Salve
a tutti! Allora, sembra che l’incipit sia stato abbastanza stuzzicante, vero?
Vediamo allora di ricostruire pian pianino cosa sta accadendo ai nostri due “non-così-piccioncini”
protagonisti!
Spero
di procedere abbastanza regolarmente, magari scrivendo capitoli non troppo
lunghi: sapete, è periodo d’esami per me, ne ho uno tra pochi giorni, e poi
ovviamente ci sarà il Natale! *___*
Temevo
appunto di non scrivere nulla nel periodo e non potervi fare gli auguri di
buone feste, meno male che la slitta dell’ispirazione è arrivata! XD
Quello
che ora leggerete è un capitolo un po’ breve ma che a me piace molto:
discorsivo, riflessivo, pacato, e molto “adulto”; del resto l’ho anticipato
che, per gli standard di Fairy Tail, questa fic avrà momenti molto seri.
Buona
lettura, commentate numerosi! ^__^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
“Hai
preparato la colazione?” chiese sollevandosi un pochino, tenendosi alto il
lenzuolo sul petto.
“Ehm, veramente no…”
“Oh,
fa nulla.”
Si
immerse nuovamente sotto il lenzuolo, recuperò un paio di indumenti, e
indossato l’essenziale risbucò fuori, scendendo piano dal letto.
“Te
ne vai?”
“Si,
tranquillo per la colazione, non disturbarti.”
“……”
Un
respiro più lungo nel silenzio della tiepida stanza lo tradì.
“Che
ti prende, grand’uomo?” -domandò lei al terme di un lungo e a tratti sensuale
mugugno mentre si stiracchiava- “Sei pensieroso?”
“Ever…”
“Non chiamarmi Ever: così mi chiamano solo i miei compagni.”
E
lei ci teneva che l’aspetto professionale, i Raijinshuu, restassero separati da
quello privato.
“Evergreen…
Vorrei parlarti.”
La bloccò mentre stava tirandosi su la zip del vestito. Si girò un attimo e poi
alzò gli occhi al cielo, come per nulla entusiasta.
“Accidenti…
Sembra qualcosa di noioso.”
Storse
il naso, ma del resto sapeva bene che quello era il suo carattere dopotutto.
In
effetti, per stare insieme a lei, bisognava dimostrarne di pazienza, e con
quella storia Elfman si sentiva migliorato da quel punto di vista. Ormai era
arrivato persino a farsela piacere anche mentre si dava quelle sue giuste arie,
e da quello capiva di essere cotto sul serio.
“Ehi,
dai, non farmi quella faccia. Su, sono qui: di che vuoi parlare?”
“Di noi due.”
Ebbe
un colpo di riso che risolse in piccolo un sussulto: “Scusa! Non è che non ti
voglia prendere sul serio, lo giuro, è solo che… Non sono proprio la tipa da
queste cose.”
Come
svegliatosi del tutto alzò la voce: “Evergreen!”
“Si?”
rispose lei buttando altra acqua fresca sul fuoco che cercava invano di
accendere protendendosi avanti col suo piacente sguardo ammaliatore.
Eccola
adesso attenderlo proseguire: le strisce di sole nate dalla tapparella alla
finestra passavano come onde sul suo corpo, dandole ancora più curve di quante
non avesse già, e quel velarsi e disvelarsi nell’alternanza di luce e penombra
la rendeva, se possibile, più affascinante del solito.
Elfman
si diede una scossa: non era quello il momento di lasciarsi incantare dalla
potenziale donna della sua vita.
“Evergreen,
io e te cosa siamo?”
Evergreen
sospirò: “Allora Elfman, voglio parlarti chiaro, anche se mi spiace che ci
resterai male, credimi.”
“Che vuoi dire?”
“Elfman, ti parlo col cuore: mi sei simpatico, ti voglio bene, quanto se ne può
volere a un grosso orsacchiottone stupidone muscoloso, mi piace frequentarti, e
non da ultimo… a letto te la cavi proprio bene!”
I
pettorali di Elfman guizzarono in fuori dall’orgoglio: “Umpf, da vero uomo,
come si addice all’virile sottoscritto!”
<<
Come si gasano in fretta gli uomini per
certi complimenti… >>
E
quello lì in particolare…
Ma
di nuovo si bacchettò: non era il momento! Doveva sgonfiarsi e subito, per
proseguire quel discorso, e così fece.
“Ehm… Però?” fece lui, anticipando l’ultima parola alle sue labbra.
“Però
tu ti stai chiedendo se siamo una << coppia >>, giusto?”
“Beh…”
“E
magari se sono innamorata di te.”
“Io
lo sono.”
Chiaro
e tondo, come solo chi è sincero può essere.
Ma
anche così, lei scosse solo il capo, e inforcò gli occhiali: “Elfman, ormai mi
conosci bene, e anche chi non mi conosce lo può intuire: sono una classica tipa
bella e superficiale.”
“Questo
non è molto virile…” bofonchiò stringendosi tra le enormi spalle.
“No.” –annuì lei- “E “virile” è un aggettivo che metti troppo spesso di
straforo.”
“Umpf!”
Macché:
nel mondo la virilità non è mai abbastanza!
“Forse
è proprio per questo che mi stai simpatico: grosso e bruto fuori, bambinone e
sensibile dentro, il mio esatto contrario se vogliamo. Ma non farti venire
strane idee: io sono per le storie semplici, senza troppi coinvolgimenti, che
durano forse poco ma che almeno ti fanno divertire finché durano, senza effetti
collaterali.”
“Io
invece no…”
“L’ho intuito dal primo momento.”
“E
allora perché non mi hai scaricato?”
“Non
cercare di farmi cadere in domande trabocchetto: mi piaci, ma non certo fino a
quel punto. Non credo di essermi mai innamorata nelle altre storie che ho avuto
finora, e non intendo cominciare adesso; a me va bene anche così, uscire la
sera, parlare, ridere, e ritrovarsi a fare sesso ogni tanto.”
Certo,
detta così era divertente, se non facesse sembrare troppo semplice e da poco
qualcosa che doveva prenderti completamente, come aveva sempre pensato Elfman,
fortunato ma ingenuo esordiente del mondo dell’amore che proprio con Evergreen aveva
trovato, anche lui, il suo modo di vederlo.
“E
tu? Tu cosa vorresti? Che fossimo due zuccherini? Scambiarci bacetti davanti a
tutti e gridare ai quattro venti quanto meraviglioso e “virile” sia l’amore?”
“Se
la metti su questo punto, mi basterebbe che non ti vergognassi di noi due alla
gilda.”
“Te l’ho detto, non è che mi vergogno di te: le effusioni davanti gli altri non
fanno per me, e poi sai che razza di tonti sono alcuni dei nostri compagni… Si
metterebbero a canticchiare ogni volta che ci vedono insieme, lanciare
occhiatine, gomitate e idiozie varie… Credimi, non ti piacerebbe…”
“Beh, neanche mi è piaciuto essere scaraventato in quel canale per impedire a i
tuoi amici di vederci, ieri sera!”
Sbuffò
e si tirò su di fretta la gonna: “Quante volte ti ho già chiesto scusa? E poi,
non sempre trovi dei cespugli a portata di mano…”
Si
riferiva a quella volta in cui lo aveva spinto per impedire, in quel caso a Lucy
e Levi, di scoprirli a passeggiare insieme nel parco tre sere prima.
Era
passato da un attimo da uomo “forzuto” a uomo “fronzuto” nel momento in cui ci
si era tirato fuori; così aveva scherzato lei; ma lui non aveva riso molto…
A
giorni alterni, e talvolta senza alternanza, Elfman si ritrovava spintonato in
qualche posto poco piacevole da un po’ di tempo a questa parte.
Per
l’esattezza, proprio dal tempo in cui aveva suggellato il suo maschile e puro
interessamento per lei con un primo bacio (votato sei e mezzo
dall’esaminatrice…).
Ma
in fondo, quello era il male minore di quella relazione, tanto poco chiara e
poco concreta ai suoi occhi e al suo cuore da indurlo a costringerla a parlar
chiaro quella mattina.
“Evergreen,
non voglio che io e te diventiamo due “zuccherini”… Non è virile!”
“Ecco, vedi?”
“Però…”
“Lascia che le cose restino così, caro mio; vedrai, dureranno a lungo!”
Aveva senso farle durare a quel modo? Poteva reggere quella frustrazione in
nome di un qualcosa che a quanto pareva lui sentiva sul serio, ma lei niente
affatto?
Intanto,
aveva finito di rivestirsi: “Ci vediamo più tardi alla gilda allora.”
Gli
soffiò un bacino, ma questo non sortì effetto, come l’avesse pietrificato senza
neanche usare il suo Stone Eyes.
Poverino,
pensò. Ma se non fosse stata sincera fino in fondo, lui avrebbe continuato ad
illudersi. Se doveva fargli del male, voleva fargliene il meno possibile: come
aveva detto, gli stava veramente simpatico.
“Tutto
sta a te Elfman: se mi vuoi così bene, mi capirai e resteremo insieme fin
quando ci riuscirai; poi, quando sentirai che proprio non ti va più giù, mi
lascerai stare e ti cercherai una tipa che voglia stare con te come lo vuoi
tu.”
“Quella tipa… non potresti proprio essere tu?”
“Elfman…”
“Scusa… Lascia stare…”
Con
la mano già sulla maniglia della porta, Evergreen si girò di nuovo.
“Innamorato, eh?”
“Si.”
“Innamorato sul serio?”
“Direi…” disse, concedendosi il dubbio di non avere altri raffronti.
Ridacchiò:
“Umpf, forse sei il primo.”
Ma come pure questo non avesse che poca importanza, girò il pomello e
scomparve.
Elfman
sospirò.
Aveva
avuto la conferma di ciò che temeva: qualcosina c’era, ma volevano due cose
diverse.
Simpatico…
Non è certo così che si dovrebbe descrivere l’uomo che ti ha stretto tra le
braccia, che ti ha pagato tutte le volte la cena da vero gentleman, che è stato
sempre disposto a sopportarti quando avevi voglia di lamentarti (rimettendoci
talvolta in maschile orgoglio), e che, come dici, a letto apprezzi
particolarmente…
Dopo
ogni appuntamento tornava a casa tanto contento che le sue sorelle non potevano
non capire che si vedesse con qualcuna, pur rispettando il mistero che aveva
deciso di tenere su; e per lei, lui era “simpatico”.
Era
arrivato dunque il momento di lasciarla?
Ma
era stato così contento quando tutto era nato.
E
più l’aveva conosciuta, più aveva avuto l’impressione che anche lei, tanto
orgogliosa e altera all’inizio, potesse schiudersi, magari rivelarsi per una
donna complicata ma buona, bisognosa di un affetto speciale concesso in modo
speciale, come è per tutte quelle storie d’amore sui libri e nei racconti, che
fanno la gioia di romanticone e romanticoni.
E
perché fosse così, aveva solo bisogno di qualcuno, un vero uomo!
O
non era poi un così grand’uomo come credeva, o forse lo era anche troppo per
una che non chiedeva poi molto.
Sbuffò.
Per uscire da quel brutto inizio di giornata ci voleva un’uscita di scena da
vero uomo.
Diede
un pugno all’incolpevole comodino, tirò via il lenzuolo, si alzò, e andò a fare
una robusta colazione, prima di andare di corsa alla gilda.
Malgrado
tutto, aveva ancora tanta voglia di rivederla.
Ed
eccoci qui.
Come
preannunciato, un capitolo breve, rilassante, che ci spiega le premesse per un
seguito che non sarà certo così tranquillo!
Elfman
ed Evergreen si vogliono bene in due modi diversi ed hanno prospettive di
diversa statura: ma il nostro eroe pieno d’amore non sa ancora che il suo
desiderio di entrare più a fondo nel cuore e nei pensieri dell’amata sta per
essere esaudito nel modo più radicale che esista!
Nei
prossimi capitoli, tra scenette all’ospedale e lunghi flashback, ripercorreremo
e sveleremo il loro tragitto verso la sala parto; come affronteranno questa
involontaria calamità? Restate sintonizzati, e buone feste da NaruXHina! ^___^
PS:
ELFMAN X EVERGREEN ORA E SEMPRE!
PPS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!