9.La verità.
Non
riusciva a scacciare dalla mente quella donna, la sua
fata, così l’aveva chiamata.
Ogni
momento, anche il meno opportuno, lei gli ritornava
in mente.
Da
settimane la stava cercando ma si era come
volatilizzata, sparita dispersa.
Blaise,
gli aveva proposto di organizzare un’altra festa
danzante, anche questa in maschera, per festeggiare il carnevale, una
festa
tradizionale Italiana e magari così rincontrare la donna che
gli aveva rubato
il cuore.
Draco
si fece convincere ma per quella ricorrenza, che cadeva
a febbraio, mancava più di un mese, un lunghissimo mese.
-Milly-
urlò portando la testa bionda fuori dalla porta
facendo così scattare la sua assistente.
-dove
sono i documenti che ti ho chiesto-
La
bionda correva su e giù per lo studio alla ricerca
delle pergamene richieste, cercando di non cadere dai trampoli nei
quali anche
quella mattina si era abbarbicata.
-eccoli
capo- disse infine riprendendo a respirare e avviandosi
sculettando oltre la porta dello studio di Draco. Il biondo
guardò solo un
attimo il fondoschiena della bionda scuotendo il capo.
Esilarante
nessuna donna gli interessava tanto meno quell’oca
giuliva della sua segretaria.
Abbassò
lo sguardo e si rimise a lavoro, sfogliò una a
una le pergamene fino a giungere ad una scritta con una calligrafia
differente
rispetto alle altre.
Una
grafia, lunga e sinuosa.
Poteva
essere della Granger, possibile, ma allora che ci
faceva tra i documenti di Milly.
Doveva
capirci qualcosa.
Lesse
una prima volta, poi una successiva e una successiva
ancora.
Non
vi erano dubbi, quella era la famosa analisi che gli
aveva spedito quel trentuno dicembre, ma perché Milly ne
possedeva una coppia.
Forse
anche l’originale.
Possibile
che avesse…
Possibilissimo,
si disse tra se il giovane Malfoy, Milly
era astuta, scaltra e abile. La Granger, anche se non se
n’era accorta, aveva
minato la sua leadership.
Sarebbe
dovuto intervenire, soprattutto ora che leggeva
il lavoro che Hermione, non l’aveva mai chiamata
così si ritrovò a pensare,
aveva fatto.
L’aveva
trattata male, malissimo, ma doveva riprenderla a
lavorare con lui e doveva farlo subito prima che qualcun altro avvocato
si
accorgesse delle qualità della riccia ex Grifondoro.
Uscì
a passo svelto, arrivato in prossimità della
scrivania della sua assistente si bloccò un attimo.
-le
serve qualcosa capo?- chiese la bionda sbattendo gli
occhi come una cerbiatta.
-No
grazie Milly hai già fatto troppi danni per questo
mese- rispose Draco.
-prega
che nessuno le abbia offerto un lavoro, in caso
contrario sarai costretta anche tu a cercartene uno- disse sollevando
appena il
fascicolo che Milly riconobbe all’istante.
Si
smaterializzò nella fabbrica di whisky, dove sapeva di
trovare l’unica persona in grado di aiutarlo a cercare la-
ex- so- tutto.
La
Wesley, gli serviva la piattola per arrivare alla Granger.
Andò direttamente
nel suo ufficio ma non la trovò cosi fece i due piani che
separavano gli uffici
dei dipendenti da quello suo e di Blaise e senza bussare
entrò nell’ufficio di
Zabini.
-Blaise-
disse ma le parole gli morirono in bocca,
osservando con meraviglia quello che i suoi occhi grigi si trovavano di
fronte.
Un
moro avvinghiato ad una rossa, una rossa che altro non
era che Ginevra Weasley.
-Cazzo
Draco, ti costa bussare- disse coprendo la ragazza
che era diventata rossa come i suoi capelli mentre il moro
s’infilava
velocemente i pantaloni dell’abito.
-a
voi costa molto lavorare- rispose Draco di rimando.
-siamo
in pausa pranzo- disse con rabbia Blaise porgendo
i vestiti alla rossa. Ginny, non si fece pregare strappò di
mano la maglietta e
la gonna e si avviò a passo spedito verso l’uscita
ma prima di raggiungere la
porta venne fermata.
-non
così veloce Wesley- disse ghignando il biondo, mentre
con una mano afferrava al volo il braccio della ragazza.
-Draco
lasciala- cercò di difenderla Zabini.
-Tranquillo-
disse lasciando il polso della rossa – non faccio
niente alla tua bella Blaise- alla parola “bella”
Ginny sollevò il viso,
incredula da quello che aveva sentito dire al capo, mentre Zabini
inceneriva l’amico.
-voglio
sapere dov’è la Granger- disse infine voltandosi
a guardare la rossa che divenne leggermente pallida.
-se
non me lo dici ti licenzio Wesley, anche se sei la
migliore qua dentro-
-Draco,
calmati così la spaventi-
Ma
Malfoy non era per niente propenso ad abbassare la
guardia.
-allora
Wesley, ti decidi a dirmi dove trovo la tua
amica-
-perché
la cerchi- rispose la rossa senza abbassare lo
sguardo. Per niente impaurita da quegli occhi grigi che duri la stavano
osservando.
-ah
bene, vedo che da brava Grifondoro sfidi il pericolo-
-che
vuoi da lei Malfoy, non le hai già fatto abbastanza
male?- disse di impeto la rossa.
-l’ho
solo licenziata- rispose di rimando.
E
come un lampo le venne in mente quel vortice, quella leggera
folata di vento in cui era sparita e quella piccola fatina a gambe
intrecciate
con un libro tra le mani.
Guardò
la rossa stringendo gli occhi.
-
Legilimens-disse
il biondo.
-proteggo-
urlarono insieme Ginny e Blaise.
-Draco
che cazzo stai facendo?- disse il moro ponendosi
tra l’amico e la donna.
-togliti
Blaise.- disse secco cercando di scansare l’amico
che non voleva saperne di muoversi da quella posizione. -Wesley, dimmi
dove è
la Granger-
-No-
-dimmi
immediatamente, dove si è cacciata quella dannata
donna-continuò ad urlare Draco sporgendosi oltre Blaise per
poterla vedere.
-No-
ripeté Ginny decisa a portare avanti la sua idea di tutelare
a tutti i costi Hermione.
-Wesley,
non ti farò niente, devi solo collaborare-
-oh
guarda furetto che io non ti temo nemmeno un poco-,
rispose acida la rossa. – eh non vedo cosa ti possa
interessare cosa sta
facendo o no Hermione-.
-Quello
che interessa a me non è affare tuo, rossa-
-oh
si mio caro, poiché è della mia amica che stiamo
parlando-rispose Ginny facendo innervosire ancora di più il
biondo.
-Draco
ti calmi- urlò Blaise.
-No
che non mi calmo Zabini- disse sull’orlo di una crisi
di nervi.
-immagino
le risate che vi siete fatti su di me-riprese Draco.
-ma
che stai dicendo Draco- cercò di placarlo Blaise.
-tu
e questa qua, per non parlare dell’amica che fa la
santa e poi si traveste da …da…da-
-osa
insultarla e come è vero che mi chiamo Wesley, Malfoy
ti uccido con le mie mani-urlò Ginny.
-di
cosa cavolo state parlando?- sbraitò Blaise cercando
di non essere sommerso né da Draco né da Ginny,
che nonostante fosse minuta
aveva una forza assurda.
-ah
bene, non lo hai detto al tuo amichetto Ginevra?-la
canzonò acido Draco.
-detto
cosa?-chiese stupito Zabini, rivolto più alla
rossa che al biondo che aveva di fronte.
-che
la ragazza che cerco…-incominciò Malfoy
-è
Hermione- concluse Ginny, facendo girare Blaise che la
guardò allibito dalla rivelazione.
-ora,
che abbiamo svelato il mistero voglio sapere dove
si è cacciata-
Riprese
il biondo, mentre Blaise guardava la rossa sconvolto.
-A
Lavoro- rispose lei abbassando gli occhi, non
riuscendo a sostenere lo sguardo di Zabini.
-Lavoro-
ripeté Draco riuscendo nell’impresa di diventare
ancora più bianco di quello che già era.
-dove?
Con chi?-
-non
posso-disse Ginny.
-certo
che puoi Wesley, dimmi immediatamente dove lavora-
Ginny
deglutì con difficolta come se invece che la saliva
fosse un rospo quello che le scivolava giù per
l’esofago.
-lavora
nello studio di Davies Roger-
A
Draco, venne un colpo. Tutti, poteva lavorare in tutti gli
studi di Magismago che c’erano a Londra, ma lei no, aveva
trovato il modo per
fargliela pagare aveva scelto lo studio rivale.
-Davies
Roger- ripeté Blaise – ma non è quello
che…-
-si
è quello- rispose Draco – è quello che
difende Giselle,
la moglie Adrian Pucey
dalle accuse di molestie - concluse
atono.
-è
lo studio che mi contende le cause migliori-
Il
biondo si girò, cercando di uscire da quella stanza.
-Draco,
non vorrai andare li- disse Zanini cercando di
trattenerlo
-non
credo sia una cosa sensata, lavora per la concorrenza-.
Ma
Draco nemmeno lo ascoltò, si scrollò di dosso
Blaise e
si smaterializzo per una via parallela a Diagon Alley, dove sapeva
essere lo
studio di Davies Roger, uno dei più famosi Don Giovanni di
Hogwarts. Quello che
al ballo del ceppo aveva accompagnato la francesina Delacour e che dopo
essersela fatta l’aveva lasciata cercando una nuova preda.
Anche
la sua fata era già caduta nelle sue grinfie, socchiuse
gli occhi un attimo, per riaprirli quando una risata, la sua dolce e
allegra
risata echeggiò per la deserta via.
Hermione
Granger, la sua fata camminava affiancata da Davies
Roger che non smetteva un attimo di guardarla, mangiandola con gli
occhi.
Stupida.
Non
smetteva un attimo di sfiorarle il braccio.
Ancora
più stupida.
Ci
stava provando, come suo solito e lei forse ci stava. Lei
la sua fata.
Camminò
per inerzia arrivando di fronte ai due che appena
lo videro si bloccarono di colpo.
Davies
Roger, lo guardò divertito e con un sorriso da
cretino stampato in volto lo salutò.
-Malfoy-
Draco
lo guardò appena, salutandolo con un gesto del capo
girandosi subito dopo verso la riccia. Anzi la ex riccia notando i
capelli
corti che la ragazza portava.
-Granger,
posso parlarti un attimo. Non ti ruberò molto
tempo-disse rivolto ad Hermione.
-Tranquillo
Roger, non devo chiederle informazioni sulla
causa-.
L’uomo
sembrò irrigidirsi un attimo ma si riprese subito.
-va
bene- disse rivolto al biondo. – non tardare-
aggiunse guardando Hermione, che ancora non aveva detto mezza parola.
-ti va un caffè-
chiese Draco cercando di stemperare la tensione.
-No,
dimmi che vuoi-rispose lei.
-Ho
trovato i documenti-
-ah
sì, li puoi usare ma stai sicuro che perderai ugualmente-la
voce di Hermione era dura e per niente intimorita nel trovarselo di
fronte.
-Non
ho alcuna intenzione di usare un tuo lavoro, sono
venuto a riportartelo- disse porgendogli la cartella con le pergamene.
-vuoi
che ti dica grazie per quest’opera di bontà che il
tuo cuore di pietra è riuscito a campiere?- lo
canzonò la Granger.
-io
non ho il cuore di pietra- rispose turbato dalle sue
parole.
-ah
ah, ah, era una battuta, giusto?-
Lui
la guardava incredulo, dov’era la sua fata, perché
gli parlava così. Perché?
-Puoi
credere quello che vuoi Granger, ma lo sai benissimo
anche tu che non sono di pietra. Come so altrettanto bene che celarsi
dietro ad
una maschera non nasconde chi siamo in realtà.
E
chi gioca con il fuoco alla fine si brucia mia
carissima fata-.
Hermione
sbiancò per poi riprendere il controllo.
-Che
vuoi Malfoy? Vuoi umiliarmi. Vuoi deridermi l’hai
già
fatto-
-Io,
no…-
-Guardami
bene in faccia perché ormai quello che fai,
quello che dici non mi tocca.
Niente di te mi
tocca.
Volevo
solo partecipare ad una serata in cui ero stata l’unica
ad essere estromessa.
Niente di più.
Quello
che successo non conta, non è importante per te e
non lo è per me. Dimenticala come l’ho dimenticata
io.
Fai finta che non
c’è
stato, anche se penso che ti starai maledicendo per aver baciato una
sporca
mezzosangue. Sappi che anche a me ha fatto schifo baciarti furetto-.
E dopo aver riversato sul biondo tutte quelle frasi, scappo via senza dargli modo di replicare, lasciandolo solo e immobile nella via.
SPAZIO AUTRICE.
Tutto si complica in un secondo e per conquistare la sua fata il nostro furetto ne deve fare di strada non basta andare da lei e dirle che sa, sperando che si butti tra le sue braccia.
Spero vi piaccia, come ho fatto evolvere le cose, aspetto riscontri.