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Autore: jas_    06/12/2011    27 recensioni
Abigail odiava Harry Styles, con tutta sé stessa. Era la persona più egoista, vanitosa, antipatica e viziata che avesse mai conosciuto.
Sophie invece trovava che Niall Horan fosse la persona più bella che avesse mai visto sulla faccia della Terra. Sorriso buffo, accento irlandese e occhi ipnotici. La sua sola vicinanza le provocava la tachicardia.

Due amiche, cinque ragazzi, una scommessa.
Cos'ha in serbo per loro il futuro?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You belong with me'
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Il suono acuto della sveglia rimbombò alcune volte nella testa di Abigail. Lei la spense tirandole un colpo secco, si risistemò per bene sotto le coperte sfregando i piedi perennemente gelati l’uno contro l’altro e chiuse di nuovo gli occhi per due minuti, si sarebbe alzata subito dopo, pensò.
Un altro rumore disturbò il suo sonno, questa volta era la suoneria del telefono. Cercò a tastoni il cellulare sul comodino, si stropicciò alcune volte gli occhi prima di mettere bene a fuoco le parole che componevano l’sms che aveva ricevuto.
Oggi entro dopo a scuola, ti arrangi col passaggio? Ti voglio bene, Sophie.
«Bene, mi tocca anche andare a scuola a piedi» borbottò tra sé e sé Abigail facendo cadere di nuovo la testa sul cuscino. In quell’istante ripensò all’ora che aveva visto sul cellulare: 7.40. Questi numeri le frullarono per alcuni secondi in testa prima che li connettesse al fatto che era mostruosamente in ritardo.
Con un gesto secco buttò le coperte in fondo al letto prima di correre in bagno a lavarsi. Si preparò in tempo record e scese in cucina che erano le 7.47, prese un muffin e uscì di casa quasi correndo. Non ce l’avrebbe mai fatta ad arrivare a scuola in tempo a meno che non fosse stata dotata del teletrasporto, pensò mentre procedeva svelta sul marciapiede deserto.
Sentì una macchina avvicinarsi ma, quando si aspettava d’essere superata, questa si accostò. Abigail si voltò verso la strada senza però smettere i camminare, il finestrino oscurato si abbassò lasciando apparire un Harry Styles completo di Ray Ban e sorriso smagliante.
«Che vuoi?» chiese scortese Abigail senza fermarsi.
«Come siamo gentili.»
Harry procedeva a passo d’uomo, incurante degli sguardi sprezzanti che gli lanciavano gli altri automobilisti costretti a superarlo.
«Dai, sali in macchina» continuò poi.
«Preferirei strisciare fino a scuola che andarci con te.»
Il ragazzo sospirò, sapeva che Abigail era un osso duro ma credeva che avrebbe almeno accettato un passaggio senza troppe esitazioni. Decise allora di sfruttare l’arma che non avrebbe mai voluto usare.
«Ti ricordo che mi devi un favore» azzardò con un sorriso beffardo.
Abigail si fermò di scatto voltandosi a guardare Harry che s’indicava l’occhio ancora leggermente violaceo soffocando una risatina.
«E poi non puoi negare di essere in ritardo, se sali in macchina, arriveremo in tempo» aggiunse.
La ragazza sospirò affranta. Per sua sfortuna Harry aveva ragione, non sarebbe mai arrivata a scuola in tempo andandoci a piedi. E poi se avesse “estinto” il suo debito semplicemente accettando il suo passaggio non avrebbe più dovuto averci a che fare per il resto della sua esistenza. Il che era positivo.
«Okay» disse semplicemente prima di dirigersi verso la portiera e sedersi al posto del passeggero.
«E guida piano» lo intimò non appena Harry partì facendo fischiare le ruote sull’asfalto.
«Stai tranquilla che non ti mangio.»
Abigail alzò gli occhi al cielo prima di aprire il finestrino e lasciare che il vento le scompigliasse i capelli. Adorava farsi solleticare la pelle da quell’aria fresca.
Harry si voltò ad osservarla con discrezione, senza perdere d’occhio la strada. La trovava bellissima, un po’ lunatica ma comunque incantevole. Non l’aveva mai vista con quell’espressione serena dipinta sul volto, in quell’istante si trovava davanti l’Abigail che Harry avrebbe voluto conoscere, non quella scontrosa, ottusa e lunatica che con cui lui aveva avuto a che fare fino ad allora. Rallentò quando il semaforo all’incrocio divenne arancione.
«Potevi anche andare, visto che siamo in ritardo» gli fece notare Abigail con il suo solito tono sufficiente.
«Non eri tu che mi hai detto di guidare piano?» un sorriso strafottente accompagnato da due fossette comparì sul volto di Harry, la ragazza sbuffò tornando a guardare fuori.
Quando scattò il verde Harry svoltò a destra, direzione opposta a quella in cui si trovava la scuola.
«Dove stai andando?» chiese allarmata Abigail.
«Secondo te?»
«Non a scuola sicuramente.»
«Ecco appunto, se lo sai allora perché me lo chiedi?»
«Fottiti Styles.»
Abigail alzò il finestrino premendo fin troppo energicamente sul pulsante, come se quel gesto avrebbe aiutato  far sbollire la rabbia che cercava di reprimere in quell’istante.
«Ti amo anch’io.»
 
Mi mancava il tempo schifoso di Londra.
 
Louis era appoggiato alla finestra della classe mentre con la mente non si trovava certamente tra quelle quattro mura. Ancora non ci credeva: lei era lì. Nessun oceano che li dividesse, niente fusi orari che non gli permettevano di chiamarla a orari decenti. Lei era a pochi chilometri da lui, bisognava solo trovarla. Quando aveva aperto quel messaggio, ricevuto da un numero privato, aveva sentito la terra mancargli da sotto i piedi. Nessuna firma, nessun segno, eppure Louis era certo di sapere chi fosse. Non aveva dubbi.
Il suono sordo della campanella lo distrasse dai suoi pensieri, chiuse il libro di storia che non aveva degnato di uno sguardo e uscì dalla classe andando a mischiarsi marea di studenti che si dirigeva frettolosamente verso l’ampia entrata. Uscì dalla scuola e attraversò il cortile con passo svelto. In quell’istante gli vibrò il cellulare che teneva in tasca. Con i nervi a fior di pelle lo prese, sperava vivamente che fosse un altro sms di un numero sconosciuto, invece era soltanto Harry che lo stava chiamando.
«Che c’è?»
«Abigail vuole sapere se la prof di francese ha fissato la verifica.»
«Ma che..?»
Da quando in qua Harry e Abigail saltavano la scuola per stare insieme? O il suo migliore l’aveva drogata, o l’aveva rapita. Non fece in tempo a finire di formulare la domanda che questo lo interruppe di nuovo.
«Rispondi e basta.»
«No» disse scocciato.
«Okay grazie.»
Prima che Louis potesse dargli qualunque tipo di risposta, Harry riattaccò. Il ragazzo osservò titubante per alcuni istanti lo schermo, quando lo stava per riporre in tasca, questo vibrò nuovamente. Aveva ricevuto un messaggio, il numero era sconosciuto.
Sentì lo stomaco andargli in subbuglio, con mano tremante premette il tasto verde, l’sms si aprì.
 
Stessa spiaggia, stesso mare? Okay a Londra non c’è il mare ma volevo citare quella canzone JFacciamo stesso posto, stessa ora? Mi manchi carota.
 
Louis camminava svelto sul marciapiede bianco di quel quartiere che ormai conosceva a memoria, aveva il fiato corto e il cuore che gli batteva a mille ma non per lo sforzo fisico che stava facendo, bensì per quello che sarebbe successo di lì a pochi minuti. Gli mancava come l’aria, non c’era giorno in cui non pensasse a lei, in cui non avrebbe voluto andare a casa sua e raccontarle qualcosa di nuovo, qualche barzelletta o semplicemente qualche stupida battuta che avrebbe scatenato la sua ilarità. Invece ogni qualvolta passava davanti alla villetta bianca a pochi isolati da dove viveva lui, al posto del giardino tenuto minuziosamente e della macchina parcheggiata davanti al garage, c’era soltanto l’erba che ormai copriva anche i fiori che una volta costeggiavano il vialetto e un cartello ormai poco leggibile con scritto “vendesi” appeso malamente alla staccionata.
Louis sospirò prima di aprire lentamente il cancelletto che separava il piccolo parco dalla strada. Era il posto meno affollato e più bello di tutta Londra, secondo lui. Quei salici piangenti e quel piccolo laghetto gli suscitavano solo ricordi felici riguardanti la sua infanzia. La maggior parte di questi includeva anche una bambina fin troppo vivace per la sua età dalle trecce bionde e le guance perennemente rosse.
Si guardò in giro alcuni secondi prima di scorgere una ragazza seduta poco distante da lui, all’ombra di un albero. Louis sorrise istintivamente, non la vedeva da un anno ma l’avrebbe riconosciuta anche a distanza di miglia. I lunghi capelli biondi naturali le cadevano leggermente mossi fino al gomito, era immobile, probabilmente non si era accorta del suo arrivo. Louis mosse alcuni passi verso di lei titubante, il rumore delle foglie secche calpestate dai suoi piedi fece girare la ragazza di scatto. Lo guardò per alcuni secondi incerta, prima di aprirsi in un caloroso sorriso e correre letteralmente tra le sue braccia.
«Lou!» esclamò entusiasta saltandogli quasi in braccio.
«Luna..» sussurrò Louis ancora incredulo e procinto a perdere l’equilibrio.
Non aveva avuto dubbi sin da quando aveva ricevuto il messaggio, ma un conto era uno stupido sms e un conto era ritrovarsi la sua migliore amica in carne ed ossa avvinghiata a lui dopo un anno passato lontani l’uno dall’altro.
Il ragazzo la strinse di più a sé affondando la testa tra i suoi lunghi capelli e accarezzandole dolcemente la schiena, «mi sei mancato» disse lei appoggiando la testa sulla sua spalla, «non sai quanto.»
«Tu di più», le sorrise Louis sciogliendosi controvoglia da quella piacevole morsa, «ora però spiegami perché non hai potuto scrivermi col tuo numero di telefono piuttosto che con il privato.»
«Volevo dare al tutto un’aria più misteriosa» confessò Luna cominciando a passeggiare per il parco.
Louis alzò un sopracciglio titubante, l’amica scoppiò a ridere senza riuscire a trattenersi. Aveva sempre amato la sua risata, così spontanea e limpida, gli era impossibile trattenere un sorriso nell’udire quel meraviglioso suono.
«Okay, confesso. Ho perso il cellulare e ho cambiato numero, però ho fatto apposta a usare il privato nell’inviarti i messaggi.»
Louis scosse la testa divertito, non era cambiata di una virgola.
«Questo posto è rimasto esattamente identico a come l’ho lasciato» osservò poi Luna guardandosi in giro, come se ci avesse fatto caso solo in quell’istante.
«Nulla è cambiato dalla tua partenza.»
«Sicuro?»
Louis annuì serio.
«Nemmeno quello che mi..»
«Nemmeno quello» la interruppe capendo all’istante a che cosa si stesse riferendo.
Luna si voltò di scatto a guardarlo, smettendo di camminare.
I suoi occhi azzurri lo scrutavano indagatori cercando di trovare un’espressione, o un cenno che le facesse capire che Louis le stava mentendo, invece niente. I suoi occhi chiari erano limpidi e trasparenti come al solito.
Louis era la sincerità fatta a persona. Ed era quello il motivo per cui lo amava. 

***

Holaaa!
Oddio voi mi volete fare morire d'infarto: 24 recensioni? hjk7h6regfvcvby
Cioè, tipo che non ne ho mai ricevute così tante in vita mia in un solo capitolo *-* IO VI AMO.
E per premiarvi eccovi qua a postare, dopo quanto? Due giorni?
E ci ho messo ancora tanto visto che sono stata "ferma" un attimo perché ero indecisa se inserire o meno Luna nella storia (ringrazio xacciopancackes, portatrice di consigli :D (?))
Credo che questa ragazza porterà una bella ventata di allegria (?) anche se la storia resterà comunque incentrata su Abigail e Sophie, non voglio stravolgere le cose più di tanto.
Ah, e visto che mi avete chiesto dove sono andata a pescare il nome Abigail, l'ho sentito in Fifteen di Taylor Swift. Era la sua migliore amica e da quando ho sentito quella canzone mi sono innamorata del nome *--*
Okay, ora faccio una buona azione: pubblicizzo alcune fan fiction che mi piacciono tantissimo.
Le metto in ordine sparso, non di importanza u.ù

- A Bad Idea
~ Wedding
- Same Mistakes

Ce ne sono moooolte altre, ma non voglio lasciarvi qua una lista infinita, in realtà queste sono le ultime aggiornate, sono andata a prenderle tra le seguite ahaha
In ogni capitolo ne metterò tre u.ù
Okay ho finito di rompervi l'anima, mi raccomando fatemi sapere che ne pensate del nuovo personaggio!
Ah ecco, io me la immagino col volto di Amber Heard, bravissima attrice (e anche molto faiga devo dire ;D) che ho scoperto guardando Never Back Down. Avrei voluto davvero farvi qualcosa di carino con lei e Louis con photoshop ma il mio pc è fuori uso e sto usando il macbook che purtroppo non ha il programma D: Perdono çwç 
Vi adoro immensamente,
jas

 

   
 
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