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Autore: Daisies And Roses    12/12/2011    0 recensioni
da una bambina,ad un'adolescente,ad un'adulta.il percorso di una ragazza che corre per diventare grande...il suo diario.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. 4 settembre 2001 Caro Diario, sono sopravvissuta al primo giorno di scuola...e questo dice tutto.... Allora,ore 8.50, e io mi trovo davanti ad un castello di dimensioni enormi,con un immenso portone tutto ridipinto in blu elettrico (più o meno il colore del mio blazer) e le maniglie gelide in oro. Questa entrata è aperta e davanti al portone, in piedi vi è un uomo basso,ben tarchiato,vestito in giacca e cravatta. Davanti a lui vi era una fila di bambini,più o meno miei coetanei,che dopo avergli stretto la mano e aver pronunciato qualcosa come "gud morning mister David" entravano tutti saltellanti nell'atrio della scuola.Appena arrivò il mio turno,io ero assolutamente pietrificata,nonostante la presenza rassicurante di mio padre,e non riuscii nemmeno a salutarlo. l professore mi guardò e mi chiese qualcosa...mio padre rispose per me. allora gli occhi di quell'ometto bizzarro mi squadrarono dall'alto al basso,erano degli occhi neri come la pece,quasi non si riconosceva la pupilla e, sul suo volto tondo e paffutello, si allargò un sorriso a 32 denti (di cui un incisivo era d'oro) e disse "ciiao" con un accento inglese che più di così non ce n'è! quando misi finalmente piedi nell'atrio mi ritrovai in qualcosa di simile ad una piazza del mercato del pesce!da una parte, c'erano bambinette,tutte con gli stessi vestiti ovviamente,che scorrazzavano come gallinelle e urlavano dalla pazza gioia di rivedersi dopo le vacanze,dall'altra invece in qualche posticino riservato(per modo di dire visto la baraonda che c'era),vi erano dei bambini che imploravano i loro genitori di non abbandonarli... io guardai mio padre completamente smarrita e lui con i suoi begli occhietti azzuro-grigi circondati da qualche rughetta mi disse " stai tranquilla vedrai che ti adoreranno". all'improvviso apparve davanti a noi una donna in tailleur con i capelli sopra alle spalle il cui volto era ricoperto da un ciuffo in cui apparivano delle striature bianche,che scribacchiava su un block notes.quando ci notò,alzò lo squardo sorrise e mi chiese "ciao bella bimba,mi sapresti dire il tuo nome?" e gli le risposi.allora questa disse qualcosa a mio papà,qualcosa che sembravano delle indicazioni e ci portò davanti a delle scale dove,tanto per cambiare,vi era altra gente.una volta scese delle scale a chiocciola mi ritrovai in un corridoio,in fondo vi era un'aula al cui ingresso stava una giovane ragazza,avrà avuto più o meno 26 anni,alta,magra,dai capelli rosso fuoco,dal volto coperto da un lenzuolo di lentiggini arancioni,con gli occhi verde acqua avvolti da ciglia nere nere nere. appena ci vide ci fece segno di avvicinarci. ancora una volta, non mi rivolse la parola ,forse sapevano tutti che non parlavo la loro strana lingua,e mi fece segno di entrare chiudendo la porta dietro di sè. non feci neanche in tempo a voltarmi per salutare il mio babbo che fui colpita da una gomma lanciata da un bambino che si trovava in fondo alla classe.dopo essere stato rimproverato dalla mia maestra,la quale riuscì ad ottenere il silenzio,essa incominciò a parlare.tutti i bambini,me inclusa si andarono a sedere ai proprio banchi, e uno alla volta incominciarono ad alzarsi in piedi e a dire da dove venivano e a parlare delle loro famiglie. intanto che aspettavo il mio turno, nella testa mi frullavano mille dialoghi su quello che era meglio dire ma quando giunse il momento ,mi alzai in piedi, aprii la bocca ma...non mi uscì niente.la maestra spiegò qualcosa alla classe e poi con uno sguardo mi incitò a proseguire o ,più che proseguire...ad incominciare! dissi che mi chiamavo Luna,che ero di Milano, e che vivevo con mia mamma, mio papà e mio fratello poi...silenzio. intanto,notai chi avevo come compagni di banco... alla mia destra sedeva una bimba di colore che aveva i capelli ornati da mille treccine raggruppate in due codini da elastici coloratissimi,alla mia sinistra il bimbo che mi aveva tirato la gomma.Era un ragazzo bassino e cicciottello con i capelli tutti disordinati (sembrava avesse litigato col pettine quella mattina) che appena notò il mio sguardo indagatore mi sorrise e mi disse <> <> << massì tranquilla,a parte il fatto che io non sono l'unico italiano qui,e poi vedrai che presto imparerai a parlare in inglese...non potrai mica rimanere muta come un pesce per sempre!>> nel frattempo la maestra aveva incominciato a parlare di qualcosa e marco mi fece da traduttore <> <> lo interruppi << che cosa sono le case??>> lui ridendo ad alta voce mi rispose << le case sono praticamente delle "squadre" per le quali devi raccogliere punti comportandoti bene,vincendo gare sportive,avendo dei buoni risultati a scuola e alla fine dell'anno la squadra con più punti vince!>> << hanno dei nomi queste case?>> chiesi << certo!>> mi rispose << quella migliore,a cui appartengo io ovviamente è la casa verde chiamata "chester poi vi sono quella rossa,"eaton",quella blu "belgrave" e quella gialla "lowndes". L'anno scorso la coppa di fine anno l'ha vinta belgrave ma sono sicuro che quest'anno sarà nostra!>> non mi ero neanche accorta che erano già passate 3 ore! suonò la campanella e fui investita dalla mandria dei miei compagni di classe che si precipitavano in una stanza piena di tavoli proprio di fronte alla mia classe,alla fine del corridoio.entrai per una porta rossa che aveva un cartello su cui era scritto "dining room". la stanza era enorme,occupata da tavoli e panche ed era infestata di bambini di ogni età dai più piccoli ai più grandi. dopo circa 15 minuti apparvero da dietro la porta dei visi di adulti che sembravano aspettare qualcosa...improvvisamente sbucò da dietro un bancone (che io non avevo minimamente notato) una donna dai capelli caramellati con dei riflessi biondi la quale incominciò a fare i nomi di bambini... non ci potevo credere! ero sopravvissuta al primo giorno di scuola! ero orgogliosa di me stessa! dopo un po' che non vidi nè mia mamma nè mio papà incominciai a preoccuparmi... <> proprio mentre mi stavo facendo tutte queste paranoie ecco che apparve il viso famigliare di mio fratello i cui occhi però facevano trasparire un sentimento di...tristezza... ci avvicinammo e incominciammo a parlare di queste ore passate in questa strana scuola...proprio mentre stava finendo di descrivere la sua giornata ecco che apparve la mia mamma! certo che faceva proprio un figurone davanti a tutte le altre mamme...era bellissima. aveva questi capelli neri come il carbone che le scendevano in boccoli disordinati fino a sotto le spalle scoperte,con una pelle liscia come la seta nonostante il suo colore tendente alla tinta arabica con questi occhioni a mandorla color cioccolato costellati di macchioline pistacchio... era veramente un schianto! senza neanche salutarla la trascinammo fuori da quell'inferno di scuola e corremmo subito a casa : il nostro piccolo paradiso. ora sono qui diario che ti sto scrivendo e non so cosa fare visto che DVD non ne abbiamo e mi rifiuto di vedere la TV in inglese... vabbè troverò qualcosa da fare. Tua, Luna.
  
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