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Autore: eleanor89    11/12/2011    11 recensioni
Questa storia racconta dei Malandrini e di tutte le persone venute a contatto con loro a Hogwarts e negli anni successivi; tanti pezzi di vita che possono avere un significato importante nelle loro esistenze o essere episodi di normale quotidianità.
Avanti e indietro nel tempo, momenti di gioia e di dolore: ecco a voi una lunatica e pessimista Lily Evans, Un Frank Longbottom calmo e che non si lascia influenzare dai suoi pazzi amici, una Alice sportiva e dura, una Mary McDonald civettuola e allegra, e naturalmente Severus Snape, Regulus Black, i Lovegood, tutto l'Ordine della Fenice, compresi i magnifici Prewett, la spaventosa Dorcas, e tanti altri ancora.
Ultimo capitolo: Come Alice soprannominò James "Capitano": "James individua Alice da sola il giorno dopo Natale e pensa che avrebbe preferito non aver stampato sulla fronte il segno di una delle pantofole pelose di Remus, che Sirius gli ha lanciato quando ha ripreso a cantare. Le pantofole sono state trasfigurate da lui – ed è abbastanza sicuro che Remus le preferisca così – ed è ingiusto che siano state usate per tentare di stroncare la sua futura carriera."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '70's students.'
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Hello! Una piccola nota: LO SO che non tutte le donne diventano pazze a causa degli ormoni e tutta la prima parte è soprattutto in chiave comica, anche se c’è da dire che ALCUNE diventano così e con ALCUNE mi riferisco a ciò che so che sarò se mai sarò io quella incinta durante l’estate, considerato che ora che non lo sono ho già i miei bei momenti di lunaticità e di voglie. Oltretutto se Mary e Marlene fossero state qui e incinte, loro sarebbero state l’esempio di persone che prendono la situazione in modo più equilibrato. Comunque non è da intendersi come la mia visione delle donne incinte o delle donne in generale, lungi da me il volerCi offendere con questo. È che Lily è una che di solito reprime le lacrime, che si arrabbia facilmente, che ride facilmente, e lei e Alice sanno della Profezia, sono in guerra, fa più caldo del solito, sono chiuse in casa…

 

 

In più ne approfitto per dire che ho preso una piccola ispirazione da Friends, dalle Rachel e Phoebe incinte per l’esattezza.

 

 

 

All’estinguersi del settimo mese. [30 – 31 luglio]

 

 

«OH GODRIC!»

Frank, Sirius, Remus, Peter ed Edgar, tutti seduti sulle poltrone di casa Longbottom, si alzarono di scatto e corsero verso la cucina, dove Alice aveva insistito per essere lasciata sola a preparare il tè.

«Che succede?» domandò Frank, bacchetta alla mano. La sua espressione divenne preoccupata alla vista della moglie che si massaggiava il ventre, «Sta per nascere?»

«NO che non sta per nascere!» strillò lei, facendoli sobbalzare, «Ho sbattuto di nuovo contro questo stramaledetto vaso, mi spieghi cosa ci fa in cucina?»

«È un-»

«Lo stramaledetto portafortuna di tua madre, lo so, me ne fotto! Ogni volta che mi avvicino alla finestra il mio enorme pancione lo urta! Non è un portafortuna, tua madre vuole torturarmi!» strillò lei, «Perché diavolo questo bambino non si sbriga? Doveva essere nato a inizio agosto, tanto lo sappiamo che nascerà prima della fine, quindi perché non si muove?». Alice abbassò la testa e si rivolse al figlio: «Muoviti!»

«Dobbiamo andare!» affermò Sirius di slancio, afferrando Peter. Remus li seguì di gran carriera.

«Dove andate?» domandò ansiosamente Edgar, «Non lasciatemi qui!»

«Sei il testimone e padrino, come Sirius, quindi ti tocca. Infatti stiamo andando da James e Lily perché a lui toccano loro.» rispose Remus frettolosamente.

«Questo vuol dire che mi mollerete lì?» domandò il Black in questione, terrorizzato.

«Ed è più sicuro?» chiese Edgar, guardandosi indietro come un animale braccato.

«NON MI IMPORTA! TUA MADRE È UNA VECCHIA ARPIA! SPOSATI LEI SE VUOI TENERE LA SUA IMMONDIZIA!»

«Edgar, anche casa dei miei genitori sarebbe più sicura per noi, al momento.» disse Sirius tetro.

 

«Da quanto non vedete Lily?» domandò Peter.

«Un mese, io e Dedalus eravamo alla ricerca di...» la voce di Sirius si spense. Caradoc era ancora una ferita aperta per l'Ordine.

«Due mesi.» rispose semplicemente Remus.

«Lily diventava isterica col caldo? Al momento non lo ricordo... comunque poi è meno incinta di Alice, sarà meno isterica, no?»

«Ripeti ancora isterica, Sirius.» borbottò Remus, passandosi una mano sulla fronte sudata.

«Proprio quest'anno doveva essere così afoso...» si lamentò Peter.

«Perché ho promesso a Prongs che saremmo passati?»

«Perché è il tuo migliore amico e non sai tenere la bocca chiusa.»

«Grazie del supporto del cazzo, Remus. E poi scusa tanto, se non vuoi venire a trovarli non venire, io di certo non li abbandono solo perché ho pau-sono preoccupato per la possibile isteria di Lily.»

«Stavo scherzando.» si lamentò Remus, «Cos'è, col caldo diventi incinto anche tu?»

Sirius lo guardò male; Peter rise.

 

Ad aprire la porta fu un James più pallido e spettinato del solito.

«Salvatemi.» disse loro a mo' di saluto.

«Ci vediamo.» disse Peter, girando i tacchi. Sirius lo afferrò per la collottola e lo sbatté contro James.

«Entra e muori con dignità, Wormtail.»

«Ditemi che vi siete ricordati i gelati.» mormorò James.

«Dovremmo?» domandò cautamente Remus.

«Ragazzi!» li salutò Lily, arrivando loro incontro con aria esausta.

«HANNO DIMENTICATO IL GELATO!» urlò James, facendoli sobbalzare e correndo verso l'altro lato della stanza.

«Ehm... James? Prongs?» tentò Remus mentre gli altri lo guardavano con tanto d'occhi.

«Sei scemo?» domandò Lily ovviamente, «Posso reggere senza. E ti avevo detto di non chiedere favori per lettera, che ce ne si dimentica… Ma non mi importa.»

Tutti e tre ebbero l'impressione che Lily gli avesse dimostrato il contrario fino a poco prima, ma tennero la bocca chiusa sull'argomento.

«Potremmo anche passare a prenderlo ora.» propose Sirius nervosamente.

Lei si voltò di scatto a guardarlo, poi i suoi occhi le si inumidirono e lei si portò le mani alle labbra.

«Lo faresti per me? Con questo caldo?»

James spalancò la bocca oltraggiato mentre a Sirius si gonfiava il petto e lui assumeva un’espressione molto eroica. 

«Ovviamente. Andrei anche a piedi per te.»

«Oh, sei così dolce, Padsy!» squittì lei, andando ad abbracciarlo. Sirius ricambiò subito con l'aria di un cane a cui veniva strofinata la testa.

«Io... io andrò con lui!» dichiarò Remus con aria speranzosa.

«Moony, ci sei anche tu! Due mesi!» esclamò lei, scoppiando effettivamente a piangere e andando a gettarglisi addosso.

James aveva ancora la bocca spalancata e indicò prima l'uno e poi l'altro a Peter, che era basito e anche un po’ geloso.

«Che gelato vuoi, Liliuccia?» domandò Sirius; era stato assente solo per quel mese ma nei precedenti era stato onnipresente, specie quando Lily aveva voglie, dato che James cercava di non lasciarla mai sola e quindi le alternative erano due: o lui andava a cercare il cibo che l’amica desiderava, di solito qualcosa di disgustoso - mentre Edgar riferiva che Alice aveva voglie molto più sane - oppure le faceva compagnia mentre era James che andava a scovare pesche ad aprile o qualcosa di cui lei non aveva ricordato il nome ma viola e fresco a giugno, e insieme giocavano a giochi da tavolo per bambini babbani perché lei non poteva fare nulla di pericoloso o suo marito avrebbe avuto un attacco di panico.

E anche lui lo avrebbe avuto, dato che era iperprotettivo quanto James, ma questo cercava sempre di ometterlo quando prendeva in giro il migliore amico davanti ad altre persone.

«Voglio panna e stracciatella.» decretò la donna.

«Okay.» disse Remus, annuendo.

«Con sopra quel biscotto al cioccolato che fa Florian...» aggiunse lei, con gli occhioni lucidi che intenerirono i tre davanti a lei.

«Certo, e un ombrellino.» suggerì Sirius.

«Sì, e aggiungici anche un po' di cioccolato intorno. E una pallina alla fragola e una al caffè. Oh, non è che potresti prendermi anche un ananas?»

«Aha.» disse Peter con voce flebile e guardando la smorfia disgustata sulla faccia di James.

«Sì! Avrò anche il mio ananas!» esclamò lei, saltellando sul posto come poteva e battendo le mani, «Yay!»

«Yay!» ripeté Sirius e lei scoppiò a ridere entusiasticamente.

«È bellissimo! Ha!» esclamò con eccessiva energia, poi chinò la testa e scoppiò di nuovo a piangere.

«No, amore...» gemette James, «Perché piangi adesso?»

«Non lo so perché! Stupidi ormoni! Con le altre donne non è così esagerato!»

«Ogni donna reagisce a modo suo.» le fece gentilmente notare Remus.

«Già, e tu sei sempre stata molto ormonale.» convenne il marito, sincero.

Lily smise di asciugarsi il viso e lo sollevò lentamente, coi capelli sugli occhi e uno sguardo incredibilmente assassino: «Cosa intendi dire?»

Sirius era un Gryffindor nel cuore ed era un buon amico, perciò decise di sacrificarsi, soprattutto considerando il fatto che Lily lo stava coccolando: «James, vai tu a comprare il gelato, io voglio passare un po’ di tempo con la mia sorellina, dopo tanto che non la vedo.»

Le labbra di Lily tremarono: «Mi hai chiamata ‘sorellina’?»

James gli scoccò un’occhiata invidiosa e anche grata e spinse via Remus e Peter con sé.

«Che caruccia che sei.» sghignazzò Sirius, azzardando una pacca sulla sua testa. Lily sorrise in modo adorabile.

E così li lasciarono soli e Sirius si fece strada verso il soggiorno, trovando una sedia rovesciata a terra e lanciando un’occhiata a Lily.

«Stavo litigando con James.» bofonchiò lei. «Non lo faccio apposta, lui è meraviglioso ed io sono così ormonale… E non è neanche una scusa valida.» piagnucolò.

«Essere ormonale è sempre una scusa valida» replicò lui saggiamente. «Litigavate per cosa?»

«James ha detto di non essere un uomo incivile d’altri tempi e che vuole essere coinvolto in tutto.»

«Intendi nella gravidanza?»

«Già.»

«Oh, posso capire come questo innervosisca una donna…» commentò Sirius perplesso.

Lily fece una risatina strozzata. «Vorrebbe entrare in sala parto.»

«Ma perché mai?» inorridì lui.

«È quello che mi chiedo anche io! Alla fine gli ho detto che va bene, purché resti al mio fianco e non vada a vedere cosa combinano i dottori… resterebbe traumatizzato a vita, quello lì.» gemette lei, prendendo una rivista dal tavolo. «Il litigio è partito quando lui voleva leggere questa con me. Me l’hanno data al San Mungo e parla proprio del parto… Finirebbe col non avvicinarsi più a me.»

Stavolta fu Sirius a ridere, raccogliendo la sedia e sedendocisi: «Lils, tesoro, sono sicuro che James verrebbe a letto con te anche se te lo facesse nascere lui il bambino. È James. E non è niente che non abbia già visto, più o meno

Lei gli diede un colpetto di rivista arrotolata sulla testa. «Non essere disgustoso. E comunque potrebbe sempre esserci qualche complicazione, scemo. I dott-no, i guaritori potrebbero dover intervenire e so che questo sarebbe abbastanza per lui.»

Sirius inclinò la testa leggermente, perplesso. «Scusa, cosa vuol dire intervenire?»

Lily arrossì. «Lo sai cosa vuol dire… Quando ci sono problemi di loro danno una mano.»

«Una mano? A spingere?»

«No!» esclamò lei, alzando gli occhi al cielo. «Lascia perdere

«Quello che stai dicendo è nella rivista? Me lo vedo da me.»

«Non credo ti convenga.» lo avvisò Lily.

«Ci sono foto?»

«No.»

«E allora!»

Lei sbuffò e aprì la prima pagina, cercando sull’indice. «Sirius, se ti fa schifo smetti subito di leggere.»

«Lily…» disse lui con lo stesso tono paziente. «Sono un uomo, per favore. Lo so come nascono i bambini, non li portano gli ippogrifi e conosco il procedimento dall’inizio alla fine. Qualunque cosa sia, io e di sicuro anche James potremo reggere. Anzi, James ti ama, quindi sarà lieto di esserti stato vicino in un momento di bisogno, se ci saranno complicazioni.»

Sirius le sorrise rassicurante e poi diede un’occhiata al giornale.

 

«Sirius, apri la porta.»

«NO!»

«Sirius… Mi serve il bagno.»

«NON È VERO! E NE HAI DUE! COME HAI POTUTO FARMI LEGGERE QUELLA ROBA? LA TUA MENTE È MALATA! SONO UN UOMO!»

Lily sospirò, seduta a terra accanto alla porta del bagno dentro cui Sirius si era chiuso a chiave. «Io ti avevo avvisato.»

«Mi hai fatto passare la voglia di fare sesso per sempre! Anzi, no, questo è impossibile… mi hai reso gay, perché potrò rivolgermi solo agli uomini d’ora in poi! Tanto vale che vada a chiedere a Remus di uscire con me! Tanto manca giusto arrivare in seconda base dopo il vischio!»

Lily aggrottò la fronte: «Stai dicendo che normalmente quindi sei bisessuale? Perché non è che se non vuoi farlo con una donna perché hai un qualche trauma, ti rivolgi necessariamente a un uomo. Puoi fare da solo o non farlo

«SMETTI DI PARLARNE!»

«Siamo a casa!» chiamò James in tono allegro. «Ho trovato tutto! Lily? Sirius?»

«Siamo qui!» chiamò lei, alzandosi in piedi faticosamente.

James, Remus e Peter arrivarono subito, gli ultimi due carichi di cibo, e suo marito si precipitò a darle una mano temendo che andasse in pezzi solo perché si sollevava da sola.

«Che succede?»

«Sirius ha letto la rivista sul parto e si è chiuso in bagno. Non vuole uscire. Vedi perché non voglio farti leggere?»

James spalancò la bocca e poi guardò la rivista che lei aveva in mano: «È così brutto?»

Sentirono la chiave girare nella toppa e Sirius aprì la porta del bagno così violentemente da mandarla a sbattere contro il muro, pallido e schifato: «I guaritori fanno cose orribili!»

«Tu lo sai che ho già abbastanza paura di partorire così, vero?» mormorò Lily.

«Fatti drogare!» ribatté lui a voce altissima. «Io dovrò uscire con Remus d’ora in poi, sto peggio di te!»

«Ti ho già detto-»

«Ho voce in capitolo in questo?» domandò Remus debolmente.

«No, tu sei a mia disposizione.» rispose Sirius, «Lily, per l’amor… fatti drogare sul serio, okay? È terribile, terribile! E appena le mie gambe saranno un po’ più stabili me ne andrò a casa. James!» esclamò poi, afferrandolo per la maglietta, «Non andare! Lascia che sia tutto un mistero! L’ignoranza è sottovalutata! Altrimenti non avrai mai più figli con nessuna!»

«Posso sapere cosa gli hai fatto leggere, Lily?» chiese Remus stoico.

«Complicazioni. Parto.» rispose lei telegrafica, «È meglio per te se lasci perdere.»

«Non ne avevo dubbi.»

«Mi fa male il cuore…» piagnucolò Sirius, con la fronte poggiata allo stipite e il tono estremamente drammatico.

James guardò Lily e si grattò la testa. «Facciamo che provo ad accompagnarti in sala parto e ti tengo la mano, eh? Non guardo niente, tanto non era mia intenzione, e non chiedo niente.»

«Meglio

«Puoi farmi un favore?» mormorò Sirius, voltando la testa verso di lei. «Lascia perdere quella rivista, ti spaventi e basta. Tanto va come deve andare. Lascia perdere le complicazioni, che a quelle ci pensano i guaritori e concentrati su quello che dovrai fare tu, tipo spingere e respirare.»

«Non respira già di suo?» chiese Peter, spalancando gli occhi.

«Remus, colpiscilo da parte mia quando hai le mani libere. Certo che respira di suo! Volevo dire quel modo in cui si respira pre-parto… Me l’ha spiegato Andromeda!» spiegò alle occhiate sconcertate degli altri.

«Possiamo andare ad appoggiare il gelato e il resto della roba in cucina?» domandò Remus, continuando ad osservare Sirius sospettosamente.

«Sì… Lily, ne hai ancora voglia?» chiese James con aria saputa.

Lei assottigliò le labbra, roteando gli occhi per guardare dall’altra parte. «Ehm…»

«Lo sapevo.»

 

«Frank, se devi lavarti i denti entra adesso.» chiamò Alice, asciugandosi in fretta dopo essere uscita dalla doccia.

Il marito entrò timidamente e cercando di evitarne lo sguardo. Quando però la guardò in faccia vide che era tranquilla e si rilassò.

«Scusa, è che sai che odio non lavarli subito.»

«Tranquillo. Non è colpa tua, sono troppo lenta…» borbottò lei, sbuffando quando si rese conto che le era caduta la maglietta a terra. Frank intercettò la sua occhiata omicida e si tuffò a raccoglierla. «Grazie.» gli disse, irritata.

Lui rispose con un cenno della testa, lavandosi di fretta i denti mentre lei terminava di vestirsi. Alla fine Alice si appoggiò al lavandino e sbuffo di nuovo. «Mi dispiace di essere così isterica. Tua madre…»

«Guarda, devi lasciarla perdere. I guaritori ti hanno detto che va tutto bene così…»

«Lo so! E non è umano dare della grassa a una donna incinta! I guaritori dicono… Giusto, come hai detto tu! E poi io sono sempre stata di costituzione robusta! Cosa me ne frega a me se lei non è ingrassata quanto me?» ringhiò lei, e poi si portò le mani al viso, «Appunto. Mi dispiace. Tua madre mi rende sempre isterica di per sé, e poi c’è il fatto che fa caldo, che il bambino è in ritardo… e lo sappiamo che nascerà prima della fine di luglio, è inutile che perda tempo così, e c’è la guerra…»

«E se non nasce entro-»

«Frank. I guaritori hanno detto che è questione di giorni, forse ore. Non so perché Neville…»

«O Daisy…»

«Se la prenda così comoda, ma non sperarci. Non possiamo permetterci di sperare che la Profezia non sia su di noi, ne resteremmo troppo delusi. Lily se la caverà perché il bambino deve nascerle il mese prossimo, ma noi… è su di noi, punto.» disse Alice, «E comunque è maschio, vedrai.»

«Lo so che hai paura e lo so che sei arrabbiata per un sacco di motivi… e se noti, non me la sono mai presa con te per questo. Va tutto bene, Alice, sei sempre stata una persona ragion… da quando ci siamo sposati sei sempre stata una moglie ragionevole, dopotutto, adesso tocca a me fare la persona con la testa sulle spalle.»

«Hai sempre fatto la persona con la testa sulle spalle.» sorrise lei, massaggiandosi la pancia rotonda.

«Stai andando benissimo. Ogni tanto esplodi, ma chi non lo farebbe con tutto lo stress e mia madre in giro?» sorrise anche lui.

«Giusto… e poi mi manca Lily… mi manca poter uscire di casa… E senza offesa, ma vorrei avere discussioni con altre donne ogni tanto. A volte è venuta Dorcas, va bene… ma…» Alice esitò, «Dorcas mi fa un po’ paura.»

«Dorcas fa paura a tutti, Ali.»

Lei sospirò e poi sbatté entrambe le mani contro il lavandino, facendo sobbalzare Frank. «Maledizione, mi ero appena vestita!»

«Cosa c’è?»

«Mi si sono rotte le acque.» sbottò lei, cercando di ignorare le immagini di guerra che le stavano passando davanti agli occhi e di concentrarsi sul fatto che stava per essere una mamma. «In effetti avevo i crampi. Ora, per prima cosa ho la valigia pront-»

«MERLINO, MORGANA, GODRIC! Cosa facciamo? Cosa facciamo? Qual’era il piano per le emergenze?»

«Fra-»

«CHIAMO EDGAR!» le urlò lui, scappando con lo spazzolino ancora in mano.

Alice restò a guardare la porta con aria sbalordita.

Frank, dimenticato tutto quello che doveva fare in quella situazione nonostante avesse stabilito lui stesso i passi da compiere per non complicarsi troppo la vita, dimenticato anche come produrre un patronus e soprattutto che per anni era stato il più calmo del gruppo e poteva occuparsi della situazione restando tranquillo come al solito, si tuffò contro il camino quasi colpendone il marmo con la testa e accese un fuoco gettandoci dentro la giacca che aveva recuperato da una sedia della cucina.

«EDGAR! EDGAREDGAREDGAR!»

L’amico si precipitò da lui, con i gemellini alle calcagna. «Mangiamorte?»
«Le si sono rotte le acque! Sta avendo il bambino adesso! Ci serve un mezzo babbano, non posso portarla all’ospedale con la scopa!»

«Non avevi preso una macchina proprio per questa evenienza?» si stranì lui.

Frank restò in silenzio per un momento. «Giusto. VIENI QUI! Smaterializzati! Chiama tutti!»

Non gli diede neppure il tempo di rispondere, saltando fuori dal camino e sobbalzando alla vista di Alice che si avvicinava a lui con la faccia che gridava “idiota”. «Perché sei in piedi? Siediti! No, stenditi! No, siediti!»

«Frank…»

Edgar si smaterializzò in quel momento fuori - Frank poteva vederlo dalla finestra e quasi scoppiò in lacrime - ed era in compagnia di Sirius che aveva recuperato nelle due smaterializzazioni che gli erano servite per arrivare a casa loro. Sirius stava già armeggiando con lo specchietto per chiamare James.

«Ragazzi! Ragazzi! Il bambino! Sta nascendo!» urlò Frank.

«Ma ora?» domandò Sirius, appena aperta la porta.

«No.» rispose Alice per lui, «Ha un attacco di panico.»

«Chi ha un attacco di panico? Per l’amor di Morgana, Alice, siediti! Vuoi partorire in piedi?»

«La valigia con la roba per l’ospedale?» domandò Edgar con calma.

«In camera mia, nel mio armadio. È rossa.»

«La macchina?» domandò Sirius, «Oi, James, Alice sta avendo il bambino e Frank è nel panico.»

«Arrivo.» disse James con un gran sorriso, «Il tempo di chiamare Peter per far compagnia a Lily!»

«Falle gli auguri e dille che passo appena troviamo una macchina anche noi!» gridò Lily.

«Appena li porto all’ospedale passo a prendere voi!» la rassicurò Sirius.

«Guidi tu, Sirius? Io non penso di poter guidare.» disse Frank ansiosamente, «Avrei dovuto prendere la patente, sono un padre orribile! Alice, come ti senti? Ti devo portare qualcosa?»

«Devi portare me all’ospedale…» gli ricordò Alice massaggiandosi le tempie.

«Hai mal di testa? Mal di pancia? Le contrazioni?»

«Frank, ti amo, e quello che sto per fare aiuterà sia me che te.» disse lei, prima di colpirlo con un pugno.

Sirius lo guardò cadere a terra di peso, svenuto sia per il colpo che per l’agitazione e probabilmente il fatto che negli ultimi minuti non aveva respirato, e poi disse: «Appena arriva James lo carichiamo in macchina così.»

«Grazie.» disse lei, solenne.

Nel giro di cinque minuti tutto l’Ordine era in posizione per tenere sottocontrollo la strada che avrebbero dovuto fare fino all’ospedale, Sirius era alla guida dell’auto che Dung gli aveva procurato, Alice era seduta accanto a lui e faceva respiri profondi, Frank era steso tra James, Edgar, Dorcas e Remus nel sedile di dietro che era stato allungato grazie alla magia.

«Dorcas, entri anche tu con me, vero?» domandò Alice, che cominciava ad avere un po’ paura.

«Certo. Non sono diventata Medimaga per niente. Vuoi che dia un’occhiata alla testa di Frank, anche?»

«Nah, era solo un pugno. È svenuto perché è stupido.»

«Concordo.»

James tentò di trattenere una risata, finendo con lo sghignazzare con Remus.

«Beati voi che ridete, sono così nervoso…» borbottò Edgar.

«Anche loro, per questo ridono.» disse Sirius, divertito. «Quasi arrivati.»

«Peggior viaggio in macchina di sempre.» commentò Alice, «Non per come guidi, ma continuo a pensare al fatto che tra poco dovrò partorire…»

«Non entrare nei dettagli, Lily mi ha creato seri problemi con questo.»

Alice gemette, «Avrà letto gli opuscoli che ci hanno dato al san Mungo: “Non vuoi un bambino a due teste? Passa a trovarci!”»

«Cosa?» strillò James, appendendosi al suo sedile. «Può succedere?»

«NO!» urlarono tutti, esasperati.

«Ma come possono scrivere cose del genere?» inorridì lui, «Ci credo che Lily era spaventata a morte…»

«Non è l’unica… Vorrei che Frank non fosse una tale gallina e venisse con me…»

Ci fu un momento di silenzio, poi Dorcas rise sguaiatamente.

«Potresti spiegare quello che hai appena detto?» domandò Sirius lentamente, cercando di non distrarsi dalla guida. Aveva la tendenza a ridere agitando tutto il corpo e non era il caso di avere un incidente in quel momento.

«Frank è svenuto l’ultima volta che gli ho chiesto di entrare in sala parto con me. Oh. Avrei dovuto immaginare che avrebbe avuto un attacco di panico oggi… Comunque, avrei voluto qualcuno a cui stringere la mano…»

«Alice, posso entrare io se vuoi.» offrì James di slancio. «Io voglio aiutare come posso! Senza offesa, Ed, se vuoi andare tu…»

«Neanche morto.» disse Edgar con un gran sorriso.

«Perché sei così disponibile?» domandò Remus, aggrottando la fronte.

«Non lo so! È che le donne passano nove mesi incinte con tutto quello che comporta e poi devono affrontare anche il parto… e così nasce una famiglia, no? Ed è meraviglioso ma fa male e fa paura, quindi voglio fare il possibile per renderlo un pochino più facile per loro, facendo compagnia e roba del genere.»

«Capitano, questa è una cosa bellissima…» mormorò Alice con le lacrime agli occhi. «Ma non so quanto sono a mio agio con te affianco a me che sto senza niente addosso se non un camice.»

«Diretta.» sghignazzò Sirius.

«Dai, Ali, non vedo mica nulla, sarò affianco a te con uno sgabello o qualcosa a tenerti la mano! E poi insomma, tu mi hai visto nudo, stare in una stanza dove tu sei quasi nuda ed io non vedo niente non è neanche essere “pari”!» la stuzzicò lui.

Alice rise mentre Sirius parcheggiava l’auto: «Vero, vero. Me n’ero scordata.»

Tutti si voltarono a fissare James, compreso Remus che aveva appoggiato un gomito sulla testa di Frank, che era poggiata a una sua gamba, e teneva la testa reclinata sulla mano guardandolo con espressione incuriosita. Sirius aveva sollevato le sopracciglia più in alto che mai, Dorcas aveva assottigliato lo sguardo ed Edgar fece schioccare la lingua prima di chiedere: «Nudo?»

«Bene!» esclamò James, aprendo di scatto la portiera. «Ti aiuto a scendere, Ali!»

Alice rise ancora più forte.

 

«È UN MASCHIO!» urlò Sirius, aprendo la porta con un calcio. Lily e Peter lo accolsero con urla festose e poi lei cominciò a piangere, andando ad abbracciare James che era arrivato con lui e Remus.

«È nato in un attimo.» disse Remus, scuotendo la testa senza riuscire a smettere di sorridere. «Il tempo di entrare e c’era già il piccolo Neville tra noi.»

«Vero.» disse James, «Io sono entrato con lei perché Frank era svenuto.» aggiunse orgogliosamente.

«Frank è svenuto? Per la paura?» rise Lily.

I ragazzi si scambiarono un’occhiata.

«Guarda, in un certo senso sì.» disse Sirius cautamente.

«Appena si è risvegliato è entrato in sala anche lui.» le fece sapere Remus, «C’è voluta un’ora in tutto.»

«E non è stato traumatico, quindi…» mormorò Lily, un po’ intimorita.

«Non ha neanche urlato come dicono che succeda.» rispose James entusiasticamente. «Dorcas ha detto che non tutti i parti sono dei bagni di… sono tremendi come dicono.»

«Bene.» annuì Lily, soddisfatta. «Poi andremo a trovarla.»

«Per sicurezza aspettiamo che siano tornati a casa, Lil. Ah, non lasciare che Dedalus si avvicini al nostro, quando sarà il momento. Ha rovesciato due sgabelli nel tentativo di raggiungere la culla.»

Lily rise, prima di rendersi conto che parlava sul serio e sgranare gli occhi.   

«L’avete sbattuto fuori, vero?»

«Lo abbiamo spedito nell’importante missione di trovare fazzoletti per Frank che si è sciolto in lacrime.» le comunicò James allegramente, minacciando poi gli altri con un’occhiata assassina.

«Sì, solo lui.» commentò Sirius ovviamente, ammiccando all’amico.

«James, amore, ho finito tutto il cioccolato…» lo informò Lily in tono languido. «Ragazzi, cosa posso offrirvi invece? Una Burrobirra?»

James fissò a bocca aperta le scatole vuote sul tavolo mentre Remus commentava che una Burrobirra non era una cattiva idea e Peter nascondeva gli ultimi cioccolatini in tasca. Sirius gettò i volantini del san Mungo nella spazzatura senza farsi notare.

«C’era tutto l’Ordine. Bel modo di non farsi notare. Moody aveva la schiuma alla bocca.» disse infine James quando si fu ripreso.

Lily rise. «Beh, con un po’ di fortuna non l’avrà notato nessuno! Che ore sono, le dieci di sera? Forse…»

Gli altri la guardarono, chiedendosi il perché dell’interruzione, e videro che lei aveva smesso di sorridere e aveva una mano sulla pancia. «Qualcosa non va.»

In un attimo James era accanto a lei, «Con il bambino?»

«Ho avuto dolori da quando te ne sei andato. Pensavo fosse la mia immaginazione, pensavo di essermi fatta suggestionare…» mormorò Lily, terrorizzata.

«Non puoi averlo ora, manca ancora un mese! E più!» esclamò Peter, sbalordito. «È luglio!»

«È…» Lily sgranò gli occhi. «James, non posso avere questo bambino ora!»

«Lily, mancano praticamente quattro settimane, sono sicuro che non è così pericoloso come pensi…» cominciò Remus, pensando che lei fosse spaventata all’idea che fosse troppo prematuro.

«Sentite tutti, la macchina è ancora qua fuori, possiamo portarla e vedere cosa ci dicono i Medimaghi. L’Ordine è ancora lì, è abbastanza sicuro.» annunciò Sirius, suonando nervosissimo nonostante cercasse di restare calmo.

«Non è ancora detto, Lily.» sussurrò James, prima di alzare la voce: «Sirius ha ragione, andiamo subito.»

Il viaggio in macchina stavolta fu in completo silenzio, rotto soltanto da qualche piccolo lamento di Lily, che era così spaventata da non riuscire più a controllarsi. Alla fine James le prese le mani e le baciò una tempia.

«Lily, qualunque cosa succeda andrà tutto bene. Ci sono io con te.»

«E se nasce oggi? A fine luglio?»

«Se nasce oggi dobbiamo solo esserne felici e festeggiare, d’accordo? Non capita tutti i giorni di nascere.»

«Quello che dici non ha senso.» ribatté lei, stavolta con un mezzo sorriso.

«Come va la pancia?»

«Fa sempre più male… spero che stia bene…»

«È un Potter, i Potter stanno sempre bene.» disse lui.

Remus annuì, guardando fuori dal finestra. «Con tutte le volte che io e Sirius abbiamo cercato di ammazzare James, su questo ci puoi contare.»

«Lo so, anche io ho cercato di ucciderlo.»

«Tesoro, io sono ancora qui. Sono quello che ti sta rassicurando, in teoria.»

 

Arrivarono al san Mungo ridendo, perché James era volontariamente riuscito a rendersi dieci volte più ridicolo del solito, distraendo in parte Lily dalle sue paure. Una volta arrivati nel piano che avevano lasciato un’ora e mezza prima, incontrarono Sturgis ed Elphias che parlavano accanto alla camera di Alice e che smisero immediatamente non appena li videro.

«Lily? Credevo non sareste venuti qui!» li salutò Elphias, togliendo il cappello per dare una sistemata ai capelli bianchi.

«E Dorcas dov’è?» domandò Sirius, ignorandolo.

«Le ho dato il cambio.» rispose Sturgis, «Che succede?»

«Qualcosa non va con Lily.» rispose Remus più cortese.

«Oi, tu!» chiamò James in quel momento, andando a fermare un guaritore che aveva conosciuto poco prima. «Mia moglie ha qualche problema…»

Lily e Peter si scambiarono un’occhiata, e notando quanto l’amico fosse pallido e tremante fu lei a sorridergli incoraggiante.

Il guaritore chiamò una collega e Lily fu portata in un’altra stanza, mentre Sirius andava a parlare con Frank e Alice per informarli e soprattutto per mantenere la mente occupata.

Quando James entrò nella stanza degli amici tutti si fecero attenti. Frank, occhio nero e bambino in braccio, si mise a sedere.

«Sta per avere il bambino. In teoria doveva nascere a inizio settembre ma è sorprendentemente bello grosso, forse è la magia che ha aiutato a-»

«Quindi tutto bene?» lo interruppe Sirius e James annuì, sebbene non sembrasse per nulla calmo.

«Io vado da lei. Potrebbe volerci un po’ quindi se volete tornare a casa-»

«Ma sta zitto!»

«Vattene, Jim.»

«Facci sapere!»

«Auguri!»

«Fuori di qui!»

James sorrise a tutti loro, tornando al normale se stesso che tutti adoravano e quasi sogghignando alla vista di Neville che dormiva placido tra le braccia dell’ugualmente tornato sano di mente Frank, e si dileguò.

Raggiunse in fretta Lily, che gli afferrò la mano nel momento in cui lo ebbe abbastanza vicino. «Non lasciarmi.»

«Mai.»

«Sono davvero felice che tu sia qui.» confessò lei. «Non mollare la mia mano.»

«Mai.» ripeté lui, sfiorandole la fronte.

«Non possiamo darle una pozione che tolga del tutto il dolore per non rischiare di addormentare il bambino. C’è qualche segno di sofferenza da parte sua…» cominciò la Medimaga e Lily annuì subito.

«Non fa niente. Voglio solo che stia bene. E che nasca entro un’ora e mezzo.»

 

Tre ore dopo Sirius, che era uscito a prendersi un caffè, sentì Lily urlare diverse cose riguardanti la Medimaga che apparentemente le aveva detto di resistere ancora un po’ e che lo fecero quasi arrossire. James aprì la porta un attimo dopo, ridendo, e lui restò a fissarlo.

«Ma sei scemo? Cosa ridi

«Rido per non piangere. E poi Lily ha sempre avuto una certa inventiva per gli insulti. Hai mica qualcosa di freddo in mano?»

«No, perché?»

«Perché vuole del ghiaccio da mettere in fronte. Sta bollendo, poveretta.»

«C’è caldo, in effetti.» constatò Sirius, accelerando il passo per stargli accanto. «Ancora niente?»

«Siamo quasi lì. A qualche secondo dallo spingere. Apparentemente Lily ha una soglia del dolore molto bassa per certe… situazioni, il che forse spiegherebbe molto della sua isteria negli anni passati o forse non ci ho capito niente, e in più non possono anestetizzarla più di tanto. E ha paura, ovviamente, è talmente sotto stress che mi stupisco non sia ancora crollata.»

Sirius guardò l’amico prelevare una bibita ghiacciata e poi commentò: «A volte ho la sensazione che tu e lei mi nascondiate qualcosa riguardo a questa gravidanza.»

La faccia di James gli disse che era così.

«Comunque.» disse l’altro con disinvoltura. «Sta aspettando me. È meglio che vada prima che si renda conto che l’ho messa incinta io e mi voglia ammazzare. Senza contare che la Medimaga parla in modo un po’ troppo scazzato. La volevo ammazzare pure io. Solo perché Alice è stata fortunata e ha avuto un travaglio di due millesimi di secondo non vuol dire che sono tutte così.»

«Vai vai, che se… Ma ci sono complicazioni?» domandò Sirius, pensando inorridito a ciò che aveva letto quel giorno.

«Se sta nascendo in anticipo direi che-»

«No, voglio dire… Lascia stare, preferisco non saperlo.»

«Sembrerebbe che vada tutto bene per ora. A quanto pare Harry voleva nascere oggi ma è sanissimo, a quel che hanno detto i guaritori.»

«Harry?» ripeté Sirius, dimenticando il resto.

James sorrise radiosamente e gli diede una pacca sulla spalla prima di ripartire alla carica.

 

Era il trentun luglio ormai, e due caffè e una tisana per Lily dopo, i Malandrini, Frank, Edgar e una stanca Alice trasportata su una barella al volo da un apprensivo Sirius che si era fatto prendere dall’iperprotettività anche con lei, erano tutti riuniti a vedere il secondo nato dell’Ordine della Fenice, che stava semplicemente guardandosi intorno senza piangere.

«Voglio un bambino.» commentò Sirius dal nulla.

«Guardalo, si capisce già che avrà i capelli del Capitano…»

«I capelli di solito cadono e ricrescono.» fece presente di nuovo Sirius, guadagnando altre occhiate stupefatte. «Salve, Sirius Black, ho una cugina di nome Nymphadora che ha sette anni.»

«Giusto. Comunque secondo me gli restano. Geni Potter e via dicendo.» commentò Remus, spostando con delicatezza la copertina per vederlo meglio. «È adorabile.»

«Vero?» mormorò Lily con dolcezza.

«Avvicinatelo a Neville che gli faccio una foto!» esclamò Edgar, e Alice e Lily si appoggiarono l’una alla spalla dell’altra e sorrisero ai loro bambini.

«Fatta?» domandò Lily, notando poi che Sirius e James stavano cicalando a proposito di che cosa comprare ad Harry. «Ehi, padrino, non lo vuoi prendere in braccio un po’ anche tu?»

L’essere saltellante che aveva preso il posto di Sirius mutò in una rappresentazione del terrore in forma umana, e il ventenne andò a sbattere contro il tavolo che stava sotto la finestra. «Io? Ma hai visto quant’è piccolo?»

«Padfoot…» cominciò James. «Questo è ridicolo…»

«Tu sei ridicolo, ti sei visto? Sembri una tredicenne troppo truccata!»

«In effetti hai le guance parecchio rosse, Prongs…» intervenne Remus in tono indifferente.

«Sta zitto! E poi parli tu, che stavi parlando con la voce di una dodicenne alla prima cotta! Oh ma che carino! Oh!»

«Mi stai dicendo che ero più mocciosa di Sirius?»

«Oh!» protestò Sirius, sollevando un dito medio che poi sbatté contro il tavolo dietro di sé per nasconderlo a Harry. Ebbe appena il tempo di rendersi conto che tanto Harry non avrebbe potuto vederlo prima che il dolore del colpo di nocche appena dato lo facesse guaire e borbottare maledizioni contro James.

«Ti sta bene.» decretò James, trotterellando di nuovo da Lily e appoggiandole una mano sulla spalla. «Te l’ho già detto che sei stata meravigliosa?»

«Solo venti volte da quando siamo qui.» rispose Edgar per lei.

Lily rise: «Peccato che Alice non abbia preso a parolacce nessuno.»

«Non avevo tre ore e mezza di travaglio con una Medimaga cretina che non ti ha dato nessuna pozione per il dolore.» replicò Alice lealmente.

«E poi fa parte di te prendere a parolacce la gente.» le ricordò James, sedendosi accanto a lei e toccando una manina di Harry con un dito. «Ci pensate a quando andranno a giocare al parco assieme? O a Hogwarts?»

«Al parco con zio Sirius, che lo aiutano a rimorchiare.» scherzò il padrino.

«Ma sul serio, io già ce li vedo a giocare a Quidditch assieme per Gryffindor…» sospirò Alice.

«Io preferisco non vederlo ancora a Hogwarts, lo voglio tenere tutto per me e coccolarmelo finchè posso…» commentò Lily, avvicinando il viso al piccolo per potergli baciare la fronte.

«Vero.» convenne James, sorridendo estasiato al quadretto famigliare. «Però mi piace pensare che sarà un genietto in Transfigurazione come il padre…»

«O in Pozioni come la mamma…» disse Lily.

«O anche in Incantesimi sempre come la mamma…» aggiunse Remus.

«E Neville invece sarà un genio in Antiche Rune come il papà o in… In cosa eri brava, Ali?» scherzò Frank e Alice finse di guardarlo male.

«In qualsiasi cosa più di te? Comunque non mi interessano le materie, magari sarà un bravo battitore come me e quello sarà sufficiente. E sarà viziato da morire. Gli manderò pacchi di caramelle e lui sarà imbarazzatissimo perché sua mamma sarà sempre appiccicata a lui, ma tanto poi le dividerà con tutti e diventerà popolare.»

«Grazie alle caramelle?» rise James. «E le dividerà con Harry, che sarà popolare perché è mio figlio e figlio di Lily e quello è sufficiente.»

Tutti risposero con versi di incredulità e insulti, e anche Harry gorgheggiò mentre Neville continuò a dormire.

«Ma ve l’hanno drogato?» domandò Edgar, divertito.

«Ha già preso dal papà.» osservò Frank, altrettanto allegro. «Bah, comunque per me può anche andare da schifo a Hogwarts e nel Quidditch, l’importante è che sia sempre sano e contento.»

«Parole sante.» convenne Lily. «Magari saranno straviziati e abituati a mangiare come se fossero re, visto che tutti e quattro non ci andiamo piano, e magari Neville salterà fuori aggressivo come la mamma e Harry arrogante come il padre, non mi interessa. L’importante è che siano felici e sani e lontani dalla guerra.»

«Eeeeh, la guerra sarà finita e dimenticata per allora!» esclamò Sirius, dando una pacca sulla schiena a Peter che era appena arretrato.

«E io non sono arrogante, sono conscio della mia grandiosità…»

«E io non sono aggressiva, è Frank che se la cerca…»

«E poi credo che verranno fuori due bravi ragazzi, considerato che verranno cresciuti da venti papà e venti mamme che saranno tutti eroi di guerra…» continuò Sirius allegramente.

«Tu sei uno di quelli che lo crescerà. Non potrà mai essere un semplice bravo ragazzo.»

«Prongs, guardati allo specchio ogni tanto. E non per peggiorarti i capelli. È ovvio che sarà un Malandrino.»

«E trascinerà Neville nei suoi casini.» ridacchiò Frank. «E magari anche futuri fratellini e sorelline di entrambi. Scommetto che per loro sarà una pacchia andare a scuola, altro che noi.»

Lily e Alice risero e guardarono i piccoli nello stesso momento, poi Alice sbadigliò.

«Oh, la mammina è stanca.» la indicò Edgar.

«Ho passato la notte sveglia…» fece spallucce lei, mentre Frank faceva di nuovo levitare il suo materassino. «Ci vediamo dopo!»

«Dormi, dormi.» la salutò Lily con un gesto della mano, mentre anche James prendeva in braccio Harry con l’aria di chi l’aveva fatto tutta la vita.

«Guarda, sono istintivamente bravo anche in questo.»

«Sei detestabile.» borbottò Sirius.

«Noi andiamo, siamo tutti un po’ stanchi e immagino che Lily debba riposare…» disse Remus a nome di tutti.

Peter si trattenne per un momento e James lo notò: «Ehi, vuoi tenere in braccio Harry anche tu prima di andare?»

«No!» squittì lui.

«Un altro come Sirius… Solo Remus è un vero Gryffindor qui.» commentò Lily, stuzzicandolo con un sorriso stanco.

«Vero.» disse Peter semplicemente, «Vado via.»

Sollevò una mano in cenno di saluto, e quando fu alla porta Lily si voltò di nuovo ed esclamò: «Vi voglio bene, ragazzi!»

Sirius si illuminò e rispose con un ghigno e un pollice sollevato; Remus arrossì leggermente e sorrise a sua volta, e Peter incassò la testa tra le spalle e poi fece un cenno con la testa.

James guardò Lily e le sorrise immensamente divertito, prima di mettere Harry nella sua culla accanto al letto di lei. «Affettuosa adesso, mh

«Ormoni.» rispose lei con faccia da schiaffi.

«Sì, certo… Vado un momento a chiedere se posso trasfigurare la poltrona per dormirci sopra.»

«Tu fallo e basta!» esclamò lei.

James scosse la testa in risposta e andò a cercare un Medimago, passando oltre Moody che era lì di guardia e che gli strinse la mano rudemente. Lei rise, immaginando la faccia di James, e si sentì traboccare di gioia: non le importava neppure che Harry fosse nato a luglio in quel momento, avrebbero avuto tempo per pensarci e ora voleva solo godersi quei pochi momenti di pura felicità.

Le sembrò che lui la guardasse, per quanto fosse appena nato, e dondolò appena la culla. «Ciao Harry… Lo sai che mamma ti ama tanto, vero? E anche papà e zio Sirius, zio Remus, zio Peter… Tu sei tanto, tanto amato...» sussurrò con un sorriso dolce, «Sei fortunato perché ti coccoleremo tanto tanto e la mamma non ti lascerà mai andare…»

Si accorse che James era tornato solo quando lui fece qualche passo verso di loro, appoggiandosi a sua volta alla culla. «Oh sì, sei un bellissimo bambino fortunato, Harry. Perché anche papà ti starà sempre appiccicato, finché non diventerai un adolescente e ci butterai fuori dalla tua camera. Ma fino ad allora passeremo il tempo a svolazzare in giardino e a far disperare la mamma coi tuoi capelli.»

«Nah… mi piacciono i capelli che mangiano la gente, ormai…»

«Ecco, Harry, quando mamma dice cose strane probabilmente si riferisce a cose nostre successe in passato, tu annuisci e ignorala. Ignoraci tutti e due, anzi.»

«Mi sa che è meglio, Harry caro…» rise Lily, «Quindi dormi sogni tranquilli adesso, che mamma e papà sono un po’ scemi ma ti amano e quindi andrà tutto bene.»

«E ti proteggeremo per sempre.» aggiunse James in tono appena più serio. Lily ne incrociò gli occhi e sorrise.

 

 

 

 

 

 

Non so perché ciò che inizio felice deve sempre finire in modo depresso.

Comunque Alice ha visto James nudo ma James non ha mai visto Alice nuda e questo dovrebbe rispondere alla vostra implicita domanda: ma non avranno mica avuto una relazione anche loro?

Ovviamente spiegherò l’ “incidente”.

 E ho usato la frase “sei tanto amato” perché è l’unica cosa che mi andava bene nel film. Cioè, immagino che Lily abbia fatto in tempo a dirgli almeno UNA frase prima che Voldemort sfondasse la porta, dato lei era in piedi davanti alla culla con lui ancora in braccio. Non come la scena in cui la porta è aperta e lei fa cinque minuti di discorso, magari, però dirgli “ti amiamo tutti” era il minimo. E sono in guerra, quindi che lei ci voglia pensare o no sa benissimo che deve approfittare il più possibile di ogni momento tranquillo.

E questo sta avvenendo un giorno prima la morte di Dorcas, se ricordate Frank aveva proprio un occhio nero e lei aveva già preso in braccio Neville, ma non aveva ancora avuto occasione di vedere Harry e ora sapete perché: era esattamente il giorno dopo e lei non c’era, era a fare la guardia per loro.

 

   
 
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