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Autore: Alessandra S    07/12/2011    3 recensioni
Adele non ci credeva più all'amore, disillusa.
Obbligata a una vita che non voleva.
Aveva smesso di cercare il principe azzurro da tempo.
Aveva smesso di fare l'amore con amore da tempo.
Ma un giorno tutto cambiò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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I'm on the road to love

Capitolo 12 (Confessions)

 

Adele

 

Rimanemmo così, stretti nei sedili posteriori della sua macchina a parlare, a ridere.

Lui ogni tanto mi stringeva un po' più forte, quasi avesse paura che scappassi.

Sentivo il suo cuore battere sotto la felpa pesante, i giubbotti li usavamo come coperte per ripararci dal freddo pizzicante che entrava dalle giunture delle porte.

Dopo qualche minuto di silenzio mi guardò negli occhi.

«Voglio sapere perchè hai tentato il suicidio» lo disse con una tale fermezza che mi fece quasi paura.

Sentii la saliva aumentare e l'atmosfera farsi pesante, tutto a un tratto i giubbotti e le sue braccia strette intorno al mio corpo non bastavano più a scaldarmi.

«Perchè lo vuoi sapere ?»

«Perchè ... ho avuto paura di perderti» soffiò, e sentii il mio cuore accelerare.

«Perchè ?»

«Perchè tutte queste domande ?» rispose divertito. E ora ?

«Perchè ...» non feci in tempo a rispondere che sentii le sue labbra sulle mie, soffici e calde come la cioccolata in inverno, dolci e rassicuranti come l'orsacchiotto con cui ancor dormivo.

Mi sentivo a casa, finalmente, dopo tanti anni, mi sentivo sicura e amata.

Mi strinse ancora più forte a lui e staccò le sue labbra dalle mie.

«Ti amo - sussurrò piano - ti amo da morire» mi lasciai stringere, mi lasciai avvolgere da quelle parole.

Incastrai la mia testa nell'incavo del suo collo e mi sentii esplodere di felicità.

Lui mi prese le spalle e mi allontanò da lui per guardarmi negli occhi.

«Ora però devi rispondermi» sospirai forte e mi strinsi di nuovo alla mia roccia di salvezza.

Rabbrividii al pensiero di quella notte, al pensiero di quell'uomo che non aveva avuto neanche un briciolo di rispetto.

Sentii qualcosa di caldo rigarmi la guancia e Nicholas asciugarmela con premura.

«Quella notte, quando non ci siamo visti, sono andata con un uomo sulla quarantina, mi ricordo che, iniziò a toccarmi violentemente e che mi chiese quanto anni avevo, gli risposi che non gli interessava e mi tirò un ceffone, poi, con la forza, iniziò a cercare di spogliarmi ma io non volevo, «mi faceva paura, così opposi resistenza e lui iniziò a picchiarmi, lo fece con tanta forza da lasciare le sue dita stampate sulla mia pelle ... - sentii la gola bruciare e le lacrime che iniziavano a scendere - Mi spaccò il labbro e mi fece sanguinare il naso, mi picchiò fino, circa alle cinque e poi cedetti, «ero troppo stanca e impaurita per opporre ancora resistenza. Mi ricordo il momento in cui l'ho sentito dentro di me, è stato ... terribile, mi faceva male e paura ... - il mio corpo iniziò a tremare violentemente e Nicholas mi strinse forte, premuroso - alle sei me ne andai con i soldi stretti in «pugno e pensai che non valeva la pena di essere trattate così per dei miseri pezzi di carta. Sul pullman piansi, non pensavo di poter piangere ancora dopo tutte le lacrime ... mi vergognavo, non volevo che la gente mi guardasse piena di graffi, sangue e impronte di mani sulla pelle, è per questo «che sono scesa quando mi ai salutato, non volevo che pensassi che fossi stata male che ti sentissi in colpa ... Poi sono arrivata in ritardo a scuola e allora sono andata in un bagno pubblico a cambiarmi, non avevo voglia di entrare.

«Sono tornata a casa ma il vuoto e il silenzio mi hanno solo aiutato a pensare di più quando volevo smettere.

Ero stanca della mia vita così mi sono avvicinata alla finestra, ho respirato l'aria fresca e mi ho «iniziato a dondolarmi avanti e indietro fino a quando non ho perso l'equilibrio.

Pensavo di morire ...»

Lo sentii stringermi forte e poi mi sussurrò piano «Mi dispiace, sarei ... sarei dovuto arrivare prima»

«No Nicholas, non è colpa tua, non pensarlo neanche. Non potevi saperlo» sorrise tristemente

«Sono felice che tu ora sia qui e non in paradiso, in purgatorio o in qualunque posto si vada dopo la morte»

«Non sai quanto lo sono io ...»

 

 

E come sempre a me non piace ... bhuaaaaaaa

Emy McGray

   
 
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