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Autore: Leese    09/12/2011    1 recensioni
Si ritrovava sempre a dover scappare: scappare dalle emozioni,dalle sensazioni più buie,dalle lacrime.. insomma, da tutto quello che ogni volta gli procurava forti dolori che erano decisamente peggiori di un pugno nello stomaco. Correva e sembrava correre senza sosta da ormai più di un anno.
Non aveva ancora pensato al fatto che prima o poi, gli sarebbe mancato il fiato.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IS LOVE ENOUGH TO SAVE THE WORLD?




Con Emily parlo e ci accorgiamo di avere veramente poche cose comune: lei ascolta rock, io R ‘n B; lei deve avere sempre qualcuno intorno, io devo starmene da solo qualche volta;  lei ama l’arte, io non la capisco. Abbiamo entrambi 16 anni, questo è un punto che ci accomuna, per il resto è completamente diversa da me. Comunque mi piace parlare con Emily, il suono della sua voce è quasi… non so, rassicurante. Il problema è che non so da cosa mi sta rassicurando, anche se ammetto che il posto mi mette strane sensazioni. E’ come se l’avessi già visto, come se ci fossi già stato...
“Dan!”
Lucy mi sta chiamando, quindi giro il viso verso di lei per sentire cos’ha da dirmi.
“Io e Bayron stiamo andando via, che fai? Vieni con noi?”
Rivolgo velocemente lo sguardo all’orologio: le 19 e 10. Non è tardi, ma non riesco a credere di aver passato 2 ore solo parlando.
“Devi andare?” stavolta è Emily che me lo chiede.
In tutta sincerità non ho voglia di andarmene, mi piace stare qui con lei che così diversa da me, vorrei continuare a restarmene qui a sentirla parlare di lei, di quello che le piace fare…
“Dan allora?” Bayron insiste mentre aspetta una mia risposta.
Anche se non molto convinto, saluto Emily e la ringrazio per la chiacchierata. Lei sorride e ricambia il mio saluto con la mano, come aveva fatto all’inizio.
“Ci rivediamo, vero?”
Rimango leggermente stupito dalla sua domanda :”Certo” rispondo “Ci rivedremo presto.” Le accenno un sorriso. Ammetto di essere piuttosto felice in questo momento.
Ormai fuori dal locale, mi rendo conto che non c’era un insegna, un cartello, un qualcosa che lo indicasse. E’ come se fosse nascosto. Sinceramente, non penso che gli dispiaccia esserlo  perché, per come la vedo io, si fa trovare solo da chi vuole.
“Visto Dan?”
Bayron si avvicina a me, mettendomi un braccio intorno al collo e sfregandomi la testa con il pugno.
“Ti faccio uscire, ti porto nei posti nuovi e ti faccio conoscere anche una ragazza! Cosa vuoi di meglio?”
La faccia compiaciuta e allegra di Bayron non fa che provocarmi una risata.
“Ehi, frena! L’ho conosciuta io tutto da solo!”
Bayron mi chiede un po’ di informazioni su Emily: occhi, capelli, carattere e altre cose che se appartenete al sesso maschile potete ben capire. Lucy ci guarda un po’, lasciando correre i discorsi ‘molto maschili e poco femminili’ come li chiama spesso.
Casa mia è a circa due isolati dal locale : devo arrivare fino in centro e da li percorrere la seconda strada a destra, quella dopo il negozio di dischi.  Non mi è mai piaciuta quella strada… è lunga e non ha vie che vi si uniscono , ha solo un inizio e una fine.  Allo stesso tempo ho una grande invidia per lei: non si deve preoccupare di nulla, non prova emozioni che la distruggono… deve solo e unicamente pensare ad andare avanti.
Sento Lucy e Bayron che parlano e si fanno battutine sarcastiche, io sorrido e, qualche volta, cerco di dire anche io qualcosa di divertente, giusto per non rimanere fuori dai loro discorsi.
Mi guardo un po’ intorno accorgendomi che manca veramente poco prima di essere a casa, il problema è che non voglio arrivarci, non ancora.
Lucy sposta il suo sguardo su di me :
“Tutto apposto Dan?”
Il suo viso sembra quasi preoccupato.
“Vuoi rimanere a cena da me stasera? Guarda che non è un problema se…”
Le chiudo la bocca con la mano, non deve preoccuparsi inutilmente.
“Va tutto bene Lu, non ce n’è veramente bisogno.”
Le sorrido cercando di tranquillizzarla, lei prova a sorridermi a sua volta anche se si notava che era un sorriso piuttosto forzato.
Arriviamo davanti a casa e mi accorgo che solo la finestra della camera di mio fratello è accesa. Tiro un sospiro, poi mi giro e saluto i miei amici, mentre faccio uscire le chiavi dalla tasca della giacca; quindi entro e accendo subito la luce del salone sicuro che mia madre è li, magari seduta sul divano davanti alla televisione.  Giro la stanza con lo sguardo e, infatti, eccola proprio dove avevo detto io, come al suo solito.
“Mamma, sono a casa.”
Non mi avvicino a lei, rimango sulla porta mentre aspetto una sua risposta.
“Ehi eccoti.. dove sei stato questa volta?”
“In giro, come sempre.”
“Oh, capisco..” mi parla dandomi le spalle, lo sguardo fisso sulla televisione. “Capisco..”  ribadisce.
“Darren.. dov’è Lucas?”
La solita domanda, le solite dannate fitte, la solita voglia di uscire di nuovo da quella porta e di farla stare zitta.
“Mamma, sai benissimo che Lucas non tornerà..”
Finalmente sposta lo sguardo dalla mia parte: il viso coperto dai capelli neri e un po’ spettinati e i suoi occhi… non sono più in grado di guardarli, ormai sono spenti, vuoti.
“Che significa che non tornerà? Mi aveva detto.. che sarebbe tornato presto...”
“Mamma smettila!! Non importa se te lo aveva detto! Non tornerà!”
Mi guarda per un po’ di secondi, poi abbassa lo sguardo fissando il pavimento.
“Sai” continua a parlarmi con voce bassa, come se non le avessi detto nulla “non dovresti dire queste cose. Sembra che tu non voglia tuo fratello a casa.”
Basta, non riesco ad ascoltarla, non ha capito nulla. Apro la porta e decido di uscire visto che in questa casa non c’è bisogno di me.
“Torno tra un po’.”
La sento parlare sottovoce e la sento piangere, magari spera che io vada da lei per consolarla un po’.
Mi dispiace mamma, non riesco a consolarti da questa cosa… non ci riesco.
Chiudo la porta dietro di me e la lascio li, seduta sul suo divano mentre guarda in basso, insieme  alle parole che non si rende conto di quanto mi facciano male. Mi dirigo a grandi passi verso quel prato con la sicurezza che lui mi saprà ascoltare, senza fare inutili domande; mi sento quasi sciocco a fare questi discorsi ma è veramente così che mi sento.
E’ buio ormai, veramente buio e nel cielo iniziano a brillare le prime stelle, almeno stasera avrò un po’ di compagnia.
  
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