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Autore: itsfedej    13/12/2011    7 recensioni
Terri si è appena trasferita da Miami e a Los Angeles troverà molti amici e ci sarà una persona che le ruberà il cuore facendola innamorare per la prima volta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto postando prima del previsto solo perchè una persona importante me l'ha chiesto!
Questo capitolo può sembrare corto ma è pieno di sorprese, spero vi piaccia xx



Jessica e Nick erano andati via prima di cena, come avevano detto.

Papà era stato così gentile con loro, non l’avevo mai visto così. Di solito a Miami quando mi veniva a prendere su qualche spiaggia urlava dietro a tutti quelli che erano presenti dandogli la colpa del fatto che ero ubriaca fradicia.

«Piaciuta la cena?» aveva chiesto qualche minuto dopo aver finito di cenare a Joe.

Aveva preparato velocemente un piatto di pasta, la più buona di tutte oserei. Era bravo in cucina anche se non molto spesso poteva vantarsi di questa cosa visto che non c’era mai a casa.

«Una delle migliori, signor Evans!» rispose il ragazzo più bello del mondo che era seduto vicino a me.

Mi alzai da tavola e presi i piatti per metterli nella lavastoviglie.

«Bene papà, noi andiamo a studiare.» dissi prendendo la mano di Joe e trascinandolo in mansarda.

«Non sapevo avessi anche una mansarda!» aveva commentato Joe.

«Oh sì, ma sono tante le cose che non hai ancora visto qui…»

Presi la chiave che era appoggiata su un tavolino vicino alle scale e mi diressi verso una porta alla nostra destra.

«Qui c’è una camera!» dissi entusiasta ridendo.

«Bha, io pensavo chissà che cosa!» disse sorridendo «E perché dormi sul divano se qui c’è una camera arredata?» domandò. Era molto curioso.

«Chi lo sa! Forse perché qui sopra fa troppo caldo o troppo freddo oppure perché ho paura oppure…» non mi fece finire che mi bloccò.

«Ho capito bene? Tu hai paura di dormire da sola qui sopra?»

«E anche se fosse?» chiesi appoggiando la testa sulla mia spalla per nascondere il viso.

«Niente, anche io ho paura del buio.» disse e scoppiai a ridere.

«Seriamente Joseph? Seriamente?»

Prese il mio libro di matematica e lo aprì scrutando attentamente le prime pagine.

«Odi la matematica, vero?» chiese poi.

«Che domande, a chi piace?»

«A me, non è tanto male, quando capisci gli esercizi.» esclamò prendendo una penna.

«Ecco il punto! Siccome sono negata negli esercizi automaticamente mi fa schifo!»

Mi avvicinai di più a lui con la sedia in modo da poter capire meglio quello che stava per spiegarmi.

Direi che era il professore di matematica più sexy che avessi mai visto.

«Dai, iniziamo con questo, non è difficile!» disse indicandomi il primo esercizio della pagina.

Cercai di stare attenta a quello che mi diceva anche se era abbastanza difficile dal momento che mi perdevo in ogni cosa: le sue mani, il suo sorriso, la sua voce, il suo profumo…

Che diamine mi succedeva? Non era mica il primo ragazzo con cui avevo a che fare!

«Terri, mi stai ascoltando?» scrocchiò le dita davanti alla mia faccia.

«Sì certo, ho capito proprio tutto. Potrei farli anche ad occhi chiusi, sai?» dissi sarcastica.

«Non sei simpatica. Domani avrai il compito e io mi sentirò in colpa se non prenderai un bel voto, quindi concentrati per qualche oretta così prima capisci e prima finiamo!»

Annuii e questa volta cercai di non pensare a quanto fosse attraente.  La matematica sembrava anche più facile spiegata da lui.

«Si è fatto tardi» disse guardando l’orologio, «Facciamo quest’ultimo esercizio e poi basta!»

Gli ultimi esercizi mi erano venuti tutti giusti quindi speravo in una sufficienza al compito del giorno dopo. Misi a posto il libro e poi tornai da Joe.

«Grazie mille, ti devo un favore!» iniziai.

Joe mi prese la mano e mi fece alzare dalla sedia. Spense la luce, non sapevo neanche io cosa stesse facendo o cosa stavo facendo io, seguivo soltanto lui.

Mi sfiorò le labbra, risposi al bacio e qualche minuto dopo ci trovammo sdraiati sul famoso letto di quella mansarda. Era più morbido di quanto mi ricordassi e non avrei mai pensato che sarei stata lì sopra con una delle persone più belle, interiormente e esteriormente, che avessi mai conosciuto.

In effetti non conoscevo benissimo Joe, non mi aveva mai parlato della sua vita, ma penso che dopo quello che stava succedendo le cose sarebbero cambiate.

Gli sbottonai pian piano la camicia anche se la mia intenzione era strappargliela per non perdere tempo. Iniziò a baciarmi il collo e girai lo sguardo per vedere che ore erano: 23.35!
Mi tolse la felpa e poi la maglia, rimasi in reggiseno e continuavamo a baciarci, ormai sembravamo una cosa sola.

Si tolse la cintura e il quell’istante suonò il cellulare.

«Sì?» rispose sorridendomi. «Ah, capisco, arrivo subito!»

Prese la camicia da terra e si sistemò in fretta, mi diede la mano e mi fece alzare dal letto.

«Devo scappare, domani ti racconto, scusami.» disse dandomi un bacio a stampo
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