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Autore: Banryu    14/12/2011    1 recensioni
Oddio! Questa è la prima long fic in cui mi avventuro! Spero sia quantomeno decente! Tutto quel che posso dire è che... C'è un pò di tutto! Ci sono gli SHINee (ovviamente), ci sono due ragazze italiane, ma non solo, perché è mooooolto probabile che via via compaia anche altra gente!
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'Bene! Fantastico, Bea! Penso che tu sia l'unica ragazza dell'universo che riesca a far arrabbiare il proprio adorato ragazzo per motivi così futili! Complimenti, davvero!'
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! Non sono ancora morta! xD
E come promesso in questo capitolo ci sono un po' di nuovi personaggi che si aggiungono, anche se non sono ancora tutti e sarà sempre più problematico gestirli, ma dettagli.. ^^ Ah! E anche qualcosina in più sul mistero di Minho... Insomma, non so se si è capito ma il giorno del compleanno di Taemin è un giorno chiave della storia! xD
E.... Beh, direi basta! Come al solito buona lettura e grazie a chi commenta, cosa che mi fa sempre piacere! *^*

8 ~ 18.07.11 - #2 - The party

Taemin POV.

Nero. Era di nuovo tutto nero.
Bey, una volta scesi dalla torre, aveva messo a Taemin un'altra benda sugli occhi a tradimento, quindi lui adesso era di nuovo cieco.
«Amore..? Dai, mi dici dove andiamo?» Chiese ancora una volta, dopo aver sentito la terra muoversi sotto i suoi piedi.
«Per ora siamo su un ascensore.» Gli rispose quella, stringendogli una mano.
«Sì, ma...»
«Ssssssssh...» Bey aveva poggiato un indice sulle sue labbra, costringendolo a tacere.
Dopodiché Taemin si era sentito trascinare fuori dall'ascensore, lungo quello che doveva essere un corridoio. Dopo circa un minuto, Bey lo aveva fermato, facendolo poi entrare in una stanza e togliendogli lentamente la benda dagli occhi.
Nero. Era esattamente come se avesse avuto ancora gli occhi bendati.
«Amore? Non capisco.» Tae si voltava e rivoltava su se stesso, non vedendo assolutamente niente. «Amore?!» Sentiva che la ragazza non era più accanto a se.
«Daiii! Dove sei adesso?!» Adesso stava quasi urlando ed aveva iniziato a camminare nel buio, con le mani tese davanti a se per non andare a sbattere contro qualcosa.
Dopo aver fatto una decina di passi, la mano di Taemin andò a scontrarsi contro quello che sembrava il petto di un'altra persona. Il ragazzo si fermò, mettendo una mano sul viso di quella persona ed alzando un sopracciglio, perplesso.
«Chi sei?»
«Così mi offendo, Minnie!»
Taemin trattenne il respiro. «Hyuuuuuuuuung!!» Disse, saltando al collo del ragazzo e sorridendo.
«E' un po' che non ci vediamo, che ci fai qui Sungmin Hyung?» Chiese poi, una volta separatosi dall'altro.
In quel momento ci fu un rumore strano e poi tutte le luci della stanza si accesero: Taemin si trovava in una delle sale delle riunioni dell'SM, soltanto che i tavoli, di solito disposti ordinatamente al centro, erano stati spostati sui lati ed allestiti a banchetto, ed il resto della stanza era occupato da molte persone, più di quante Taemin se ne aspettasse.
«Buon Compleanno Taemin!» Urlarono tutti insieme non appena le luci si accesero.
Lui non poteva far altro che sorridere. Guardarsi intorno e sorridere.

Onew POV.

Tutto era andato secondo i piani: Taemin era stato occupato tutto il pomeriggio con Bey, cosicché Onew, Key, Minho, Jonghyun e Ambra avevano potuto mettere a posto la stanza per la sera, poi erano iniziati ad arrivare gli altri invitati ad aiutarli, ed infine Bey aveva portato lì Tae senza che lui sapesse nulla. Una meraviglia, insomma. Il Leader finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo.
Cominciò poi a scrutare la massa di invitati che affollavano la stanza: c'erano molti gruppi dell'SM, tra cui i Super Junior, le F(x), gli U-Kiss, le SNSD, ed altri ancora, in più c'era anche qualche familiare di Taemin e degli altri quattro membri del gruppo. Erano tanti insomma.
In ogni caso, in quella valanga di persone, gli occhi di Onew erano attratti solo ed unicamente da una figura: camminava per la sala con eleganza, col suo vestito nero a metà coscia e l'aria spensierata. Onew non poteva fare a meno di guardarla.
Dopo circa dieci minuti che il ragazzo se ne stava in disparte ad osservare gli spostamenti della ragazza, capì che se voleva mettere qualcosa sotto i denti avrebbe dovuto sbrigarsi, visto che entro breve sarebbe partita la musica, e probabilmente a quell'ora il cibo si sarebbe volatilizzato. Quindi fece un profondo respiro e si diresse verso uno dei tavoli imbanditi, alla ricerca del suo amato pollo.
«Non ci credo Onew! Ma sei impossibile!» La voce di Ambra arrivò forte e chiara alle sue orecchie non appena ebbe dato il primo morso ad un cosciotto di pollo.
«Perché?» Riuscì a chiedere, mandando giù il boccone e voltandosi verso la ragazza, che si era posizionata poco lontano da lui.
«Perché mangi sempre il pollo!»
«Ma mi piace...» Ambra stava ridendo, mentre metteva qualcosa da mangiare nel suo piattino di plastica.
«Ti prendevo solo un po' in giro... Lo so Dubu.» E detto questo gli fece l'occhiolino e tornò da Jong, che stava parlando con alcuni degli invitati poco più in là con Sky accoccolato tra le braccia.
'Dubu. Mi ha appena chiamato Dubu.' Non poteva crederci. In sette mesi che si conoscevano l'aveva chiamato nei modi più disparati, da Pollo a Jinki, ma mai aveva usato quel soprannome. Non sapeva bene perché ma il fatto che lo avesse usato quella sera sembrava ad Onew quasi un segno, oltre a riempirgli il cuore di felicità.
Perché era lei che i suoi occhi continuavano a cercare tra la folla, lei che non avrebbe mai smesso di guardare, lei che negli ultimi mesi aveva continuato ad osservare in silenzio, senza poter mai fare o dire nulla a nessuno, lei che aveva sempre più spesso popolato i suoi sogni, lei che teneva in mano le redini del suo umore, lei che avrebbe voluto accanto, lei che era già felicemente fidanzata con Jonghyun, lei che non avrebbe mai potuto avere. Lei.
Onew sospirò, continuando a mangiare il suo pollo in silenzio. Forse quella sera sarebbe cambiato qualcosa. Forse quella sera sarebbe stata diversa. Non sapeva perché ma sentiva che nell'aria qualcosa stava cambiando.

Minho POV.

Era scappato. Ok, lo sapeva benissimo, ma non avrebbe potuto rimanere lì un momento di più. Non ce l'avrebbe fatta. Sapeva che sarebbe andata a finire così, lo aveva saputo fin da quando aveva letto la lista degli invitati per la prima volta.
Eppure non si era immaginato che sarebbe stato così debole, aveva anche avuto modo di prepararsi psicologicamente alla cosa. Ed invece no, non era servito a nulla: lui, il Re delle sfide, il Maestro delle competitività, era miseramente scappato di fronte all'evidenza.
Una volta arrivato sulla grande terrazza che dava sulla strada sottostante e da cui si poteva scorgere un pezzo del fiume Han, Minho si fermò, posò i gomiti sul parapetto ed aspirò una grande boccata d'aria.
'Non capisco perché deve farmi questo effetto. Proprio non lo capisco.' Si lasciò andare ad un altro profondo sospiro.
«Che cosa ti turba, Minho?» La voce di Donghae lo aveva colto di sorpresa, così il ragazzo aveva fatto un salto, girandosi si scatto nella direzione da cui essa proveniva.
«Hyung...... Non lo fare mai più.» Una volta detto ciò tornò a voltarsi verso la città, preferiva non rispondere a quella domanda, anche se era stato Donghae Hyung a porgliela.
«Scusa, non volevo spaventarti... Semplicemente ti ho visto uscire a tutta velocità dalla stanza e... Mi stavo chiedendo cosa fosse successo.»
«Niente di speciale... Avevo semplicemente bisogno d'aria.» Adesso Donghae si era messo accanto a lui, e come lui osservava le luci dei palazzi intorno a loro.
«D'accordo, ma se avrai bisogno sappi che potrai sempre contare su di me, ok?»
«Sì Donghae Hyung, lo so.» La voce di Donghae ed il suo tono calmo riuscivano sempre a rilassarlo. «Grazie.» Aggiunse poi Minho, voltandosi verso di lui e sorridendogli.
L'altro gli sorrise di rimando. «Rientriamo, dai... Se no non troveremo più nulla.» Disse poi, incamminandosi verso la porta ed aspettando che l'altro lo seguisse.
Minho decise di andare, visto che adesso aveva recuperato la calma, quindi seguì l'altro all'interno della stanza.

Ambra POV.

Ambra aveva sempre amato le feste, soprattutto quelle che le permettevano di incontrare di nuovo persone che di solito non aveva molto tempo di vedere. Ed in questo frangente c'erano moltissime persone che lei voleva vedere. Infatti, dopo aver salutato Jonghyun, era subito corsa alla loro ricerca.
Dopo circa un minuto che si faceva largo tra i gruppetti di gente che si erano formati per la sala, finalmente i suoi occhi incontrarono una delle suddette persone. Così, senza pensarci troppo, Ambra prese la rincorsa e letteralmente saltò addosso ad un ragazzo che doveva avere un paio d'anni più di lei.
«Keeeeeeeeeeeeviiiiiiiiiiin!!» Esultò andando a stampargli un bacio sulla guancia.
«Oddio! Ambra quante volte ti ho detto che non puoi fare così! Qui poi la gente pensa male!» Le rispose quello, voltandosi verso di lei e rivolgendole un sorriso amichevole.
«Sì sì, va bene. Io però ti saluto come mi pare!» Sentenziò lei. «Come va allora? E soprattutto... Dov'è Dongho!?» Aggiunse poi, riferendosi al compagno di band dell'amico.
«Te la devi smettere di importunare il nostro maknae. Comunque sarà in giro, come gli altri. Te piuttosto? Tutto bene con Jonghyun?»
«Io non importuno nessuno, IO. Comunque con Jong tutt......» Ambra interruppe la frase a metà, scorgendo un gruppo di persone ben conosciuto dietro le spalle di Kevin.
«Kevin? Tu sei il mio migliore amico, vero?» Chiese allora, stampandosi in faccia uno dei suoi sorrisi angelici.
«Cosa vuoi chiedermi?»
«Ti arrabbi se prima di metterci a parlare vado a salutare anche i SuJu?»
Kevin sospirò. Ormai era abituato ad Ambra, quindi annuì con aria rassegnata. «Certo che puoi, tanto mi trovi in giro quando hai fatto.» Detto questo le posò leggermente una mano sulla spalla sinistra per salutarla.
«Grazie Kevin. Ti prometto che dopo sarò tutta tua.» Così la ragazza si allontanò verso i dieci ragazzi che aveva individuato poco prima.
«Euuuuuuuuuuuuuu!! TU! LUI! ESSERE! E, e, e... Tutti voi!!» Per chi non avesse conosciuto Ambra quelle potevano sembrare urla sconclusionate, ma i dieci ragazzi, che già l'avevano incontrata diverse volte, avevano subito capito che erano indirizzate a loro. Infatti, uno dopo l'altro, tutti e dieci si voltarono verso di lei.
«Quando ti deciderai ad imparare i nostri nomi?» Era stato Eunhyuk a parlare, facendo un passo avanti verso di lei e sorridendo.
«Ma li so! Solo che ormai tu sei rimasto Tu, Ryeowook è rimasto Lui e... Yesung è Essere! Lo sai, no?» Ebbene sì, la ragazza, quando per la prima volta aveva incontrato i Super Junior, aveva avuto qualche problema di pronuncia con i loro nomi, in particolare con quelli di Eunhyuk, Ryeowook e Yesung. Quindi li aveva semplicemente chiamati con gli appellativi più facili che le erano venuti in mente al momento.
Eunhyuk sorrise comprensivo. «Va bene, d'accordo. Ora vieni qui.» Detto ciò circondò Ambra in un abbraccio veloce. Dopodiché, uno ad uno, anche tutti gli altri membri del gruppo la salutarono.
«Toh Guarda! Ambra con un vestito nero! Che bella novità.» Heechul, con un bicchiere di vino in mano, stava osservando Ambra dall'alto.
«Hai qualcosa da ridire contro i vestiti neri?» Il tono della ragazza era tagliente.
«Ecco che ricominciano. Ma perché lo Hyung non fa altro che cacciarsi nei guai?» Il tono che Donghae aveva appena usato parlando con Eunhyuk era rassegnato.
«Perché lo sai che è fatto così.»
«Assolutamente nulla. Semplicemente notavo la singolare scelta nel colore, tutto qui.» Heechul stava usando il suo tono di totale indifferenza che sapeva avrebbe mandato in bestia l'altra.
«Tu vuoi che io in capo alla serata ti faccia male! Lo so che lo vuoi.»
«Sinceramente spererei in qualcos'altro, ma dettagli.»
«Heechul!!» Tre persone avevano urlato il suo nome contemporaneamente: Leeteuk, Eunhyuk e Kyuhyun.
«Sìììììììììì?» Quello si voltò sorridendo verso di loro. «Ma che avete capito? Mica intendevo da lei, visto che non mi interessa per nulla. Pensate davvero che i miei standard siano così bassi?»
«Kim Heechul. Io ti ammazzo!»
A quel punto la scena era diventata comica: Ambra che cercava disperatamente di raggiungere un Heechul alquanto poco spaventato, ma che pretendeva di far credere di esserlo, che si era messo a correre intorno a Leeteuk e Sungmin; Eunhyuk e Donghae che si scambiavano occhiate perplesse ed iniziavano a fare scommesse con Siwon su chi sarebbe stato il vincitore; Kyuhyun che sembrava un po' scocciato dall'intera situazione; e tutti gli altri che semplicemente se la ridevano di gusto.
«Insomma! Heechul, vuoi smetterla di girarci intorno? E tu! Ambra! Per favore porta un po' di rispetto per il tuo Oppa.» Leeteuk alla fine si era intromesso, non aveva potuto farne a meno.
«Io non porto rispetto a chi non ne porta a me!» La risposta di Ambra non era tardata ad arrivare.
«Ma...» Leeteuk, che stava per aggiungere qualcosa, era stato fermato da uno sguardo di Eunhyuk: era inutile controbattere in quel momento, e lo sapevano entrambi.
Heechul nel frattempo aveva deciso che non aveva più voglia di correre intorno ai due ragazzi, così, di punto in bianco, si era fermato. Ambra invece, non avendolo visto, aveva continuato a correre, andando a sbattere contro la sua schiena, perdendo l'equilibrio e cascando all'indietro.
«Cosa vuoi che faccia adesso?» Heechul, con i suoi riflessi, era riuscito e tenere la ragazza per i fianchi con un braccio, ma gli sarebbe bastato toglierlo ed in un attimo Ambra sarebbe finita in terra.
«Hyung... Saranghae.» Fu tutto quello che disse lei, sorridendogli.
Il ragazzo sospirò, mettendola in piedi e riportando finalmente la sua attenzione sul bicchiere che aveva in mano.
«Hyung?» Heechul guardò la ragazza con sufficienza, e forse un pizzico di perplessità: di solito per le fan, ma anche per tutte le altre ragazze dell'SM, lui era 'Oppa', non 'Hyung'.
«Pace?»
«Mi sembra di parlare con una bambina di tre anni, ma va bene: te la concedo.» Detto questo posò delicatamente la mano libera sulla testa di Ambra, per poi farle una linguaccia ed incamminarsi verso gli altri invitati.
Ambra invece aveva solo sorriso. Il suo rapporto con il ragazzo più grande era sempre staro così: odio e amore. Nulla di più e nulla di meno. Quando erano insieme alternavano momenti in cui non potevano neanche dirsi una parola a momenti in cui sembravano migliori amici da sempre. La ragazza non sapeva bene perché ma le piaceva quel rapporto che aveva solo con lui, era un qualcosa su cui poteva sempre contare.

  
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