e fatemi sapere se vi è piaciuta con una recensione!
#MuchLove!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente tutto andava per il verso giusto.
Mercoledì mattina. Comunicazione dalla produzione. Vi tratterrete qualche giorno in più.
"Figo!" pensai. Cominciai a chiedermi perchè e Louis tagliò corto dandomi subito la "lieta" notizia.
"Andiamo via per un po'. Abbiamo da fare, credo negli USA. Baby don't worry, torno presto." mi disse.
 
Mi si leggeva in faccia quanto fossi dispiaciuta. Non pensavo potesse lasciarmi lì, almeno non ora. 
Io e Mary eravamo furiose col resto del mondo, non perchè non volevamo che partissero, ma per il semplice fatto che l'avrebbero fatto nell'arco di qualche ora.
Mi ero appena abituata all'idea di dover passare del tempo con lui ed ecco che dovevo già farne a meno.E poi trascorrevamo la maggior parte della giornata con loro. Cosa avremmo fatto ora?
 
I ragazzi avevano il broncio all'aereoporto. Non potevano. Non volevamo che partissero tristi a causa nostra, quindi, ingoiammo l'amaro boccone e superammo la cosa.
Li salutammo con un mega abbraccio di gruppo. Liam, Niall e Zayn erano così affettuosi con noi, farli sorridere era il minimo che potessimo fare.
 
Io andai da Louis, Mary da Harry. Solita scena strappalacrime da commedia classica.
Louis, mi strinse a se e mi sussurrò all'orecchio "Non so come farò senza te. Torneremo prestissimo. Ti chiamo appena arrivo. Già mi manchi. I love you."
Un mucchio di frasi banali che dette da lui avevano un valore inestimabile, soprattutto l'ultima. "Love you too" gli risposi sorridendo.
Si allontanarono a passo lento, ogni tanto si giravano e ci guardavano, fino a quando non li perdemmo completamente tra la folla dell'aereoporto.
 
Tornammo in albergo, ci stendemmo sul letto e fissammo il soffitto in silenzio per qualche minuto. "Che ne dici di un po' di sano shopping?" chiesi a Mary. 
Era triste, anche io lo ero, ma non volevo vederla così. Quindi le chiesi una cosa alla quale non poteva rifiutare, abbiamo sempre detto che lo shopping è la cura a tutti i malori.
Mi sorrise e annuì. "E' fatta!" pensai. Con molta calma ci sistemammo un po' il trucco ed uscimmo. 
La parte migliore era quella nei camerini, indossare capi strani, guardarci e scoppiare a ridere commentando ogni cosa era il nostro forte.
Finimmo per comprare una marea di cose inutili, oggetti strani e dalla dubbia utilità che però erano divertenti da vedere.
 
Squillò il telefono, ero convinta fosse Louis. Non lessi nemmeno sul display, risposi direttamente "Sei arrivato?". Dall'altro lato, la voce divertita di mia sorella che imitava il suo accento inglese.
"Ah, sei tu" le dissi. Aspettavo che mi dicesse qualcosa, quindi restai un attimo in silenzio, poi ripresi "Allora? Che c'è? Perchè mi hai chiamata?". Mia sorella infastidita dal mio tono rispose in modo scostante.
 
"Dobbiamo ritornare" dissi a Mary. Non sapevo perchè, ma mia sorella aveva detto che Loren doveva parlarci.
Tornate in albergo vidi Loren con un sorriso smagliante che ci aspettava nella hall. "Ragazze, ho una bella notizia" ci disse. Sul nostro volto comparve un sorriso spontaneo, eravamo certe che la notizia riguardasse i ragazzi.
"Sono molto dispiaciuta per il fatto che i ragazzi siano andati via e vi abbiano lasciate qui, ma fortunatamente..." io e Mary ci prendemmo le mani. "Fortunatamente?" dicemmo in coro.
"Fortunatamente...ora avrete compagnia." Mentre io e Mary istivamente ci stringemmo le mani, da dietro la poltrona sulla quale era appoggiata Loren, sbucò un ragazzo.
"Lui è mio nipote Matthew. Come me ha origini italiane, capisce quando parlate la vostra lingua e..." "E basta zia, ora continuo io!" la interruppe Matthew.
"Allora, si. Sono Matthew e come potete ascoltare parlo italiano. Starò da zia Loren per un po' e lei ha pensato che magari potessimo farci compagnia."
  
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