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Autore: TonyCocchi    12/12/2011    6 recensioni
Fatto il "guaio", bisogna prendersi le proprie responsabilità, ma se si tratta di vite? E la propria è un pò difficile da lasciar andare, specie se piace com'è... Due punti di vista diversi, due desideri diversi, un rapporto rovinato da un giorno all'altro... Basterà un accordo a far finire tutto per il meglio?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elfman , Evergreen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elfman x Evergreen 2

Salve a tutti! Allora, sembra che l’incipit sia stato abbastanza stuzzicante, vero?
Vediamo allora di ricostruire pian pianino cosa sta accadendo ai nostri due “non-così-piccioncini” protagonisti!

Spero di procedere abbastanza regolarmente, magari scrivendo capitoli non troppo lunghi: sapete, è periodo d’esami per me, ne ho uno tra pochi giorni, e poi ovviamente ci sarà il Natale! *___*

Temevo appunto di non scrivere nulla nel periodo e non potervi fare gli auguri di buone feste, meno male che la slitta dell’ispirazione è arrivata! XD

Quello che ora leggerete è un capitolo un po’ breve ma che a me piace molto: discorsivo, riflessivo, pacato, e molto “adulto”; del resto l’ho anticipato che, per gli standard di Fairy Tail, questa fic avrà momenti molto seri.

Buona lettura, commentate numerosi! ^__^

PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

 

 

 

“Hai preparato la colazione?” chiese sollevandosi un pochino, tenendosi alto il lenzuolo sul petto.
“Ehm, veramente no…”

“Oh, fa nulla.”

Si immerse nuovamente sotto il lenzuolo, recuperò un paio di indumenti, e indossato l’essenziale risbucò fuori, scendendo piano dal letto.

“Te ne vai?”

“Si, tranquillo per la colazione, non disturbarti.”

“……”

Un respiro più lungo nel silenzio della tiepida stanza lo tradì.

“Che ti prende, grand’uomo?” -domandò lei al terme di un lungo e a tratti sensuale mugugno mentre si stiracchiava- “Sei pensieroso?”

“Ever…”
“Non chiamarmi Ever: così mi chiamano solo i miei compagni.”

E lei ci teneva che l’aspetto professionale, i Raijinshuu, restassero separati da quello privato.

“Evergreen… Vorrei parlarti.”
La bloccò mentre stava tirandosi su la zip del vestito. Si girò un attimo e poi alzò gli occhi al cielo, come per nulla entusiasta.

“Accidenti… Sembra qualcosa di noioso.”

Storse il naso, ma del resto sapeva bene che quello era il suo carattere dopotutto.

In effetti, per stare insieme a lei, bisognava dimostrarne di pazienza, e con quella storia Elfman si sentiva migliorato da quel punto di vista. Ormai era arrivato persino a farsela piacere anche mentre si dava quelle sue giuste arie, e da quello capiva di essere cotto sul serio.

“Ehi, dai, non farmi quella faccia. Su, sono qui: di che vuoi parlare?”
“Di noi due.”

Ebbe un colpo di riso che risolse in piccolo un sussulto: “Scusa! Non è che non ti voglia prendere sul serio, lo giuro, è solo che… Non sono proprio la tipa da queste cose.”

Come svegliatosi del tutto alzò la voce: “Evergreen!”

“Si?” rispose lei buttando altra acqua fresca sul fuoco che cercava invano di accendere protendendosi avanti col suo piacente sguardo ammaliatore.

Eccola adesso attenderlo proseguire: le strisce di sole nate dalla tapparella alla finestra passavano come onde sul suo corpo, dandole ancora più curve di quante non avesse già, e quel velarsi e disvelarsi nell’alternanza di luce e penombra la rendeva, se possibile, più affascinante del solito.

Elfman si diede una scossa: non era quello il momento di lasciarsi incantare dalla potenziale donna della sua vita.

“Evergreen, io e te cosa siamo?”

Evergreen sospirò: “Allora Elfman, voglio parlarti chiaro, anche se mi spiace che ci resterai male, credimi.”
“Che vuoi dire?”
“Elfman, ti parlo col cuore: mi sei simpatico, ti voglio bene, quanto se ne può volere a un grosso orsacchiottone stupidone muscoloso, mi piace frequentarti, e non da ultimo… a letto te la cavi proprio bene!”

I pettorali di Elfman guizzarono in fuori dall’orgoglio: “Umpf, da vero uomo, come si addice all’virile sottoscritto!”

<< Come si gasano in fretta gli uomini per certi complimenti… >>

E quello lì in particolare…

Ma di nuovo si bacchettò: non era il momento! Doveva sgonfiarsi e subito, per proseguire quel discorso, e così fece.
“Ehm… Però?” fece lui, anticipando l’ultima parola alle sue labbra.

“Però tu ti stai chiedendo se siamo una << coppia >>, giusto?”

“Beh…”

“E magari se sono innamorata di te.”

“Io lo sono.”

Chiaro e tondo, come solo chi è sincero può essere.

Ma anche così, lei scosse solo il capo, e inforcò gli occhiali: “Elfman, ormai mi conosci bene, e anche chi non mi conosce lo può intuire: sono una classica tipa bella e superficiale.”

“Questo non è molto virile…” bofonchiò stringendosi tra le enormi spalle.
“No.” –annuì lei- “E “virile” è un aggettivo che metti troppo spesso di straforo.”

“Umpf!”

Macché: nel mondo la virilità non è mai abbastanza!

“Forse è proprio per questo che mi stai simpatico: grosso e bruto fuori, bambinone e sensibile dentro, il mio esatto contrario se vogliamo. Ma non farti venire strane idee: io sono per le storie semplici, senza troppi coinvolgimenti, che durano forse poco ma che almeno ti fanno divertire finché durano, senza effetti collaterali.”

“Io invece no…”
“L’ho intuito dal primo momento.”

“E allora perché non mi hai scaricato?”

“Non cercare di farmi cadere in domande trabocchetto: mi piaci, ma non certo fino a quel punto. Non credo di essermi mai innamorata nelle altre storie che ho avuto finora, e non intendo cominciare adesso; a me va bene anche così, uscire la sera, parlare, ridere, e ritrovarsi a fare sesso ogni tanto.”

Certo, detta così era divertente, se non facesse sembrare troppo semplice e da poco qualcosa che doveva prenderti completamente, come aveva sempre pensato Elfman, fortunato ma ingenuo esordiente del mondo dell’amore che proprio con Evergreen aveva trovato, anche lui, il suo modo di vederlo.

“E tu? Tu cosa vorresti? Che fossimo due zuccherini? Scambiarci bacetti davanti a tutti e gridare ai quattro venti quanto meraviglioso e “virile” sia l’amore?”

“Se la metti su questo punto, mi basterebbe che non ti vergognassi di noi due alla gilda.”
“Te l’ho detto, non è che mi vergogno di te: le effusioni davanti gli altri non fanno per me, e poi sai che razza di tonti sono alcuni dei nostri compagni… Si metterebbero a canticchiare ogni volta che ci vedono insieme, lanciare occhiatine, gomitate e idiozie varie… Credimi, non ti piacerebbe…”
“Beh, neanche mi è piaciuto essere scaraventato in quel canale per impedire a i tuoi amici di vederci, ieri sera!”

Sbuffò e si tirò su di fretta la gonna: “Quante volte ti ho già chiesto scusa? E poi, non sempre trovi dei cespugli a portata di mano…” 

Si riferiva a quella volta in cui lo aveva spinto per impedire, in quel caso a Lucy e Levi, di scoprirli a passeggiare insieme nel parco tre sere prima.

Era passato da un attimo da uomo “forzuto” a uomo “fronzuto” nel momento in cui ci si era tirato fuori; così aveva scherzato lei; ma lui non aveva riso molto…

A giorni alterni, e talvolta senza alternanza, Elfman si ritrovava spintonato in qualche posto poco piacevole da un po’ di tempo a questa parte.

Per l’esattezza, proprio dal tempo in cui aveva suggellato il suo maschile e puro interessamento per lei con un primo bacio (votato sei e mezzo dall’esaminatrice…).

Ma in fondo, quello era il male minore di quella relazione, tanto poco chiara e poco concreta ai suoi occhi e al suo cuore da indurlo a costringerla a parlar chiaro quella mattina.

“Evergreen, non voglio che io e te diventiamo due “zuccherini”… Non è virile!”
“Ecco, vedi?”
“Però…”
“Lascia che le cose restino così, caro mio; vedrai, dureranno a lungo!”
Aveva senso farle durare a quel modo? Poteva reggere quella frustrazione in nome di un qualcosa che a quanto pareva lui sentiva sul serio, ma lei niente affatto?

Intanto, aveva finito di rivestirsi: “Ci vediamo più tardi alla gilda allora.”

Gli soffiò un bacino, ma questo non sortì effetto, come l’avesse pietrificato senza neanche usare il suo Stone Eyes.

Poverino, pensò. Ma se non fosse stata sincera fino in fondo, lui avrebbe continuato ad illudersi. Se doveva fargli del male, voleva fargliene il meno possibile: come aveva detto, gli stava veramente simpatico.

“Tutto sta a te Elfman: se mi vuoi così bene, mi capirai e resteremo insieme fin quando ci riuscirai; poi, quando sentirai che proprio non ti va più giù, mi lascerai stare e ti cercherai una tipa che voglia stare con te come lo vuoi tu.”
“Quella tipa… non potresti proprio essere tu?”

“Elfman…”
“Scusa… Lascia stare…”

Con la mano già sulla maniglia della porta, Evergreen si girò di nuovo.
“Innamorato, eh?”
“Si.”
“Innamorato sul serio?”
“Direi…” disse, concedendosi il dubbio di non avere altri raffronti.

Ridacchiò: “Umpf, forse sei il primo.”
Ma come pure questo non avesse che poca importanza, girò il pomello e scomparve.

 

Elfman sospirò.

Aveva avuto la conferma di ciò che temeva: qualcosina c’era, ma volevano due cose diverse.

Simpatico… Non è certo così che si dovrebbe descrivere l’uomo che ti ha stretto tra le braccia, che ti ha pagato tutte le volte la cena da vero gentleman, che è stato sempre disposto a sopportarti quando avevi voglia di lamentarti (rimettendoci talvolta in maschile orgoglio), e che, come dici, a letto apprezzi particolarmente…

Dopo ogni appuntamento tornava a casa tanto contento che le sue sorelle non potevano non capire che si vedesse con qualcuna, pur rispettando il mistero che aveva deciso di tenere su; e per lei, lui era “simpatico”.

Era arrivato dunque il momento di lasciarla?

Ma era stato così contento quando tutto era nato.

E più l’aveva conosciuta, più aveva avuto l’impressione che anche lei, tanto orgogliosa e altera all’inizio, potesse schiudersi, magari rivelarsi per una donna complicata ma buona, bisognosa di un affetto speciale concesso in modo speciale, come è per tutte quelle storie d’amore sui libri e nei racconti, che fanno la gioia di romanticone e romanticoni.

E perché fosse così, aveva solo bisogno di qualcuno, un vero uomo!

 

O non era poi un così grand’uomo come credeva, o forse lo era anche troppo per una che non chiedeva poi molto.

 

Sbuffò. Per uscire da quel brutto inizio di giornata ci voleva un’uscita di scena da vero uomo.

Diede un pugno all’incolpevole comodino, tirò via il lenzuolo, si alzò, e andò a fare una robusta colazione, prima di andare di corsa alla gilda.

 

Malgrado tutto, aveva ancora tanta voglia di rivederla.

 

 

 

Ed eccoci qui.

Come preannunciato, un capitolo breve, rilassante, che ci spiega le premesse per un seguito che non sarà certo così tranquillo!

Elfman ed Evergreen si vogliono bene in due modi diversi ed hanno prospettive di diversa statura: ma il nostro eroe pieno d’amore non sa ancora che il suo desiderio di entrare più a fondo nel cuore e nei pensieri dell’amata sta per essere esaudito nel modo più radicale che esista!

Nei prossimi capitoli, tra scenette all’ospedale e lunghi flashback, ripercorreremo e sveleremo il loro tragitto verso la sala parto; come affronteranno questa involontaria calamità? Restate sintonizzati, e buone feste da NaruXHina! ^___^

 

PS: ELFMAN X EVERGREEN ORA E SEMPRE!

 

PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

  
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