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Autore: OfeliaMillet    12/12/2011    4 recensioni
" [...] Il moro iniziò a ridere coprendosi la bocca con la mano smaltata, quella tipa era davvero assurda!
Anthea lo guardò interrogativa -Ma vi siete messi d'accordo tu e tuo fratello per prendermi per il culo stasera?-
-Scusami...- Si ricompose passandosi due dita sotto gli occhi per evitare che le lacrime facessero colare il suo make up -No, non ci siamo messi d'accordo e se proprio lo vuoi sapere dopo andrò pure a dirgliene quattro a quel coglione...Comunque, non mi sono ancora presentato...- Fece per tendere la mano alla ragazza e proferire finalmente il suo vero nome, quando lei lo precedette -Si, sei Tom Kaulitz il fratello di Bill-
Il moro rimase bloccato, con la mano destra tesa a mezz'aria mentre la ragazza completava la sua frase in modo decisamente errato.
-Già...Tom...- [...] "
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 29: Back to reality


-Hai la pelle salata-
Bill avvicinò le labbra alla guancia della bionda, tirando fuori la lingua e leccandole la pelle per poi ridere della sua faccia schifata.
-Bill! Non sono un gelato!-
-No, un gelato è dolce...sei...mh- Il moro si avvicinò di nuovo mordendole delicatamente la guancia  per poi pasteggiare schioccando le labbra -Sei una nocciolina salata, quelle che piacciono agli elefanti!-
-Una nocciolina?-
La bionda scoppiò a ridere scuotendo la testa e allungandosi verso il petto del cantante per asciugarsi il viso dalla sua saliva.

Avevano passato la mattina nella piccola spiaggia riservata dell'albergo e, con i capelli umidi e la pelle ricoperta di salsedine, si stavano preparando per fare ritorno alla fredda Germania.
-Senti, Dumbo, io ho bisogno di comprarmi il tabacco...non è che possiamo fare una tappa alla tabaccheria prima di partire?-
Il moro guardò dubbioso il bar in fondo alla strada e, dopo aver montato, senza pochi problemi, la sua valigia in macchina, scosse leggermente la testa guardando Anthea.
-Vai tu, ti aspetto qua-
Chiuse la bauliera dando un leggero spintone al fianco della bionda -Non vorrai mica rovinarti gli ultimi minuti italiani per colpa della mia fama e della mia bellezza sovraumana?- Rise alzando il mento con fare altezzoso, facendo così ridere anche la ragazza che, dopo aver preso i soldi dalla sua borsa annuì.
-Ok, Adone, vado e torno- Gli fece l'occhiolino e attraversò la strada entrando nel piccolo bar.


Un ventilatore posizionato all'entrata le fece chiudere gli occhi per qualche secondo mentre si avviava a piccoli passi verso la cassa dove due adolescenti, mentre pagavano le loro sigarette, sembravano discutere su argomenti di importanza vitale per il globo.
-Giulia ti giuro che l'ho visto! Era su internet! Prima su Tumblr e dopo sul forum dell'Universal! -
Una ragazza dai capelli liscissimi e rossi stava gesticolando in modo frenetico di fronte all'amica bruna.
-No, finché lui non dice niente io non ci credo- La moretta scosse la testa con convinzione
-Sarà la tipica stronzata dei paparazzi, lo sai anche tu che Bill è un sacco che non ha ragazze e non si farebbe beccare così, come un cretino-
La mora concluse chiudendo gli occhi e muovendo una mano mentre Anthea, dal guardarle con un sorriso carico di nostalgia per la sua adolescenza iniziò ad interessarsi a quelle chiacchiere fra teen-ager.

Bill, quelle quattro lettere che le avevano insegnato a credere nell'importanza dei nomi.
Quante possibilità c'erano che le due ragazzine stessero parlando proprio di lui?

-Pensala come ti pare, ma ti assicuro che le foto erano schiaccianti, non erano fotomontaggi, anche Ambra, dopo aver smanettato con Photoshop per quelle ombre che non le tornavano, ha visto che erano vere al 100% e quella bionda lui se la stava proprio baciando!-
La rossa ormai era infervoratissima e la mora sembrò cedere, iniziare a credere a quelle prove schiaccianti, mentre sul suo viso era comparsa una nota di leggero panico.
-No...dai...Bill, Bill Kaulitz non può averlo fatto-

Anthea si bloccò con la banconota stretta nel pugno, cercando di mettere ordine alle parole delle ragazze.
Su internet, sul sito dell'Universal, foto di Bill con una bionda, Bill Kaulitz che si baciava una bionda.

-Bimbe, se parlate di quello che sembra una donna c'è pure sul giornaletto qui-
Un uomo dal marcato accento toscano, si allontanò dalla cassa avvicinandosi all'angolo riviste e prendendo un piccolo giornale, con su la scritta "Cioè", dove in copertina troneggiava una foto sfocata di due ragazzi su una terrazza.
Lei bionda e lui moro.
Lui dietro di lei che l'abbracciava.
Lui Bill Kaulitz.

-Oh Cazzo-
Anthea bisbigliò spalancando gli occhi ed entrando totalmente nel panico.
Quello poteva essere considerato un problema?
Di solito i pettegolezzi passano, basta una notizia più assurda e quella della settimana prima è già stata dimenticata ma, se si tratta di Bill Kauliz, l'idolo delle adolescenti, il ragazzo che non ha una relazione da quando ha raggiunto la fama, come è possibile dimenticare una notizia simile?

***



In casa Kaulitz regnava un insolito e rilassante silenzio, la televisione tenuta a volume nullo illuminava la figura del chitarrista che, mollemente sdraiato sui morbidi cuscini del divano, sembrava essere diventato parte integrante del mobilio.
Due giorni di totale pacchia e relax potevano davvero essere meravigliosi, rilassanti e rigeneranti, potevano voler dire sesso e divertimento, alcol e discoteche ma Tom, agli sgoccioli di quel secondo giorno non ne poteva davvero più di stare con le mani in mano senza far niente.
Certo, due giorni di assoluta pacchia potevano davvero essere meravigliosi ma senza Bill a scassargli le palle e a fare un po' di casino in quella casa enorme che gusto c'era?
Aveva provato a chiamare Andreas per passare qualche ora con il suo amico ma lui, giustamente, stava sotto con gli esami universitari e non aveva di certo tempo da perdere, a Georg e Gustav nemmeno ci aveva pensato visto che entrambi erano stati entusiasti di quei due giorni da poter dedicare rispettivamente a fidanzata e famiglia.
In famiglia lui però non ci voleva tornare, amava in modo incondizionato sua madre e Gordon ma, tornare senza il gemello minore, valeva a dire trovarsi di fronte l'inquisizione della protettiva e pettegola  Simone che, come minimo sarebbe arrivata a chiedergli persino quante volte andava in bagno Anthea durante il giorno e, per quanto bene lui potesse volere a Bill, non si sarebbe mai accollato il terzo grado che spettava al moro.
Così, dopo aver preso il numero di una pizzeria che fa consegne a domicilio, due o tre birre, una chitarra acustica e il telecomando, si era abbandonato sul morbido ed irresistibile divano in eco pelle, sperando di recuperare un po' di sonno e di cazzeggio arretrato.

Due scatole di pizza vuote e un pacchetto di patatine impreziosivano il morbido tappeto del salone
Il rumore del telefono fece risvegliare Tom dal suo stato comatoso, facendolo alzare dal divano.
-Parla Tom-
Il treccinaro recuperò la cornetta del telefono rispondendo con parole strascicate e trattenendo uno sbadiglio con tutte le forze.
-Parla David- La voce del manager arrivò forte e chiara al suo orecchio.
Aveva risposto solo per bloccare quel continuo trillo che disturbava il suo stato comatoso sul divano ma, appena sentì la voce di David dall'altro capo della cornetta si maledisse per non averlo lasciato suonare all'infinito.
Bill non era ancora tornato e, se il manager aveva di nuovo bisogno di parlare con lui, non sapeva proprio cosa inventarsi visto che l'attore della famiglia era il gemello minore e che lui, le balle, proprio non riusciva a dirle.
-Oggi tuo fratello può rispondermi o è andato a fare un'altra commissione per te?-

Bingo

Tom deglutì lentamente cercando di farsi venire in mente qualche idea .
-Ah...Bill dici?- Tergiversare poteva essere un buon modo per perdere tempo, no?
-Tom, quanti fratelli pensi di avere?-
No, tergiversare non era la mossa giusta.
-Oh si, infatti...- Tom si voltò con disperazione verso l'orologio a muro sperando che questo potesse accelerare il tempo e, più precisamente, il ritorno di Bill.
-Bill è uscito a prendere le pizze- Buttò di gettò la prima cosa che gli era capitata in testa, sentendo un lungo sospiro da parte di David.
-Pizze?-
-Si, noi amiamo mangiare pizza a colazione-
-Sorvolando il fatto che sono le quattro del pomeriggio e che più che colazione il vostro sarebbe una merenda...Adesso dimmi davvero dove si trova tuo fratello, per favore-
Se solo la situazione non avesse richiesto tempestività e serietà, David sarebbe scoppiato a ridere per la deficienza dimostrata dal treccinaro...è pensare che il chitarrista, in teoria, era il gemello maggiore e che quindi, sempre teoricamente, doveva essere il più saggio dei due.
-Ma te l'ho detto!- Tom sgranò gli occhi con fare innocente -Le pizze!-
-E dimmi: è bloccato in pizzeria da ieri oppure è diventato il tuo cameriere personale?-
Stavolta David si fece scappare una risata, Tom era una vera e propria schiappa ad inventarsi alibi per il fratello: persino dalla cornetta del telefono si riusciva a sentire odore di menzogna, senza contare il fatto che, il piccolo lord Bill Kaulitz nemmeno per suo fratello si sarebbe schiodato da un comodo divano per andare ben due volte in pizzeria!

-Tom, non so dove si trovi in questo momento il cretino di tuo fratello ma la prossima volta chiedigli di suggerirti una scusa per la sua sparizione più credibile della tua e, cosa più importante, ho bisogno di parlare con lui della biondina con cui ama intrattenersi e, se anche in questo momento è con lei, chiamalo e digli di tornare a casa e di farlo nel modo più discreto e attento possibile, per favore-

Tom era rimasto a bocca aperta soppesando le parole del manager senza capacitarsi di come lui fosse riuscito a scoprire della bionda bel culetto.
-Che...David, come fai a-
-Tom- Il manager sospirò stancamente -Bill è su tutti i giornali, i siti internet sono in subbuglio e stamani perfino Dunja mi ha chiamato per chiedermi spiegazioni-
Tom spalancò gli occhi sorpreso ma non fece a tempo ad aprir bocca per fiatare che il portone dell'ingresso, proprio dietro di lui, si spalancò.

-Bentornato a casa, meraviglioso Bill!-

Una voce quasi cinguettante inondò l'ingresso e Tom, coprendo la cornetta con il palmo della mano si voltò verso il gemello che, dopo aver spalancato la porta di casa, cercava di trascinare all'interno una mastodontica valigia color avorio.
-Si, la tua anima gemella torna a casa e tu nemmeno mi aiuti con la valigia!- Il moro esclamò stizzito guardando male il treccinaro e sforzandosi con tutte e due le mani di trascinare dentro il bagaglio.
-Bill- Tom balzò dal divano andando verso la porta e tirando, senza alcuno sforzo, la valigia dentro casa.
-Bill-
-Oddio si, lo so come mi chiamo, Tom- Il moro lo guardò sconcertato chiudendo la porta di casa e il suo sguardo cadde sul cordless stretto fra le mani del gemello -Chi è?-
-David- Tom si morse il labbro inferiore allungando il telefono verso Bill e aspettando che lo portasse all'orecchio.

***



-Tu lo sapevi?-
Bill sgranò gli occhi appiccicandosi meglio la cornetta all'orecchio.
Dopo l'assurda telefonata con il manager, il moro aveva subito chiamato Anthea per dirle di chiudersi in casa e non parlare con nessuno, scoprendo che la bionda, in realtà, sapeva già qualcosa dell'uragano mediatico che li stava investendo.
-Io...io non volevo rovinare il tuo umore perché eri così tranquillo e...-
- An...Capisci che...che...Dio An, perché non me l'hai detto subito? Sai che pericolo mi hai fatto..Ci hai fatto correre?.- Bill sospirò sedendosi sul cornicione della finestra e guardando la strada sovrappensiero -Pensa se qualcuno ci vedeva e mi riconosceva assieme a te...Sarebbe scoppiato un casino, An!-
Anthea sbuffò passandosi una mano sulla fronte e massaggiandosi le tempie -Bill, non ci ha visti nessuno, non fare il paranoico-
-Non fare il paranoico?-
Il moro ripeté le parole della ragazza cercando a tutti i costi di non urlare
-Non faccio il paranoico, tu non capisci cosa vuol dire essere me, non sai che vita faccio, non sai come sono le nostre fans e non sai i rischi che corro e che adesso potrei far correre pure a te!Quindi non dirmi di non fare il paranoico perché non ne hai il diritto, An-
Bill prese un enorme boccata d'aria dopo aver buttato fuori quelle parole che aveva detto con tutta l'apprensione possibile, non diceva quelle cose per darsi delle arie o per far capire ad Anthea quanto fossero diversi ed inconciliabili i loro mondi  ma per farle capire che lui aveva fatto di tutto per mantenere nascosta la loro relazione, per viverla come un ragazzo normale e per non far pesare su di lei la notorietà che si portava appresso.
-Io...Non ne ho il diritto-
Anthea però era rimasta sconvolta da quelle parole, colpita dal tono stizzito del ragazzo, lo stesso ragazzo che fino a mezz'ora prima continuava a guardarla con aria sognante.
-Hai ragione, io non c'entro niente con te, cosa ci sto a fare io con te?     Io non conosco la vita che fai, non do importanza e non capisco quelle stupide foto e quegli stupidi giornalisti-
-No...no....Io non intendevo questo...An, ti prego, non intendevo questo-
Bill scattò subito scuotendo la testa e pigolando la sua risposta alla cornetta, toccando con le labbra il ricevitore, sentendo la voglia di avere le labbra di An proprio lì, al posto di quello stupido telefono perchè aveva paura, aveva una paura fottuta.
-Lo so, Bill- Anthea sospirò lungamente -Ti conosco e lo so cosa volevi dire ma la prossima volta, se non vuoi che ti stacchi in faccia, impara ad usare e dosare bene le parole con me-
La sua voce era calma mentre stava ad occhi chiusi cercando di non perdere le staffe in nessun modo.
Conosceva Bill, conosceva il suo carattere e il suo modo di reagire nei confronti dei mass media, sapeva che non era di certo colpa sua e che lui non stava dando la colpa a lei, la stava solo usando come valvola di sfogo, riversando su di lei le sue paure ma quelle parole non erano certo lusinghiere.
-Scusami-
Bill annuì sospirando
-Solo che...dovevi dirmelo, dovevi dirmelo subito-
-Cosa avresti potuto fare? Se te l'avessi detto uscita dalla tabaccheria , a cosa sarebbe servito?-
Anthea recuperò il filo arricciato del telefono e se lo passò fra le dita -Ti rispondo io: non sarebbe servito a niente, ti saresti agitato, più di quanto mi sono agitata io, saresti stato male, ti saresti preoccupato per te e anche per me e non sarebbe stato giusto-
-Già- Bill annuì mogio mordendosi le labbra e guardando il cielo oscurato da qualche nuvola.
-An, mi dispiace è che sono...- Si passò una mano fra i capelli sorridendo -Sono paranoico e mi faccio infiniti complessi su ogni cosa ma lo sa che tu-
La sua voce fu bloccata dal suono del campanello di casa.
-Tom, la porta!- Bill guardò ansioso le scale per poi tornare a parlare al telefono.
-An- Un sorriso dolce si dipinse sulle sue labbra -Lo sistemerò tutto, lo so che sembro troppo ripieno di miele ma-
Di nuovo il rumore del campanello interrupe Bill che battendo una mano sul cornicione sbuffò stizzito.
-Cazzo Tom! La porta!-
Urlò verso le scale per poi alzarsi e andare a passi svelti verso il portone di casa.
Aprì la porta senza nemmeno chiedere chi fosse e, in un secondo, il suo manager lo travolse con uno sguardo truce entrando in casa e fulminando con un'occhiataccia il cordless nella mano del cantante.
-Oh...- Bill richiuse la porta seguendo David che, in rigoroso silenzio si sedette sul divano, aprendo il suo borsone.
-Ehy An- Bill riportò l'attenzione al telefono appoggiato al suo orecchio ma, quando fece per uscire dalla stanza per avere un po' di privacy, un rumore secco lo fece voltare nuovamente verso il divano.
Riviste, lettere e giornali inondavano la superficie del tavolino da fumo e il borsone di David, completamente vuoto, stava a terra.
Bill boccheggiò tenendo stretto il telefono
Anthea, Anthea su ogni fottuta rivista.
Anthea e Bill al ristorante.
Anthea e Bill fuori dalla discoteca.
-Io...io ti richiamo più tardi, mh?-La sua voce uscì in un soffio e, prima che la bionda potesse formulare qualcosa da rispondergli, staccò il telefono avvicinandosi a quella valanga di riviste.
-Già-
La voce del manager lo destò per qualche secondo dal fissare inebetito le fotografie.
-E ritieniti fortunato che sono venuto io qua senza dover concordare assurde riunioni con i capi alti-
Bill si morse il labbro inferiore annuendo lentamente e lasciandosi cadere sul divano mentre non perdeva di vista nemmeno per un secondo quelle immagini, come se solo con il potere della vista potesse cancellare tutte quelle notizie e tornare a ridere e a divertirsi assieme alla bionda nella suite extra lusso dell'albergo italiano.










Note: Ok, nemmeno sto a chiedervi scusa visto che ormai in ogni nota finale ci sto io in ginocchio che prego il vostro perdono xD (sappiate che col pensiero però vi sto pregando u.u)
In ogni caso questo è un piccolo capitolo di....mh...passaggio? Si, un'ultimo capitolo di passaggio e dal prossimo le cose iniziano ad incasellarsi nel giusto modo.
La piccola vacanza di Bill e Anthea è finita, si ritorna alla realtà e, come ogni ritorno che si rispetti c'è sempre qualcosa di diverso da quando siamo partiti e, in questo caso, diciamo che la diversità non sta in tua mamma che ha cambiato le tende di casa mentre stavi via ma in qualcosa di ben più grande e complicato.
Spero in un vostro commento e grazie anche alle nuove lettrici che ho visto aggirarsi per la mia storia!
Alla prossima
Ofelia


  
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