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Autore: xSabri    10/12/2011    7 recensioni
Una promessa che dura nel tempo sigillata da delle lettere scritte quando si è ancora bambini.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*EccomiEccomi*
Oggi lo metto all'inizio perchè mi va, olèèè!
Ma è possibile che tra di voi solo una è riuscita a capire che cosa volevo evidenziare senza il mio aiutoo? D:
IL COGNOME DI NICOLEEEE! Pff, leggete il capitolo che è meglio, e fatemi sapere com'è! :))


Guardai la foto per l’ultima volta e poi richiusi il borsellino.
-E’ mio fratello-guardai Harry e una lacrima mi solcò il viso.
-Cosa gli è successo?
Mi passai una mano sotto gli occhi per togliere le lacrime. E iniziai a raccontargli tutto. Era la prima volta che lo raccontavo a qualcuno, ma di Harry mi fidavo.
-Si chiamava Liam-sospirai-questa foto risale all’anno scorso.
Gli feci vedere di nuovo la foto.
Con la mente tornai al 13 luglio dell’anno prima. Eravamo in vacanza al mare, io lui e Justin, il suo gemello.
Eravamo in spiaggia quella mattina perché  faceva troppo caldo per visitare la città.  Justin e Liam stavano giocando in acqua come due bambini.  Tra di loro c’era sempre stato qualcosa di tanto speciale che li univa. Come se il loro cordone ombelicale non si fosse mai separato. Proposero una gara di nuoto e io avrei fatto da giudice. Iniziarono a nuotare e andarono troppo dietro. Liam ebbe un crampo e Justin non se ne accorse in tempo per poterlo aiutare. Solo dopo due ore riuscimmo a trovare il suo corpo.
Ho sempre pensato, che in fondo,  mia madre addossasse un po’ la colpa di ciò che era successo ad entrambi senza averlo mai dimostrato. Tutti vogliono qualcosa che possa spiegare concretamente la morte del proprio figlio, e non mi sarei meravigliata se un giorno avesse dato la colpa prima a Justin e poi a me.
Anche io mi sentivo colpevole in qualche modo. Avrei potuto impedire che facessero quella gara. Ma non era la prima volta che lo facevano.
Harry mi strinse una mano e gli sorrisi.
-Mi dispiace per tuo fratello-ricambiò il mio sorriso- torniamo a casa, ti va?
Annui e iniziammo a camminare verso casa. Mi accompagnò fin davanti alla porta nonostante gli avessi spiegato che non c’era bisogno che lo facesse.
Un suo abbracciò mi lasciò senza fiato.  Mi sussurrò all’orecchio che se avevo bisogno di qualcuno lui ci sarebbe stato. Non mi importava se lo conoscevo da poco. In lui, come in Zayn, c’era qualcosa di speciale, che andava oltre il semplice stare insieme a scuola.
Ci demmo appuntamento per andare a scuola il mattino dopo e lo salutai.
Entrai in casa e Justin era seduto a guardare la televisione.
-Sorellina-mi chiamò-non devi dirmi niente tu?
-Ah si-mi avvicinai-ti voglio bene.
Gli scompigliai i ricci e gli diedi un bacio. Mi tirò sul divano accanto a lui e mi abbracciò.
In quei momenti, più che mai, sentivo la mancanza di Liam.
-Justin.
Continuava a stringermi al suo petto e ad accarezzarmi i capelli.
-Lo so, manca anche a me.
A volte non bisognava parlare per capirsi. C’era telepatia. Come c’era con Liam.
Avevo sempre pensato che io fossi la loro gemella e che ci avessi messo due anni in più per crescere nella pancia di mia madre.
A quell’idea risi per quanto bizzarra potesse essere.
-Chi era quel ragazzo?
-Il vicino.
-Non voglio che tu te la faccia con il vicino-
rise.
-Lo so che sei geloso-gli feci una linguaccia-non preoccuparti.
Mi alzai e andai a preparare la cena perché mia madre non era ancora rientrata dal lavoro.
Non ero tanto brava a cucinare, ma in casa tutti si erano abituati ai miei pasticci.  
Quando mia madre entrò in casa, stava controllando la posta che era arrivata.
-Nicole-urlò dalla stanza a casa-c’è una lettera per te.
Mi asciugai le mani e andai a prenderla. C’era solo il mio nome sopra, senza indirizzo. Andai in camera mia e la lessi.
“Ciao,
ok, capisco che ti possa sembrare assurdo scrivere una lettera per poterti conquistare, ma vedi, sono fatto così. So scrivere e so anche leggere, ma soprattutto so scrivere e ora sto scrivendo. Ma che sto dicendo? Ok, ora tralasciando, mi ero prefissato di scriverti qualcosa di serio, molto serio, in questalettera, ma non ricordo più che dovevo dirti e quindi vado avanti.
Mi piacciono i tuoi occhi. Sono così verdi e profondi e il contorno nero che c’è intorno li rende così unici.
Mi piace il modo in cui ridi, si vende che è spontaneo.
Mi piace come vuoi fare la trasgressiva e non metti la divisa a scuola.
Se vuoi darmi una risposta, lascia la lettera nella tua buca quando esci di casa. Io passerò a prenderla. Non chiedermi di svelarti chi sono, non lo farà presto.
Con affetto, anonimo”

Era scritto a macchina e su qualcuno ci aveva spruzzato del buon profumo.
Misi la lettera nel cassetto e iniziai a scrivere la mia risposta, ero curiosa dai sapere chi fosse, ero curiosa di conoscere il mio ammiratore segreto.
“Caro anonimo,
mi hai spiazzata ma almeno qualche notizia in più su di te potevi darmela. Vuoi giocare a guardia e ladri? Per me va bene, sappilo. Io non ci perdo niente.
Ma non credi che mettendo la lettera nella mia buca delle lettere potrei accorgermi di chi sei? Mi sembra un buon modo per farsi scoprire.
Bene, io aspetto una tua risposta, con più notizie su di te possibilmente.
Molto curiosa, Nicole”

Mi misi a letto subito dopo aver scritto la mia risposta. Fui assalita da un senso di vuoto.  Mi tornò alla mente Liam. In quella giornata era stato troppo presente.
Mi mancava vederlo per casa in boxer che cantava le canzoni di Bruno Mars prendendo in giro Justin.
Mi mancava quando veniva da me e mi abbracciava senza motivo, giusto perché ne aveva voglia. 
C’era chi diceva che, finchè l’avessimo pensato, lui sarebbe rimasto con noi, sempre, in ogni momento. Ma io avevo bisogno della sua presenza fisica, non spirituale e immaginaria, che potevo fare allora?
  
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