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Autore: RinTohsaka    10/12/2011    0 recensioni
Quando suonò la prima campanella io e Jean entrammo in classe e notammo entrambe la stessa cosa: vi era un banco in più quasi infondo all’aula, vicino la finestra.
- Dafne sai che significa questo?
- …uno studente nuovo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11/04.

“Signorina Liadon come ha potuto? Noi credevamo in lei!”
“Adesso basta Lynn, è l’ultima goccia. Andrai in collegio, lontano da questa casa e da questa famiglia finché non avrai mutato i tuoi comportamenti.”
“Lynn!...Lynn!!!”


Ora basta, accidenti! Riecheggiano in me quelle parole con tanta violenza da corrodermi l’anima. Non posso, non posso ricordare quel giorno…la più grande umiliazione della mia vita mi costò quel poco rapporto con mia madre che ancora avevo, la perdita di stima da parte di tutto il corpo docenti e soprattutto…lei.

Spero che scrivere mi aiuti a lenire il dolore ed a controllare il fiume di pensieri che scorre attualmente nella mia mente.

La conobbi per caso e come spesso succede fu un incontro fortuito a farci avvicinare. Frequentavamo la stessa scuola, come dopo rilevai dalla presenza della medesima divisa. Wordsworth College, in Inghilterra. Mia madre aveva ritenuto opportuno trasferirsi di nuovo nella propria nazione d’origine dopo la scomparsa di mio padre. Prima di allora abitavamo in Giappone, dove quest’ultimo possedeva una grossa compagnia per lo sviluppo tecnologico.

Grazie al ramo materno della mia genealogia facevo parte adesso, del casato Liadon, una famiglia di antica nobiltà il cui potere serviva addirittura per affari diplomatici esteri, ma sinceramente non mi importavo molto di quella roba. Anzi, la detestavo. Negli studi dovevo essere la migliore, sempre. Vi erano inoltre lezioni extra ed attività extracurriculari a cui dovevo partecipare. Tutto questo mi dipinse sempre, agli occhi degli altri, come una ragazza fredda e distante non favorendo per niente la mia vita sociale ed inoltre, la pressione esercitata dalla mia famiglia mi impedì di intrattenere un qualsiasi tipo di rapporto con i miei coetanei.

Ben presto la maschera della piccola principessa di ghiaccio si trasformò in identità e non riuscivo ad avere altro diletto se non quello che scaturiva dalla composizione di poesie.

Ella fu come uno di quei magnifici fulmini improvvisi che squarciano il cielo durante una tempesta. Mostrò da subito la sua gentilezza accompagnata da grazie ed eleganza che facevano di lei un bocciolo di rosa pronto a schiudersi.
Sviluppai un istinto protettivo verso quella creatura che con un solo sguardo sapeva distogliere le mie attenzioni dal frenetico mondo del quale facevo parte e che mi chiamava a sé semplicemente per ciò che ero e non per ciò che apparivo.
Ci frequentammo, diventammo presto amiche, poi quel giorno e il nostro rapporto si trasformò in qualcosa di più…

Ogni mia azione la compivo per il suo bene, per diventare una persona migliore ogni giorno, e poterle offrire il massimo. Eravamo inseparabili…un qualcosa di indescrivibile. Eravamo comunque discrete nella nostra unità:  volevamo che entrambe potessimo finire gli studi senza problemi e poi saremmo finalmente fuggite via, avremmo costruito il nostro mondo insieme.

Un giorno però un’ esponente di una famiglia altolocata della zona, i Taylor, accompagnata dalla sua corte di pettegole, ci vide mentre trascorrevamo la pausa pranzo in un luogo isolato del campus. Da quel momento: l’inferno.
Per una settimana circa mi perseguitarono facendo ad ogni occasione qualche allusione alla mia relazione. Per non parlare dei continui attacchi di cattiveria, sia psicologici sia, talvolta, fisici. Non me ne curavo. Il mio amore era più grande e forte di qualsiasi altra cosa. Non era di me che mi preoccupavo, ma di Katherine.

Le mie preoccupazioni non tardarono a rivelarsi fondate.

Un giorno, a causa degli allenamenti di atletica, Katherine dovette pranzare da sola ma le promisi che alle 15, finito con il club, l’avrei raggiunta.
Corsi a perdifiato da lei dopo l’ultimo giro di corsa e trovai davanti ai miei occhi uno spettacolo orribile.
Katherine era accerchiata da tutte le ragazze che avessero un qualche collegamento con i Taylor e Charlotte, la ragazza che ci aveva viste, le stava urlando contro le più disgustose parole che avessi mai sentito in vita mia.

Guidata dall’istinto, come un ariete abbatte le mura di una città in guerra, così  attraversai il muro formato da quelle personalità meschine che ,con le loro parole, stavano strappando uno ad uno i petali della mia fragile rosa.
Arrivai finalmente a lei, la abbracciai e le sussurrai rapidamente delle cose all’orecchio: Scusami per ciò che sto per fare, mi allontanerà da te, è sicuro. Non posso fare altro Kat e per te è la cosa migliore…ti amo, grazie per tutto.

Con le lacrime agli occhi, sia mie che di Katherine che sgorgavano lentamente all’unisono da entrambe, mi volsi a guardare Charlotte e mirandola con occhi carichi di odio, le sferrai un pugno che la fece cadere sull’erba.
‘’Setto nasale rotto’’ fu la sentenza del medico e non ci misero molto a convocarmi dal preside. Ne seguì l’espulsione e la decisione di mia madre di mandarmi in un collegio pubblico.

Mentre liberavo la mia stanza, le mura diventarono una prigione e mi sentii soffocare dai ricordi. In questa situazione scrissi la mia ultima lettera a Katherine:

Ciao Katherine, quando probabilmente leggerai questa lettera io sarò lontana da te…sì, mi hanno espulsa. Perdonami, non potrò difenderti più.
Mia madre ha deliberato affinché mi allontani da questa regione e forse anche da questo stato, chi può dirlo. Oh Katherine, ho esaurito tutte le mie lacrime e tutte le mie forze.
Per chi vivrò domani? Di chi cercherò lo sguardo quando la vita mi schiaccerà con il suo peso? A chi dedicherò le mie poesie? Come potrò lasciare che il tempo scorra mentre tu non ci sei? Non lo so, non ne ho idea.
Sii forte Kat, lo sei più di me, molto di più. Non mi pronuncio neanche nel chiederti di aspettarmi. Serba solo il mio ricordo, ti chiedo solo questo. Che tu possa dire che io, Lynn Lia Byakudan Liadon, ti amai con tutta la mia volontà.
Mi sento una codarda ad andarmene così…c’è chi, con le proprie parole, riuscì ad esprimere meglio il proprio amore prima di me.
Te la dedico, Kat. Ti segua sempre e possa tu, rileggendola, rivivere il mio amore per te…Addio, Katherine, addio. 

 
        
Imparammo tutto dell'Amore :
l’ alfabeto , le parole ,
un capitolo , poi il possente Libro
poi  la rivelazione si concluse .
Ma ciascuno negli occhi dell'altro
un'ignoranza scorgeva
più divina di quella della fanciullezza
e l'uno all'altra, fanciulli,  
tentammo di spiegare
quanto per entrambi era incomprensibile.


[Emily Dickinson]
 
  
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