So
don’t worry about tomorrow, take it today, forget
about the cheque, we’ll get hell to
pay.
Stava
già pagando e quello era già l’inferno.
Non c’era giustizia nel mondo che lo
circondava e non ce ne sarebbe stata altrove, mai. Eddai
col pessimismo cosmico.
Poggiò
il bicchiere sul bancone e fece un cenno al barman.
- Un
altro giro -.
Bofonchiò,
voltandosi a guardare la folla accalcata nel locale. Ragazze poco
vestite
convinte che il corpo fosse l’unica arma a loro disposizione
e ragazzi sbronzi
che preferivano annacquare di alcool la realtà pur di non
farci i conti. Un
tempo era semplicemente uno di loro, un burattino, un ragazzino
ignorante ed
inconsapevole della portata degli eventi; poi la sua esistenza si era
capovolta, riducendo tutto in pezzi.
Chi
rompe paga. Pensò,
con sarcasmo. Come no.
- Sei
sicuro di essere
maggiorenne? -.
Gli
domandò l’omaccione dall’altra parte del
bancone, con il suo fiero pancione da
ozioso ed il suo sguardo poco sveglio.
Felix
inarcò un sopracciglio, scettico, facendo roteare gli occhi
come per indicare
globalmente tutti i presenti. Con molta probabilità, il 50%
di quei giovani non
era in età da alcolici, eppure non sembrava essere un
problema, considerato il
loro stato attuale: trovarne anche solo uno sobrio era
un’impresa epica.
- E
tu sei sicuro di volerlo
sapere? -.
La
risposta fu chiara quando il tizio, in evidente svantaggio dal punto di
vista
psicologico, versò altra tequila nel bicchierino. Felix gli
rivolse un sorriso
eloquente; era tentato di confessargli d’avere quasi
vent’anni e che doveva
essere davvero uno stupido per non accorgersene. Non sembrava
più un ragazzino,
dal suo viso era sparita la confusa aria da adolescente, eppure
qualcosa
ancora, nei suoi occhi forse, parlava di un’innocenza
strappata che
disorientava chi lo guardava.
C’è
un bambino lì dietro, questo
si pensava, ma
esternamente si vedeva solo roccia.
Bevve
tutto d’un fiato ed abbandò il suo sgabello.
Voleva scivolare nella mischia e
lasciarsi trasportare dalla musica, fino all’alba, fin quando
il giorno sarebbe
tornato di nuovo per riscuotere.
Abbandonò
il locale quando ormai il Sole faceva luce sullo sporco dei palazzi e
sul
degrado delle strade. Felix aveva sempre pensato che il posto in cui
viveva
acquistasse fascino soltanto nel buio e nelle ombre che smussavano gli
angoli e
facevano sembrare felici i volti spenti. La mediocrità delle
architetture e la
natura povera erano inghiottite nel nero, dove la fantasia poteva
ridisegnarle
più belle.
Infilò
le mani in tasca sentendosi emarginato e fuori luogo per
l’ennesima volta.
Nulla
gli apparteneva di ciò che lo circondava e nulla, in
realtà, gli era caro o lo
interessava. Calciò una lattina di birra vuota abbandonata
tra mozziconi di
sigaretta ed escrementi di cane.
“Elegante”,
pensò storcendo la bocca.
Ma,
in effetti, credeva di meritare quel paesaggio decadente
perché allo stesso
modo era devastata la sua anima. Come avrebbe potuto
pretendere di meglio?
Come
on all the boys make a noise, have
a drink on me.