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Autore: shizuka    28/07/2006    8 recensioni
Tutti conoscono Draco Malfoy e tutti sanno chi è Hermione Granger. Molti non credono in una loro possibile relazione, ma certi avvenimenti segnano le persone e le portano a compiere gesti che, forse, in passato non avrebbero mai considerato possibili.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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SECRET GARDEN


Capitolo III

I Can't


Nasce il sentimento

Nasce in mezzo al pianto

e si innalza altissimo


(Il mio Canto Libero - L.Battisti)



Non riusciva a stare in piedi, il mondo girava impazzito.

Si accasciò al suolo, cadendo nella polvere.

Ma non importava.

D'altronde lui non capiva più cos'era veramente importante.

Non vedeva nulla davanti a sè, se non il vuoto di quel baratro senza certezze.

Le macerie di quel castello dalle pareti interamente ricoperte d'oro.

Perchè fino a ieri andava tutto bene. Fino a ieri tutto era come doveva essere. Perfetto.

E ora, invece, scopriva che le pareti del castello erano soltanto di mattoni, e anche di scarsa qualità. Era stato preso in giro, qualcuno aveva ingannato Draco Malfoy.

Chiuse gli occhi, lasciandosi andare. Nessuno l'avrebbe cercato, ora che i suoi genitori se n'erano andati...appena la notizia della loro fuga si fosse diffusa, lui sarebbe apparso solamente come un giocattolo, un peso abbandonato lungo il cammino.

Non poteva crederci...tutto ciò non poteva essere reale.



* * *



Hermione si fermò, stanca per la lunga corsa: ormai era abbastanza lontana. Aveva bisogno di un po' di tempo per riflettere, da sola. Poi si sarebbe fatta trovare. In realtà si rendeva conto che Harry e Ron non c'entravano nulla con tutto quello che le era successo, anzi, loro due erano stati gli unici sostegni che avesse mai desiderato avere al suo fianco. Anche se, non avrebbe perdonato Ronald così facilmente.


Si guardò intorno. Era arrivata addirittura fino alla Testa di Porco! sorrise ripensando alla prima riunione segreta dell' ES, quando ancora le cose sembravano più facili, e Sirius e suo padre erano ancora vivi. Le cose cambiano, si disse, non senza una punta di amarezza.

E mentre si guardava intorno, un sagoma familiare attrasse la sua attenzione. Era accasciata al suolo ma nessuno sembrava accorgersi di ciò, le poche persone che camminavano infreddolite non gli prestavano nessuna attenzione.

Si avvicinò con passo felpato. La persona in questione era accucciata su se stessa, in una posizione quasi fetale. Sembrava svenuta o addormentata.


Poi il mantello pregiato, e l'indiscutibile stemma Slytherin non lasciarono dubbi sul proprietario. « Malfoy?! », esclamò con voce sopresa.


Malfoy aprì faticosamente un occhio, tentando di mettere a fuoco quel groviglio di capelli e la figura snella che stava di fronte a lui, e grugnì « Granger » come risposta.


Hermione si inginocchiò, e dopo qualche secondo le sue narici percepirono il forte odore di alcool che il ragazzo emanava. A quel punto, non poté trattenere un grido scandalizzato: «M-ma tu hai bevuto! »


Draco la guardò con occhi annacquati e non rispose nulla. La voce di lei, lo infastidiva.


« Ma ti rendi conto della gravità di quello che hai fatto? Non solo è proibito bere alcolici durante il periodo scolastico, ma tu non sei neanche maggiorenne e come se non bastasse sei anche un prefetto! » Hermione aveva appena cominciato la sua filippica, quando si accorse che Malfoy non la stava nemmeno ascoltando, aveva appoggiato la testa sulle ginocchia e non sembrava neanche intenzionato a replicare con qualche sua insinuazione sarcastica e malevola. Doveva stare proprio male.


Forse...

Gli scostò i capelli dalla fronte e scoprì che era gelata. Tutto il suo corpo sembrava intirizzito dal freddo. Ma Draco la scostò malamente. Quella mano. La sua mano. Era calda, confortante, ma sulla sua pelle bruciava più di un tizzone ardente. « Non toccarmi, lurida mezzosangue ». La solita risposta, dura. Eppure avrebbe desiderato ancora sentire la sua pelle infiammarsi a quel contatto. Stava certamente male per fare quel pensiero.


Hermione non l'ascoltava, il suo cervello aveva cominciato a lavorare a ritmi sostenuti, cercando di trovare in breve tempo una soluzione a quel problema, perché sì, Malfoy era archiviato sotto la voce “problemi”.

Non poteva lasciarlo lì e lui, evidentemente, non era in grado di camminare da solo.

Ma era Malfoy, era uno schifoso Serpeverde che si divertiva a prendere in giro lei, e i suoi amici. Non avrebbe dovuto aiutarlo, anzi con un raffreddore l'avrebbe lasciata in pace per un po'. Ma la pelle di Draco era già livida, segno che rimanendo lì non si sarebbe beccato un semplice raffreddore. Era Malfoy. Questo pensiero non l'abbandonava, ma lo scacciò prepotentemente. Era un prefetto, e quindi era suo dovere aiutare gli studenti in difficoltà, anche gli odiati Slytherin. Ci avrebbe pensato la McGrannit a punirlo severamente, anche se probabilmente grazie all'intercessione di Piton, avrebbe evitato l'espulsione.


«Malfoy dobbiamo andarcene, o morirai assiderato » disse con fare sbrigativo cercando di sollevarlo, ma Draco opponeva una certa resistenza. Sollevò gli occhi chiari e lucidi dall'alcool e si mise a ridere, ma la sua non era una risata sarcastica o sprezzante, assomigliava di più ad una specie di singhiozzo spezzato «Dove vuoi che vada... »


Hermione non capì.

« Malfoy non essere stupido! Non ti reggi in piedi, vuoi forse morire qua?! » obiettò lei, alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto. Stupido Malfoy!

« Granger » Draco la interruppe, con tono calmo quasi distaccato. Nei suoi occhi un brillio folle « Ora cosa farò? »

Hermione ammutolì. «C-come? » balbettò. Ma gli occhi di lui erano tornati completamente inespressivi. Un bambolotto a cui hanno tolto le pile.

Hermione cominciò davvero a spaventarsi. Malfoy o no, non poteva lasciarlo lì. Non voleva più sentirsi responsabile di fatti che lei stessa avrebbe potuto evitare.


« Hermioneeeeeeeeeeee! »


Voci familiari la chiamavano in lontananza. Sicuramente Harry e Ron.


«Hermioneeee!! Dove sei?! Rispondi! »


Dopo qualche secondo le figure dei suoi amici apparvero all'orizzonte.


« Hermione, dove eri fini- » cominciò Harry fermandosi per riprendere fiato, ma quando mise a fuoco la scena davanti ai suoi occhi, le parole gli morirono in gola « Malfoy?! Cosa diavolo stai facendo ad Hermione? »

Ron la apostrofò «Ma sei impazzita?! S-stai aiutando Malfoy?! »


Era vero – pensò – stava aiutando Malfoy e Malfoy non si era mai comportato bene nei loro confronti.


Hermione assottigliò la linea della bocca, in una tipica espressione che ricordava molto la McGrannit « Lo so benissimo cosa sto facendo, Ronald! »


«Malfoy, cos'è?! un altro dei tuoi divertentissimi scherzetti? Cos'hai fatto ad Hermione? O forse non ti fa più schifo essere toccato da qualcuno che non ha il sangue puro come il tuo! » sibilò Harry con tono velenoso. Non sopportava la vista di Malfoy, non dopo quello che era successo l'anno prima all'ufficio dei misteri...quando suo padre era anche riuscito a scappare, mentre Sirius...


« Modera i termini Potter » biascicò il serpeverde scostando malamente Hermione e rivolgendosi alla figura doppia e sfuocata che stava davanti a lui « non ho nulla da invidiare a uno sfregiato che si duplica! » Harry lo guardò spaesato, cercando nello sguardo di Hermione una giustificazione a quel comportamento bizzarro. Lei scosse impercittibilmente la testa e concluse con « è ubriaco. »

« Non sono ubriaco! » sbottò Malfoy fissandola con gli occhi vitrei accesi di un'ispiegabile ira.

« Non ho bisogno di una lurida mezzosangue. Non ho bisogno di nessuno! » specificò in un attimo di lucidità.

Una stillata al cuore. Hermione deglutì pesantemente, ma nessuno sembrò accorgersene. Sofferenza. Sembrava che Malfoy soffrisse.

Ron si scaldò immediatamente « Malfoy smettila di abusare della nostra pazienza! Hermione torniamo ad Hogwarts! ».

La lapidaria risposta non si fece attendere. « Semmai è lei che sta abusando di me ». Fece qualche passo in avanti ma barcollò e perdendo l'equilibrio cadde a terra. Le gambe non erano intenzionate a reggerlo.

Tuttavia un Malfoy non aveva bisogno di aiuto. Nè ora nè mai.


« Ragazzi » Hermione parve improvvisamente molto stanca, come se avesse avuto molti più anni di quelli che in realtà possedeva « Non ho voglia di litigare. Riporto Malfoy ad Hogwarts e poi torno a studiare, ci vediamo lì. » disse e cominciò ad incamminarsi per il sentiero sostenendo il serpeverde. Harry e Ron non poterono fare altro che seguire con lo sguardo la sua figura allontanarsi all'orizzonte.


« Torniamo anche noi? » propose Harry fissando il volto corrucciato di Ron, che sbuffò e annuì. Hermione era insopportabile quando voleva sempre fare di testa sua!



* * *



Si erano fermati dopo pochi metri e ora Hermione era seduta all'ombra di un faggio, mentre Malfoy qualche albero più in là si stava vomitando anche l'anima. Così imparava a comportarsi sempre come un bambino viziato.

« Non dirmi che hai bevuto alcool babbano » gli urlò, senza trattenere un sottile vena di scherno. Lui imprecò rumorosamente e la maledì. Non sapeva cosa aveva bevuto, il barista gli aveva versato un intruglio trasperente che non assomigliava minimamente al whisky incendiario, ma lui, sconvolto com'era, non si era fatto alcun problema e l'aveva mandato giù in un unico sorso, sentendo immediatamente la gola andare in fiamme.


Il cielo si stava lentamente rannuvolando e Hermione stringendo i denti si alzò per andare ad aiutare Malfoy a fare lo stesso. Non sapeva perchè, ma non poteva lasciarlo lì.


Draco si lasciò alzare e poi si scostò leggeremente dalla ragazza, senza però allontanarsi troppo. Il suo orgoglio fremeva, gliel' avrebbe fatta pagare con gli interessi, quella derisione. Ma non in quel momento. La strada di fronte a lui ondeggiava pericolosamente, mentre il suo stomaco minacciava ancora la rivolta. Non era abituato a bere. Suo padre non glielo concedeva, e lui non aveva mai trovato nessun diletto nel bere di nascosto. Suo padre...se Bellatrix non avesse mentito?

...Io e tua madre partiamo...

Non avevano detto dove andavano. Quando sarebbero tornati. E se fosse stata una breve vacanza che bisogno avrebbero avuto di affidare la sua tutela?

Forse era vero.


« Granger » si fermò in mezzo al sentiero, mentre cominciava a gocciolare « Tu mi fai schifo »

Hermione alzò un sopracciglio « E dove starebbe la novità? »

« Nelle tue vene scorre sangue impuro, misto babbano. Per questo tu sei un essere inferiore. »

La ragazza roteò gli occhi spazientita « Malfoy, senti, risparmiami i tuoi futili discorsi sui purosangue. È vero che sei ubriaco, ma adesso stai veramente delirando! »


Fece un leggero movimento in direzione di lei, quel tanto che bastava per poterla guardare negli occhi. Quelli di lei erano scuri come carboni ardenti. Mentre quelli di lui, Hermione non potè a fare a meno di notarlo, sembravano riflettere il colore del cielo. Grigio. Il colore che non era nè bianco nè nero, ma una squallida via di mezzo.


« Ma allora... Perché le tue mani sono così calde...? »


Hermione non si mosse, mentre sentiva i vestiti inumidirsi sotto la pioggia che aveva cominciato a cadere sempre più fitta. Non aveva parole. Malfoy era completamente delirante per dire una cosa del genere! Eppure lei non sapeva come ribattere. Lentamente avvicinò la sua mano al volto di lui, ma prima che potesse toccarlo, Draco si sbilanciò e cadde tra le sue braccia.

« Malfoy?! » lo chiamò. « Oh cavolo! » imprecò quando si accorse che il serpeverde era svenuto.



* * *



Harry stava alla finestra della sala comune dei Grifondoro, fissando la pioggia che batteva insistentemente sul vetro. Lui e Ron erano tornati ad Hogwarts poco prima che iniziasse a piovere, ma non c’era traccia nè di Hermione nè di Malfoy. Se solo lui si fosse azzardato...

Strinse i pugni. Non potevano continuare così.


Ginny lo raggiunse.

« E’ tornata? » le chiese, lei scosse la testa desolata. « Vedrai che tornerà presto. »

Harry annuì, ma dentro di lui quell’angoscia che lo invadeva ormai da un paio di giorni, sembrava non volerlo abbandonare. Il presentimento che niente sarebbe potuto tornare come prima. Ginny intuì il suo stato d’animo, e cercò di rassicurarlo con gentilezza: « Hermione è perfettamente in grado di cavarsela da sola... e poi sai benissimo che può rimettere in riga Malfoy quando vuole ! » aggiunse, sorridendo. Anche Harry sorrise e annuì.

Le parole di Ginny l’avevano rasserenato almeno un poco, e comunque voleva credere che fosse così.



* * *



« Cosa vuol dire che due studenti non sono rientrati?! » Minerva McGrannit si sedette pesantemente sulla poltrona del suo ufficio, con aria sconvolta « E che nessuno sa che fine abbiano fatto?! »


Severus Piton non si scompose minimamente e con tono distaccato continuò « E’ ciò che dice Mastro Gazza, due studenti, appartenenti alle nostre due rispettive case, non hanno firmato il rientro da Hogsmeade »


« E di grazia, chi sarebbero costoro? »

« La signorina Granger, e il signor Malfoy »

« Oh, cielo! » la McGrannit si mise una mano sulla fronte cercando di ragionare, mentre il responsabile della casa di Salazaar Serpeverde rimaneva impassibile, come se la cosa non avesse la benchè minima importanza.


« Convochiamo Potter , Tiger e Goyle » risolse infine la professoressa, ma qualche secondo dopo, urla e schiamazzi giunsero alle orecchie dei due insegnanti.

« E adesso, cosa diavolo sta succedendo? »

* * *

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito. Grazie davvero. Special thanks to my beta reader!

  
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