Fanfic su artisti musicali > Beatles
Ricorda la storia  |      
Autore: Lemon    13/12/2011    3 recensioni
Mi volto, lasciando la vista del palazzo alle mie spalle e non riesco neanche a fare un passo che una mano mi afferra.
Merda.
Mi giro rivolgendo al dottore un sorriso più che falso. Però, mi trovo completamente a mio agio, guardandolo. Porta degli occhialetti dalle lenti arancioni, ha un po' di barbetta e non riesco a distinguere se i suoi capelli sono rossi o castani.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Leggo ad alta voce l'insegna sull'edificio.
"Casa di cura".
A momenti c'è il cartello che mi cade addosso. Mi accendo una sigaretta e continuo a fissare la finestra del piano superiore, lasciando vagare la fantasia. Immagino già, pazzi psicopatici che stanno remprimendo grida isteriche, psicologi in camice bianco che lasciano sfogare persone con problemi dai più seri, alle sciocchezze di tutti i giorni. Io non centro nulla in questo luogo.
Dannazione a lui che la vuole smettere con l'acido. "Se continui ti lascio" Dice lui, tanto mi ama troppo per lasciarmi, credo. E mi manda in una casa di cura, ma stiamo scherzando?
Quasi quasi me ne vado.
Faccio un ultimo, lungo tiro e butto la sigaretta per terra, spegnendola con la punta della scarpa. Do un'utlima occhiata al palazzo grigio e cupo e capisco che non è per niente adatto a me: io sono una tutta tipo, yeah, peace, love and lsd.
Mi chiedo perché sia illegale, la droga. Fa rilassare completamente una persona, la sentire bene, al contrario dell'alcohol, che porta alla violenza, stupidità ed è legale.
Andiamo, stiamo scherzando?
Mi volto, lasciando la vista del palazzo alle mie spalle e non riesco neanche a fare un passo che una mano mi afferra.
Merda.
Mi giro rivolgendo al dottore un sorriso più che falso. Però, mi trovo completamente a mio agio, guardandolo. Porta degli occhialetti dalle lenti arancioni, ha un po' di barbetta e non riesco a distinguere se i suoi capelli sono rossi o castani. Rostani, giusto. Sono un po' daltonica, ma non importa. Indossa un giubbotto di pelle beige, sotto una camicia bianca e dei pantaloni neri.  Da l'idea che dentro a quella casa di cura faccia alquanto freddo.
Mi sorride di rimando. "La stavo aspettando, signorina".
Accidenti, mi ricorda qualcuno.
Il mio ragazzo dice che da quando prendo l'acido ho la memoria più corta. Io dico che da quando ha smesso di prendere l'acido è più coglione di prima.
Annuisco svogliata. "Me ne stavo per andare" Quasi sussuro. Lui fa una faccia dispiaciuta e si gratta i capelli un po' mossi. "E per quale motivo?" Mi sento in colpa. Dopotutto che male mi farebbe ascoltare quest'uomo?
Avrei altri motivi per odiare i dottori, psicologi, e compagnia bella.
"Beh, forse dieci minuti potrei starci" Sorrido, superandolo di un passo e salendo i tre scalini che portano all'entrata di quel luogo tanto lugubre.Mi sento spaesata. Mi guardo intorno, pareti bianche, porte azzurre e luci al neon che ogni tanto muoiono e resuscitano.Sento la presenza del dottore che mi passa davanti e mi prende la mano delicatamente, guidandomi per il lungo corridoio.
Nessuno fiata.
Rimango concentrata a fissare la sua schiena, mentre i nostri passi riecheggiano per tutto il palazzo.Avrà sui quaranta anni, non di più.
Mi stringo nel cappotto rabbrividendo, ma qui il riscaldamento non esiste? Socchiudo gli occhi e mi rendo conto solo in quel momento che gli sto stringendo la mano. La lascio arrossendo e lui si gira a guardarmi. Schiudo le labbra per parlare ma mi blocco. Che situazione imbarazzante.
"Può entrare" Mi dice, indicando una porta di un colore azzurro spento.  Entro e mi ritrovo davanti una di quelle sale psichiatriche che si vedono nei film americani: lettino e sedia in una stanza apparentemente normale che dovrebbe mettere le persone a proprio agio.
E invece ci sto male. Sento come se stia per vomitare lo stomaco.
Mi poggia una mano sulla spalla e mi invita a stendermi sul lettino, mentre si aggira per la stanza. "Gradiresti qualcosa da bere?" Chiede. Rifiuto scuotendo la testa e fisso dal basso il soffitto.
Ho bisogno di acido, altro che qualcosa da bere.
Si siede sulla sedia vicino a me, sorseggiando del latte. Sembra un bambino. "Allora?" Mi fa.
"Allora cosa?" Inarco le sopracciglia. Si lecca i baffi di latte e poggia il bicchiere sul tavolo. "Che ci fa qui?" Mi scappa da ridere. "Ma se è lei che mi ha invitata a entrare, fosse per me ero già a casa".
I suoi occhi incrociano i miei e tentenno. "Poteva rifiutare, signorina". Ha ragione. Ha fottutamente ragione. Lo fisso ammutolita. Dove vuole arrivare?
"Tieni" Dio, uno psicologo che mi sta offrendo acido, cosa c'è di meglio?
Afferro i francobolli rimpinzati di lsd e chissà altro e ne ingoio uno.
Bang.
Ingoio senza indugiare anche il secondo.
Bang Bang.
Risuonano come proiettili nella mia mente. La voce del dottore risuona lontana.
Ho fatto la mia scelta. Mi lascio trascinare nel vortice rosso che mi risucchia, mi accarezza le punte dei piedi, denudate chissà quando. Mi sfiora la mano, quel ciclone, si sposta e vaga per tutto il mio corpo, per le mie vene. Lo sento, lo sento che sale, si imbatte in me e mi cinge i fianchi muovendosi in me. Gemo e mi afferro ai bordi del lettino e quando riesco ad aprire gli occhi sono sola.
Ancora.
Nella mia stanza. 
Non c'è più nessun John Lennon, la mia fantasia. Lo è sempre stato da quando ero alta un metro e un tappo.
Mi rimane solo dell'acido.
Mi rimangono solo delle lacrime che non riesco più a bloccare.
 
 
 
 
 
Dalla serie: A Dan piace scrivere storie su delle pazze drogate depresse *W*
Occhei, le cose stanno così: due di notte, mi alzo dal letto per andare a bere, nel tragitto "camera-cucina" sono stata culminata da ispirazione per questa ff.
Sparatemi.
Anzi, prima recensite e____é
 
Peace, LemonDan.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Lemon