Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: frannn    08/12/2011    0 recensioni
Faceva parte della Gilda dei Fantasmi: per il resto del mondo lei non esisteva, legalmente parlando.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pack up - Eliza Doolittle. Pack up - Eliza Doolittle.

I get tired and upset and i’m trying to care a little less.

- Quante altre volte dovrò farti la solita noiosa ramanzina? -.
- La soluzione è smettere di ripeterti, Berell -.
Ringhiò Gabby tra i denti, mentre Berell la scrutava con disappunto. Era un’adolescente, ormai, e le problematiche di quell’età erano aggravate dal semplice fatto che Gabby aveva un’abilità innata nel mettersi nei guai cantando fuori dal coro in un luogo come la Gilda.
- Non puoi rifiutarti di seguire le lezioni di auto-difesa solo perché condividi i principi di Gandhi -.
Gabby scrollò le spalle.
- Non puoi nemmeno andartene in giro con una t-shirt con su scritto “il mio compagno di banco
puzza” -.
Lei roteò gli occhi.
- Era una scommessa...-.
- E non puoi uscire dopo il coprifuoco dalla tua stanza per andare a giocare a briscola con chi capita.
A briscola...davvero, Gabby? Vuoi farci impazzire o cosa? -.
Gabby saltò giù dal banco su cui stava seduta. Berell l’aveva trattenuta dopo la fine della sua lezione per assillarla con rimproveri triti e ritriti.
Da bambina era stata l’artefice di mille scherzi bizzarri, portati a termine senza l’uso della magia: aveva l’abitudine di sparire e nascondersi per ore in posti impensabili, portando con sé fumetti e libri illustrati; le piaceva giocare a campana e a “un due tre: stella!”, quando tutti i suoi coetanei si sbrizzarivvano con trucchetti magici; contrabbandava biscotti e cioccolatini in cambio di collane e figurine e faceva a botte con chi le rubava la merenda. Era un bambina abbastanza scontrosa e fin troppo normale: non era per nulla incline alla magia come i suoi coetanei...Gabby preferiva mettere serpenti finti sulle sedie dei suoi maestri e fare linguacce a destra e a manca.
Poi era subentrata la voglia di esprimere le sue opinioni: Gabby non era mai stata disposta a lasciarsi sottomettere e meno che mai quando divenne consapevole sia della sua vita nella Gilda sia in quella al di fuori di essa.
La Gilda era sconosciuta al mondo, ma non si poteva dire il contrario: la tecnologia non era bandita e attraverso internet Gabby aveva accesso a tutto e da tutto traeva vantaggio. La conoscenza la rendeva sempre più pericolosa, sempre più instabile, pronta ad esplodere.
Berell non sapeva più come tenerla sotto controllo. Non potevano permettersi di perdere una tanto promettente studentessa e lui...lui non poteva permettersi di perderla e basta.
- C’è qualcosa di davvero sbagliato nelle vostre regole -.
- Gabby, il sistema esiste perché le cose funzionino e non per torturarvi...-.
Gli si avvicinò e gli puntellò un dito sul petto, corrugando la fronte.
- Il sistema è una fregatura, Berell. La magia è dentro di noi, ci sarà sempre, anche se non mi addormenterò alle undici in punto ogni sera -.
Lui sospirò, prendendo le mani di Gabby tra le sue.
- Hai bisogno di un’istruzione e disciplina...-.
- E’ vero, ma ho bisogno anche di libertà di scelta -.
Soffiò quelle parole quasi senza muovere le labbra. Era frustrata e si scostò da Berell, che la seguì con lo sguardo.
- Volete per forza cambiarmi. Non posso semplicemente imparare ed essere brava senza annullarmi del tutto? Non posso essere così, senza tanti problemi? -.

Don’t worry, there’s no doubt, there’s always something to cry about when you’re stuck in an angry crowd, they don’t think what they say before they open their mouths.


No, non puoi.
Pensò Berell, sospirando. Sapeva che la Gilda aveva sempre funzionato perché esisteva una mentalità comune e perché, per amore della magia, gli adepti erano disposti ad accettare la tradizione e l’uniformità che questa comportava.

- La Gilda è sempre stata la mia unica casa...è vero, ho combinato qualche pasticcio ogni tanto, ma l’ho sempre rispettata. Perché nessuno ha rispetto per me? -.

I don’t care what the people may say, what the people may say about me.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: frannn