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Autore: Marimo    10/12/2011    9 recensioni
Come vi immaginate un'estate FANTASTICA?
Magari in una località turistica, al mare..
Ma certo, vi ci vedo, stesi su un lettino da mare, sorseggiando chissà quale
bibita esotica a forma di noce di cocco.
Beh, se volete andare avanti a leggere, vi conviene allargare le vostre frontiere.
Potreste visualizzare più squadre, motivate dalle più inspiegabili ragioni.
Ragazzi diversi tra loro, ma tutti uguali, davanti al pallone a scacchi che ha tanto animato i nostri cuori.
Questa estate, calcio spietato, gente.
QUESTA ESTATE, Summer Football Frontier.
So.. Let's Party!!!
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Meeting Friends, so sad eyes!


Naoko, Ryo, stanze e regole!

 

PoV. Himeka.

Non mi ero mai allontanata troppo da casa mia.

Tra un raffreddore ed una febbre ero sempre rimasta nel mio caldo e protetto nido, accanto alla mamma.

Ultimamente le cose erano cambiate. Molto cambiate.

I miei fratelli mi avevano permesso di seguirli, ho incontrato tante persone, sono salita su un aereo, e ora stavo per entrare in una casa.

L’idea mi estasiava allora come la prima volta, a casa di Haruhi-chan.

Non avevo mai visto un’abitazione che non fosse il mio, ed avrei persino incontrato il nipote della signora Sakura e la nipote di sua sorella!!

Tremavo, ed ero rossa in volto, mentre la signorina Hitomiko e il coach Kudou aiutavano la proprietaria della casa ad aprire il pesante portone di quercia, che ne costituiva l’ingresso.

Io, naturalmente, ero nel panico.

Non che fossi timida, ero solo… fuori allenamento.

Per tentare di frenare l’agitazione, strinsi le prima cosa che mi capitò sottomano. Non riuscii nel mio intento, poichè “quella cosa” , in realtà, non era altro che il braccio di Terumi.

Così, con me saldamente ancorata a lui, ci avventurammo dentro la residenza della Jou.

Era un ambiente familiare, mi ricordava vagamente il nostro caldo appartamento, per quanto potesse fare caldo nell’Hokkaido, naturalmente.

Sakura ci fece accomodare nel salone, uno spazio accogliente ed ospitale.

I muri erano tappezzati di quadri e fotografie, alcune delle quali sembravano molto vecchie, mentre altre raffiguravano due bambini che giocavano lanciandosi un pallone bianco e nero.

Un grosso divano, che un tempo doveva essere bianco, credo, occupava gran parte dello spazio.

Ci sedemmo tutti lì. Io ancora attaccata ad Aphrody.

Dal piano superiore, dove si poteva giungere per mezzo di una scala a chiocciola recentemente verniciata di nero, provenivano delle risate.

 

-Ora vado a chiamare i miei ragazzi, saranno felici di conoscervi!!! – ci avvisò la signora Jou prima di salire le scale per poi tornare accompagnata da due strani ragazzi.

-Ryo, Naoko, questi sono la signorina Hitmoiko, il signor Kudou, la piccola Himeka Fubuki e Terumi Aphuro. –

I due ci squadrarono con attenzione.

 

 Naoko Taryu, la ragazza, aveva due grandi occhi verdi e dei lunghi capelli castani, appena un po’ondulati, che emettevano brillanti riflessi dorati.

Aveva un abbigliamento semplice, ma dal suo collo pendeva un ciondolo argentato con un cuore infranto,

e sul suo polso era allacciato un braccialetto nero e sottile.

Ryo aveva la carnagione pallida, i capelli neri e corti con alcune ciocche candide.

Forse, sotto un certo aspetto, poteva sembrare Fudou-sama….ma in effetti ci voleva molta immaginazione per confonderli.

Diciamo che Ryo aveva…. Più capelli del secondo, ecco.

I suoi occhi erano magnetici, ed erano alquanto insoliti. Uno dei due, infatti, era azzurro cristallino, privo di pupilla, mentre il secondo era violaceo con inquietanti riflessi cremisi.

Mi chiesi, di nuovo in grande imbarazzo, dove avessi dovuto guardarlo. In quale dei due occhi?!?

-Non ti sforzare, guarda dove ti pare… - mi disse lui mentre Naoko mi trascinava in camera sua per fare conoscenza.

Evidentemente lo aveva notato…

 

Già, Naoko era assolutamente pazza.

Poteva fare concorrenza a Fuusuke e un attimo dopo essere più gioviale di Endou.

Mi aveva afferrata e poi trascinata su per la scala a chiocciola, per farmi arrivare nella sua stanza a chiacchierare.

-Sai Onee-chan, probabilmente hai fatto colpa su Ryocchan!! – mi confidò in estasi, mentre apriva la porta su cui era affissa una targa dorata.

“Naoko Taryu”. Poco più in là una uguale, “Ryo Jou”.

-Ryo ha ereditato il cognome della signora Sakura? – Chiesi, notando la seconda scritta sulla porta vicina.

-Già. Oniichan è uno strano tipo, facilmente irritabile e davvero pungente… -

“perfetto per Terumi” mi venne spontaneo pensare, sorridendo.

-La signora me ne ha parlato durante il volo, è lì che ci siamo conosciute e che ho sentito il nome Ryo…- spiegai a Naoko, che annuì.

Entrai, e mi sedetti sul letto accanto alla ragazza, che aveva cominciato a raccontarmi del più e del meno.

Sarebbe stato un luuuungo pomeriggio…

 

Fine PoV Himeka.

 

Le due si erano spostate sull’argomento “Ryo”, così da permettere ad Himeka di porre la sua domanda.

Nel tentativo di essere più sensibile possibile, però, la Fubuki si sfiorò involontariamente l’occhio destro.

Quel gesto bastò a far capire tutto a Naoko.

-Ryo ha avuto un incidente da piccolo, mentre giocavamo a calcio…-

 


*FlashBack*

 

-Ryo, dammi il pallone!!! –

-Non rompere Naoko! CI voglio giocare io! -

Due piccole anime giocavano con un pallone bianco e nero,

mentre altrettante anziane signore bevevano del thè sotto l’ombra di un albero

ed una giovane donna che potava un cespuglio rigoglioso con un paio di smisurate forbici.

Sorridevano tutti quanti.

-Zia!! Dillo tu a Ryo che il pallone è mio! –

-Oh… e va bene rompi, eccoti il pallone! – si arrese il bimbo, con limpida felicità nello sguardo violetto.

-Tu e i tuoi occhi monelli, Ryo! – lo rimproverò scherzando la donna.

-Mamma, non ti ci mettere anche tu… -

-E va bene, vai a giocare con Naoko, adesso…. –

Il bimbo si allontanò borbottando qualcosa come “troppe donne in questa casa”,

facendo sorridere la madre.

-Ryo, io sono un’attaccante! Devi parare i miei colpi, ok? – avvertì la bimba, lanciando il piccolo pallone.

-Ma io non sono un portiere, sono un Libero! – ricordò lui,

per poi riuscire comunque ad intercettare la traiettoria della palla.

-Sei bravo anche in porta, Onii-chan. –

-Sono sempre bravo…. Dai, lanciane un’altra! –

-Arriva Nii-san!!! – gridò Naoko, mentre lanciava goffamente un tiro verso Ryo.

Fu tutto più che fulmineo, e in un attimo l’ambulanza fu sul posto.

Il pallone aveva gravitato verso il cespuglio.

Ryo, nel tentare di recuperare la palla, era finito addosso alla madre…

Alla madre e a quelle grosse e spaventose forbici.

Niente da fare, il suo occhio era irrecuperabile.

Le lame erano penetrate troppo in fondo.

Schizzi di sangue ovunque, persino nel thè della signora Jou.

Cremisi, tutto piombava nel terrore, metre il corpo inerte del bimbo veniva allontanato.

Il suo occhio viola, il suo stupendo occhio viola, aveva perso ogni nota di colore, divenendo quasi bianco.

Il ragazzino si salvò, ma avrebbe portato le cicatrici di quel giorno per sempre,

così come la nonna, la prozia, la zia e la cugina. La povera ed innocente Naoko…

 

*Fine FlashBack*

 


Gli occhi sgranati ed il cuore a mille. Per la giovane Fubuki non era stat la migliore esperienza che aveva vissuto.

-I-io… M-mi dispiace davvero tanto… - tentò di scusarsi, iniziando a piangere fiumi di lacrime.

L’altra sorrise amaramente, e riaccompagnò l’ospite in salotto, dove il ragazzo moro e Aphrody stavano litigando per un bicchiere d’acqua.

Letteralmente.

I due si voltarono, e assunsero espressioni contrastanti.

Ryo sembrava comprensivo. Aveva capito perfettamente cosa era successo.

Aphrody era stupito. Si chiedeva perché Himeka stesse piangendo.

-Non abbiamo tempo. Torniamo al campo, e loro vengono con noi.- disse freddo Kudou, appena uscito dalla cucina assieme agli altri.

-Ma coach…-

-Terumi, non abbiamo tempo. Himeka, chiama le ragazze e di loro di radunarsi al campo della Orpheus.-

-D’accordo. –

 

Al campo della squadra italiana era tornata la comitiva di ragazze, cariche di buste.

 

-Cosa diavolo avete comprato tutte quante? – chiese Kazemaru, strabuzzando gli occhi.

-Nulla di che, lo stretto indispensabile- rispose Giulia, facendo spallucce.

Ryoko in particolare aveva accumulato il record di sette buste in una mano e tre sulla testa.

Tentò di giustificarsi, premettendo che in Italia si va solo una volta nella vita, realtà che non convinse affatto Hiroto.

-Non pesano? – Chiese Fuusuke, cercando di frenare l’istinto di saltare addosso a Miku.

Già, la ragazza aveva solo una busta in mano, ma era arrivata per ultima ed aveva il fiatone.

Alcune gocce di sudore le imperlavano la fronte, e le gote arrossate le davano un’aria adorabile.

L’avrebbe aiutata, se in quel momento Kyoya e Reina non fossero tornati dalla loro passeggiatina romantica sulla gondola di Pier.

Pier, il famoso gondoliere/mimo/gelataio sotto copertuta/amico di Alicchan.

Ovviamente, l’aveva aiutata Kyoya. Ovviamente, lo aveva guardata malissimo.

Ovviamente avrebbe voluto piazzargli un cazzotto in piena faccia in quel preciso istante.

Ovviamente non fece nulla, si limitò a chiedere se quelle dannatissime buste pesassero.

E mentre Fuusuke constatava quanto fosse stupido, Hiroto tentava di sfilare dalle mani della piccola Ryoko una o due buste.

-Dammi qua, Fujihara! Hai almeno sedici buste, dammene qualcuna! –

-Stai cercando di essere gentile, Kiyama? Ma sì, prendile, tesoro… - gli disse lei, scaricando sul ragazzo tutte le sue buste.

Ne venne sommerso in breve tempo. Tentò di uscire del cumulo di acquisti della ragazza, invano.

-Ehi!! Volevo solo aiutarti, ingrata! – le gridò contro, agitandosi tra i pacchi multicolori.

Lei si voltò e si avvicinò al rosso. Si ritrovò molto vicino al suo viso, e, a fior di labbra, sussurrò un tenero e dolce – CAVATELO DA SOLO, KIYAMA. NON CONTARE SU DI ME. –

L’iniziale imbarazzo per la vicinanza tra i loro volti abbandonò Hiroto  non appena le parole della mora gli perforarono i timpani.

-Non conterò mai su di te, Ryoko – rispose facendo spallucce, cercando di volgere la situazione a suo favore.

Continuarono a bisticciare per un po’, finchè Miku e Midorikawa non dovettero almeno tentare di separarli.

Non c’era verso, pur di litigare quei due avrebbero sparato dei razzi in aria!

Hisa sorrise. Lei non stava seguendo nulla di quello che stava succedendo, stava semplicemente sorridendo sotto lo sguardo felino di Haruya.

I suoi occhi gialli stavano cercando di intercettare l’altra, che sembrava stesse guardando i suoi capelli.

Non gli piaceva che la gente guardasse i suoi capelli, viste le reazioni ed i vari soprannomi che ne derivavano, ma nel caso di Hisa era tutto diverso.

-Nagumo-sama, come riesci a fare una fiamma? – chiese lei, ad un tratto.

Quelle parole lo colpirono, perché fino ad adesso nessuno aveva effettivamente riconosciuto che quella fosse una fiamma.

-Come hai detto? – chiese incredulo, ricevendo la stessa risposta di prima, una domanda che nessuno aveva mai fatto in modo corretto.

-Oh, i-io non lo so…. Il tulipa- la fiamma viene da sola, appena mi sveglio la mattina c’è già…- farfugliò completamente rosso, sentendo il cuore pulsare forte.

La ragazza annuì, e tentò di riprendere il filo della conversazione del gruppo, mentre il ragazzo dovette andare a prendere una borraccia d’acqua.

 

-Tulipano, così ti strozzi. Andiamo, ha solo notato che la tua testa non è un orto ma un campo-piromane.-

-Fuusuke, pensa agli affari tuoi. Io almeno ho la strada spianata, senza nessun piccolo insignificante dettaglino di nome Kyoya, eh? – si difese Haruya, con tono strafottente.

Non ricevendo alcuna risposta, afferrò la borraccia e si andò a sedere sulla panchina.

Arrivarono anche gli altri a prendere posto.

-Aki, siediti qui! – esclamò Kiri, avendo trovato il posto vicino ad Ichinose libero.  -Ma Onee-chan, magari Ichinose non…-

-Siediti pure Aki- le disse gentilmente, facendola arrossire.

Poco dopo il signor Kudou chiamò tutti a raccolta, e iniziò a parlare.

 

-Ragazzi, ora spiegherò a tutti in cosa consiste il Summer Football Frontier.-

Tutti si fecero attenti. Fidio, invece, abbassò lo sguardo con amarezza.

-A questo torneo parteciperanno solamente tre squadre. L’inazuma Japan sarà tra queste squadre.

-Purtroppo né i Fire Dragons né la Orpheus si sono classificate…- continuò Kira.

-Esatto, per questo dobbiamo sfruttare bene tutti i giocatori possibili nei tre incontri. Poi ci sarà la finale, contro una quarta squadra.

Sarà una sfida difficile, ma ovviamente, essendo estate, sarà alleviata da varie tappe turistiche ed altro…-

La faccia stralunata di Endou evidenziava il fatto che fosse arrivato mentalmente alla parola “Ragazzi”.

-In pratica dovremmo sudare, sgobbare, giocare e poi fare vacanza? – tentò di riassumere Nagumo, un attimo prima di ricevere una gomitata nell costato da Suzuno.

-Sai essere più idiota ogni volta che aprì bocca, Haruya. – Lo gelò lo stesso, facendo sorridere Miku e Hisa.

-Ragazzi, non vi distraete. Domani ci sarà la prima tappa dell’estate, un giro sulla gondola. – Li interruppe Kudou, per poi congedarsi e consegnare l’indirizzo dell’albergo dove la squadra avrebbe alloggiato ad Haruhi.

Himeka approfittò dell’apparente calma per alzarsi e presentare i due nuovi amici, accorgendosi in seguito che l’impresa si dimostrava alquanto ardua.

Infatti, Endou stava chiacchierando allegramente con tutti i ragazzi, compreso Ryo, mentre Fuusuke e Kyoya si lanciavano sguardi assassini e Giulia e Ryoko cominciavano a constatare quanto Miku fosse imporante per entrambi;

Kiri tentava disperatamente di far avvicinare tra loro la sorella e Kazuya, assumendo strane posizioni che costrinsero Aki ad andare un po’più vicino al ragazzo, aprendosi poi in un larghissimo sorriso, mentre i due arrossivano;

Ryoko punzecchiava Hiroto, che arrossiva praticamente tre volte al giorno ( un record per lui. ) ;

Terumi guardava male Ryo;

Genda e Alis chiacchieravano tranquillamente assieme a Osamu;

Hana ed Haruna prendevano in giro Kidou dandogli strani soprannomi:

Hisa tentava di ascoltare, dal momento che aveva notato che era presente una nuova ragazza, invano;

E in fine Hikaru cercava disperatamente di ascoltare un massimo di 1% delle chiacchiere di Haruhi-chan.

No, decisamente, da sola, Himeka non sarebbe riuscita ad ottenere una briciola di silenzio… avrebbe dovuto usare l’unica cosa che aveva in comune con Atsuya: diabolica astuzia.

-Aphuro-san… hai una doppia punta! – le fece notare, con un po’di recitazione e tono teatrale.

Dopo l’urlo agghiacciante del biondo, il silenzio non disturbò più la piccola Fubuki, che cominciò a presentare Naoko.

-Ragazzi, lei è Naoko Taryu. È un’attaccante, una ragazza deliziosa ed una mente brillante. Ha repentini cambiamenti nell’umore e spesso non è coerente, ma da quello che ho capito è una buona amica. Giocherà con noi, Minna.-

La ragazza accennò un inchino, approvò tutto quello che aveva detto l’altra, informando che per il resto l’avrebbero conosciuta meglio più avanti.

-Mi pare che abbiate già conosciuto Ryo, il mio ineffabile cuginetto… - esordì la nuova, sfottendolo.

-Già, i ragazzi qui sono tutti davvero simpatici…. Le ragazze sono tutte carine… Credo che potrei anche seguirvi, in fondo. –

-Allora sei dei nostri!- Kyoya gli porse il palmo della mano, e lui lo strinse con vigore.

-Ci puoi contare amico. Ho più di un motivo per venire con voi… - concluse, rivolgendo uno sguardo di sfida all’ex capitano della Zeus.

Giunta l’ora di cercare l’albergo i ragazzi salutarono i componenti della Orpheus, non tralasciando qualche commento su Gianluca e Marco da parte di Giulia e Miku.

La seconda, assieme al suo ragazzo Fidio, avrebbe seguito l’Inazuma nel suo viaggio.

Così si diressero tutti all’indirizzo indicato nel bigliettino che Hikaru aveva salvato dalla caduta in un tombino, accusando Haruhi di avere una pessima presa.

-Dovresti fare il portiere, Mizune! – la prese in giro mentre entrava nella receptions, dove a tutti vennero distribuiti dei bigliettini con i rispettivi compagni di stanza.

-Non ho una buona presa, è vero. Non è il mio unico difetto! Se dovessi svolgere un ruolo per ognuno di essi battere il record! – si difese l’altra, posando le valigie nell’atrio dove Kudou ed Hitomkio chiacchieravano.

-Oh, ragazzi. Abbiamo preparato le coppie nelle stanze poco fa, ognuno ha il nome del suo patner nel bigliettino che gli è stato consegnato.- spiegò Kira, sorseggiando il caldo infuso alle erbe.

-Vi chiameremo all’ora di cena. – continuò calmo l’uomo.

Tutti sbiancarono in un lampo, e sollevarono tremanti i biglietti. Con movimenti lenti e misurati, interrotti da scosse e brividi, tutti conobbero l’identità del loro compagno di stanza.

 

-Io non credo che sopravvivrò questa notte… - ammise incredulo Haruya, constatando che per quel giorno il suo compagno di stanza sarebbe stato il Vento Freddo della Corea.

-Se non sopravvivi mi fai soltanto un piacere. –

Iniziarono a litigare, mentre trasportavano i bagagli al piano superiore.

 

-Ti ho sopportato per la bellezza di quindici anni… ma farmi il favore di levarti dai piedi e farmi stare con un’altra bella ragazza, ad esempio Himeka-chan? – domandava furioso Ryo.

-Non ti lamentare e metti a posto queste, prima che le vada a mostrare alla tua Fubuki! – lo minacciò la cugina, lanciandogli addosso un paio di boxer.

-Fai in modo di non farmi trovare tuoi indumenti in giro, chiaro? –

-A-agli ordini c-cuginetta mia!- 

- Benissimo- sorrise lei, cominciando a sistemare la valigia.

-Guarda il lato positivo, non sei in stanza con Terumi-kun.-

-Non farmici pensare, quel ragazzo mi da su i nervi.. –

-Ancora meglio..-

 

-Non ci siamo capiti Onii-chan…. Il letto a destra è rigorosamente MIO. –

-Tu prometti di non frequentare MAI NELLA TUA VITA Fuusuke e ti cedo il letto, Miku.-

-Non dire cavolate… - tentò di raggirare il discorso arrossendo vistosamente.

-So che rischio di irritarti, ma Suzuno non mi sembra un tipo adatto a te… -

-Sì, rischi davvero di irritarmi fratellone. Davvero davvero. Lo sai che odio irritarmi, no?-

Il suo tono smielato ed apparentemente innocuo fece attraversare la schiena di Kyoya da numerosissimi brividi.

-C-certo Onee-chan, era solo un consiglio di cuore!-

-Kyoya….. Frequento chi mi pare e piace, ora levati dal mio letto e sistema la valigia!!! – gridò lei esasperata, raggelando il povero fratello.

Certo, capitare in stanza con suo fratello cominciava a sembrare meno piacevole di come se lo era immaginato.

 

-Allora, chiariamo una cosa. Finchè sei in mia presenza devi rispettare alcune regole. – intimò la ragazza mentre sistemava un mazzetto di fiori sul suo comodino.

-Sono tutto orecchie, Hikaru.-

-Non devi invadere il mio spazio vitale, non devi parlarmi troppo, non devi pretendere di fare domande inconsuete ed incoerenti, non devi permetterti di sederti sul mio letto, non devi toccare i miei fiori, non devi assolutamente scioglierti i capelli, devi cercare di non sporcare, di non essere invadente, di non essere euforico ed esuberante come una certa persona di mia conoscenza, non devi dormire in uno stato indecente, devi avere un pigiama e non sei autorizzato a dormire in mutande, non dei minimamente pensare di poter prendere qualcosa in prestito dalla sottoscritta, non provare ad avvicinarti alla mia valigia, non devi parlare durante la notte, non provare nemmeno a svegliarmi perché non ti ritroveresti la mattina, non mettere sveglie, tenta di NON irritarmi.  Credi di esserne capace? – domandò la ragazza, mentre contava sulle dite le numerose regole che non aveva ancora mensionato.

Il ragazzo aveva assunto un’espressione inizialmente terrorizzata, poi comprensiva, ed in fine rassegnata.

-E va bene, io Ryuuji Midorikawa giuro solennemente di non infrangere nessuna delle regole imposte dalla signorina Maeda. –

-Perfetto.-

 

-Kazemaru-san, siamo in stanza assieme!!! – esultò Endou euforico, mentre saltava sul letto.

-A quanto pare sì…. -  Arrossì leggermente, per poi posare la sua valigia sul letto.

-Non sei contento? Mostra il tuo entusiasmo!!!-

“Se dovessi mostrarti il mio VERO entusiasmo ti avrei già rivelato quello che provo….”

-Nacchan! Per caso hai delle fantastiche riviste di calcio per un povero portiere che si annoia?- il capitano allargò gli occhi lucidi, e curvò la bocca.

-Oh no, il labbruccio no… E va bene Endoukun. – concesse il turchesino, sfilando da una tasca nascosta del suo zaino un paio di numeri di un giornalino sportivo.

-Ti vanno be.. – il capitano glieli aveva sfilati di mano e ne aveva già finito mezzo prima che potesse completare la frase.

-Lo prendo come un sì…-

 

-Beh, non mi è andata tanto male! – esclamò Shuuya dentro la stanza.

-Poteva andare molto pegg-  Rischiò di strozzarsi quando vide Shirou uscire dal bagno in canottiera e boxer, sudando.

-Gouneji! Non senti caldo, così imbacuccato? – chiese lui, sventolando un giornalino per farsi aria.

-Ma sei fuori?! Io non sento così caldo! Morirei dal freddo nel tuo stato! – cercava di convincerlo l’albino, arrossendo vistosamente.

-Per uno che vive nell’Hokkaido questo non è caldo. Questa è AFA. E io, personalmente, l’afa non la reggo. –

-In effetti non hai tutti i torti..- ammise il ragazzo, stringendosi addosso la sua magliettina di cotone, promettendole che non l’avrebbe mai abbandonata in assenza di una buona causa.

-È così per tutta la tua famiglia?-

-Onee-chan è una freddolosa unica, Atsuya sopporta bene tutte le temperature.-

-Capisco…-

 

Il ragazzo sedeva sul letto, fermo e serio, con gli occhi azzurri puntati sul pavimento.

-Io non sono riuscito a portare la mia squadra alla finale… -

Una presenza negativa lo fece voltare di scatto, spaventato.

-Fidio-kun! Che diavolo stai dicendo? – irruppe nella stanza, scrutandolo con i suoi occhi scurissimi.

-Lo sai benissimo che non è colpa tua!  Non metterti in testa strane idee e sensi di colpa, mi hai capito? –

-Giulia…. – sorrise, mentre si alzava e posava un bacio sulle labbra della ragazza.

–Riesci sempre a convincermi tu, eh? – le chiese accarezzandole una guancia.

-Ci mancherebbe altro!- fece l’occhiolino, ed iniziò anche lei a sistemare la camera che avrebbe condiviso con il suo fidanzato, appropriandosi del letto a sinistra.

-Ma il letto a sinistra è mio! –

-Io ti convinco, io mi scelgo il letto! – gli disse lei facendo la linguaccia e chiudendo uno dei suoi meravigliosi occhi neri.

 

Nessuno, dico NESSUNO, avrebbe capito cosa provava la piccola Ryoko in quel preciso istante.

Quel momento in cui un dannatissimo pervertito stava frugando nella sua valigia alla ricerca di qualcosa, lanciando per la stanza indumenti, libri ed altro.

-Cosa diavolo stai facendo, dannatissimo Hiroto? – domandò lei gelida.

Lui sembrò non accorgersene, nemmeno mentre lanciava in aria, sicuramente senza accorgersene, l’intimo della ragazza.

-Dove diavolo è finito? E tutta questa roba di chi è?!? – si chiedeva, ignaro del pericolo che stava correndo.

Se ne accorse troppo sardi, quando un pugno devastante lo investì in piena faccia.

-HIROTOOOOO!!!!!!!!!!  CHE COSA STAI FACENDO?!?!?!? –

Sulle prime Ryoko credette di averlo ucciso, che fosse morto sul colpo, ma poi quando l’altro diede segni di ripresa si sentì più tranquilla.

-Maledetto Kiyama, c’è solo una regola che devi rispettare se ci sono io…. NON TOCCARE LA MIA ROBA. Mai, e per nessuna ragione. – sillabò lei, cercando di essere più chiara possibile.

-M-mi dispiace…stavo cercando una cosa, ero convinto che fosse la mia valigia! –

-Oh, certo. E tu, vedendo libri di psicologia e biancheria da donna non ti sei  posto nemmeno una domanda, logicamente! -

-Ehm… non ci avevo fatto caso! -.     Ryoko avrebbe volentieri sbattuto la testa al muro, in preda all’esasperazione, ma prima,

Su quel muro ci avrebbe spaccato la sua di testa.

-Razza di emerito cretino, posso almeno sapere cosa cazzo stavi cercando nella MIA valigia? – chiese in falsetto, per non rischiare di sputare fiammate.

-Il mio tigrotto di peluche, perché? –

 

-Terumi.-

-Atsuya.-

-Terumi.-

-Atsuya.-

-Terumi.-

-…..Ti detesto, lo sai? Sei troppo perfetto per me. –

-Oh, anche io ti detesto. Sei troppo amato per me.-

-E stare in stanza con te non si prospetta entusiasmante. – terminarono insieme i due neo-coinquilini, con sorrisi di disgusto.

Potevano odiarsi quanto volevano, ma entrambi sapevano che se avessero avuto problemi, nessuno dei due avrebbe esitato a parlarne.

Sotto sotto, molto sotto, quei due si volevano bene.

 

Kiri avrebbe pagato oro pur di far dormire insieme la sorella ed Ichinose, senza dubbio.

Ma sul suo biglietto vi era proprio il nome di Aki.

-Oneechan, ti aiuto a portare le valige! – la fermò lei, sorridendo.

La mora cedette uno dei due bordoni all’altra, per poi sorridere in modo inquietante.

Massì, in fondo di occasioni per avvicinare i due ne avrebbe avute a bizzeffe.

Perché non godersi una notte con la sua amata sorellona?

Anche lei sorrise di rimando, chiedendosi quale pensiero portava in grembo la sua sorellina, e tremando per la paura.

 

-Allora, come ti sembra Naoko? –

-Un ragazza solare, ma anche gelida…. –

-Che paradosso, Hana-chan!!-

-Già. Com’è essere la sorella del lupo dei ghiacci? –

-Beh, ha pro e contro. Diciamo che avrebbe avuto più lati positivi se avessi avuto una vita sociale anche nell’infanzia… – rispose calma Himeka, sdraiandosi sul letto con le braccia incrociate dietro la nuca.

-Oh, mi dispiace… -

-Ma figurati! Mi sto riscattando più che bene, Hana-chan. –

-Bene! Allora aiutami a sistemare le valigia, dai! –

-Ooooh mi sento maaale sto morendo lo seeento!!! – gridò agonizzante l’altra accasciandosi sul letto con fare teatrale.

Quella sera la Kurabe apprese due fatti rilevanti relativi alla Fubuki.

1)      Era davvero una pigrona.

2)      Aveva una pessima recitazione. Davvero pessima.

 

-Haruhichan, cos’è questo odore? – chiese Hisa portandosi le mani sul volto, per filtrare l’aria.

-Oh, è un mazzo di fiori che ho colto passeggiando con Hikaru-sama. – le rispose, inondando la faccia in un mazzo bianco.

-Sono gelsomini? –

-Esattamente. Mi piacciono molto, hanno un profumo intenso e dolce… Ne sei allergica, per caso?-

-Oh, no. Il fatto è che sento gli odori forti in modo più nitido. È un buon profumo. Hikaru-sama si intende di fiori?-

-Molto. Non è che mi aiuteresti a mettere in ordine la valigia?-

-Certamente!- esclamò la rossa rimboccandosi le maniche. –AL LAVORO!!!-

 

-Reina-chan, mi passeresti quella busta? –

-Alis, - iniziò la blu mentre consegnava un sacchetto viola alla sua compagna. –Tu sei innamorata? –

-Innamorata? Beh, credo di sì. Chi non è innamorato qui, in fondo?- aggiunse facendo l’occhiolino.

-In effetti questa estate si prospetta un vero e proprio chaos… Chissà quante cose succederanno!-

Lei si fece pensierosa, poi si rilassò in una risata cristallina.

-Non oso nemmeno immaginarlo, Reina-sama!-

 

La cena alla fine si svolse in modo più tranquillo del previsto, tra sguardi assassini di Fuusuke,

e sguardi preoccupati di Himeka rivolti all’occhio di Ryo.

 

 

-Tu c’eri per me, quando il mio occhio veniva trafitto dalle lame, Himeka?

-Non c’ero, Ryo-kun. Ma da oggi ci sarò.

[ Ryo ed Himeka ]

 

 

*Angolino KKKKKarino KKKKKarino*

Cavolo, è lungo questo capitolo!!! 8D

Beh, sono in ritardo. Tanto per cambiare.

Sotto la supervisione di Miam, codesto capitolo :3

Ditemi se vi piace, perché ho sempre meno recensioni D:

Dannati, RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE  @_______@

Anche se fa schifo @.@  fatelo lo stesso @.@

Beh, in effetti è lungo. Quindi la finisco qui.

Nel prossimo capitolo Misaki Matsumoto.

E poi BASTA OC *-* vi prego *-*

See you guys <3

 

Angy <3

 

 



   
 
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