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Autore: Rox e Mad    12/12/2011    2 recensioni
Quando qualcuno torna da un passato non particolarmente felice,
non è di certo una cosa buona...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo che quella merda dai capelli neri uscì dalla stanza, sfasciai tutto quello che si trovava sulla mia strada. Iniziai dalle candide lenzuola che giacevano scomposte nel letto,quelle stesse lenzuola che ci avevano accolto pochi minuti prima;poi passai ai cuscini che squartai con le dita e le piume vagarono per tutta la stanza,conclusi prendendo a calci di tutto : comodino, materasso, sedie, ma soprattutto muri.
Tutte le pareti erano ricoperte dalle impronte dei miei stivali di pelle.
Notai Duff seduto sulla sedia accanto alla finestra, risparmiai quel mobile solo perché conteneva il culo del biondo.
-Quando cazzo sei entrato?- gli chiesi.
-Oh,da quando hai iniziato a fare casino.-
Allora quell’idiota aveva passato tutto il tempo a fissarmi?
-Bhe,cosa vuoi?-
-Parlare.-
Parlare? Io ho voglia di spaccare la testa a una persona qualsiasi e lui vuole solo parlare? Certe volte mi stupisco dei suoi atteggiamenti così stupidi.
-E di cosa vuoi parlare?-
-Non ti senti un po’ ridicolo? Cosa credevi che Izzy sarebbe tornato tra le tue braccia così,come se niente fosse?-

Rabbia. In quel momento sentivo solo la rabbia che mi infiammava le viscere.
Avrei voluto lanciarmi sulla sua testolina bionda platino e sbatterla su una cosa qualsiasi. Invece mantenni la calma,e strinsi i denti e i pugni.

-Certo che no.- risposi.
-No? E allora perché sei così sconvolto?- 
Eccola,la gallina che va a beccare sempre dove non dovrebbe.
-Ma tu non hai niente da fare alle sei di pomeriggio? Perché sei sempre qui a rompermi le palle,eh? Che cazzo vuoi da me?- iniziai ad alzare leggermente la voce.
Michael mi guardò indifferente,poi si alzò dalla sedia e si avvicinò alla porta.
-Ok,ti lascio sbollire,stanotte sto da Slash e Steven,ma ricordati che domani abbiamo il concerto.-
-Stanotte non dormi qui? Ma non c’è bisogno!-
Ecco,m’aveva preso il panico. Non volevo dormire da solo! Quanto mi sentivo idiota!
Pensieri e paure avevano iniziato a riempire la mia mente,probabilmente Duff notò che qualcosa non andava perché disse :
-Se hai bisogno di qualcosa,devi solo bussare al muro ed io arriverò. Adesso voglio veramente lasciarti solo,non sai neanche cosa dici.-
Il biondo uscì dalla porta di legno immediatamente,ed io non ebbi neanche il tempo di ribattere.
Mi sedetti sul letto e mi abbracciai le ginocchia.
Passai il pomeriggio a fissare le macchie scure che avevo lasciato sulle pareti candide.
Qualcuno mi venne a chiamare all’ora di cena,ma io non detti segni di vita.
Non riuscivo più a pensare,non sentivo neanche il tempo che scorreva,ero come ipnotizzato dalle impronte sul muro.
Alle tre di notte iniziai a piangere copiosamente.
So che erano le tre perché finalmente distolsi lo sguardo dalla parete,e cercai l’orologio che avevo buttato quel pomeriggio in giro per la stanza.
All’improvviso sentivo che la morte stava per incombere su di me,avevo iniziato a sudare freddo. Dietro ogni ombra vedevo un uomo che voleva farmi del male,ogni suono mi sembrava il rumore di un gesto violento.
Mi sentivo solo come un cane,sapevo di aver cacciato tutte le persone che tenevano a me.
Iniziai a battere sulla parete dalla parte di Duff,ma non ricevetti alcuna risposta. Continuai a bussare,sempre più violentemente,ma nessun biondo entrò dalla porta pronto a consolarmi. Non aveva mantenuto la sua promessa. 
Mi sembrava di essere tornato a casa.


La mamma mi cullava sulle sue ginocchia,adoravo le sue braccia calde attorno a me,mi facevano sentire protetto. Le raccontai tutto quello che papà mi faceva quando lei non c’era,le raccontai di quanto fosse stato cattivo e di quanto mi fece male.
Lei mi guardò dolcemente,una ciocca di capelli rossi le ricadde sulla pelle lentigginosa,mi disse che non sarebbe più successo niente,che mio padre non mi avrebbe più toccato.
Disse anche che in realtà lui mi voleva molto bene,sia a me che a mia sorella,ma che aveva uno strano modo di dimostrarlo. Parlò con le lacrime agli occhi. Io decisi di crederle,così cercai di fare il bambino grande e la abbracciai.
Qualche sera più tardi papà tornò a casa arrabbiato e barcollante,come spesso accadeva. Io stavo guardando la tv in salotto,mentre la mamma sistemava la cucina. Improvvisamente mi sentii afferrare le spalle,e qualcuno mi sbattè sul pavimento.
Sapevo che si era agguantato su di me,un’altra volta,come sempre faceva,così cercai di chiamare mia madre,ed iniziai a urlare come un matto.
-Mamma! Mamma! Aiutami!-
-Stai zitto,piccolo bastardo!- mio padre mi tappò la bocca con uno schiaffo,ma io cercai di urlare ancora,anche con le labbra sanguinanti.
Nessuno venne ad aiutarmi,mia mamma non mantenne mai la sua promessa. Rimase semplicemente a piangere in cucina,mentre mio padre mi picchiava a sangue.
Assistette anche a quando mi calò i pantaloni e mi penetrò.
Non riesco a descriverlo,non riesco a descrivere il male che mi fece quella sera.
Finito il lavoro,mi lasciò affogare tra le lacrime sul pavimento del salotto.
Mia madre non ebbe il coraggio di avvicinarsi a me,scappò di sopra e si chiuse in camera con mia sorella. Io rimasi solo,sulla moquette,a tirarmi su i pantaloni.
Avevo sei anni.


Quando finalmente mi addormentai,erano ormai le cinque del mattino.
Ebbi incubi per tutte quelle poche ore di sonno.
Mi risvegliai con delle macchie di sangue sul cuscino,e le labbra screpolate.
Mi guardai attorno e cercai di mettere un po’ in ordine la stanza risistemando sedie e comodino al loro posto. Per le cose rotte,ormai,non c’era più speranza,così semplicemente le mandai con un calcio sotto al letto.
Mi preparai e all’ora di pranzo scesi nella hall dell’albergo,dove mi ero dato appuntamento con gli altri.
Trovai solo Duff. Ma tu guarda che culo sfacciato!
-Dove sono gli altri?- Chiesi freddamente al piccolo traditore.
-Stanno cercando di svegliare Izzy. Passato bene la notte?-
-Oh,benissimo!-
Il biondo mi sfiorò le labbra con le punte delle dita.
-Ma che hai fatto?-
-Niente.- dissi,scansandomi.
Dopo pochi minuti il resto della band comparì miracolosamente.
-Alleluja!- esclamai.
-Oh,senti rossa,quell’idiota non voleva svegliarsi!- si giustificò Saul.
Diedi un’occhiataccia a tutti quanti,e feci per uscire dall’albergo.
-Allora,andiamo?- chiesi.
-Ehm,io e Steven vi raggiungiamo dopo.. Ok?- buttò lì Izzy.
-SE VA BENE? NO CHE NON VA BENE,IZ! L’ULTIMA VOLTA CHE HAI DETTO COSI’ TU SIETE ARRIVATI AL CONCERTO PER MIRACOLO!- Urlai. 
-Oh,Bill,non preoccuparti,questa volta andrà tutto bene!-
-Col cazzo. E lei,chi se la porta dietro?- dissi,accennando a Holly.
-Simpaticone,non preoccuparti che io ho delle faccende da svolgere in città,arriverò questa sera.-
-Meglio. Bene,allora,saliamo in macchina.. Slash,guidi tu?-
-Oh,sì,man! Non vedo l’ora!-
-Bene..-
Non salutai gli altri,e mi diressi nel parcheggio dell’hotel.
Avevamo affittato una macchina,e con quella ci incamminammo verso il Ritz.
Passai la maggior parte del viaggio in silenzio,pensando ai cazzi miei, quando invece non mi chiudevo a riccio,urlavo contro Slash che rischiava di ucciderci prima ancora dell’inizio del nostro tour.
Saul e Duff,invece,chiacchieravano amorevolmente e cantavano qualche pezzo di Paradise City. Non si può dire che non fossero carichi per il concerto.
Arrivammo al Ritz,alle quattro del pomeriggio,e io volli subito iniziare a fare un soundcheck.
Tutto doveva essere perfetto,cazzo. Quel tour me l’ero sudato duramente.
Passarono le ore,e per le sei Duff e Saul erano già ubriachi. Io non avevo toccato bicchiere,avevo passato il pomeriggio a riscaldare la voce,con tanto amore.
Alle sei e mezza ero diventato rauco,perché Izzy e Steve non si erano ancora fatti vivi.
Il concerto iniziava alle sette e mezza,e quei due piccoli idioti ancora non si erano presentanti. L’istinto omicida stava lentamente salendo in me.
Mezz’ora dopo (degli incoscienti neanche l’ombra ovviamente) i tecnici del Ritz ci dissero che era il caso di andare nei camerini per prepararci. 
In quel momento uscii di testa veramente. Iniziai a urlare come un pazzo,che sei quei due piccoli tossici non fossero arrivati in tempo per il concerto,li avrei sgozzati con le mie mani.
Dieci minuti prima di aprire,quando ormai ero allo stremo delle mie forze e avevo iniziato a sudare freddo,Steve e Izzy bussarono alla porta del nostro camerino.
-BRUTTI IDIOTI CHE NON SIETE ALTRO! CHE CAZZO AVETE FATTO FINO AD ORA??!-
Jeff aveva il viso esangue.
-Bill,tu non sai cosa è successo.. Bret..-
-NON ME NE FREGA UN CAZZO DI BRET! NON USARLO COME SCUSA! TRA CINQUE MINUTI DOBBIAMO ESIBIRCI PER LA PRIMA E DICO LA PRIMA DATA DEL NOSTRO PRIMO TOUR! CHIUDI QUELLA FOGNA E SALI SUL PALCO!-
Izzy mi rivolse un’occhiata gelida,e mormorò un “ok” a denti stretti.
Steven,aveva iniziato a tamburellare su qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.
Saul e Duff avevano impugnato i loro strumenti ed erano carichissimi.
Io mi guardai attorno e feci un lungo respiro.

-Andiamo.- 

  
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