“Mi sta bene così”

“Non ci provare, Evans”

Fu un ordine. Un ordine perentorio.

E Lily si ritrovò in gabbia, contro la parete fredda di uno stupido corridoio silenzioso.

“A fare cosa, idiota?” ringhiò, cercando senza troppa convinzione di divincolarsi.

“A cambiare discorso, tesoro.”

Il ghigno impertinente non fece che rafforzare lo scintillio rabbioso tra le iridi verdi.

“Come?”

“Dobbiamo parlare di ieri, Lily. Adesso.”

“Tesoro? TESORO? Credo seriamente che il tuo istinto di conservazione sia pari a quello di un cucciolo di troll, Potter. Non. Osare. Rivolgerti. A. Me. In. Quel. Modo.”

Fu quasi un urlo, quello della Caposcuola, peccato- non proprio a detta di James- che in quel corridoio non ci fosse anima viva.

“Lo stai rifacendo, Evans, dannazione!”

Una risata roca. Un sospiro esasperato.

“Cosa? COSA? Per Merlino!”

Altro urlo. Più forte, però.

“Divagando. Ecco cosa, Evans.”
“N-non credo proprio, Potter!”

Colpita e affondata.

“Sì, invece!”

“E sentiamo, allora. Per quale assurda ragione dovrei volerlo fare?”

Un sibilo rabbioso, questa volta.

“Merda. Credo che abbia ragione, Remus.”

Un mormorio sconsolato. Un bagliore deluso nelle iridi castane

“C-che diavolo c'entra Remus, adesso?”

La confusione prevalse per qualche istanti sull'irritazione, ma solo per una manciata di secondi.

“Dio, Evans.”

La mano scattò, distrattamente, tra i capelli già esageratamente spettinati.

“Senti, Potter, io non ho tempo da perd...”

“Fase di rifiuto.”

James sganciò la bomba all'improvviso. Lily ammutolì di colpo, sconvolta.

“Tu sei fuori.” sussurrò incredula.
“Cazzo. Faccio così schifo?”

“Come?”

“Faccio così schifo?”

“Ne vuoi davvero la conferma?”

“Ecco lo dicevo io! Sirius è un bugiardo! Sono un incapace, per tutte le pluffe!”

E Lily capì.
“Potter, Morgana, non cominciare!”

“Cazzo, cazzo, cazzo! James, cazzo!”

“Piantala!

“Aveva ragione il Cane! Sono un imbecille!”

“Pot..eh?”

“Cosa racconterò al mio vecchio, ora? Merlino, cos'ho che non va?”

“Potter?”

“Avevo anche i calzini dorati con le ali applicate. E il portafortuna di zio Frankie non ha mai fallito! Come è pot...”

“Come ti spegni dannazione!?” mugugnò Lily, disperata.

Ma James non si spense, affatto.

“Sono una delusione. IO! Che lo sognavo da anni! Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!”
“POTTER, per Morgana! SMETTILA! E' STATO MERAVIGLIOSO, CHIARO?

“NO, no! Non mentire! Per la Evans è come se non fosse mai successo nulla! Non mentir...COSA?”

“...”
“Ev...”

“Merda.”

Fu un lamento.

“Evans che hai detto?”

“Ho baciato un idiota.”
“...”

“Mi sono innamorata di uno stupido mentecatto con paurose tendenze da prima donna! Dio!”

“Evans?”

“Stupido troglodita, mono-neurone ambulante, bolide impazzito...”

“Lily?”

“Perché? Perché tut...”

Uno scatto improvviso e niente più.

Labbra su labbra e quei due torrenti impazziti furono bloccati.

Labbra su labbra e le parole, gli insulti e le assurde, improponibili e sdolcinate non-proprio-dichiarazioni smisero.

Lily immerse le dita tra i ciuffi ribelli del sopracitato troglodita e James la strinse a sé con tutta la forza che riuscì a ricavare nonostante l'estenuante battito nel petto.

Il bacio del giorno prima non era stato di certo un fiasco, e la fase di rifiuto era stata solo una stupida, scontata copertura.

Labbra su labbra e tutto sembrò un po' più semplice.

Normale, quasi.

Si staccarono quando respirare divenne una fastidiosa ed inopportuna costrizione.

Lily, incredula e accaldata, schiuse pian piano le palpebre fissando confusa l'unica persona che, per qualche assurda ragione, avrebbe voluto ad una spanna da lei.

La mano fredda, non smise per un istante di scorrere placida su e giù, sulla nuca del ragazzo.

Lì, a pochi centimetri dai morbidi ciuffi scuri.

E James non le levava gli occhi di dosso. Non avrebbe potuto, nemmeno volendo.

Un sorriso sereno, tenero e un po' preoccupato sulle labbra rosse.

Il cuore pulsante e agitato nel petto.

Avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa.

Non ne fu capace per un bel po'.

E poi non credeva di averne, non di parole adatte. Non per lei, almeno, non in quell'istante.

O forse si?

“Evans, sen..”
“Shhh”

L'indice bloccò l'ennesimo fiume in piena, si posò fermo sulle labbra gonfie appena schiuse.

“Devo..” biascicò James, cercando di parlare.

“Lo so.”

“...”

“Perché ho fatto finta che non fosse mai successo, perché ti ho evitato. E' questo che vuoi sapere, vero?” sussurrò Lily, sicura.

James si limitò ad annuire e attese, non potendo evitare che l'ansia gli serrasse la gola, come al solito, ogni volta si trattava di lei.

“Ero...”

Un sospiro.

“Non ero pronta, credo.” mormorò piano Lily, mantenendo lo sguardo fisso in quello di lui, nonostante l'indecisione, nonostante la vergogna, nonostante tutto.

“No. Non ero pronta.”

Era la verità, sussurrata, intensa, reale e James se ne sentì trascinato prepotentemente.

Era la verità.

Lei aveva paura. Tanta. Quasi quanto lui.

Emozionato, terrorizzato per lo più, le prese il viso tra le mani, sorridendo.

Le baciò la fronte.

“E adesso? Ora sei pronta, Evans?”

Occhi negli occhi, ancora.

Sospiri fusi, e l’eco di un battito impazzito nei timpani. O forse due?

“Lo sei?”
Lily sorrise.

“Tu cosa dici, Potter?”
James ridacchiò, baciandole una guancia.

“Dico che mi sta bene così. ”

E la spiazzò, come solo lui era in grado di fare.

Il respiro lieve e le dita calde sulla sua pelle.

Dove avrebbero dovute essere.

“Saremo pronti insieme.”

Un bacio sulla punta del naso .

“Ci sto, Potter.” fu un sussurro.

Delicato, dolce, speranzoso.

“Ne ero convinto, Evans!”

Un ghigno. Un bel sorriso impertinente.

E labbra su labbra, ancora.

E poi di nuovo.

Sarebbero stati pronti, insieme.

Insieme.

Lo sarebbero stati, fino alla fine.

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Angolino nalì.

Boh.

Non ho idea di cosa sia.

E’ nata ieri sera, ma ho avuto il coraggio di postarla solo ora.

Credo che la banalità che mi caratterizza si riversi costantemente nelle mie storie, purtroppo non riesco a farci nulla.

E niente…se non GRAZIE.

Perché sapere che qualcuno ha avuto il coraggio di scorrere e proseguire fin qua giù vale così tanto.

Sempre vostra,

me.