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Autore: xenascully    06/12/2011    1 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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“La cena è stata magnifica, Ziver.” Disse Gibbs aiutando a sparecchiare. “Grazie.”

“È stato un piacere, Gibbs.” Lei gli sorrise prendendogli di mano il piatto vuoto.

“Ah, sì, concordo.” Intervenne Ducky aiutandola. “Forse l’unico vantaggio garantito quando uno di voi due si ritrova in un qualche modo a dover andare in ospedale…è che ci ritroviamo tutti a mangiare insieme.” Ridacchiò.

“Per me non c’è stata nessuna cena quando sono stato attaccato da Jethro.” Obiettò McGee dal suo posto davanti al lavandino, dove asciugava i piatti che gli venivano passati da Tony e Abby, che li lavavano.

“Aw, Timmy.” Chiosò Abby. “Non preoccuparti! Organizzeremo una cena anche per te.”

“Sì, Timmy,” disse Tony con voce scherzosa “Ti porterò anche un regalino.”

“Ah, ah, Tony.” McGee roteò gli occhi appoggiando un piatto asciugato sul bancone.

“Basta scherzare.” Scattò Ziva, anche se a cuor leggero. “La cena era per tutti noi. Tutti siamo stati feriti nel corso dell’ultimo caso, se c’è bisogno che ve lo ricordi. Beh, a parte Abby e Ducky, ovviamente…ma sono rimasti per supporto, non è vero?” Guardò i due menzionati.

“Precisamente.” Replicò Ducky. “E tutti stanno recuperando egregiamente. Anthony è quasi ritornato a lavorare sul campo. Jethro, presumo, sta quasi abbastanza bene da poter tornare a fare lavoro d’ufficio…” Guardò il suo amico per avere conferme.

Gibbs scosse le spalle.

“Stavo pensando di portarlo con me a correre, più tardi.” Disse Tony, voltandosi asciugandosi le mani. “Te la senti, Capo?” Gibbs chinò il capo pensando. “So che credi ancora di potermi battere, Capo…magari ora siamo alla pari.” Lo sfidò.

“Può darsi.” Sogghignò Gibbs.

“Non sapevo che Leroy Jethro Gibbs gettasse la spugna così in fretta…” Tony sollevò le sopracciglia. Ormai, l’attenzione di tutti era rivolta alla conversazione, anche se tutti facevano finta di non stare ascoltando con grande maestria.

“Chi è che sta gettando la spugna?”

“Nessuno, Capo!” Difese Tony, alzando le mani.

“Sono piuttosto sicura che sia stato tu a dirlo, Tony.” Intervenne Ziva.

“Ho detto che non mi sembrava il tipo da farlo!”

“Cosa ottengo, se vinco?” Chiese Gibbs.

Tony riportò lo sguardo sul suo capo. “Non è una gara!”

“A me pareva che tu avessi detto qualcosa a proposito di una sfida, Tony.” Disse McGee.

“Voi siete delle infide spie.” Sibilò Tony.

“Aw, avanti, Tony!” Abby saltellò voltandosi a guardarlo. “Quali sono i premi? Se non ce ne sono, mi offro per crearne!”

“Se io vincerò,” disse Tony velocemente, prima che Abby potesse pensare a qualcosa di incredibilmente imbarazzante per tutti “allora otterrò un biglietto ‘evita-scappellotto’.”

“Oo! Posso farlo io il biglietto!” Saltellò Abby eccitata.

“Sembra quasi che tu creda che sarà DiNozzo a vincere.” Gibbs la guardò con le sopracciglia alzate.

Lei si immobilizzò, gli occhi sgranati. “Non…non è quello che volevo dire, per niente, Gibbs! Giuro! Volevo solo di-”

“Se vincerò io” la interruppe Gibbs guardando Tony “tu continuerai a fare lavoro d’ufficio per un’altra settimana, qualsiasi sia il verdetto del medico.”

Tony lo guardò incredulo. “Non è giusto, Capo!”

“Sembra che pensi che perderai, DiNozzo.” Gibbs lo guardò divertito.

“Io…tu…” Tony balbettò imbarazzato e incredulo dinnanzi all’accusa appena mossagli contro. “Bene! Sfida accettata.” Concesse. “Ma non mi tratterrò…”

“Stavi pensando di lasciarmi vincere, prima?” Gibbs non riuscì a trattenere un sorrisetto.

Tony sorrise, allora. “Fai tanto il grande, Capo. Spero tu abbia delle scarpe da corsa.”

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“Contavi di farmi stancare mandandomi di sopra a prenderti le scarpe?” Tony inarcò un sopracciglio mentre i due continuavano a correre lungo il viale.

“Non starai già pensando di arrenderti, vero?” Sogghignò Gibbs.

“Non è quello che ho detto.” Rise brevemente. “Ti ho chiesto se era un tuo piano…perché altrimenti era un piano davvero pessimo, ecco.”

Gibbs rise alla sua maniera. “Non era un mio piano.” Mi serviva che tu andassi di sopra in caso io non ce l’avessi fatta…

“Va bene. Beh, siamo già a un miglio. Vuoi girarti, o andiamo avanti?”

“Se vuoi girarti, sentiti libero di farlo.”

“Non è quello che ho chiesto! Smetti di rigirare le mie parole!” Si arrabbiò per finta. Gibbs sorrise mentre continuavano a correre. Qualche minuto dopo, parlò di nuovo. “Ti rendi conto vero che prima o poi dovremo tornare a casa?”

“Mi hai detto che la scorsa settimana tu e McGee avete corso per due miglia. Ci siamo arrivati, ora. Devi voltarti, Tony, dillo e basta. Non ti renderò la vita un inferno.”

“Non ho intenzione di fare lavoro d’ufficio per un’altra settimana.” Ritorse Tony. “Non mi interessa se finirà con io che vomito sopra le mie scarpe; non ti lascerò vincere.”

“Nessuno sta lasciando vincere qualcuno.”

“Lo sai cosa intendevo.”

“Sì. Lo so.” Sorrise…

*~.~*

Quando arrivarono a due miglia e mezza decisero, di comune accordo, di voltarsi mantenendo lo stesso ritmo. Da qualche parte attorno al miglio e mezzo di ritorno, entrambi si ritrovarono madidi di sudore e senza fiato al punta da aver rallentato, trovandosi ad andare a sbattere l’uno contro l’altro mentre barcollavano tendendo di correre in linea retta.

“Smetti di…tagliarmi la strada, DiNozzo.”

“Non ti sto…tagliando la strada…Sei tu che…tagli la mia…”

“Non è vero…sei tu che…barcolli…

“Penso che forse…stiamo entrambi…barcollando un po’…”

“Ti serve una pausa?”

“…No. A te?”

“No…”

Dopo un altro minuto si scontrarono di nuovo, e Tony quasi cadde a terra.

“Credo che…ti serva una pausa.” Gli disse Gibbs.

“No…mi hai quasi…mandato a terra. Chiaramente…sei tu quello…che ha bisogno di una pausa…Capo…”

“Stai ansimando…” Gli disse Gibbs. “Ti serve una pausa.”

“Non sto…ansimando…” Tossì. “Sono solo…senza fiato…come te.”

“Vuoi chiamarla…tregua?”

“Dai forfeit?”  La voce di Tony si alzò di un’ottava.

“No. Sto solo offrendo…una tregua. Penso che…entrambi potremmo aver bisogno di…un inalatore.”

“Stai cercando di…imbrogliarmi per farmi…perdere?”

“Non lo farei.”

“Non ne sono sicuro…”

“Non sto…cercando di…imbrogliarti, DiNozzo.”

“La tregua che significa…per la scommessa? Dobbiamo entrambi…fare quello che avevamo scommesso?”

“Non facciamo niente entrambi…La scommessa non vale se c’è la tregua.”

“Prometti?”

“Non mi serve promettere…l’ho detto. Non dico cose…in cui non credo.”

“Bene…Ti vincolo alle tue parole…Allora…quando ci fermiamo?”

“Quando sei pronto…”

“Okay…pronto? Tre…due…uno…ora.” Entrambi rallentarono fino a fermarsi, chinandosi appoggiando le mani alle ginocchia per riprendere fiato. Passarono un paio di minuti prima che Tony ricominciasse a parlare. “Mi siederei, se pensassi di essere in grado di rialzarmi.”

“C’è una panchina là avanti.” Suggerì Gibbs.

Tony si raddrizzò e guardò avanti, localizzando la panchina appena menzionata. “Mi porti lì?”

Gibbs rise brevemente. “Avanti, Tony.” Disse cominciando a camminare. “Possiamo camminare fin lì.”

“Sì, sì…” Seguì Gibbs verso la panchina. “Quali credi che siano le possibilità di ritrovarsi in un inseguimento a piedi, in un prossimo futuro?”

Gibbs scosse le spalle facendo per sedersi. “Probabilmente le stesse di dover salire le scale.” Lanciò un’occhiata all’Agente più giovane.

“Non sei più caduto da quella volta.”

“La prima volta sono caduto solo perché non ero preparato.”

“Il che significa che probabilmente non avrai altri problemi.”

“Vuole dire solo che non cadrò. Sono ancora inquieto al riguardo.” Ammise Gibbs.

Tony rimase sorpreso dalla confessione, e lo guardò con simpatia. “Dato che è l’unica cosa che potrebbe disturbarti, direi che te la stai cavando dannatamente bene, Gibbs.” Gli disse. “E poi riesci sempre a riprenderti. So che non hai bisogno di un discorso d’incoraggiamento, ma seriamente…”

Gibbs si voltò verso di lui con le sopracciglia alzate. “E tu hai appena corso il doppio della distanza massima alla quale eri arrivato, sin da quando hai avuto l’avvelenamento da botulismo. Direi che entrambi siamo sulla buona strada per riprenderci.”

Le labbra di Tony si sollevarono leggermente ai lati. “Parlando di ritornare…dobbiamo fare un altro miglio prima di tornare a casa tua. Io, personalmente, voto per rimanere qui a dormire, su questa panchina, stanotte.”

“Sì, beh,” grugnì Gibbs alzandosi “goditi la tua panchina, DiNozzo. Io cammino fino a casa.”

“Stavo scherzando!”

 

E questo miei cari lettori era l'ultimo capitolo. Eh sì, siamo arrivati alla fine anche di questa storia! Ma non sarà di certo l'ultima! No, perchè, dopo un periodo di spero ben meritato riposo, ho intenzione di tradurre un'altra storia di questa autrice dal titolo 'Fear?.

Come ultima cosa voglio ringraziare profondamente tutti coloro che hanno seguito questa storia mettendola fra le preferite, le ricordate o le seguite, siete davvero incredibili! Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno deciso di lasciare un commento per questa povera traduttrice XD Non so che farei senza di voi...davvero.

  
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