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Autore: cheekbones    13/12/2011    6 recensioni
"Anche tu mi sei mancato" si guardarono complici, per poi abbracciarsi.
"Ehi, ehi, ehi, McGuardone, le mani a posto!" si irritò Tony, facendoli separare.
"Per favore, evita" Ziva incrociò le braccia al petto e lo guardò male. "Ho sempre la mia pisto..."
Tony, divertito, alzò le braccia in segno di resa. "Bene, dobbiamo raccontarti un sacco di cose!" si illuminò McGee, prendendola per mano. Abby le afferrò l'altra: "Oh, si, proprio tante!" la trascinarono lungo il corridoio, mentre l'israeliana guardava implorante Tony.
Quest'ultimo ridacchiò e scosse la testa, mimando con le labbra pistola. Ziva gli mostrò la lingua.
Nonostante fosse accerchiata dai due amici, la ragazza notò subito il professor Gibbs che, caffè in mano, veniva verso di loro. Si fermò di poco, in tempo per poterle tirare un sonoro scappellotto.
"Hai studiato, David?" Bentornata, Ziva.
"Si, prof!" Grazie, Gibbs.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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10 capitolo
hhhhhhh


Gibbs: Can't i get anything right?
Shannon: Sometimes, I guess

7x14


"Bello" Shannon prese un sorso di birra. "Sei bravo"
Jethro annuì, continuando a lavorare il legno. Erano nella sua cantina, alle dieci di sera, ed era quasi un'ora e mezza che Shannon lo guardava creare il suo prezioso mobile. Non pensava che il professor Gibbs potesse essere delicato e, invece, col suo mobile stava facendo una specie di miracolo. Osservava le sue mani muoversi avanti e indietro, accarezzare e sentire il legno, modellarlo; nelle sue mani sembrava cera. E Shannon, pur vergognandosi come una ladra, pensò a quelle mani su di lei, e non su un inanimato mobile, che di certo non beneficiava come lei di quelle eccezionali premure. Si ritrovò a sospirare affranta: dalle mani passò alle braccia forti e sicure, al petto coperto da una t-shirt del college, al viso squadrato ma estremamente affascinante, perchè virile.
Oh, accidenti. Se riusciva a trovarlo sexy anche in quel contesto, era completamente partita, se ne rendeva conto. Si domandò se avesse avuto mai una donna per più di qualche mese, se si era mai innamorato, se il suo carattere ombroso e schivo era... Mh. In realtà, la corazza la tirava fuori solo quando c'era lei in giro. Shannon lo osservava con i suoi studenti ed era un professore severo, ma ironico quanto bastava per farsi amare spudoratamente dagli adolescenti; lo vedeva con Ducky, un amico, e rideva; lo vedeva, solo con lei, in posizione di difesa. Leroy Jethro Gibbs amava avere il controllo su tutto ciò che lo circondava e la donna non faceva eccezione. Era completamente in balia del suo odore mischiato a quello del legno, della birra e della cantina. Per sicurezza, posò la bevanda sul tavolo operativo. Saltargli addosso era un opzione, ma l'avrebbe spaventato a morte, probabilmente. Lui non ti vuole, Shanny cara. Arrenditi. Prima lo fai e meno soffrirai.
"Ti vedo perplessa" la sua voce la colse alla sprovvista, tanto che sobbalzò.
"Trovi? Mh. Pensavo" sviò il discorso, girovagando per la cantina.
"A cosa?" soffiò sulla superfice del legno.
"Ti interessa?" domandò sarcastica.
"Te lo sto chiedendo"
Non è una risposta, Jethro. "Pensavo... a te" decise di essere sincera e sbirciò interessata la sua reazione: niente. Zero. Negativo.
Il suo ruolo di terapeuta, con lui, era praticamente nullo. Non mostrava nessuna emozione, all'occorrenza.
"Non dovevano essere pensieri molto felici, allora" fece un mezzo sorriso. Non la guardava mai negli occhi. Peccato, a lei piacevano.
"Al contrario. Diciamo che... tu mi incuriosisci" Shannon fu abbastanza intelligente da capire che era un pò di birra che parlava.
Doveva ricordarsi prima che non reggeva tanto bene l'alcool, la sua amica Tara glielo rinfacciava di continuo...
"Ah, davvero? E come mai?"
"Perchè con te non funziona niente!" mugugnò irritata. "Anni e anni di psicologia a cosa mi sono serviti se non riesco nemmeno a capire chi mi interessa?!" sbuffò, una mano tra i capelli. Non si accorse nemmeno che Jethro aveva finalmente alzato lo sguardo su di lei.
"Insomma, tu mi annulli. Completamente. Io arrivo da te e non sono più io. Non so come comportarmi. Tutti mi dicono che sono simpatica, ma quando ci sei tu, mi... mi... mi aggroviglio tra me, i miei pensieri, i miei pensieri da analista. Che poi, non credere che io non ti osservi. Sei eccezionale con tutti: un bravo professore, un buon amico. Ti faccio innervosire così tanto da meritarmi un simile trattamento? E lo sai qual'è la cosa più divertente?" rise, lanciando uno sguardo al soffitto. "Che non so nemmeno se prendermela con me o con te. Tu non riesci proprio a mostrarmi le tue emozioni, io forse mostro troppo le mie. Accidenti. Perderai anche tu il controllo ogni tanto!" urlò alla fine, prendendo fiato.
"Hai finito?" Jethro si pulì le mani sui jeans, fissandola pensieroso.
"Credo di si" soffiò, per togliersi dagli occhi una ciocca di capelli.
L'uomo si alzò, posò i suoi attrezzi, si ripulì le mani e buttò la birra di Shannon. Lei seguì i suoi movimenti come a rallentatore, finchè non se lo ritrovò proprio davanti. "Vuoi vedermi perdere il controllo?" sussurrò.
Shannon annuì.
"Perfetto" le afferrò il viso e la baciò.


sadasdas

- Like a woman with a wayward lover

Ducky, to Ziva about Tony,4x24



"Sta bene, dottoressa?" domandò sospettosa Ziva.
"Si. Oh si" ridacchiò nervosamente Shannon. "Di cosa mi stavi parlando?"
"Del Ballo..." mormorò sorpresa Ziva. Era raro che quella donna non la ascoltasse, durante le sedute. "Tutto bene?"

"Si, ti dico di si!" sventolò una mano. "Dimmi"
In realtà Shannon non la stava ascoltando ed era la prima volta che ad un incontro parlava più la ragazza che lei. Sapeva che non era professionale, sapeva anche che non era esattamente da lei ma... la sera prima aveva baciato Jethro Gibbs. E non un bacio normale, ma un Signor Bacio, proprio di quelli come nei film, che ti fanno girare la testa e ti mettono gli ormoni in subbuglio.
E lei era scappata. Complimenti per la coerenza, Shannon! Prima gli sbavi dietro, poi ti bacia e tu scappi con la peggiore delle scuse.
- Mi sa che ho lasciato il gas aperto. Vado. Ciao! Pessima perfomance.
Senza pensarci, si prese la testa tra le mani, sembrava pulsare. Era terribilmente imbarazzata e la sola idea di incontrarlo la mandava nel panico più totale. Però doveva rimanere concentrata. Doveva analizzarsi da sola: perchè era scappata? Mistero.
"Forse è meglio che vada" esclamò Ziva, afferrando il suo zaino e uscendo dalla porta. Non se ne accorse nemmeno.
Che pessima psicologa.

Ziva controllò l'orologio: erano le tre in punto e stava per tornare a casa. Ci stava poco da quando aveva conosciuto Abby, perchè la portava in giro dappertutto. Quello che la stupiva è che suo padre non sembrava affatto preoccupato: potevano rapirla o peggio.
Invece non se ne curava e questo la stava decisamente mettendo sul chi vive; che avesse in mente altro? E cosa? C'entrava Ari?
Torneranno. Ray l'ha detto. Ma per cosa? Ari, che hai combinato? pensava di continuo, convinta che suo padre fosse assente per questo. Non aveva mai accettato davvero Ari come suo figlio, e dopo più di vent'anni ancora non l'aveva riconosciuto. Era un bastardo, un figlio illegittimo nato da una donna che non meritava di essere la compagna di Eli David. O almeno, era quello che Ziva credeva.
In casa non si era mai parlato di Ari, ma lui era una presenza costante e sua madre lo considerava quasi come figlio suo e lo rendeva partecipe delle feste e degli affari di famiglia. L'unico che non l'aveva mai davvero preso in considerazione era anche l'unico che con lui aveva il più forte dei legami familiari: il padre, Eli. Ziva era arrabbiata con lui anche per quello, per aver fatto soffrire suo fratello. Entrambi condividevano l'indifferenza e il risentimento verso di lui, al contrario di Tali; lei era quella pura, la principessina che non conosceva davvero il suo papà e lo considerava un eroe: per il Paese, in effetti, Eli David era un eroe. Se gli eroi sono tutti così, aiuto!
"Ciao, Leni" salutò Ziva, entrata in casa.
"Shalom" sottolineò la sua domestica e la guardò male. Suo padre desiderava che parlasse in ebraico a casa, ma stavano notando che la ragazza utilizzava sempre più spesso l'inglese. Forse perchè era giovane e aveva tanta voglia di integrarsi, era quella la scusa ufficiale. Ma, sia Leni che Eli, sapevano che Ziva stava rapidamente crescendo.
"Mio padre?" si sedette a tavola, osservando Leni che lavava i piatti. "E' nel suo ufficio"
"D'accordo. Vado a fare i compiti" sbuffò.
Non fece nemmeno in tempo a prendere in mano il libro di Storia - Il professor Gibbs era stato particolamente chiaro sugli esami di metà semestre - che le squillò il cellulare. DiNozzo, c'era scritto sul display.
"Ehi" rispose, con telefono infilato tra capo e collo, le mani occupate a sottolineare l'argomento del giorno.
"Ehi, occhioni belli! Che stai facendo?"
Ziva alzò gli occhi al cielo e sorrise involontariamente, oramai si era abituata agli stupidi nomignoli che le dava. Erano teneri, in fondo.
"Sto studiando, esattamente quello che dovresti fare tu, Tony. Ci sono gli esami tra poco"
"Ssssi. Gli esami" mormorò tra sè e sè. La ragazza pensò che se l'era scordato, come sempre.
"Ma dove sei? Sento della folla..."
"Tranquilla, non ti sto tradendo"
"Non ho detto questo e non sono gelosa, DiNozzo. Puoi farti chi vuoi" gli disse nevrotica. Però un pò fastidio le dava. Considerava Tony quasi come una sua proprietà, anche se era difficile ammetterlo: si preoccupava per lui, non c'era altro sotto. Certo. Spero.
"Ritira gli artigli, Tigre. Comunque sono con McGee!"
"Ah. Uscite anche insieme, adesso?" rise.
"Stiamo vedendo gli smoking per il Ballo e la limousine, c'è una richiesta esorbitante, dovevamo arrivare prima per spendere di meno. Mi ha trascinato al centro commerciale, dopo andiamo alla concessionaria" sbuffò. "E' peggio di una donna, credimi"

"Povero, piccolo, Tony!" lo prese in giro Ziva. "Scappa, no?"
"Vengo da te?" domandò speranzoso.
"Scordatelo. Devo studiare. E mio padre ti sparerebbe"
"Dobbiamo risolvere il problema -signor David-, comunque. Quando verrò a chiedere la tua mano, deve già essere preparato" rise.
"Certo. Te la staccherebbe, una mano"
"Vuole che tu stia con un ebreo?"
"Non credo. Lui è..." si morse le labbra, intenta a cercare la parola giusta. "Molto protettivo. Con i suoi agenti"
"Ma tu sei sua figlia" accennò lievemente Tony
"Non c'è differenza, credimi" chiuse il libro di Storia. "Quando Abby mi trascinerà in giro per il vestito per il Ballo, ti chiamo anche io. Devi ricambiare il favore (per colpa tua non sto studiando) e sono sicura che la nostra cara amica sia peggio di McGee con lo shopping"
"Non credo, sai? E' il quinto smoking che si prova" piagnucolò Tony.
"E tu?"
"A me sta bene tutto, piccola ninja. Ho vasta scelta"
"Modestia è il tuo secondo nome, vedo" disse divertita Ziva, buttandosi a peso morto sul letto.
"Che tonfo! Hai fatto cadere qualcosa? No, McGee, è orribile! Provane un altro"
"Mi sono ritanata sul mio morbido piumino. Sono un pò stanca" sbadigliò.
"Mi stai dicendo tra le righe che vuoi compagnia?" sussurrò Tony scherzoso. "Anche se non credo che dormiresti, con me nel tuo letto! McGee, per l'amor del cielo!, sembri un becchino! Prendine uno a tinta unita!"
"Senti, Valentino, a parte che sei tu che gli fai perdere tempo, a quanto sento, ma tu nel mio letto non ci entrerai mai" alzò un sopracciglio.
"Vero. Sei tu che entrerai nel mio"
"Ti sto mandando uno scappellotto"
"Ahia!" strillò Tony. "Sei manesca... McGee, ma ti pare?! Si, aspetta. No, te lo scelgo io adesso, non vorrei che Abby morisse di vergogna con te al fianco. Devo lasciarti, occhioni belli. Si richiede la mia esperienza"
"Io studio, và! Ciao Dolce, salutami Gabbana!"
"Che simpatica" le fece una pernacchia. "Fatti una bella dormita, così ti riposi" le disse, premuroso. "A dopo"
"Ciao" lo salutò, per poi chiudere la chiamata. Guardò il cellulare sospettosa. Mi sto decisamente rammollendo.

"Con chi eri al telefono?" domandò McGee, sistemandosi il colletto.
"Ziva. Accidenti, Tim, sei un disastro!" Tony alzò gli occhi al cielo e si avvicinò per sistemargli la cravatta. McGee lo guardava sorridente.
"Che c'è?" fece brusco, provando a soffocarlo con il nodo della cravatta.
"Fa piano!... no, niente. Ziva, eh?" ridacchiò. "Quando ti deciderai a chiederle di uscire?"
"Bè, sicuramente ci metterò meno di te. Ci hai messo quasi quattro anni per invitare Abby" lo prese in giro. "Girati"
"Perchè?" McGee allargò gli occhi.
"Devo vedere se ti fa difetto dietro, questo mi piace!" lo fece girare con forza e cominciò ad esaminare il vestito. Era sempre stato un esperto, non a caso gli dicevano sempre che aveva un gran gusto nel vestire.
"Credo che sia perfetto, McElegantone" gli diede una pacca, per incoraggiamento. "Farai una bellissima figura"
"Senti, Tony..." balbettò imbarazzato. "Secondo te... Abby si aspetta che, bè..."
Il ragazzo cominciò a ridacchiare. "Bacio e poi sesso? Non lo so, insomma... io ai Balli faccio sempre così, ma visto che con Abby mi sembra una storia abbastanza seria, penso che... dovrai fare l'esatto opposto di quello che facevo io. Baciala, ma non essere troppo irruento" gli sistemò le spalle del vestito "lascia che sia lei, poi, a farsi baciare. Ho capito che sei... in eruzione" lo prese in giro. "Ma non farti prendere dal momento"
"Tu cosa farai con Ziva?"
"Niente, visto che lei niente si aspetta. Ci andiamo in gruppo a questo cavolo di ballo, no?"
"Non si può dire che io sia un esperto" cominciò McGee. "Ma, per me, si aspetta qualcosa!"
"Tu dici?" borbottò Tony, pensieroso.
"Si. E ora è venuto il tuo momento! Proviamo un pò di smoking!" e se andò in giro per il negozio.
"Peggio di una donna!"

"Pronto?"
"Emergenza!"
Ziva alzò gli occhi al cielo. "Ciao anche a te, Abby" chiuse, per la seconda volta, il libro di Storia.
"Emergenza!" Continuò a strillare l'altra. Ziva potè giurare di sentirla saltellare; più volte si era chiesta se questo suo tanto parlare fosse dovuto al fatto che a casa non poteva farlo, visto la condizione dei suoi genitori. Era un pò un problema riflesso, ma lei era perfetta così. Ziva la invidiava molto, perchè era bella, simpatica, intelligente e assolutamente, schifosamente Normale.
"Che succede?"
"Succede che stavo riflettendo sul Ballo"
"Ancora?! Mi sa che questo Ballo vi sta mandando fuori di testa. Manca ancora un sacco di tempo!"
"Vero, ma ci si deve preparare prima. Comunque... credi che Timmy mi bacerà?" strillò.
Ziva scoppiò a ridere: "Oh mio dio, Abby, certo che lo farà!"
"E... ci fermeremo a quello? Insoooomma...hai capito, dai... "
"Vuoi sapere se farete sesso?" domandò tranquillamente.
"Già!" sospirò Abby.
"Non lo so, Abbs. Può essere. Non sono tanto esperta, sono ancora vergine"
"Ah. Bè... io... non sono esattamente vergine..." balbettò Abby. Ziva si passò il cellulare dall'altro orecchio, improvvisamente più interessata alla chiamata: non credeva che la sua amica avesse avuto una storia tanto importante da fare sesso per la prima volta.
"Wow! Con chi?"
"John... Dukovich*" sussurrò.
"NON CI CREDO!" urlò Ziva, soffocando poi la sorpresa nel cuscino. Si era gettata sul letto... di nuovo. "Quel... quel bronzo di Riace che sta con me e Tony in palestra? Accidenti, Abby, complimenti vivissimi! Io pensavo non avesse cuore, è sempre cupo e zitto, e..."
"Esattamente come te i primi giorni di scuola, ma guardati dopo qualche mese..."
"In effetti..." disse tra sè e sè. "Ma comunque non me l'hai detto! Oh... ma quando?"
"Quasi due anni fa. Ci siamo visti ad un concerto dei Materia Celebrale e... è scattato qualcosa! Lo amavo davvero, Zee, non mi sono mai pentita di averlo fatto con lui. E anche se ci siamo lasciati, gli voglio ancora bene" la sentì sorridere.
"Ma ho paura che questo blocchi Tim! Lui sa tutto di me e John, scommetto che si sentirà inadeguato!"
"Non dovete fare sesso per forza" Ziva alzò le spalle.
"Povera piccola straniera ingenua!" ridacchiò Abby. "Ai balli si va per fare sesso. E bere. Raramente per ballare. Per questo sono sicura che tu e Tony finirete a strusciarvi da qualche parte... oddio devo depilarmi!" strillò alla fine.
"Io e Tony non faremo proprio niente Abby! A parte che sono vergine, non è che mi concedo al primo che..."
"Ti sei mai innamorata?" le domandò l'amica a bruciapelo.
"Ecco..." Ziva pensò a quel ragazzo, bruno, occhi scuri, dal sorriso smagliante. Pensò che quando lo vedeva si sentiva felice ma...
"No, non credo di essermi mai innamorata"
"Accidenti, così per Tony sarà più facile!"
"Vaffanculo!"

"Pronto?"
"Che hai combinato?" Jethro Gibbs alzò un sopracciglio, chiedendosi da quanto tempo Ducky era diventato così petulante. Sarà la vecchiaia, pensò, oppure il fatto che lo considerava più un fratello che un collega-amico.
"Io niente. Tu che hai combinato?" Tobias, sul suo divano, gli chiese chi era. "Ducky" fece -ciaociao- con la mano.
"Ti saluta Tobias" disse.
"Oh, ricambia! Comunque, oggi Shannon è venuta da me e sembrava parecchio... distratta. Continuava a chiedermi perchè non eri venuto, le ho dovuto ripetere per tre volte che era il tuo giorno libero. Per non parlare del fatto che era terrorizzata dall'incontrarti per i corridoi"
"Nonostante tu gli avessi detto che era il mio giorno libero...?"
"Si. Esattamente. E Shannon non è stupida. Che hai fatto?"
"Ma scusa, chi ti dice che io abbia fatto qualcosa?"sbottò irritato. Intanto, Tobias gli faceva segno di mettere il vivavoce.
"Ducky, scusa, ti metto in vivavoce, Tobias è geloso" l'avvocato alzò il dito medio.
"Ciao Tobias!" trillò Ducky, una volta che Gibbs ebbe posato il telefono sul tavolino davanti al divano. Tobias si sporse lievemente.
"Ciao Ducky!"
"Stavo dicendo... che hai fatto a Shannon per ridurla in quello stato?" Jethro potè quasi sentire gli occhi accusatori puntati su di lui, nonostante fosse solo dall'altra parte del telefono. Anche il suo amico ora lo guardava curioso.
"Ma niente..." si grattò la testa.  "Ieri sera è venuta da me per il mobile e... ha cominciato a strillare"
"Strillare?" chiesero contemporaneamente i due amici.
"Si, strillare" sbottò irritato. "Strillava e strillava e... ci ho capito poco" mentiva. "ma alla fine, visto che... io... forse l'ho baciata"
Tobias era ammutolito, con la bocca spalancata e il panino che stava per essere morso. Dalla cornetta non proveniva alcun rumore.
"Che c'è? Non mi sembra una..."
"Tu l'hai baciata, Jethro? Sei sicuro?" fece piano Ducky.
"Si che sono sicuro! Certe cose me le ricordo ancora!"
Tobias parve riprendersi e tossicchiò: "E... perchè l'avresti fatto, Jethro?"
"Perchè mi ha accusato di non perdere mai il controllo. E continuava a parlare!" spiegò.
"Oh accidenti" sospirò Ducky.
"Oh, accidenti, si" lo seguì l'altro.
"Che c'è?!"
"Un'altra rossa ti ha incastrato, amico mio."



sdasdasda

4x01














Maia's says:

*inventato di sana pianta xD

Dai! E' ovvio che questi due si piacciono. Scommetto che però state odiando Shannon per essere scappata -bè, anche io! Si è trascinata da sola fino a questo punto, IO non ho fatto niente, eh! u.u
Un capitolo molto telefonico, devo dire la verità xD

Mi permettete di fare una dedica? >.< Scusate, eh, ma è importante!



Ehi, tu.

Lo so che non stai bene (per questo e quel motivo blablabla). Che lei è una stronza e che ti sta facendo soffrire, che non te lo meriti, nonostante tu sia stato un fottuto stronzo in passato con le ragazze.
Però ti voglio tanto bene, cucciolo.
E so, (che Dio mi perdoni!), che sei una delle persone migliori che la Natura abbia mai creato, che sarai un ottimo medico, che salverai tante persone e che mi porterai con te a Springfield dai tuoi nonni (ok, questa era più una minaccia che altro). Lei non ti merita, lo sappiamo tutti e due. C'è sicuramente un'altra poverina che ti prenderà per tutta la vita. Probabilmente la farai soffrire, fai sempre così, ma ti amerà così tanto da passarci sopra.
E io spero di esserci per dirti "te l'avevo detto" (lo sai che amo fartelo notare).
E io spero anche che tu sarai lì per sorridermi, per abbracciarmi come fai sempre (non te l'ho mai detto, ma sei l'unico che mi ha fatta sempre sentire al sicuro - su questo mia madre ha ragione, devi sempre controllarmi, senza di te potrei andare giù) e spero che tu sarai lì a dirmi che ti va tutto bene, anche un pò grazie a me (ma quanto sono dolce. Strano, vero? La Gelida Regina delle Nevi si è sciolta. Solo tu puoi fa 'sti miracoli).
E, se ti arrabbierai con me (sai per cosa), c'è questa dedica che forse ti farà passare un pò l'arrabbiatura.

(E cerca di non stringermi troppo, domani, che poi il nostro amore si espande)

La tua Rossa e Pallina Anti-stress.


  
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