“Georgie? Sei sveglio?”la solita da ragazzino voce, ma con tono meno allegro.
“Entra!”George cerca senza successo di sedersi.
“Lasciati aiutare!”
Un ometto in Versace posa la chitarra che portava con sé e gli sistema i cuscini dietro la schiena.
“L’ho portata”. Indica lo strumento.
“Posso?”prova a suonare, ma le dita non gli obbediscono, gli occhi non focalizzano le corde, la mente non ricorda le note. Frustrato ne colpisce stizzoso la spalla.
“George…”lo guarda con occhi tristi e buoni.
“Me la suoneresti tu?”
Paul la prende; attacca un arpeggio di re.
Rimasero insieme tutta la notte.