{Pov Alex}
L'avevo lasciata andare.
Avrei potuto trattenerla e dirle tutto, ma non lo avevo fatto.
Io provavo un sentimento molto forte, ma non avevo la minima idea di cosa fosse.
I giorni passavano e lei mi mancava sempre di più.
Avevamo perfino smesso di parlarci, e a me non stava bene.
Una sera, ci eravamo trovati tutti a casa sua, per festeggiare la fine delle riprese del film a cui lavoravano lei e Sergio.
La presi da parte e la trascinai in corridoio, lontano dai curiosi.
- perché mi hai portato via? -
- e tu perché hai smesso di parlarmi? Avevamo detto che qualunque cosa sarebbe successa, saremmo rimasti amici -
- credimi, vorrei poterti essere amica, ma adesso non riesco … -
- non riesci? -
- è complicato -
- ho tempo -
Mi guardò a metà tra il sorpreso e l'esasperato.
- Alex, ne parliamo un altro giorno, magari con più calma, adesso non posso, come avrai di certo notato, ho ospiti – disse dileguandosi.
Ogni volta che mi avvicinavo per parlarle, lei stava discutendo con qualcun altro riguardo al film.
Quel giorno ero rimasto a lavorare fino a tardi.
Quando salii in ascensore, trovai il mio collega Tyler.
- hey, fatto tardi oggi -
- già -
- avevi tanto lavoro? -
- no, solo che non riuscivo a concentrarmi, tu invece? -
- la scorsa settimana ho commesso un errore nelle registrazioni ed ora ne pago le conseguenze, lavoro extra! -
- dai, manca poco alle ferie – sorrisi uscendo dall'ascensore.
- cavolo, ho dimenticato l'ombrello di sopra, ci vediamo lunedì Alex -
- ciao Tyler – salutai.
Una volta fuori, corsi e salii in auto prima di bagnarmi.
Era arrivato un bel temporale.
Misi in moto e rimasi immobile ascoltando la canzone che stava passando in quel momento in radio.
“Just in love” di Joe Jonas.
E in quel momento capii.
Erano giorni che cercavo una spiegazione logica e finalmente l'avevo trovata: io l'amavo.
Guidai fino a casa sua come un pazzo e una volta lì, mi attaccai al campanello.
Nessuna risposta.
Presi il cellulare e la chiamai, ma risultava irraggiungibile, mentre sul numero fisso scattava la segreteria.
Provai a chiamare Eleonor, la sua migliore amica, per sapere se aveva notizie.
- è andata via mezz'ora fa, dovrebbe essere a casa ormai -
- no, a casa non c'è nessuno -
- magari si è fermata da qualche parte, anche se mi sembra strano … e se le fosse successo qualcosa? Le ho chiesto se voleva che l'accompagnassi ma mi ha detto che voleva fare due passi -
- ok Ele, se riesci a contattarla fammi sapere -
- ok, ci sentiamo Alex -
Presi l'ombrello e mi incamminai verso il pub dove si erano ritrovati quella sera.
Se stava tornando a casa, l'avrei trovata per strada.
Entrai nel negozio dove solitamente si fermava a noleggiare qualche dvd, e mi stupii di quanto la conoscessi bene.
Quando uscii, feci per aprire l'ombrello, e la vidi.
Stava correndo a testa bassa sotto la pioggia, probabilmente verso casa.
Lasciai perdere l'ombrello e le corsi incontro bloccandola.
Lei iniziò a tirarmi dei pugni sul petto, cercando di liberarsi dalla mia stretta.
- Dess! Sono io, Alex! -
Lei si bloccò e alzò lo sguardo.
Aveva le guance rigate dalle lacrime, e gli occhi gonfi.
Come si rese conto che ero io, mi abbracciò singhiozzando.
- andiamo, ti accompagno a casa -
Annuì e mi prese per il braccio, continuando a piangere.
Non parlammo per tutto il tragitto, e una volta davanti a casa sua, lei non accennò a lasciarmi.
- Dess? -
- entri? -
La guardai mentre cercava di asciugarsi le lacrime che però non volevano cessare.
- certo -
Dopo aver varcato la soglia però, lei non si mosse.
- sei fradicia, dovresti mettere qualcosa di asciutto -
Fece un respiro profondo e salì in camera, mentre io andai in cucina a prepararle un thè caldo.
Salii e la trovai seduta in cima alle scale.
- tutto ok? -
- no -
- vuoi dirmi cosa è successo? -
- stavo tornando a casa, ero andata al pub con gli altri, e mi sono fermata al market. C'era un uomo, che continuava a fissarmi, e quando sono uscita, lui è corso sotto il mio ombrello, allora ho affrettato il passo, ma lui mi ha rincorso e mi ha afferrato per il polso, ha cercato si trascinarmi in un vicolo, ma sono riuscita a liberarmi e sono scappata -
Disse tutto con le lacrime agli occhi.
La abbracciai e la cullai un po'.
- avevo paura … ho paura -
- ci sono io adesso -
- cosa ci facevi tu lì? -
- ero venuto a casa tua, e visto che non c'eri, ho sentito Ele, che mi ha detto che stavi tornando a casa, così sono venuto a cercarti -
- grazie -
- e di cosa? -
- di esserci sempre -
Sorrisi e la strinsi più forte.
- e perché eri venuto a casa mia? -
- perché sono innamorato di te -
Lei alzò lo sguardo, guardandomi sorpresa con quegli occhi ancora rossi.
- cosa? - chiese con un mezzo sorriso.
- io ti amo -
Angolo autrice:
Come potete notare, questo è il penultimo capitolo.
Originariamente era diverso, ma l'ho riscritto e preferisco questa versione :)
Un grazie speciale a chi recensisce, chi segue, e chi ha aggiunto la FF tra le preferite o le ricordate <3
Spero vi piaccia, un bacio
Reden_