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Autore: valwaiting    13/12/2011    9 recensioni
Anche se il loro segreto era stato scoperto, niente avrebbe potuto fermarli.
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zayn riusciva quasi a sentire le voci di quei paparazzi che avevano invaso casa sua pochi giorni prima, che avevano quasi sfondato la porta per entrare. Si ricordava di come aveva chiuso una finestra terrorizzato, dopo aver visto uno di loro che cercava di scavalcare, e di come aveva controllato tutte le stanze abbassando le serrande e barricandosi dentro. Ricordava anche come aveva afferrato la cornetta del telefono, tremando, e aveva composto il numero della polizia, che era arrivata solo dopo mezz’ora e aveva costretto i paparazzi ad andare via; ma lui non aveva aperto la porta nemmeno agli agenti, aveva troppa paura.
Assurdo come circa una settimana prima fosse uno dei ragazzi più amati d’Inghilterra e adesso era costretto a stare chiuso in casa per la troppa paura. Aveva controllato su internet, le foto erano in ogni sito, anche quelli che non riguardavano lui o la sua band: molte fan erano felici, altre incredule, ma sapeva che d’ora in avanti la sua vita sarebbe cambiata. E non solo la sua. Non sapeva cosa stesse facendo Liam, non sentiva nessuno da quel giorno: era ridicolo, lo sapeva, ma aveva paura anche di alzare la cornetta del telefono.
Se solo quel giorno lui e Liam non fossero usciti insieme e, senza pensarci, non si fossero baciati in un parco apparentemente deserto, a quest’ora tutto sarebbe rimasto come prima e niente sarebbe stato svelato, almeno finchè non si fossero sentiti pronti entrambi.
La cosa orribile era che si sentiva incredibilmente solo e non sapeva come fare per rimediare. Gli mancavano i suoi compagni di band, gli mancava Liam. Gli mancava baciarlo, tenergli la mano, scompigliargli i capelli, prenderlo in giro. Gli mancava la sua voce profonda, il modo in cui gli diceva che lo amava e il modo in cui lo faceva sentire speciale mentre facevano l’amore.
Gli altri tre componenti della band sapevano da tempo della loro relazione, e non poteva negare che quando li avevano informati erano rimasti abbastanza sorpresi. Ma poi la cosa era diventata assolutamente normale e scherzavano tutti insieme sull’argomento, molto spesso. Li conosceva bene, sapeva che in quel momento erano tutti preoccupati; probabilmente Niall era entrato nel panico e Louis era stato costretto a calmarlo, mentre Harry parlava al telefono con Liam della situazione. E Liam, chissà cosa stava facendo.
Un paio di giorni prima aveva anche tentato di accendere la tv, ma in ogni programma di gossip si parlava di loro due, quelle fottute foto erano ovunque. Nonostante la situazione non fosse delle migliori, Zayn non poteva non pensare che quelle foto però erano davvero belle: Liam gli teneva i fianchi e lo stava baciando, mentre le sue mani erano poggiate sui suoi avambracci. Se non fossero state oggetto di scalpore, a quest’ora ne avrebbe appesa di sicuro una copia in camera sua.
Si sentiva davvero male in quei giorni: il bisogno di sentire Liam si stava facendo sempre più disperato, ma la paura prevaleva su tutto. Sapeva che era stupido aver paura di un telefono, ma non gli era mai capitato di essere invaso dai paparazzi in quel modo, o che centinaia di persone cercassero di entrare in casa sua con la forza. Oltretutto era sicuro che nonostante la polizia avesse vietato ai giornalisti di avvicinarsi a casa sua, qualcuno di loro era sempre lì in agguato.
Si passò una mano sul viso: non si faceva la barba da una settimana, e si vedeva. Gli dava abbastanza fastidio, così si alzò dal divano e si diresse in bagno, contento di aver finalmente trovato qualcosa da fare.
Però, per la prima volta in vita sua, si ritrovò a maledire quegli splendidi rasoi di nuova generazione che rasavano in un momento, perché dopo cinque minuti si ritrovò di nuovo con le mani in mano a fissare il suo riflesso trasandato e incredibilmente triste allo specchio.
Com’erano arrivati a quel punto? Pensò che probabilmente Liam l’aveva mandato a quel paese più volte in quei giorni, e che se solo si fosse fatto risentire l’avrebbe subito lasciato. Non poteva biasimarlo, dopotutto: che uomo è uno che si fa spaventare in questo modo e che scappa dalla realtà per un’intera settimana? Si faceva schifo da solo, per la maggior parte del tempo. Ma d’altra parte ormai era passata una settimana, appunto, e un semplice “scusa” non avrebbe risolto la situazione.
In realtà non sapeva come aveva reagito Liam, ma conoscendolo non si era di certo chiuso in casa senza nessun tipo di contatto con l’esterno. Forse aveva parlato con i giornalisti, forse aveva rilasciato qualche dichiarazione. Ma non aveva idea di cosa avrebbe potuto dire in una situazione come quella, soprattutto senza averne prima parlato con lui.

Era già ora di cena e come al solito non aveva fame, ma si impose di mangiare qualcosa o probabilmente sarebbe scomparso dalla faccia della Terra. Non era male come idea, però.
Il telefono non poteva squillare, il cellulare nemmeno perché era spento da giorni, con la batteria ormai esaurita, il computer era spento… nessuno avrebbe potuto contattarlo finchè non fosse stato pronto ad uscire dalla sua tana e a mostrarsi in pubblico per quello che era a testa alta, senza vergogna e senza paura. Ma chissà quando sarebbe arrivato quel momento.
Ovviamente, però, c’era sempre qualcosa che non teneva in conto: stava per aprire il frigorifero quando il campanello suonò insistentemente, pietrificandolo sul posto. Non voleva aprire, non doveva aprire, non poteva aprire. I paparazzi non potevano entrare in casa sua, non poteva permettergli di rovinargli ulteriormente la vita.
Cercò di ignorarli, ma quelli cominciarono a battere insistentemente sulla porta, facendogli cadere dalle mani una ciotola che rovinò per terra. Si poggiò al lavello, non riuscendo a non piangere: avrebbe voluto essere lasciato in pace, avrebbe voluto che tutto fosse rimasto come prima. A quest’ora sarebbe stato con gli altri, probabilmente, a ridere e scherzare.
Andò alla porta, con il viso rigato dalle lacrime, e aprì di botto. – Lasciatemi in pace, porca puttana! – urlò, ma fu travolto da un abbraccio inaspettato.
Liam era lì, incredibilmente infreddolito, che lo stringeva forte a sé. Ricambiò l’abbraccio solo dopo qualche secondo, bagnando il suo cappotto di lacrime. Aveva anche notato qualche flash, come pensava i paparazzi erano appostati lì vicino, ma non ebbe il tempo di preoccuparsene, perché Liam entrò e si chiuse la porta alle spalle.
- Perché mi hai abbandonato così?
Quella frase gli spezzò il cuore: lui non l’aveva abbandonato, lo amava. Non avrebbe mai potuto farlo. – Non ti ho abbandonato.
- Ma sei sparito. È da una settimana che non ti sento né ti vedo, stavo diventando pazzo.
- Scusami, io… - abbassò lo sguardo, incapace di guardarlo negli occhi. – Avevo paura.
Liam gli prese le mani, accarezzandogli i dorsi con il dito. – Di cosa hai paura?
Quella domanda lo spiazzò: improvvisamente si accorse di non saper rispondere. Sì, aveva paura dei paparazzi, aveva paura dei flash, ma concretamente non sapeva neanche lui quale fosse il motivo. – Ho paura di… non lo so, ho paura e basta.
- Raccontami cosa è successo quel giorno.
Fece un respiro profondo. – Sono tornato a casa ed era pieno di paparazzi, qua davanti. Sono riuscito ad entrare, non so nemmeno come, ma molti hanno tentato di sfondare la porta, qualcuno anche di entrare dalle finestre aperte. Ho avuto paura, Liam. Ho avuto paura che fosse la fine di tutto, di me, di te, della band. Poi ho capito il motivo, e ho avuto ancora più paura. – si morse il labbro – Da te non sono venuti?
Annuì – Sì, ma li ho mandati via. Ho detto che avrei rilasciato dichiarazioni in futuro, ma non l’ho fatto, ovviamente.
Era così semplice. Come aveva fatto a non pensarci? Si sentì davvero uno stupido, un idiota che si era fatto prendere dal panico senza alcun motivo. Lasciò le mani di Liam e si sedette sul divano, con la testa tra le mani. Era solamente un deficiente, non si meritava di avere accanto una persona del genere.
Quello lo raggiunse e si sedette accanto a lui, poggiandogli una mano sulla spalla. – Amore, che succede?
- Succede che sono un coglione, ecco cosa. Potevo fare lo stesso, potevo comportarmi da persona razionale, da uomo, e cacciarli via come si deve. E invece no, mi sono rinchiuso qui per una settimana facendo del male a tutti.
- Ognuno ha delle reazioni diverse, non fartene una colpa. Se è questo che ti preoccupa, io non sono arrabbiato, e nemmeno gli altri. Eravamo solo preoccupati.
- Mi dispiace – sussurrò, mentre una lacrima scendeva sulla sua guancia – Non volevo farvi preoccupare.
Liam gli prese il viso con le mani – Non piangere, ti prego. Mi spezzi il cuore.
Zayn si avvicinò e lo baciò, sentendosi incredibilmente bene: gli era mancato in un modo pazzesco, e adesso che era di nuovo vicino a lui, che era sicuro che lo amasse ancora, adesso che le loro labbra erano di nuovo a contatto, si sentiva incredibilmente bene.
- Come facciamo adesso? – gli chiese, una volta che si furono staccati.
- Non facciamo, mh? – sorrise. – Semplicemente facciamo quello che facevamo prima che si scoprisse, rispondiamo sinceramente alle domande e andiamo avanti con la nostra vita. Dopotutto non esiste una legge per la quale due ragazzi gay di una stessa band non possano innamorarsi, no?
- Quindi… tu mi ami ancora?
- Non ho mai smesso di amarti.
- Anche se sono scomparso per una settimana, se sono scappato via dalle difficoltà e ti ho lasciato da solo?
Sorrise – Se mi avessi lasciato da solo, a quest’ora non saresti qui a dirmelo. Sapevo che in questa settimana mi pensavi e mi eri vicino con il cuore, come io facevo con te.
Zayn quasi non riusciva a guardarlo: era così meraviglioso da farlo sentire male. – Non ti merito, Liam. Tu non avresti mai fatto come me, infatti non l’hai fatto. Se io non fossi scomparso, tu mi saresti rimasto vicino. E so che ci hai provato, ma io  non te l’ho permesso. E poi non dirmi che non sono un idiota.
- Non lo sei, smettila. Io non l’ho pensato nemmeno per un momento, perché tu devi farlo?
- Perché alla fine era così semplice… era così semplice che io non ci sono arrivato.
Liam scosse la testa e gli poggiò una mano sulla gamba. – Adesso basta, okay? È tutto passato, io sono qui con te. E non ti lascerò, a meno che non sia tu a chiedermelo.
- Non lo farei mai. Sei troppo importante, sei… sei tutta la mia vita.
Sorrise, quel sorriso dolce che solo lui sapeva fare. – E tu sei la mia. Se pensassi che tu sia stupido, dovrei dire che la mia vita è stupida. E io non penso che lo sia.
Una lacrima scese dal suo occhio destro, una lacrima di commozione, di felicità. – Ti amo.
- Anche io ti amo, amore mio.

  
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