[20. Senza colori]
“E questo da dov’è uscito?”
“Ho un vicino cinefilo. Non lo sapevi?”
“Death?” domanda Kanon, un sopracciglio perplesso. Suo
fratello continua ad armeggiare con proiettore e bobine, in modo quasi professionale.
“Aldebaran.”
“Ah.” Kanon stringe le labbra, soppesando i vari titoli sulle
pizze. “E tu da quando hai la passione?”
“Da adesso.”
Kanon sbuffa: Saga è capace di cambiare interesse ogni dieci
minuti, ma quando si appassiona a
qualcosa diventa osessivo. E
ossessionante.
“E cosa...”
“Chaplin.”
Kanon avverte un sorriso pizzicare, la voglia di sedersi con
Saga sul pavimento e dargli una mano a sistemare il nastro. Sogghigna.
“Popcorn allora.”
Si dice che la febbre faccia crescere.
A me, se non altro, ha fatto venir voglia di
aggiornare. E così, dopo una settimana esatta, rieccomi
con una nuova drabble. La serie “colori” è finita:
che peccato! É stata la più scanzonata che abbia mai scritto, e mi sono
divertita molto a ricreare questi quadretti. Per questo, oltre che per una
lunga serie di altri motivi su cui non ho intenzione di dilungarmi, ho intenzione di riprendere e mantenere questi toni briosi.
Alcune drabble saranno un po’ più serie, ma visto che il contraltare “drammatico” sta davvero prendendo
forma e spero di riuscire a postarlo prima del prossimo millennio, ripiego qui
sulle istantanee di cui mi omaggiano volentieri Saga e Kanon.
Soprattutto in questo periodo. E questa p
fresca di due giorni fa quando, mentre io cercavo di dimenticarmi della mia
febbre con un film, loro si sono acciambellati con me
sul letto (sì: acciambellati; proprio come due gatti) e, tempo dieci minuti,
hanno iniziato a discutere di Chaplin. Risultato? Io il film non l’ho visto; loro
sono finiti per terra per le cuscinate e si sono
trascinati dietro il mio piumone!