Altro lato
negativo delle brutte giornate: passano lentamente.
Troppo lentamente.
E’ come se il tempo si fosse coalizzato col destino per farti patire attimi
d’inferno.
E’ come se già non bastasse il fatto di sentirsi da schifo; devi pure mantenere
questo stato d’animo per più tempo del dovuto.
Perché, guardando ogni tre minuti l’orologio, non si risolve niente.
Ci si rende soltanto conto di quanto il tempo sia lento…di quanto le lancette
si rincorrano piano sul quadrante che porti al polso.
Di quanto la tua vita sia paranoica, frustrante, inappagante e … bè, brutta.
Curare i malati.
Che lavoro idiota.
Salvare la gente.
Puah..
Anche donare speranza e gioia è insoddisfacente in certe giornate.
Sarebbe stato meglio laurearsi in economia e commercio.
Medicina…perché poi aveva scelto di fare medicina?
Ah si.
A 19 anni il potere che i genitori esercitano sui figli è quasi impressionante.
House prende il suo yoyo dall’ultimo cassetto della scrivania e inizia a
giocarci…
Su e giù….su e giù…su e giù….su e giù…
Ma improvvisamente lo yoyo gli sfugge di mano.
E va a cadere troppo lontano.
Lui non riesce a prenderlo. Colpa della gamba. Di quella stupida gamba malata.
Fissa il bastone con aria di sfida e lo getta a terra. Lontano anche più dello
yoyo.
Deve farcela.
Deve prenderlo.
Ma il dolore nel flettere la gamba è troppo forte…troppo anche per lui. Troppo
da sopportare. Da contenere. Da ignorare.
Vorrebbe gridare contro il mondo, contro la vita, contro tutto e tutti.
Ma lo blocca un flashback di ricordi..
..pochi istanti che spiegano la sua condizione, il suo carattere e la sua vita
di ora.
Nel passato sta la chiave di tutta quella sofferenza.
“Voglio prenderlo. Devo prenderlo.”
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Non ha detto niente.
Io mi sono sfogata..ho parlato con lui e gli ho detto tutto quello che avevo
dentro.
E lui, non ha detto niente.
Non mi aspettavo certo che mi consolasse…o che mi dicesse “Su, Allison..la vita
continua. Ci sono tante cose per cui vale la pena alzarsi la mattina. Devi
andare avanti per la tua strada e non voltarti mai indietro.”
Ma quel suo stare zitto…è strano…insomma, credo di avergli fatto pena.
Probabilmente è così.
Avrà pensato che sono una stupida sentimentalista senza spina dorsale.
No. Questo no. Non gli permetto di avere pietà di me.
Detesto chi mi compatisce.
Detesto anche chi non lo fa.
Credo di essere un po’ come lui.
Detestante e detestabile.
“Ora basta. Vado da lui.”
Entra nel suo studio..sicura di sè, bella nella sua triste malinconia..un po’
vaga nello sguardo.
Poi lo fissa. Duramente.
Cameron: Non voglio che tu provi pena per me.
House la guarda dal basso verso l’alto.
E’ bella. Semplicemente bella. Naturalmente bella.
Ammetterlo gli costa un po’..ma non ammetterlo sarebbe un’ipocrisia.
H: Ok.
Lei si volta..pochi passi verso la porta a vetri dello studio di House e si
ferma.
La conversazione non deve finire così.
Cameron: Non vuoi sapere se io provo pena per te?
House rimane zitto a fissare lo yoyo.
H: Non mi interessa quello che pensi tu.
Cameron: Bè, invece dovrebbe.
H: Perché?!
”Perché ti amo.”
- No. Un momento. Ferma e rifletti Cameron. Non puoi. Le fiabe non funzionano
così. La tua fiaba non può essere questa. La tua deve essere speciale. Ma..bè..la
realtà non è una fiaba.
La realtà è vita.
La realtà è la volta buona.
La realtà è sentimento, passione, odio, amore, ragione e irrazionalità assieme.
Realtà è non aver paura di se stessi, degli altri e dei propri sentimenti.
Realtà è essere sinceri.
Realtà è cogliere l’attimo.
Realtà: spesso il principe azzurro non viene da te. Spesso non è bello,
coraggioso e col cavallo bianco. Spesso è il tuo capo, scorbutico, misantropo, trascurato
e trasandato…odioso, antipatico, insopportabile…e senza di cui mancherebbe un
qualcosa alla tua vita.
La realtà è ora. E’ lì.
La realtà sono loro. -
Cameron: Perché…
…non lo so.
"Bugiarda."
"Codarda."
“Perché ti amo.”
continua...