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Autore: dragon_queen    07/12/2011    3 recensioni
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel loro rifugio le tartarughe erano attorno al maestro, ancora privo di sensi.

-Quel bastardo, mi fa venire una rabbia...- sbottava Raffaello.

-Povera Maia, chissà come starà adesso- diceva invece Michelangelo.

-A quest'ora quel folle avrà già liberato quel demonio- aggiunse Donatello.

Leonardo non disse niente. Pensava. Poi improvvisamente si pronunciò:

-Perchè Shredder ha portato via anche Maia? A cosa mai gli servirà se era il gioiello quello che voleva?-

In quel momento il maestro Splinter emise un sospiro. I quattro fratelli gli furono subito vicino. Il sensei si stava riprendendo, così poteva spiegare loro cosa era accaduto di preciso.

-Maestro, si sente bene? Cosa è successo qui?-

-Figlioli sono arrivati con il favore delle tenebre. Non sono riuscito a tenere testa a tutti quanti-

-Maestro Splinter, hanno portato via Maia. Lei sa perchè?- chiese Leonardo.

-No, non ne ho la minima idea, ma se Shredder ha preso anche lei significa che gli era utile per qualche motivo. Quindi finchè non avrà liberato Belamas a Maia non accadrà niente-

-Non possiamo averne la certezza. Io vado a cercarla. È arrivato il momento di saldare definitivamente il mio debito- concluse Leonardo e si diresse verso l'entrata del tunnel.

-Ehi fratello!!- gli gridò Donatello.

Quello si voltò.

-Dove pensi di andare senza di noi?- concluse Raffaello.

 

Le quattro tartarughe girovagavano per la città senza una meta, poiché non avevano la benchè minima idea di dove Shredder avesse portato Maia.

Provarono anche nella vecchia base del nemico, ma trovarono solamente un palazzo abbandonato e semidistrutto.

Leonardo non riusciva a darsi pace: se fosse successo qualcosa a Maia non se lo sarebbe perdonato. Non era però l'unico che la pensava in quel modo, visto che anche i suoi fratelli parevano preoccupati per la sorte della loro amica. Persino Raffaello, il quale difficilmente si affezionava a qualcuno, appariva turbato.

Ad un tratto sentirono la terra scossa da un violento terremoto. Da un palazzo abbandonato poco lontano dal centro della città si alzò un'alta colonna di luce, che scomparve al di sopra delle nuvole.

Senza esitare, si avviarono verso quella direzione.

 

In pochi minuti furono in prossimità dell'edificio. Stranamente all'esterno non si intravedevano sentinelle, né sistemi di difesa di alcun tipo. Le tartarughe lo trovarono alquanto strano, ma le circostanze impedivano loro di starci tanto a pensare. Quindi entrarono. Giunsero nella stanza più grande e la scena che si parò loro davanti era incredibile: Shredder se ne stava sull'orlo di una voragine, con le braccia alzate verso un enorme demone; i suoi seguaci schiacciati contro le pareti della sala, percorsi da brividi di terrore; il pavimento invisibile a causa di un denso fumo viola.

Leonardo cercò di individuare Maia e la intravide poco lontana dalla voragine, in ginocchio, mentre tentava di tamponarsi una mano, dalla quale usciva copioso sangue.

Fino a quel momento le quattro tartarughe erano rimaste nell'ombra, ma assistendo a quella scena decisero che era giunto il momento di intervenire. Così piombarono sui ninja riuniti nella sala e cercarono di farsi strada tra le loro fila, sino a raggiungere Maia, la quale appariva alquanto debole e spossata. Cosa le aveva fatto Shredder?

Il samurai, resosi conto dell'attacco, ordinò a Belamas di sistemare le tartarughe una volta per sempre. Il demone obbedì.

Nonostante la sua considerevole stazza, si scagliò rapido in direzione dei quattro fratelli. Durante la sua avanzata, il mostro estrasse da dietro la schiena una lunga catna con attaccata all'estremità una palla chiodata.

Il primo ad incappare nel demone fu Michelangelo che, preso alla sprovvista, non riuscì ad evitarlo e fu scagliato lontano. Dopo poco toccò a Donatello, poi a Raffaello e infine a Leonardo.

I quattro finirono rovinosamente a terra, senza cenni di ripresa.

La ragazza, recuperate un po' le forze e resasi conto della situazione in cui si trovava, assistendo alla sconfitta delle quattro tartarughe, invocò a gran voce i loro nomi.

Il samurai sorrise soddisfatto: le tartarughe erano state annientate definitivamente. Adesso più nessuno poteva fermarlo.

Rivolto a Belamas, ordinò:

-Schiavo, vai e distruggi la città, in nome di Shredder!!-

Quello si voltò ad osservarlo, poi scoppiò in una risata profonda. Con voce cavernosa rispose:

-Schiavo?!? Come osi, misero umano? Belamas è un dio e nessun mortale può permettersi di dargli ordini!!- e, detto questo, con una sola manata, fece volare Shredder lontano.

Maia guardò la scena, attonita: il maestro Splinter aveva ragione, Belamas era un demonio e nessuno aveva abbastanza potere per assoggettarlo. Adesso avevano un mostro a piede libero e senza freni, con abbastanza potere da far sparire New York e senza nessuno che potesse contrastarlo.

Mentre la ragazza si guardava intorno, poco lontano da lei intravide qualcosa che luccicava: era il suo ciondolo.

Concentrando le poche energie rimaste, fece un balzo per afferrarlo. In quel momento Belamas si voltò e la vide. Con sguardo perplesso si mosse verso di le, mentre Maia, terrorizzata, indietreggiava senza sapere che fare.

Quando il mostro fu a pochi passi, parlò:

-Ma io ti conosco? Mi sembra di aver già visto il tuo viso...quegl'occhi...ma certo, tu sei...-

Non potè finire la frase, poiché esplose in un grido: Maia vide una katana infilata nella sua schiena. Quindi, spostando lo sguardo, vide Leonardo in pidi e le tre tartarughe che si stavano riprendendo.

-Non la toccare- disse debolmente Leo, ridotto parecchio male.

In quell'istante il ciondolo tra le mani della ragazza emise una forte luce.

Maia chiuse gli occhi. Quando li riaprì si ritrovò in una spazio indefinito, dove lei galleggiava a mezz'aria. Ad un tratto una voce:

-Ben ritrovata, bambina mia-

Lei si voltò e si ritrovò davanti suo nonno.

-Sono morta, dunque?- chiese.

-No,Maia. Il tuo compito non è ancora finito-

-Che significa nonno?-

-Tu sei l'unica che può aiutarli, l'unica che può sprigionare la vera potenza del ciondolo. Sii forte, ti voglio bene-

-Nonno, aspetta!! Cosa significa...- ma la visione era scomparsa.

Al suo posto apparve una scena che pareva provenire dal passato molto antico: era in corso una battaglia tra colui che riconobbe essere Belamas e quattro guerrieri, sostenuti e sormontati da una stella luminosa, al cui interno Maia scorse una giovane donna.

Quattro fasci di luce provenienti dai combattenti di unirono a quello proveniente dalla stella e insieme colpirono il demone, facendolo sprofondare in un nero abisso.

La ragazza riaprì gli occhi di colpo, come se si fosse svegliata da un sogno.

In quel preciso istante il ciondolo che teneva tra le mani prese a brillare: da esso scaturirono quattro fasci di luce colorata che andarono a posarsi sulle quattro tartarughe. Per un attimo lo scontro sembrò fermarsi. Persino Belamas esitò ad attaccare.

Quelle scie luminose resero i fratelli parte degli elementi, come un tempo era stato per i quattro guerrieri della leggenda: Leonardo l'acqua, Donatello l'aria, Michelangelo la terra e Raffaello il fuoco.

Le tartarughe si sentirono rinvigorite, le ferite che avevano riportato erano scomparse e dentro di loro si sentirono scorrere una forza mai avvertita prima. Si guardarono, senza riuscire a capire cosa fosse successo.

Poi lo scontro riprese.

Le tartarughe si battevano con un coraggio e una grinta che Maia non aveva mai visto. Era come se fossero rinate, come se in loro ci fosse stato una sorta di spirito che le facesse combattere meglio e non facesse sentir loro la fatica.

-Mi sento impetuoso e inarrestabile come l'acqua di un fiume!!- esclamò Leonardo, assestando un colpo a Belamas, facendolo gridare.

-Io sfuggevole e leggero come uno spiro di vento!!- ribattè Donatello, evitando gli attacchi del mostro come se li prevedesse.

-Io mi sento solido e resistente come una montagna- disse Michelangelo, parando un diretto del demone senza spostarsi di un centimetro.

-Io indomabile e distruttivo come il fuoco!!- concluse Raffaello, il quale zampettava sul posto senza riuscire a stare fermo.

Maia sorrise, vedendo arretrare lentamente Belamas.

-Forse ce la faranno anche senza il quinto potere- pensò.

Purtroppo però la creatura recuperò ben presto terreno, facendo indietreggiare i quattro fratelli, i quali non riuscivano a prevalere. Alle tartarughe mancava il potere della dea, ma la ragazza non sapeva dove andarlo a cercare. Si sentiva inutile.

Improvvisamente il ciondolo che stringeva tra le mani si mise di nuovo a brillare e, galleggiando a mezz'aria, si mosse verso di lei. Dopodichè, in un lampo di luce, il gioiello andò ad incastonarsi nel suo petto, infondendole una forza che non aveva mai sentito prima.

La battaglia si fermò di nuovo: tutti stavano a guardarla.

La ragazza dolce e indifesa si era trasformata in una donna forte e fiera che emanava una luce potente. I suoi capelli, da castani, erano diventati di un brillante blu elettrico, mentre i suoi occhi, prima verdi, ora erano due stelle scintillanti. La sua pelle candida come la neve.

Quando parlò la sua voce era diversa, come se a parlare fossero state due persone diverse:

-Belamas, non so come tu sia riuscito ad uscire dalla tua prigione, ma non credere di cavartela. Avanti miei guerrieri, rispedite questo mostro nella Bocca dell'Inferno!!- e detto questo tese le mani dinnanzi a sé.

Dai suoi palmi scaturirono due fasci di luce bianca, mentre le aure delle quattro tartarughe salirono verso il cielo. Quando le cinque luci si incontrarono nacque una sfera luminosa che diventava sempre più grande.

-No, non mi rinchiuderete di nuovo in quel posto!!- gridò il mostro, prima di venire inglobato nella palla di luce e venir rispedito da dove era venuto.

Il passaggio fu nuovamente sigillato e, quando il masso ebbe toccato terra, la pergamena sul leggìo prese fuoco, spegnendosi poco dopo in un cumulo di cenere.

-Per evitare che il sigillo che chiude la Bocca dell'Inferno venga nuovamente rotto, io stessa distruggo sedutastante l'Occhio di Belamas- concluse la dea e si poggiò le mani sul petto.

La luce fu potente. Quando si fu attenuata, le tartarughe erano tornate normali. Si guardarono e scoppiarono in un grido di vittoria. Leonardo si guardò intorno in cerca dell'amica, ma non riusciva a vederla.

-Dov'è Maia?- domandò.

I fratelli gli rivolsero una veloce occhiata, poi si sparpagliarono per cercare la ragazza. Fu Leonardo a trovarla: era svenuta tra i detriti provocati dalla violenza dello scontro. Tra le mani stringeva il suo ciondolo, il quale brillava di una luce diversa: adesso era un semplice gioiello.

Quando le fu accanto, la ragazza iniziò a riprendersi. Una volta che i suoi occhi furono completamente aperti e la ragazza vide Leonardo, lei gli sorrise e lui ricambiò.

-Ero preoccupato- le disse.

-Lo so- rispose lei.

Da quel giorno in avanti Maia non si sentì più sola. Aveva trovato una famiglia e uno scopo nella vita.

 

E Shredder? Beh, lui è riuscito a scamparla e continuerà a perseguitare le nostre tartarughe, che adesso hanno un nuovo membro nella loro squadra.

 

  
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