Capitolo
17
Questa
serata è stata davvero strana ma anche molto bella. Mi
sembrava di stare in un
sogno e di essere Cenerentola. Pur facendo parte di una delle famiglie
più
importarti del paese, non avevo mai preso parte a eventi
così lussuosi. Perché
mio padre non mi ci ha mai portato? Non desiderava farmi conoscere
questo mondo
luccicante? Più passa il tempo e più mi allontano
da mio padre. Non lo capisco
proprio. Credevo di conoscere colui che aveva contribuito a mettermi al
mondo e
invece…
-Ti
sei divertita, angioletto?- mi chiede Sulfus seduto di fronte a me
nella
limousine, nel ritorno a casa.
-Sì.
Mi è piaciuto. Ho conosciuto persone davvero simpatiche
compreso il ministro.
Ti ringrazio per avermelo presentato-
-Non
c’è di che. Spero però che tu non stia
parlando anche di Dominici come le
persone simpatiche che hai incontrato stasera-
-Perché
no? A me era simpatico Lucas-
-Ah
lo chiami per nome. Siete già in confidenza, quindi- disse
con una smorfia.
Sembrava piuttosto infastidito. Non deve esserci proprio buon sangue
tra loro
due.
-Non
quanto te e la tua Kabalè-
-Non
è la MIA Kabalè e poi che centra lei adesso?-
-E-era
per farti un esempio visto che rompi a me perché ho fatto
amicizia con Lucas-
A
quel punto, gli spuntò un sorriso maligno.
-Sai,
non c’è solo Kabalè che puoi usare come
esempio. Ti faccio subito una lista di
donne “in confidenza” con me.
C’è Misha, Marika, Jenny, Helen…-
Che
cosa mi prende adesso? Sento come un esplosione dentro di me che brucia
e mi fa
infuriare da morire. Uno scoppio che mi fa perdere la testa.
-Farabutto!
Libertino! Schifoso maiale! Dovresti vergognarti. Mi fai schifo,
capito? Tu…-
non riuscii a continuare che a un tratto la macchina frenò
scuotendo me e
Sulfus.
Chiusi
gli occhi, sentendo il mio corpo muoversi da solo in avanti e
poi… un tocco
caldo e morbido sulle mie labbra. La bocca di Sulfus. Santo
cielo…
Aprii
di scatto gli occhi osservando lo sguardo stupito di lui mentre le
nostre
bocche erano ancora attaccate. I volti vicinissimi, occhi azzurri che
si
specchiavano in quelli ambra di Sulfus, i battiti del mio cuore. Sono
impazzita, perché non mi stacco? Il mio cuore non dovrebbe
battere così per
lui.
Sulfus
chiude gli occhi e in pochi secondi, sento la sua bocca muoversi sulla
mia,
accarezzandola, stuzzicandola facendomi socchiudere le labbra.
E’ questione di
un attimo che lui mi prende il viso e approfondisce penetrandomi con la
lingua
dentro il palato. Il bacio diventa sempre più passionale ed
esigente con Sulfus
che esplora l’interno caldo e bagnato della mia bocca. Lascio
che lui mi
esplori ma voglio anch’io sentire il suo interno. Timidamente
introduco anch’io
la mia lingua rispondendo alla passione che è suscitata in
me. Sento il suo
sapore come lui sta facendo con me. Sa di champagne e di tabacco.
Non
avevo mai baciato nessuno prima d’ora in questo modo.
Bhè… in realtà non avevo mai
baciato in nessun modo. Sulfus è il primo con cui ho
condiviso questa
esperienza. Un esperienza che mi avevano descritto come una cosa
meravigliosa,
se la condividi con la persona che ti piace. Il primo bacio deve essere
dato al
proprio innamorato, è importante per una ragazza. Ma
allora… che sto facendo? A
me non piace Sulfus, eppure è lui che sto baciando.
Possibile che io abbia
aspettato tanto per dare il mio primo bacio e alla fine scopro che
è
meraviglioso anche se non si da a chi ti piace? Anzi, più
che meraviglioso. Lui
sa baciare da Dio. Deve avere molta esperienza a differenza di me.
Avrà fatto
capitolare ai suoi piedi migliaia di donne con i suoi baci.
Riecco
che torna la fitta dolorosa al petto. Come prima al ballo con
Kabalè. Fa male e
non comprendo questo dolore. Non può essere…
gelosia.
-Siamo
arrivati, ragazzi- irruppe la voce di Gas appena ci apre lo sportello
della
macchina per farci scendere. Ci stacchiamo di colpo e senza riuscire a
sopportare la vergogna e l’imbarazzo, uscii di corsa dal
veicolo e scappai in
casa fino a rifugiarmi in camera mia.
E’
tutta colpa di Sulfus! Quel maledetto! Non l’ho baciato per
volontà mia. Ero
solo scivolata in avanti per la frenata. Non avrei ricambiato se non
avesse
usato qualche trucco da esperto libertino che è.
Mi
tolsi i tacchi e mi buttai sul letto con la faccia immersa nel cuscino.
Ma
a chi voglio prendere in giro? Non posso incolpare Sulfus per tutto
quanto. Io
l’ho ricambiato perché lo volevo. E’
iniziato tutto da un incidente. Ma
nonostante tutto, lo desideravo da un po’. Da quella volta
che ci stavamo quasi
baciando. C’è qualcosa in lui che mi attrae e che
mi accende un fuoco dentro.
Tutte sensazioni mai provate con nessun’altro ragazzo,
compreso Gabi.
Sulfus
è capace di rendermi audace e passionale con un solo
sguardo. Mio Dio, che mi
sta facendo?
Comunque
ci sono tre cose di cui sono sicura adesso.
Primo:
Ho perso completamente il senno.
Secondo:
Ho da pensare al compito di domani invece che ad altro. Sperando di
dimenticare
per un po’ quello che è successo.
Terzo:
Devo prendere qualcosa per il male ai piedi. Maledetti tacchi!
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Merda!
Mi sono eccitato. Se solo Gas non ci avesse interrotto, sarei riuscito
a
sedurla e ad andare oltre il bacio. Il sesso in macchina è
un po’ scomodo ma
pur sempre fantastico. Ora ho così tanta voglia di lei
tuttavia voglio
aspettare il momento propizio. Se saprò aspettare, quello
stupido love game lo
vincerò io e avrò Raf tutta per me per moltissimo
tempo. Appena avrò vinto,
gliela farò pagare per avermi fatto provare questa
frustrazione. Non mi è mai
successo di rimanere a bocca asciutta ma soprattutto non sono mai stato
così
eccitato per una donna, nemmeno la più esperta. Mi guardai
in basso, la mia
erezione era peggio di quanto pensassi.
-Vuoi
che ti porti al club?- mi chiese Gas capendo la mia situazione. Ottima
idea! Al
club sicuramente una pollastra mi avrebbe soddisfatto.
-Sì.
Andiamo-
E
fu così che il mio caro amico grassone mi portò
al club. Quel posto è come una
seconda casa per me. E’ lì che vado maggiormente
per soddisfare il desiderio e
la mia voglia di giocare d’azzardo.
Scesi
dalla macchina ed entrai. Il proprietario si accorse subito di me e mi
accolse,
come sempre, in maniera regale.
-Bentornato,
Zolfanelli. Questa volta volete una camera o giocare qualche partita?-
Non
ho mai incontrato nessun uomo più viscido del signor
Pantani. Occhi a mandorla
marroni, due dentoni sporgenti, nessun capello in testa e vestiva
sempre con
uno smoking. Sembrava una specie di ratto ed era un vero aguzzino con i
suoi
lavoratori e puttane.
-Una
camera. Hai merce nuova da mostrarmi?- dissi vedendo in un angolo, una
donna
formosa dai capelli rossi e gli occhi azzurri.
-Oh
sì! Quella che state vedendo è Ursula. Lavora da
pochi giorni qui ma è un vero
portento-
-Bene.
Voglio lei. Che mi raggiunga subito di sopra- e senza mezzi termini, me
ne
andai nella stanza che mi aveva assegnato e mi tolsi la giacca del
vestito
elegante che ancora indossavo.
Mi
sdraia sul letto, chiudendo gli occhi. Non è buona cosa per
un uomo rimanere in
queste condizioni. Maledetta Raf!
E’
per colpa sua se sono praticamente corso qui. Lei non può
capire la
frustrazione sessuale, è ancora troppo innocente e poi non
ha un erezione a cui
pensare.
Quello
che è successo prima in macchina è stato
inaspettato. Appena ho sentito le sue
labbra sulle mie, mi sentii accendere dalla passione. Il suo
sapore… era di
fragola. Dev’essere perché alla festa si era
abbuffata di gelato alla fragola.
Sorrisi, mio malgrado, ricordando il suo viso buffo mentre mangiava il
dolce.
Sembrava una bambina piccola.
Sentii
il rumore della porta che si apriva e vidi entrare la ragazza, Ursula.
-Eccomi
a voi, signorino Zolfanelli-
Mi
sorrise provocante e cominciò a fare il suo lavoro. Ci
spogliamo e ci baciamo
finendo sdraiati sul letto. Lei è già bella che
pronta ma io…
Non
riesco a eccitarmi e la mia erezione è andata. Cazzo! Non
può essere! Non mi è
mai successo prima. L’ho sempre avuto alzato in questi
momenti.
Provo
e riprovo finché rassegnato, mi alzai dal letto e mi
rivestii. Sono furioso.
Com’è possibile? Avevo l’asta alzata
pochi minuti fa e adesso che serviva non c’era.
Dev’essere una serata sfortunata, c’è
sempre la prima volta, dicono. Però
desideravo che non fosse mai venuta una prima volta per questo.
Me
ne andai di corsa dal locale, senza voltarmi né fermarmi.
Entrai in macchina e
Gas mi riportò a casa.
-Ehy
capo, hai fatto presto. Ti è bastata una sveltina?-
-Stai
zitto, idiota! Non è aria-
-Oh
cazzo! Sei di umore nero. Non ti ha soddisfatto la rossa?-
-Ti
ho detto di stare zitto! Non era la rossa il problema-
Gas
capì cosa intendevo e mi obbedì rimanendo in
silenzio. Lui mi aveva sempre
capito e sapeva subito quello che mi succedeva solo guardandomi. Peggio
di un
indovino.
Che
bel modo di finire una serata in bellezza. Pensai con sarcasmo mentre
scendevo
dalla macchina.
Davvero
un bel modo.
-Ci
vediamo domani, Gas. Buonanotte- dissi.
Mi
girai a guardarlo e ciò che vidi mi lasciò
stizzito. Perché mi stava guardando
con disapprovazione?
-Sei
nei guai, amico mio. Raf ti ha castrato per bene- sospirò
andando poi a
rimettere apposto la macchina lasciandomi lì furente.
Mi
rifiuto di credere di non poter più avere un erezione per
colpa di quella
puritana dai capelli biondi. Non può assolutamente essere
così. No.
Continua…
Ecco
un nuovo capitolo^^ A pochi giorni che mancano al mio compleanno, sono
riuscita
a trovare un pò di ispirazione.
Mi
sa che tra qualche capitolo, metterò il rating rosso. per
chi è minorenne,
basterà che chieda a me tramite messaggio privato il link
per leggere senza
problemi la mia ff^^
Che
ne pensate? Finalmente la questione sta cominciando a farsi bollente XD
Un
passetto gliel’ho fatto fare.
Ne
approfitto anche per augurarvi Buone Feste! Ci vediamo alla prossima,
ciau!