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Autore: MissNothing    07/12/2011    5 recensioni
"Quelle notti invernali troppo fredde per essere passate da soli e quelle sere d'estate troppo belle per essere sprecate a dormire. Quegli sguardi che solo noi possiamo capire e quegli sguardi che, purtroppo, non capisci. E poi i baci, le carezze, i sospiri. Quei momenti che speri non finiscano mai e quei momenti in cui capisci che l'infinito, paragonato ad uno di quegli attimi in cui ci apparteniamo, non è niente. L'infinito è relativo. Non lo puoi immaginare, eppure io penso di averlo trovato in uno di quegli istanti in cui ho il tuo fiato sul collo e le tue mani sulla schiena, perché quando in quel silenzio sento la lancetta scoccare, non me ne capacito che sia passato solo un secondo. Allora capisco che io, il tempo, quando lo passo con te, ce l'ho in mano."
[E' una storia abbastanza vecchia, probabilmente ci saranno molti errori grammaticali, chiedo scusa in anticipo ma non voglio modificarli perché in un certo senso sono la prova dei miglioramenti -anche se piccoli- che credo di aver fatto! Ci sono altri due seguiti :3]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until You're Over Me.'
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wè bè
Eccomi di nuovo qui. e.e Ho avuto un blocco, ma per (s)fortuna son tornata °O° Non ho molto da dire su questo capitolo, in tutta sincerità. La scelta delle canzoni è puramente casuale. La robaccia dubstep o come cavolo si chiama, è l'unica che conosco di quel genere, e mi sembrava l'unica adatta per una scena di quel tipo. La canzone dei Kooks la stavo semplicemente ascoltando mentre scrivevo quella scena, quindi me la sono immaginata così e basta. e.e
Ccccciao!
xMN.



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4. Indie/Hipster.




Forse era la prima volta in mesi e mesi che non avevo sonno. Riposai per due ore prima che l'aereo arrivasse e, anche se il risveglio non fu il massimo, ero.. contento. Sì, contento. Anzi, non ero così contento da secoli. Forse è uno di quei giorni in cui.. boom. Ti svegli felice e basta. Boh. Non c'è tanto un motivo. E pensare che non me ne capitavano da anni, e quando dico anni.. dico anni sul serio.
Mi voltai con un sorrisone verso.. bhe, lui. Gli carezzai la guancia sperando che non se ne accorgesse, e solo in quel momento realizzai che non sapevo nemmeno perché. Trassi subito la mano e osservai la sua reazione. Per fortuna arricciò solo il naso, come previsto. Non mi ero mai accorto di quanto effettivamente mi piacesse. Cioè, fisicamente, dico. Sospirai cercando di non pensarci e poi gli picchiettai sulla spalla con due dita.
-Svegliati.- Gli sussurrai all'orecchio per non disturbare gli altri. Avevo intenzione di parargli, e di certo non l'avrei fatto con quei due svegli fra i coglioni.
- Mh.. no.. cinque minuti..- Sbadigliò, girandosi dall'altro lato.
-Dai, mi sento.. solo.-
-'Dah.- Tornò a guardare me, mentre si stropicciava gli occhi. Portò indietro i capelli per allontanarli dal volto e poi sbuffò.
-Ciao.- Gli sorrisi, guardandolo dritto negli occhi.
-Mh, ciao.- Replicò lui, voltandosi distrattamente a destra e a manca alla ricerca di qualcosa. E pensare che mi aspettavo un saluto più carino.
-Bhe.. non devi dirmi niente?- Domandai con un groppo in gola. Non volevo rovinare tutto, e al 90%, temevo che avrebbe frainteso. Afferrò il telefonino e poi si girò verso di me, aggrottando le sopracciglia.
-Certo che no, cazzo! mica siamo fidanzati!- Scosse il capo ridacchiando, manco avessi detto qualcosa di assurdo. Sospirai chiudendo gli occhi, nel tentativo di contenere i nervi.
-Sul serio, che pensavi?-
-Bhè, ora come ora, penso che tu sia bipolare.-
-Ah, ah, ah.- Anche la risata sarcastica. Forse manco si rendeva conto che era nel torto.
-Non ti ho chiesto nulla.. vorrei solo sapere cosa vuoi da me.-
-Voglio che tu stia zitto.- Fece un finto sorriso acido. Abbassai il capo. Mi sembrava troppo strano, svegliarmi così su di giri.
-Bene..- Lo dissi quasi in un sospiro. Forse nemmeno mi aveva sentito. Tornai a guardare fuori il tondo e minuscolo finestrino dell'aereo, cercando di non farmi trascinare troppo dai pensieri. Non avevo voglia di pensare. Perché poi finivo per starci una merda, quando non chiedevo niente di che.. solo di non essere trattato come un cane.
A spezzare l'atmosfera pesante come la maestra obesa dell'asilo, grazie a Dio, arrivarono Mikey e Ray appena svegli.
-Stavate dicendo le preghiere?- Domandò il finto biondo, arruffando i capelli al fratello. Forse aveva notato persino lui tutto quel silenzio.
-Non rompere il cazzo.- Rispose l'altrettanto rosso, mentre, da brava diva paranoica, si aggiustava l'acconciatura.
-E tu lavati, ogni tanto.- Il povero Mikey si guarò la mano e sembrava quasi disgustato. Sorrisi sotto i baffi mentre provavo a rimanere il più imbronciato possibile.
-Way contro Way. Sono aperte le scommesse!- Ironicamente, intervenne Ray, mentre continuavo a guardare la scena in terza persona. Sospirai, e Mikey mi schioccò le dita davanti agli occhi.
-Sei fra noi?- Scossi il capo più volte per svegliarmi da quella specie di stato di trance, guardando il trio che avevo accanto.
-S..sì,sì. Ci sono.- Precedetti di poco la meccanica voce registrata di una delle hostess che ci annucniava l'arrivo a NY in tutte le lingue di questo mondo del cazzo, quindi, cominciammo a prepararci. Ci guardammo solo di sfuggita. A volte ci penso e mi sembra assurdo. Per me è la normalità, vivo così ogni giorno.. ma se lo raccontassi a qualcuno (chiunque), mi direbbe che sono un pazzo a farmi trattare così. Gli permetto di fare quello che vuole, e a svantaggio di chi? domanda retorica, ovvio.
Mi alzai sulle punte nel tentativo disperato di prendere il trolley dal portabagagli, ma niente. Probabilmente dovevo sembrare.. boh, una foca. Cioè, un foco. Tipo quando allo zoo c'è sempre quello stronzo che gli mette la palla sul naso.
-Dai, fatti aiutare.- Mi sorrise quando si rese conto anche lui che, con il mio metro e 60, non sarei mai e poi mai riuscito a prendere quella valigia. Per i miei standard era troppo in alto, ecco.
Gli porsi la mano per prenderlo, ma niente. Si era già avviato fuori trascinandolo con sé. Nel notare la mia confusione, si girò verso di me ancora più divertito di prima. Quando gli feci un cenno con la mano, addirittura, mi fece l'occhiolino. Mah. Bhè, se non altro.. mi strappò un sorriso. 
Ci avviammo fuori l'aereoporto. Semplicemente non avevo voglia di parlare, quindi rimasi zitto anche mentre, come bambini di cinque anni, giocavano a fare i ninja/cazzoni per non farsi notare. Ovviamente, senza rendersi conto che così, si stavano facendo notare il triplo.



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Girammo per la Grande Mela tutta la mattinata, eppure non concludemmo praticamente niente. Io ero ancora nervoso, loro erano ancora in vena di battutacce, e ovviamente l'atmosfera era sempre più pesante. Verso l'una - l'una e un quarto, arrivammo in albergo. Avevano tutti una fame cane, perciò optammo per un pranzo lì.
A "tavola" la converszione era praticamente morta.
-Che cavolo è.. questo?- Mi domandò Mikey, indicando un qualche nome italiano sul menù. Scossi il capo, perché non lo sapevo nemmeno pronunciare.. figuriamoci poi indovinare che cosa fosse.
-Non ne ho la più pallida idea.- Sbuffai, chiudendo il mio e poggiandolo sul tavolo, che tanto avevo già fatto. Niente di esotico.. non avevo nemmeno fame.
-'Dah, ma dove è finito il vecchio cibo spazzatura.- Scosse il capo, mentre ancora cercava di destreggiarsi fra gli incomprensibili nomi.
-Intendi.. tipo, McDonald's, hamburger e patatine?- Domandò Gerard, ridendo già sotto i baffi. Chissà che cazzo aveva pensato adesso.
-Sì, esatto!- Annuì il fratello. Probabilmente avevo una faccia disgustata, ma nemmeno me ne rendevo conto. Non per qualcosa, ma.. boh.
-Che hai tu?- Mi domandò Ray.
-Mh. Sarà che preferisce il pesce.- Scoppiò definitivamente a ridere. Che schifo. Come se fossi io quello che gli saltava addosso appena ne aveva l'occasione.. certo, l'avrei fatto, ma almeno io ci provavo ad essere.. normale.
Anche Ray sorrise. Almeno però non si stava letteralmente.. piegando in due. Aveva un minimo di rispetto ed evitava di scompisciarsi davanti all'interessato. Pareva che solo Mikey non l'avesse capita, perché si guardava intorno con un' aria confusa.
-Mikey, era.. un'allusione. Hai presente..- Tossì un po' nervoso. Se non l'avesse capita, non avrei proprio saputo come spiegargliela.
-Sì, Mikey, dai.. preferisce il pesce a..- Il grandissimo inventore della tanto divertente battuta, provò a mimare il concetto. Sembrava che suo fratello finalmente ci fosse arrivato, anche se non sembrava divertito. Anzi, tutt'altro.. sbuffò.
-Sembrava non dispiacesse neanche a te, però.- Replicò, tentando di mantenere un tono acido. Chissà perché mi difendeva, poi. Abbassai il capo nel tentativo di celare una risata, e mi alzai.
-Io vado. Se a fine pranzo avete trovato qualche altra battuta divertente, sarei grato che la teneste per voi.- Gli lanciai un'occhiataccia mentre raggiungevo camera mia. Che giornata del cazzo.



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-Dai, scusa, ho detto che mi dispiace!- Era tornato a rompere le palle dopo mezz'ora da quando me n'ero andato. Bussava alla porta chiedendo scusa.. come se valesse. Lo sapevo che non gli dispiaceva per niente.
-Ti giuro che vado alla reception e mi faccio dare le chiavi, idiota!- Urlò, continuando a picchiare sul legno. Altri venti minuti e avrebbe scardinato l'entrata. Decisi di non fare l'infantile (a differenza di "qualcun'altro"), quindi mi alzai e gli aprì la porta. Non gli rivolsi una parola. Semplicemente tornai fuori al balcone ad osservare l'ipnotico traffico della città.
Sentì i suoi passi sempre più vicini, e poi all'improvviso le sue braccia intorno ai fianchi. Chiusi gli occhi, tanto non mi poteva vedere, e sospirai.
-Ciao.- Mi sussurrò all'orecchio. -Hai finito di tenermi il broncio?- Sorrise. Non lo vedevo, ma lo sapevo. Riuscivo ad immaginarmelo lì, tutto soddisfatto di essere riuscito a farmi cedere ancora una volta, con un sorriso ebete stampato in faccia.
-Mollami.- Tutto sommato ero sembrato convincente, eppure, come suo solito, non mi ascoltò. Gli presi le mani, spostandole altrove. Per tutta rispostà mi abbracciò più forte di prima.
-Lo sai che non mi trattengo quando si tratta di dire stronzate.. non te la sarai mica presa..- Poggiò il volto nel mio incavo del collo. Mi girai di pochissimo. Qualcosa di praticamente impercettibile.. era giusto per guardarlo mentre lo diceva.
-Non è la battuta.. è tutto.- Riuscì a malapena a parlare. Avevo il fiato corto e il battito a tremila. Feci un respiro profondo.. o meglio, ci provai. Ma perché stavo così? perché?
Mollò improvvisamente la presa, allontanandosi di un po'.
-Mi dispiace tanto.- Arricciò le labbra, abbassando lo sguardo che prima puntava dritto verso di me. Quasi di riflesso, feci la stessa cosa, appoggiandomi alla ringhiera laterale del balcone. Nell'angolino, in pratica.
Mi venne incontro, poggiando la fronte contro la mia. Con le mani mi prese il volto, poggiando appena le labbra. E che fare? cedetti. Gli morsi il labbro inferiore, cosa che per qualche strano motivo lo fece sorridere. Poi continuò lui, ecco.
Interruppe bruscamente il bacio, senza però allontanarsi nemmeno di un centimetro.
-Se ti prepari.. tra un'oretta facciamo qualcosa solo io e te, da amici, dico. E poi.. magari sta sera ti porto a ballare, non lo so.-
-Lo sai che odio.. ballare.- Risposi col fiato corto.
-Non è che ti lascerò lì da solo. Staremo insieme, prometto!- Sorrise con una dolcezza che pensavo avesse perso. Mi sciolsi, letteralmente. Se me l'avesse chiesto con quel sorriso, sarei andato anche a spaccare pietre con la testa.
-..E va bene, ok.- Abbassai il capo, sospirando.
Rimanemmo così per qualche secondo. A me sembrarono ore, ma razionalmente sapevo che non era così. Mi diede un bacetto sulla fronte e poi si allontanò. Diede uno sguardo all'orologio da polso, stropicciandosi gli occhi.
-Sono le cinque. Alle sei ti busso e andiamo, ok?- Alzò nuovamente il capo, guardandomi. Non avevo la forza di rispondere in maniera troppo articolata, anche se avrei dovuto fargli mille domande. Annuì.
-Sì, ok..-
Fece un cenno imbarazzato con la mano, allontanandosi. Mentre era a metà stanza, si voltò bruscamente.
-Forse Mikey aveva ragione..-
-Su cosa?- Inghiottì il groppo che avevo in gola, spaventato dal fatto che magari avremmo cominciato un discorso serio.. per la prima volta, alla fine.
-Puzzo.. vado a docciarmi.- Ridacchiò, chiudendosi la porta alle spalle.



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La giornata era bella di una maniera assurda per essere quasi Dicembre. Ci avviammo verso Centeral Park con passo lento, forse per non sprecare la giornata a correre a destra e a sinistra.
-Ci sei mai stato qui?- Si voltò di scatto verso di me. Quasi sobbalzai.
-Umh? Eh? Io? Oh, no, mai!- Balbettai un po', ma pi tornai sul pianeta terra.
-Bene.- Disse togliendosi gli occhiali da sole. -Vorrà dire che ci perderemo!- Mi sorrise.. e, di nuovo, mi sciolsi. E non per l'inaspettato caldo.
-Perdersi in un parco..-
-E' un parco enorme!- Gesticolò mentre avevamo appena passato il cancello. Mi guardai un po' intorno. Gente ovunque. E sì, era veramente enorme. Notai un'insegna dorata: "Zoo".
-C'è anche lo zoo. Magari fai.. incazzare.. un toro..- Dissi indicandogli i capelli.Titubai un po' mentre parlavo, perché non ero sicuro di voler veramente fare quella battuta. Era veramente orrenda. Eppure, per quanto fosse triste, ridacchiò.
-Teniamoci lontani da qualsiasi cosa che abbia le corna, allora!-
-Te compreso?- Scoppiai a ridere. Mi stavo solo "vendicando" per prima. Era più che lecito. Non avevamo smesso di camminare senza una meta nemmeno per un secondo, quando all'improvviso si fermò.
-Simpatico..- Scosse il capo, avviandosi a passo veloce verso un sentiero che, a quanto pareva, era sconosciuto ad entrambi.
-Ehi, ma.. dove vai!?- Urlai. Si voltò verso di me facendomi l'occhiolino e cenno di seguirlo con la mano, quindi prese a correre su una strana salita, scavalcando il recinto che c'era alla fine della stessa. Per poco non cadde. Scossi il capo sorridendo, quindi decisi di seguirlo comunque.
Non so per quanto corremmo. Fu qualcosa di affannoso. Manco sapessimo dove andare, poi.. Solo dopo quelli che sembrarono dieci minuti, si fermò. Ancora con l'affanno, feci l'ultimo tratto di strada semplicemente camminando: non ne potevo più, seriamente.
-Ma.. dove..- Guardai davanti, e credetemi, penso di non aver mai visto niente di più bello. C'era una specie di laghetto di un turchese.. o qualcosa, non lo so. Ma comunque pulitissimo. Davanti si vedeva praticamente tutto il parco, con tanto di vista di alcuni grattacieli. Probabilmente lo avevano recintato proprio perché.. bhè, poteva essere un po' pericoloso per un bambino. Si sedette. Le gambe incrociate, le braccia tese e le mani con i palmi completamente appoggiati a terra. Il volto verso il cielo, come se stesse prendendo il sole.  Lo osservai da lontano e poi mi avvicinai.
-Fermiamoci qui.- Esclamò senza nemmeno aprire gli occhi.
-Okey.- Mi andai a stendere accanto a lui, cosa che fece anche lui, aprendo gli occhi solo quando, una volta steso, voltò il capo verso di me. Lo sapeva bene che effetto mi faceva, eppure insisteva, continuando a guardarmi negli occhi. Sentivo un groppo in gola assurdo, e in tutta sincerità, non sapevo cosa dire. Manco avessi visto lo Spirito Santo..
-Che c'è?- Sussurrò appena, notando il mio stato di agitazione. Deglutii.
-Niente, sto bene! Una favola..-
-Non si direbbe..- Tornò a guardare il cielo.
-No, sul serio, una meraviglia!-
-Voglio fidarmi..-
Chiacchierammo del più e del meno per un'ora intera. Sembrava che finalmente ce l'avessimo fatta a passare un pomeriggio da persone normali.
-Ehi, umh.. non è che hai l'iPod?- Domandò dopo appena qualche secondo di silenzio a discorso terminato. Annuì: lo portavo sempre con me. Frugai nella tasca dei jeans e glielo porsi.
-Verde?- Domandò arricciando il naso. In effetti era uno di quei colori orrendi che vanno negli occhi, non un colore.. normale. Sorrisi.
-Era l'ultimo!- Mi strinsi nelle spalle, quasi a scolparmi di quell'affronto. Scosse il capo sorridendo, mentre portò una cuffia all'orecchio e scorreva il menù delle tracce. Dopo un po', cliccò finalmente il tasto centrale.



http://www.youtube.com/watch?v=8pvHZ4ddR-4&ob=av2n




-Oh, andiamo, i Kooks? ma che razza di indie/hipster sei?- Scoppiò a ridere di gusto, e in effetti.. nemmeno io andavo troppo fiero di avere quella roba nella playlist.
-Andiamo, è carina!-
Cominciò a canticchiare le parole.. anzi, sembrava quasi che la conoscesse. Spessò si fermava perché non riusciva a trattenere l'impulso di ridere o sorridere, e trascinò anche me nella sua ilarità contagiosa. Appena ripresi fiato, mi venne in mente una domanda importante. Cioè, non importante.. più una curiosità.
-Gee, come.. come si scrive una canzone?-
Si grattò la punta del naso, sospirando. Probabilmente stava cercando di mettere le parole giuste insieme.
-Bhè.. non è che te lo posso spiegare.. ti viene così, no? parti da un'idea.. come ti senti, mh? cioè, è semplice.. anzi, no, però quando ci prendi la mano sì. Che c'è, vuoi metterti a fare il solista?- Ridacchiò.
-Mai, tranquillo!- Sorrisi.
Rimanemmo per guardare il tramonto, qualcosa di bellissimo. Anzi, per il contesto, la compagnia e tutto.. forse il più bello. Detto da uno che, appena può, si ferma a guardarlo è tanto. Cominciò a fare buio, e siccome il posto che aveva scelto era piuttosto lontano (ovviamente mica poteva essere una cosa semplice), ci avviammo fuori dal parco e chiamammao un taxi.
Durante il viaggio rimasi a guardare il finestrino. Mi accorsi, di tanto in tanto, che mi prendeva la mano. Non sapevo perché, ma avrei preferito di no.. non che mi dispiacesse, ma non volevo rovinare così la giornata. Alla fine era andato tutto bene, a parte l'inizio un po' burrascoso.



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http://www.youtube.com/watch?v=cdn8A2ojS0w



Entrammo in una stanza illuminata solo da luci colorate. Gente strizzata come sardine che tentava di ballare, alcool ovunque. Diciamo che non sembrava male, ecco.. se solo non fossi un tronco, quando si tratta di ballare.
Prese a muoversi accanto a me, sorridendo.
-Eddai, non muore nessuno! muoviti un po'.- Quasi quasi mi dovette trascinare, eppure dopo un po'.. bhè, lo ammetto, mi feci prendere.
La musica era tremenda, non conoscevo nessun'altro, faceva un caldo bestiale, eppure ero felice. Ero felice finché.. finché non arrivo una tipa. Bionda. Un metro e ottana o giù di lì. Gli picchiettò sulla spalla, e quando si girò a vedere chi era a chiamarlo le sorrise, raggiungendola.
Diciamo che rimasi lì da solo come un'idiota per due minuti buoni, quando mi resi conto di quello che probabilmente facevano. Tornò dopo poco. Tutto spettinato, mentre si aggiustava i vestiti, l'espressione stralunata e lei al seguito, che però svoltò completamente dall'altro lato.
-Fai schifo.- Me ne andai senza dargli alcuna possibilità di replicare. Mi feci strada fra svariate persone mentre cercavo di non esplodere mentre ero ancora in quel postaccio. Mi gettai letteralmente contro le porte e finalmente ero fuori. Mi avvia verso l'hotel.. l'unica cosa che volevo fare adesso era chiudermi in camera e stare solo. Basta. Era davvero, davvero troppo. Ripensandoci non sapevo perché ero incazzato. Il fatto che mi avesse lasciato cinque minuti lì da solo non era il problema.. ero.. geloso. Quando era sposato no, perché la tradiva con me e quindi sentivo che mi preferiva, ma adesso mi sentivo uno straccio. E perché?  bhe..
Ad un certo punto sentì di nuovo la porta del locale sbattere. Sapevo che era lui. Lo sapevo e basta.. chi altro poteva essere. Ne ebbi la conferma solo quando mi voltai e sentì la sua voce.
-Dove cazzo vai!? Idiota!- Urò dall'altro lato della strada, appena all'uscita dal locale.
-A fanculo! Ok?! Non mi seguire!- Cercai di celare le lacrime. Anzi, non tanto le lacrime, più che altro, mentre urlavo, cercavo di non fargli notare che piangevo attraverso il tono della voce.
-Ti odio!- Continuai.. missione fallita. Anche un'idiota se ne sarebbe accorto.
-Fai come vuoi!-
-Certo. Ci mancherebbe che facessi come vuoi tu!-
Stavo congelando, letteralmente. Eppure quello era l'ultimo dei miei problemi, perché.. solo in quel momento, quando era troppo tardi, avevo capito che lo amavo. Fine. C'erano voluti anni per realizzarlo ed accettarlo, ma era così. Non c'è altro modo per spiegare una sensazione come quella. La gelosia, tremare ogni volta che lo vedo, arrossire quando mi fa un complimento (anche stupido) e tutta questa situazione ridicola. Se non avessi provato niente, infondo mi sarei trovato una ragazza e l'avrei finita lì con tutta quella specie di.. "cosa segreta". E invece no. Mi faceva comodo, perché avevo una scusa per non dire a me stesso al verità, no? Odio l'amore. E odio dipendere da una persona, ma per quanto ne avessi paura era così, e non potevo farci niente.
   
 
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