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Autore: AliceJasper    06/12/2011    5 recensioni
Jasper fa parte della famiglia Cullen. Alice ha bisogno di aiuto, gira per le città cantando e cercando qualcuno che la possa aiutare. Sta fuggendo. Da cosa? Nessuno lo sa. I Cullen decidono di aiutarla. Ma lei ha paura, molta. L'unico che sembra darle sicurezza è Jasper e non solo per il suo potere. E Jasper fa di tutto per farle aumentare le sicurezze. E come se non bastasse, in una storia d'amore, ci sono sempre molti casini no? Bene, anche a loro questi non mancano. Questa è la mia prima storia, quindi non so come potrà venire. Ogni capitolo è abbinato a una canzone.
Genere: Avventura, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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E anche quel giorno la caccia stava andando bene, ormai avevo poca sete, avrei bevuto il sangue di qualche altro animale e sarei stato bene per un po’. Certo, sapevo da solo che non mi sarei mai saziato del tutto, ma avevo giurato a me stesso di avere meno rapporti con il sangue umano possibile. Non so perché, molti anni fa, detti ascolto a una veggente biondo platino che mi disse di smettere; forse mi sembrava semplicemente molto convincente. Ma c’era qualcosa di più sotto. Quello per me fu un periodo di rivoluzione, avevo lasciato da molto Maria ma la voglia di sangue umano non diminuiva, anzi. Poi trovai i Cullen, non so perché mi unii a loro, ma quella donna mi disse che tutta questa faccenda avrebbe cambiato la mia vita e in un’eternità qualche cambiamento è molto utile, anche perché io finalmente avevo trovato qualcosa da adorare: la mia famiglia. Quando li raggiunsi erano cinque: Carlisle, Esme, Rosalie, Emmet e Edward. Eravamo una bella famiglia di vampiri, di cui due di noi avevano dei poteri un po’ particolari. Edward poteva leggere nel pensiero. Da quando mi ero trovato con i Cullen andavo anche scuola, cosa molto difficile visto che per me è stato molto duro affrontare un incontro così vicino con gli umani, ma diciamo che ora l’ho superato, un po’.  Insomma nella mia vita c’era quattro cose particolarmente divertenti: la caccia, stare con la mia famiglia, il giudizio delle persone e il potere di Edward. Grazie a quest’ultimo sapevamo cosa pensava la gente di noi: ci ritenevano gay perché Emmett stava con Rosalie, ma io e Edward? Così ci divertivamo a farlo credere alla gente. A quanto capivamo dai loro pensieri e dalle loro emozioni, ci ritenevano perfetti. Emmett, il morettino dal fisico scolpito; Rosalie, la bionda perfetta; Edward il ragazzo dai capelli con i capelli bronzo e lo sguardo penetrante; e infine io, Jasper, il tipo misterioso dai capelli oro. Anche i nostri “genitori” erano invidiati; Carlisle, l’uomo-marito-dottore perfetto e Esme la donna bellissima e madre dolcissima. Insomma eravamo la famiglia formata da “Dei Greci” o almeno così ci giudicavano. Nonostante questi giudizi però non avevamo e non volevamo amici. O meglio, non è che non li volessimo, ma non ne avevamo bisogno. Insomma non mi lamentavo della mia vita, nonostante a volte sentissi un forte bisogno di sangue umano. Emmett mi scosse da questi pensieri gridando eccitato: ”PUMAA!” Mi voltai e lo abbattei. “Direi che ci hai servito il dessert, fratello!” Esclamò Emmett buttandosi sul Puma, come facemmo poi io e Edward. In seguito decidemmo di tornare a casa, dove ci aspettava una brutta sorpresa. Esme e Rosalie ci dissero che quella sera saremmo andati in città. Non ne capivo il senso, ma mi ci volle poco per ricordarmi che la passione per la moda alle donne non manca mai vampire o mortali che siano. Ovviamente Emmett e Carlisle dissero immediatamente di si e alla fine gli sguardi omicidi di Rosalie e le dolci preghiere di nostra madre convinsero anche noi. Arrivati in città io e Edward lasciammo gli altri due uomini nelle grinfie delle loro mogli, e ce ne andammo. Pare strano no? Una famiglia di vampiri che esce la sera. Eppure lo facemmo, eravamo così. Girammo per un po’, fino a che non ci imbattemmo in alcuni tizi della nostra scuola. “CULLEN IN CITTA’?” urlò Jessica. Non capivo perché fosse così agitata, poi guardai Edward e capii. Così risposi “Cullen in città, esatto.” “Dove andate?” Ci domandò Angela. “DOVE CI PORTA IL CUORE...” disse Edward con atteggiamento molto teatrale. Dopo aver visto questa scena, cominciai a ridere come un matto. Era la prima volta che ci comportavamo così in presenza degli umani infatti questi erano particolarmente spaesati. “Beh, volete unirvi a noi? Abbiamo sentito di una strana faccenda.” A questo punto Edward si fece particolarmente serio. Mike non ci fece caso e continuò: “Una ragazza gira con un violino per le strade! ASSURDO! La chiamano Fabbricante di Sogni se non sbaglio.”
Stavo per rispondere, ma Edward mi prese e disse un “NO” brusco, poi mi portò via. “Edward? Che ti prende?” “La Fabbricante di Sogni è una vampira!” “Come lo sai?” “Ho sentito i suoi pensieri, Jasper, non sappiamo cosa mangia. E se non fosse come noi? Ci sarebbe una strage e arriverebbero i Volturi, dobbiamo trovarla!” “Va bene, si hai ragione, troviamola!” Poco dopo, vidi l’espressione di Edward mutare e trasformarsi in un sorriso, poi in una risata molto più aperta. “Perché ridi, Ed?” “Jasper..ahahahah, ho sentito i pensieri dei mortali di prima! Jessica ha detto –Ecco che tornano gli asociali di sempre! Chissà che era successo, sembrano vampiriii.” “E…cosa c’è di tanto divertente?” “Beh, la ragazza non è stupida come sembra!” “Ho capito Ed, momento di risata di isteria! Andiamo a cercare la vampira, va.” Mentre correvamo per la città sentii le emozioni di Edward cambiare. Capii che l’avevamo trovata. Era in una piazza, al centro di un numero enorme di persone. Ci facemmo spazio per andare davanti, io trattenni il respiro. Le persone erano nel silenzio più assoluto. Sentii Edward rilassarsi, e osservai gli occhi della ragazza. Oro. Non c’era da preoccuparsi per nessuno. Certo, per nessuno oltre che per me. Non avrei dovuto guardarla negli occhi perché in quel momento mi sentii completamente perso, perso in quegli occhi. Non riuscivo più a muovere lo sguardo, erano meravigliosi e non per il colore, quello lo avevano anche i miei. Ma per quello che ci vedevo dentro. Riuscii, non so come, a staccare i miei occhi dai suoi per osservarla meglio. Era minuta ma agile, con capelli corvini, pareva un folletto. Si muoveva in maniera leggiadra, fin troppo anche per un vampiro. E alla fine anche io mi lasciai conquistare da quella musica, da quei movimenti, da quella bellissima vampira.
“Ho girato in lungo e in largo
in compagnia del mio violino
e il vento dei viaggiatori
mi è rimasto sempre amico.
Conosco tutti i ponti
i marciapiedi e le stazioni
e in ogni posto e in ogni luogo
ho lasciato una canzone.
Mi esibisco per i passanti
per i poveri e i signori
perché non esiste uomo
senza musica nel cuore
e suono per le ragazze
per le serie e le sfrontate
perché non esiste donna
che dica no a una serenata.
E giro col mio violino
per le piazze e per le strade
la gente intorno balla
e trova il tempo per sognare.
Ogni sera conto i soldi
sparsi in fondo al mio cappello
mi addormento sotto un soffitto
ricoperto dalle stelle.
Trovo sempre un pasto caldo
nei mercati e nelle fiere
perché dove c'è un violino
tutti quanti sono allegri .
*Mille uomini ho incontrato  
e mille uomini ho incantato*

con la storia del vagabondo
e la saggezza della strada
i bambini mi fanno festa
e stanno in fila per sentire
perché sanno che il musicista
è un vecchio amico da seguire.
E giro col mio violino
per le piazze e per le strade
la gente intorno balla
e trova il tempo per sognare.
Da molti anni non mi chiedo più
quale posto è la mia casa
ho scoperto che la mia casa
è insieme a me ovunque vada
cammino senza legami
ho solo il vento che mi insegue
e il tempo non mi riguarda
perché il tempo mi appartiene.
E giro col mio violino
per le piazze e per le strade
la gente intorno balla
e trova il tempo per sognare.”

(frase vera:*Ho incontrato mille donne e ogni donna l’ho incantata*)
[Il fabbricante di sogni-Modena City Ramblers: http://www.youtube.com/watch?v=v4aE0AFZreI

Un fragoroso applauso si scatenò nella piazza, la ragazza sorrise e fece qualche inchino. Dopo mi fissò e sentii dei sentimenti strani in lei. Timore, angoscia. Poi raccolse il suo cappello con dentro i soldi e scomparve. “Edward, ti ha dato la stessa sensazione che chiedesse aiuto?” “Jasper, non me l’ha data, le ho proprio letto nel pensiero.” “E ora?” “Beh, se è intelligente come sembrava, si farà trovare qui vicino.” Così decidemmo di continuare a camminare per la città, nella speranza di trovarla. 

Saaaaaaaaaaaaaalve, ordunque, mi accingo a ringraziarvi se siete davvero arrivati alla fine, anche se dubito T.T (Se si..mm..recensireste? :D )
 Beh, è la mia prima storia, ditemi se devo continuare o no. (L'ho scritta durante storia e poi anche durante scienze u.u)
Un bacio,
AliceJasper. 
  
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