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Autore: Akane Tendo    13/12/2011    0 recensioni
“Scusa puoi ripetere?” chiese Calvin incredulo. Aveva udito quello che la ragazza gli aveva appena detto, ma non riusciva a crederci. Devo aver sentito male, pensò nella sua mente, incolpando il freddo vento autunnale che, soffiando sul tetto della scuola, gli aveva impedito di sentire bene ciò che gli diceva, spazzando via tutta la razionalità e la logica da quella conversazione.
“Ho detto... Voglio che tu sia il mio ragazzo” disse Abigail, alzando un po’ più la voce questa volta e scandendo bene le parole.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Calvin Drake era abituato ad essere osservato. Fin da bambino, le persone erano sempre state attratte e affascinate da lui. I suoi genitori lo guardavano con adorazione, da quando alla tenera età di 5 anni aveva recitato a memoria tutti gli stati del mondo e le loro capitali. I suoi compagni erano affascinati, mentre lo guardavano risolvere problemi matematici complicatissimi, nel tempo in cui loro impiegavano solo per leggere la traccia. I suoi insegnanti lo guardavano con rispetto, pensando come fosse potuto nascere uno studente tanto perfetto, da metterli in difficoltà. Le ragazze lo guardavano con ammirazione, lanciando gridolini isterici ogni qualvolta Drake rispondeva ad un loro sorriso o ricordava il loro nome. I ragazzi invece lo guardavano con invidia, schiacciati dal peso della sua perfezione. Ci aveva fatto l’abitudine negli anni … ma adesso… come poteva?
Tutti quegli sguardi erano causati da quel maledetto bacio. Gli studenti non riuscivano a smettere di parlarne. Al suo passaggio le ragazze lo fissavano e commentavano sottovoce qualcosa con le compagne vicine, e lui sapeva benissimo quale fosse l’argomento.
Calvin era ancora sconvolto da come fosse stato coinvolto in quella sorta di scandalo. Un momento prima si preparava a ricevere una testata, e il momento, dopo le sue labbra erano incollate a quelle di Abigail Pavel.
Dopo quel bacio, Abigail aveva semplicemente sogghignato e aveva detto, a voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti i presenti, “Non potevo tornare a casa senza aver dato un Bacio al mio ragazzo!” lasciando Calvin esterrefatto e i presenti a spettegolare.
 
“Hai sentito del bacio di Drake e Pavel?”
“Certo che l’ho sentito, l’ho anche visto! Lo hanno fatto davanti a tutti nell’atrio!”
 
“Ho sentito dire che quei due erano sul tetto della scuola poco prima”
“Si saranno fatti una sveltina!”
 
“Che schifo! Questa è una cosa che mi aspetterei da Abby, ma non certo da Calvin! Non riesco a crederci!”
“Sta zitta Nancy, sei solo gelosa che lui non ti degna di uno sguardo!”
 
Quando finirà tutto questo... si ritrovò a mugugnare internamente Calvin, mentre camminava nei corridoi, diretto alla Sala Riunioni del Consiglio Studentesco. Quando entrò, chiudendosi la porta alle sue spalle, tirò un sospiro di sollievo. Quella stanza era così quieta in contrasto coi corridoi. Si sedette al suo posto designato, accanto a quello del Presidente. Come Vice Presidente, tra i suoi doveri, c’era quello di essere responsabile del comportamento degli studenti, doveva monitorare, e nel caso intervenire, sulle prestazioni di ogni studente della scuola. Aveva quell’incarico sin dal primo anno, e, a parte poche e ovvie eccezioni, era riuscito a fare in modo che gli studenti si comportassero bene e seguissero il regolamento scolastico alla lettera.
Ma dove sono finiti tutti? Si chiese riscuotendosi dai suoi pensieri, avrebbero dovuto già essere tutti qui per la riunione. Calvin prese il cellulare dalla tasca, per controllare, se qualcuno gli avesse mandato un sms per un eventuale cambio di orario, ma non ce n’erano. Proprio mentre rimetteva il cellulare in tasca, la porta si aprì, rivelando il Presidente del Consiglio studentesco. La sua faccia era seria, come se stesse pensando ad un modo per prevenire il surriscaldamento globale o la fame nel mondo. Jason Tiger aveva sempre quell’espressione durante le riunioni, in contrasto col suo volto perennemente sorridente e la sua giovialità, mentre si intratteneva con gli studenti, quando era fuori da quella stanza. Era questo che faceva di lui un ottimo Leader, agli occhi di Calvin.
Il Presidente prese posto accanto a lui in silenzio. Andò diretto al punto “Ho sentito della tua storia con Abigail Pavel”.
“Dove diavolo sono gli altri?” chiese Calvin irritato. Quindi quella riunione speciale era stata indetta per quello…
“Non verranno” disse Jason, evitando i tentativi del ragazzo di cambiare argomento. Si appoggiò allo schienale, unendo le mani sullo stomaco come un boss, mentre gli diceva “Non volevo che ti sentissi in imbarazzo…”
“Imbarazzato per ‘Cosa’, esattamente?” domandò Calvin. Quella conversazione non gli piaceva per niente.
Jason rimase appoggiato allo schienale, guardando fisso dinanzi a lui, evitando di rispondere a quella domanda. “Da quanto tempo va avanti questa storia?”
Calvin aprì la bocca per rispondere con veemenza a quella domanda, ma si fermò in tempo, decidendo piuttosto di contare fino a 10, per calmarsi. Litigare con Jason sarebbe stato inutile, non aveva mai vinto un confronto verbale con lui. Quando si rese conto di essersi calmato abbastanza, iniziò “Jay”, si fermò per dare più enfasi al nomignolo di infanzia del Presidente, “pensavo che tu fossi differente dagli altri e che non credessi a questi pettegolezzi…”
L’espressione di Jason si raddolcì, e con un sorriso appena accennato disse “Usare la nostra amicizia, per sviare le mie domande è un colpo basso, Vinnie”
“Ti prego non chiamarmi così”
La stanza si riempì con la risata di Jason, e la tensione calò considerevolmente. La voce del Presidente divenne più mite, quando gli disse “Hai iniziato tu e poi… amo i bei vecchi tempi, quando, da bambini, ti chiamavo Vinnie”
“Ho seppellito quella parte del mio passato molto tempo fa” disse Calvin, pentendosi di averlo chiamato ‘Jay’. Ogni volta che lo chiamava con quel nome, tornava ad essere dolce, malizioso e poco serio, come se avesse due personalità diverse. “Possiamo tornare alla questione?”
“Giusto” disse Jason ricomponendosi “Scherzi a parte, qual è il problema tra te e la Pavel. Non mi hai mai parlato di lei, pensavo non vi conosceste…”
“Infatti non ci conosciamo” disse Calvin, sentendosi sollevato, a poter parlare di questa faccenda, con qualcuno di cui si fidasse. “Tutto questo scandalo è opera di quella pazza, non so quale sia il suo intento, ma è stata lei a baciarmi all’improvviso, per far credere agli altri studenti, che stiamo insieme. Aaaah è così stressante!”
Jason rimase tranquillo, apparentemente riflettendo su cosa dire “Non pensi che potrebbe essere un bene per la scuola però?”
Calvin sbarrò gli occhi “Come potrebbe, una cosa ideata nella mente di quella teppista, essere un bene per la scuola?”
“Prima di iniziare a sclerare, ascoltami bene” disse Jason, vedendo Calvin sul punto di ‘esprimere la sua opinione’, che in realtà significava una vera e propria flagellazione verbale delle sue orecchie.
“Se potessi influenzare Abigail in modo positivo, portandola a cambiare i suoi modi, con la tua vicinanza, questo gioverebbe all’intero corpo studentesco”.
“Fammi capire bene, Jason” disse Calvin, ribollendo per la rabbia, a denti stretti “vorresti dire, che io, Calvin Drake, dovrei sacrificare il mio tempo, la mia reputazione e nonché il mio corpo, per relazionarmi con una persona come Abigail Pavel, per cercare di trasformarla in qualcosa, che mai sarà, solo perché tutti possano essere più felici? È questo quello che mi stai dicendo?”
“Al di la del tuo poco velato sarcasmo, beh si, è quello che voglio che tu faccia” disse Jason “Sei l’uomo perfetto per questo incarico, sei freddo, privo di emozioni, stoico e frigido.”
“Grazie amico, davvero… grazie!”
“Voglio solo dire, che proprio a causa di queste tue ‘qualità’ puoi star pur certo che non ti innamorerai mai di Abigail” disse Jason, cercando di migliorare la situazione, vedendo gli occhi di Calvin sul punto di incenerirlo all’istante.
“Non potrei mai innamorarmi di lei, nemmeno se volessi.”
“Appunto questo sto dicendo” annuì Jason “E poi in quanto Vice Presidente è tuo dovere far si che tutti gli studenti facciano del proprio meglio, e questo include anche la tua bellissima ragazza” aggiunse scherzosamente.
“Questa è una stronzata!” esclamò Calvin “Non puoi costringermi a fare una cosa del genere solo perché è parte delle mie responsabilità. Questo va ben oltre i miei doveri!”
Jason si alzò bruscamente “Ti sto dicendo, in qualità di Presidente del Consiglio Studentesco, di assicurarti che, Abigail Pavel, migliori il suo comportamento e i suoi voti, entro la fine dell’anno scolastico. Se questo significa giocare a qualsiasi gioco lei stia giocando, allora dannazione giocaci! Mi aspetto risultati positivi da te, Calvin”.
Con un tempismo perfetto, la campanella della prima ora suonò e Jason sorrise incamminandosi verso l’uscita. “Detto questo, credo la riunione sia finita. Considero, quello di cui abbiamo parlato, come un accordo già stipulato.”
“Amico per favore, non posso farlo, morirò!” disse Calvin disperato.
Jason alzò le spalle, mentre apriva la porta “Vinnie, prima o poi tutti dobbiamo morire, solo che alcuni lo fanno prima di altri” e così dicendo chiuse la porta, lasciando Calvin sbalordito a pensare che lui sarebbe stato uno tra quelli, che sarebbe morto per primo.
 
♥♥♥
 
Dio che palle, pensava Calvin facendosi strada nei corridoi con espressione truce, per fare da monito per eventuali scocciatori. Non avrebbe mai pensato che il suo amico di infanzia, Jason, potesse essere così spregevole da usare un ricatto emotivo e psicologico come quello. Ma questo in fondo, era uno dei motivi per cui era diventato Presidente del Consiglio Studentesco, avrebbe fatto di tutto pur di ottenere ciò che voleva. Calvin era indeciso se farlo a pezzi o dargli una medaglia per i suoi meriti.
Che fine ha fatto quella teppista, ad ogni modo? Calvin pensava che sarebbe stato meglio parlare con Abigail il prima possibile. Voleva uscire velocemente da quel casino. Sapeva benissimo, che non l’avrebbe trovata mai in classe di Lunedì mattina… ma era sicuramente da qualche parte all’interno del Campus.
“Vinnieeeeeee”  sentì gridare a gran voce da poco lontano, interrompendo la sua caccia all’uomo.
Odio gli amici d’infanzia, si lamentò internamente Calvin. Si fermò e si girò per guardare il proprietario di quella voce stridula. “Sei pregato di non chiamarmi con quel nome” disse freddamente.
“Oooh, acido come sempre, Vinnie…” disse Jeremy, con un sorriso a 32 denti, nemmeno minimamente turbato dal comportamento brusco di Calvin. “A me non dispiace quando mi chiami Mimi” sottolineò allegramente.
“Ma si adatta perfettamente a te” rispose “comunque, perché mi hai chiamato?”
“Voglio un esclusiva!” dichiarò Jeremy, con uno sguardo malizioso e allusivo.
Jeremy Locks, il suo più intimo amico di infanzia, era il capo redattore del giornale scolastico. Una moltitudine di persone era stata ingannata dal suo aspetto docile e tenero, e lui stesso usava quella sua dote per estrapolare notizie per i suoi articoli. Le persone sarebbe rimaste sconvolte dalla quantità di cose di cui Jeremy era a conoscenza.
Calvin gemette e alzò gli occhi al cielo, cercando di scappare da quella situazione. Jeremy lo seguì “Vinnieeeee”
“Smettila di chiamarmi così!”
“Cucciolooooneee”
“Smettila, e smettila di seguirmi!”
“Vuoi che racconti a tutti di quando noleggiasti quei video…?”
Quelle parole attirarono subito l’attenzione di Calvin, che si girò subito verso quel giovane diavolo dall’aspetto di angelo. “Non ci provare nemmeno, Jeremy.”
Jeremy sorrise “Scommettiamo?” Solo lui era a conoscenza di quel piccolo segreto ‘giovanile’ di Calvin, quando in preda alla curiosità, decise di noleggiare un video porno, ma mai avrebbe creduto, che lui l’avrebbe usato a proprio vantaggio.
“Ho capito, ho capito! Cosa vuoi, viscida serpe?” senza nemmeno cercare di nascondere la propria rabbia, ma solo cercando di terminare quella conversazione al più presto.
“I tuoi complimenti mi fanno arrossire, tesoro” lo prese in giro Jeremy, ricevendo in cambio uno sguardo assassino dell’altro. “Lo sai che voglio informazioni sul tuo rapporto con Abigail Pavel. Quando vi siete conosciuti? Chi si è dichiarato? Bacia bene? Fin dove vi siete spinti? Come vi chiamate nell’intimità?”
“Sei sicuro che queste siano le tipiche domande da giornalista? A me sembrano un po’ troppo invadenti…” sottolineò Calvin. Nonostante fosse ancora ansioso, per lui era impossibile essere arrabbiato con Jeremy.
“Chi ti ha detto che sono domande da giornalista? Sto solo abusando del mio status di Migliore Amico per impicciarmi degli affari tuoi” disse sfacciatamente Jeremy.
Calvin scosse la testa incredulo “Ascolta Mimi” gli disse serio, non voleva che scrivesse nulla, che non gli avesse detto lui stesso “Io e Abigail non stiamo insieme… per ora.”
Jeremy spalancò gli occhi per la sorpresa “Questo vuol dire che… voi due… potreste… Com’è successo? Cioè, voglio dire, prima ti stavo prendendo in giro, non immaginavo che fosse tutto vero! Siete troppo diversi. È vero che gli opposti si attraggono, ma… perché io non ne sapevo niente? Sono il tuo migliore amico, maledizione!”
Calvin cercò di bloccare il fiume di parole che uscivano dalla bocca del suo piccolo amico, posando pesantemente le mani sulle sue spalle. “Per favore, niente chiacchiere, ok? Facciamo… un accordo.” L’unico modo, per farlo smettere di parlare, era proporgli qualcosa in cambio. Sebbene Calvin non fosse ancora sicuro sul da farsi, quello era l’unico modo, per assicurarsi, che le labbra di Jeremy, restassero sigillate almeno per un po’.
Proprio come si aspettava, Jeremy si zittì immediatamente “Sto ascoltando”.
Calvin fece un respiro profondo, prima di parlare. “Ti racconterò tutta la situazione con Abigail domani, ma fino ad allora, non devi scrivere nulla su questo argomento. E non devi parlare con nessuno della nostra conversazione. Non voglio altri Scandali”
Jeremy rifletté un po’ sull’offerta, prima di sorridere e allungargli la mano “Affare fatto. Non scriverò una sola riga su di te e Abby, finché non sarai tu a parlarmene, ma voglio l’esclusiva sulla tua vita amorosa!”
Calvin alzò nuovamente gli occhi al cielo, stringendo la mano dell’amico, sperando che avrebbe mantenuto la promessa. “Mi fido di te Mimi”.
“E fai bene” rispose Mimi “Adesso vado… la prof di Fisica mi attende. Dio che palle!!! Ciao!” disse il biondo, mentre scappava via dal suo migliore amico.
Calvin sospirò chiedendosi ancora come era riuscito a cacciarsi in quel casino.
Ricordando la sua ‘missione’ prese a girovagare nuovamente nei corridoi alla ricerca di Abby, cercando persino nelle classi chiuse a chiave o negli spogliatoi, ma non riusciva a trovarla, ed era strano, perché non passava di certo inosservata.
Forse è... Non poteva essere lì, continuava a pensare Calvin, mentre si dirigeva fuori dall’edificio scolastico. Gli studenti non avrebbero dovuto essere lì, quella parte dell’edificio era chiusa per ristrutturazioni, ma una persona come Abigail Pavel, che se ne infischiava delle regole, poteva essere davvero nascosta lì.
Calvin scavalcò le recinzioni e si fece strada tra i blocchi di cemento che ostruivano l’entrata. Era stretto, ma riuscì a farsi strada camminando di lato. Un volta dentro si diresse verso quella che un tempo era stata la vecchia aula di musica, prima che i lavori di ristrutturazione, costringessero a spostarla nell’altra ala della scuola.
Poteva sentire un debole suono provenire dall’interno, molto simile allo strimpellare di una chitarra e sentiva anche qualcuno cantare indistintamente attraverso la porta chiusa. Calvin cominciava a dubitare, che ci fosse Abby lì dentro, forse qualcun altro stava usando quel luogo.
Spinto dalla curiosità aprì lentamente la porta ed entrò nella stanza scarsamente illuminata dalla luce fluorescente di un vecchio neon. Calvin rimase sorpreso nel constatare, che all’interno ci fosse proprio lei, seduta al pianoforte intenta a pizzicare le corde della sua chitarra, accompagnando ogni suono con la sua suadente voce, mentre cantava una canzone a lui sonosciuta, ignara di avere uno spettatore.
“Non sapevo sapessi suonare” le disse, attirando la sua attenzione.
La ragazza smise bruscamente di suonare, sobbalzando per la sorpresa. Il viso di Abigail sbiancò per lo shock e si portò le mani al petto per calmare i battiti del suo cuore. “Che cazzo, mi hai fatto prendere un colpo!”
Calvin sorrise, piacevolmente sorpreso di vedere questo lato di Abigail. “Sei brava. Non sapevo che sapessi cantare.”
“E io non sapevo che tu fossi così inquietante” rispose infastidita “Che diavolo ci fai qui?” disse alzandosi e riponendo le sue cose in borsa. La sua espressione era una combinazione di fastidio e curiosità.
“Potrei farti la stessa domanda, come conosci questa stanza?”
“Cosa vuoi?” rispose Abigail “Non prenderti gioco di me”.
“Sei tu che hai iniziato questo gioco” rispose Calvin, riferendosi alla scenetta messa in atto dalla ragazza qualche giorno prima.
“Hai ragione”disse avvicinandosi lentamente al ragazzo “Hai deciso di accettare?”
Voglio accettare? Calvin restò un attimo in silenzio, come se stesse attentamente valutando la proposta. Aveva accettato una marea di accordi quel giorno, ma questo era il più difficile da accettare. Quello sarebbe stato il compromesso più pericoloso della sua vita, perché Abigail Pavel stessa, era una persona pericolosa per lui.
Senza avere altra scelta, Calvin sentì se stesso dire “Si, ci sto”, stampando così sul viso di Abigail un sorrisetto compiaciuto, come se avesse già vinto un gioco non ancora iniziato. Calvin avrebbe voluto rimangiarsi quelle parole, ma non era il tipo da tirarsi indietro una volta accettata la sfida…
  
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