24 CAPITOLO
<< Devo far finta
di niente, come nulla fosse, devo far finta di niente! >> Continuava a
pensare Briony mentre camminava per la
città.
Tuttavia era
un’impresa assai difficile quando nella tua vita niente andava per il verso
giusto e tu imperterrita dovevi andare
avanti, sbucciandosi i ginocchi nel cammino e rialzandosi e rialzandosi,
cercando di vedere il lato positivo.
L’aver scoperto che i
suoi cari amici volessero fregarla in un modo così spregevole l’aveva
praticamente sconvolta, ma pensava che non fosse saggio prenderli per il collo
e urlare tutte le cose non molto carine che stava pensando. Doveva davvero far
buon viso a cattivo gioco, l’unico asso che le rimaneva.
Se loro erano così
falsi, lei sarebbe stata più falsa di loro; avrebbe fatto finta di niente,
avrebbe retto il gioco, sarebbero andati avanti con il piano e quando sarebbe
venuto il momento lei si sarebbe staccata da quel branco di ipocriti e avrebbe
liberato Elijah con le proprie mani senza chiedere nulla in cambio. Infine se
ne sarebbero andati da quella fogna di città, dove nessuno li voleva per come
erano realmente.
Più che altro la
domanda era… come fare a trovare la tomba
di Elijah senza imbattersi nell’ira di Klaus?
Briony non era una stupida e sapeva che non
aveva il potere per affrontarlo, nessuno lo aveva… cercava
quindi di trovare un espediente per riuscirci senza farsi scoprire.
Magari se quella strega
localizzava Klaus in fretta, lei avrebbe potuto seguirlo…
Briony sospirò, stringendosi nella giacca
mentre continuava a camminare per sgranchirsi le gambe.
Poteva davvero fidarsi
di Ylenia? In fondo non la conosceva e aveva come
unica garanzia la sua parola di volerla aiutare… ma
dopo tutto quello che aveva passato riusciva a fidarsi a malapena
di qualcuno, soltanto su se stessa poteva fare affidamento per ciò che
voleva davvero… ormai aveva esaurito le scorte
di fiducia; persino sua sorella le stava voltando le spalle.
E l’unico su cui poteva
veramente contare ora non c’era più.
I suoi unici, più
importanti, pensieri erano rivolti a Elijah, e ripercorrevano tutte le tappe
dei loro momenti insieme, rendendo più speranzosa e amabile come un balsamo
l’idea di riaverlo.
La sua mancanza si
faceva sentire ogni giorno, sempre di più nella solitudine e il suo sguardo
nell’ombra della mente non smetteva mai di perseguitarla, di invocarla. Era un
bene o un male per il suo stato d’animo irrequieto?
Era arrivata persino a
rimpiangere pure i momenti in cui avevano litigato duramente e in cui lui si
era dimostrato crudele… nel cuore
rimpiangeva tutto di lui, tanto ne era stata incatenata, anche il suo lato
più pericoloso, che poteva farle del male…
E più del suo bacio
ricordava quell’attimo bollente in cui loro due sospendevano il proprio
respiro, con la sola voglia di appartenersi.
Briony si strinse nelle spalle e continuò a
camminare nella strada mentre le foglie le riempivano il cammino.
Le mancavano gli
abbracci di Elijah... che la confortavano, riempivano ogni buco del suo animo e
le incutevano un’innata sicurezza; anche quando Klaus li aveva presi a lei
bastava stare nelle sue braccia per sentirsi sicura e protetta, sebbene il
mondo che li circondava stesse cadendo a pezzi.
E ora senza di lui si
sentiva nuda, senza difese e vulnerabile.
Certe volte, in qualche
momento di follia, o razionalità, pensava di mollare tutto e di dimenticare,
facendosi una vita altrove. Era sicura che anche Elijah lo volesse, che lei
ricominciasse da capo lontano da lui.
Ma il pensiero svaniva
come era venuto. Anche se lei avesse cercato di dimenticarlo, sarebbe comunque
sempre stata un guscio vuoto, senza emozioni e senza niente da offrire agli
altri, perché tutto quello che aveva dentro l’aveva già donato a lui,
irrevocabilmente.
Non c’era spazio per
nient’altro, quel sentimento aveva ostruito ogni altro passaggio estraneo nel
suo cuore creduto indomito.
Briony di nuovo sospirò, calciando qualche
sassolino. Faceva degli incubi la notte... in cui c’era lei che si avvicinava a
una tomba chiusa… sapeva che era quella che conteneva
il corpo di Elijah, ma lei non arrivava mai abbastanza vicino da poterla aprire… E alla fine si svegliava col fiatone e il sudore
freddo, come se avessero piantato il pugnale anche nel suo di cuore.
Ma Briony
non si era data per vinta e aveva smesso di versare lacrime solitarie anche nel
buio della notte in cui nessuno poteva notarle; doveva dimostrarsi forte e non
arrendersi. Perché anche se sarebbe andata incontro al maggiore dei pericoli,
lei non avrebbe mai rinunciato a salvarlo; gli altri potevano pensare che
Elijah fosse un traditore, che era la lezione che si meritava, ma lei non
l’avrebbe mai pensata davvero in quel modo.
Perché loro non lo
conoscevano come lei conosceva lui… e
nessuno avrebbe potuto mai capirlo nell’animo come faceva lei. E nemmeno amarlo
con così tanta disperazione.
Mentre continuava a
pensare a Elijah, sentì una voce dolce e cristallina, come quella di un
bambina, che la stava chiamando da dietro la schiena.
Ma non la chiamava
per nome… era il nome di qualcun altro.
“Gwendolyn?”
Appena sentì quel nome
familiare, Briony si girò sorpresa per
vedere chi fosse.
Quando si girò, si
ritrovò davanti una ragazza bionda e molto bella. Avrà avuto l’età di Caroline,
sebbene possedesse una bellezza così regale d’altri tempi, quasi appartenente
al paradiso; aveva il volto di una bambola incorniciato da bellissimi occhi
azzurri, con la pelle molto chiara.
Briony si voltò totalmente verso di lei,
circospetta e meditabonda, come se quell’aspetto le rimembrasse un dettaglio
sottile ma importante, mentre la ragazza bionda la squadrava dalla testa ai
piedi scrupolosamente. Infine sbatté le palpebre confusa e disse soltanto,
muovendosi di lì: “No mi scusi, ho sbagliato persona.”
Aveva una voce
bellissima, scandita da un accento che Briony non
conosceva ma di nuovo le pareva straordinariamente familiare; possedeva una
bellezza splendente, e quel colore della pelle…
Briony fu percorsa da un brivido. Chi
poteva mai conoscere il nome della sorella di Elijah, che era scomparsa secoli
prima?
Non era possibile.
Briony chiamò quella ragazza con una voce
animata da una speranza a cui non riusciva a credere.
“Sei Rebekah?”
Era solo un debole
sussurro ma la ragazza lo sentì benissimo e si voltò infatti verso di lei.
Sembrava sconvolta del
nome che le aveva affibbiato, e Briony dedusse
che aveva ragione. Era davvero lei! Ma come era possibile?? Tutta la famiglia
di Klaus era sotto terra rinchiusa in quelle tombe….
Come aveva fatto a uscirne? E Elijah, anche lui era libero?
Voleva farle tantissime
domande, il corpo fremeva, ma Rebekah le
sorrise in maniera glaciale e scomparve in un secondo nel nulla.
Briony cercò di rintracciarla con le mani
ma ormai era fatta, l’oggetto del suo insperato desiderio era appena scomparso
come un fantasma.
Girovagò invano per
tutto il paese nel tentativo di trovarla, di porgerle delle domande senza
risposta, ma non la ritrovò.
“Sei davvero sicura che
fosse la sorella di Elijah?” le chiese Ylenia mentre Briony girava in tondo per la casa come se fosse
impazzita.
“Sì sicurissima! E’ come
lui me l’aveva descritta e sapeva il nome dell’altra sorella, Gwendolyn… non può essere una coincidenza.”
E inoltre quel
sorriso freddo… era uguale a quello
di Elijah…
Gli assomigliava
moltissimo perché avevano la stessa bellezza regale e maestosa. Quell’effetto
nato su di lei non poteva essere un falso allarme.
“Hai idea di dove
cercarla?”
“Ho guardato dappertutto
ma sembra scomparsa!”
“Beh forse ti sei
evitata una brutta compagnia, in fondo chi la conosce. Sei sicura che non sia
soltanto frutto della tua immaginazione? Posso capire che la tua ragione di
vita è salvare Elijah in questo momento ma magari quella ragazza bionda non era
sua sorella.” le disse seria Ylenia che
cercava una spiegazione razionale a quello che era accaduto.
“Si invece. Lo era.”
rispose Briony sicura. Non sapeva perché si era
intestardita così tanto ma era una sensazione a pelle… quando
aveva visto quella ragazza sapeva che aveva a che fare con Elijah… glielo si leggeva nelle profondità negli
occhi.
“Adesso ho bisogno
di concentrarmi… sto cercando di rintracciare
Klaus ma è difficile senza un minimo appiglio”
“Lo so, ti sto chiedendo
molto ma se lo trovi è un passo avanti!” esclamò speranzosa Briony, guardandola negli occhi. In verità si domandava
ancora se poteva fidarsi di quella strega ma tanto cosa aveva da perdere? Lei
le aveva offerto un aiuto valido, e Briony aveva
deciso si raccoglierlo. Doveva giocare tutte le carte in tavola per ritrovare
Elijah.
“Farò del mio meglio. E
tu per favore non andare in giro per la città a perlustrare ogni ragazza bionda
che incontri.” Rispose Ylenia in tono
ironico.
“Sicuramente ne vedrò
una ora. Devo vedere mia sorella”
Era davvero difficile
far finta di niente e che tutto andasse bene, soprattutto con Caroline,
ma Briony si era promessa di non farle
sapere cosa aveva scoperto.
Doveva solo fare il loro
gioco.
“Stai bene? Ti vedo
preoccupata” disse Caroline guardandola negli occhi.
“Sto benissimo, che
preoccupazione nuova ci dovrebbe essere?” rispose la sorella maggiore
allargando la bocca in un sorriso a 32 denti, ovviamente finto, ma la bionda
non se ne accorse e andarono nelle aule della scuola; il giorno dopo sarebbe
stato il primo giorno scolastico e stavano organizzando degli scherzi da fare.
“Non penso che voi
abbiate del tempo da perdere così…” fece
notare Briony guardando dei ragazzi che
mettevano della colla nella sedia dei prof.
“Oh dai non rovinarmi
questa serata! Stiamo cercando di divertirci! E’ l’ultimo anno!”
“Sì e non verrai
promossa se penserai solo a queste baggianate.”
“Parli tu che sei
ossessionata dalla tua caccia!”
“Io almeno faccio
qualcosa di utile e che penso sia giusto.” Rispose Briony
seria.
Caroline sospirò malamente
mentre l’altra si dannò per il tono che aveva usato senza darsi il dovuto
freno. “Sai sei l’unica che non si sta divertendo…
persino Elena c’è, vedi di scioglierti un po’, è per il tuo bene.”
“Ebbene, il metodo non
mi convince ma cercherò.”
Andarono in una stanza
dove Tyler, Elena e Bonnie avevano appena
fatto uno scherzo a Matt e tutti stavano ridendo. Come se tutto fosse magicamente
semplice. Beati loro.
“La serata dovrebbe
essere riservata ai soli studenti ma per te faremo un eccezione!” disse Tyler
sorridendo.
Briony accomodandosi ricambiò il sorriso
forzatamente e incominciarono a parlare degli scherzi che avrebbero messo in atto
quella sera.
Elena uscì per andare a
prendere altri materiali per fare gli scherzi, e all’improvviso il telefono
di Briony squillò:
“Pronto?”
“Sono io. L’ho trovato!
Il manigoldo l’ho trovato!” Riconobbe subito la voce. Era Ylenia.
Briony si alzò velocemente, facendo roteare
la sedia dove era seduta. Gli altri presi dalle loro cose non se ne accorsero.
“Dimmi tutto. Dove si
trova?” le chiese prontamente.
“Briony calmati… si trova qui. Klaus è a Mystic
Falls.”
La ragazza restò un
attimo in silenzio a incassare la notizia shoccante. Non poteva essere tornato… non era possibile. Non lì, non adesso.
“Mio dio…” sussurrò debolmente chiudendo la conversazione.
Il cuore stava
rimbalzando, ma per la paura.
“Dov’è Elena?”
chiese Briony angosciata, guardandosi intorno.
Elena stava percorrendo
il corridoio della scuola ma all’improvviso si ritrovò davanti l’ultima persona
che avrebbe mai sognato di incontrare un’altra volta. Il suo incubo peggiore.
“Ecco la mia doppleganger!” sussurrò una voce diabolica.
“Klaus??” Elena
strabuzzò gli occhi spaventata e cercò di scappare, ma il vampiro la prese
fortemente per un braccio.
“Questa volta non mi
sfuggi! Tu non dovevi essere morta?” le chiese lui terrificante guardandola
dritto negli occhi in segno di minaccia per il futuro.
Briony intanto era uscita dall’aula per
cercare Elena. Se Klaus era tornato non ci vedeva nulla di buono… forse aveva scoperto che la doppleganger era
viva, per questo non riusciva a creare i suoi ibridi... ed era tornato
sicuramente per fargliela pagare.
Cristo che casino!
In lontananza vide
all’improvviso una ragazza bionda che stava camminando a passi lunghi e sinuosi
verso di lei; la riconobbe. Era Rebekah.
“Ci si rivede Briony” disse questa sorridendole in modo malefico.
Briony si bloccò indecisa e la guardò
attentamente, respirando a fatica per l’ansia di prima.
“Allora non mi sbagliavo… sei la sorella di Elijah.” Le tremavano le
mani pensando che aveva di fronte a sé un familiare di Elijah. Era una
sensazione davvero strana.
“E di Klaus. Mi ha raccontato
di te sai? Sei la ragazzetta di Elijah, stranissimo davvero che abbia deciso
finalmente di snodarsi la cravatta in tutto e per tutto.” Rispose l’Originaria
esaminandola da cima a fondo, quasi le facesse i raggi-x.
Briony non si preoccupò se poteva risultare
bella e accettabile ai suoi occhi, e cominciò ad incalzarla con le domande
utili:
“Come fai a essere viva…? Credevo…”
Ma Rebekah la interruppe subito.
“Sì, sono rimasta 90
anni rinchiusa in quello schifo di tomba ma Klaus mi ha liberata perché cercava
una cosa da me… e siamo ritornati per
quello, mia cara.”
“E Elijah…? Lui dov’è?” chiese Briony
speranzosa guardandola dritto negli occhi.
Rebekah non disse niente e continuò a
fissarla con uno strano sorriso ambiguo, girandole intorno. I suoi occhi
azzurri brillavano nella penombra.
“Perché non mi rispondi?
E’ tuo fratello!”
“Anche Klaus lo è. E se
mi metto contro di lui un’altra volta, ritorno dritto sotto terra e non ne ho
per niente l’intenzione.”
“Allora lascerai la tua
famiglia in questo modo? Non puoi lasciar perdere diamine! Io sto cercando in
tutti i modi di riportar in vita Elijah… se
sai già chi sono allora ti prego, aiutami...” le mormorò con occhi imploranti,
azzardando d’istinto un passo in avanti.
Ma l’altra si ritrasse
come fosse stata un insetto: “E perché mai? Non ti conosco nemmeno” la liquidò Rebekah in maniera gelida.
“Ma Elijah mi ha parlato
molto di te… so che eravate molto uniti
come famiglia e non posso credere che tu voglia abbandonarli così… senza fare nulla.” Briony
non voleva arrendersi anche se poteva rischiare grosso.
“Ora devo vivere la mia
vita. Per gli altri non posso farci niente.” rispose la vampira seccamente,
andandosene.
Ma la mora la
raggiunse subito e la prese per un braccio per farla voltare, senza mezzi
termini perché non poteva farsela scappare così.
“Klaus ti ucciderà
un’altra volta non appena non gli servirai più! Ha fatto lo stesso giochino con
Elijah pugnalandolo alle spalle!”
Rebekah indispettita lasciò andare il
braccio dalla sua presa e le urlò:
“Lui con me non lo farà!
Ora gioia se non ti dispiace devo andare perché ho delle cose divertenti da
fare.”
Così dicendo Rebekah si volatilizzò nel nulla come quella mattina,
e Briony restò da sola nel corridoio.
Aveva perso il pesce
all’amo. Stava nel frattempo succedendo il finimondo. E lei era sola. Ma non si
diede per vinta, non poteva mollare proprio ora che aveva trovato un membro
della famiglia di Elijah. E doveva darsi da fare contro Klaus.
Corse affannosa lungo il
corridoio.
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Intanto Caroline si era
appartata in un angolo per stare da sola con Tyler, quando entrò all’improvviso
una ragazza bionda molto bella che nessuno dei due conosceva.
“Ecco i piccioncini. Tu
devi essere la vampira Caroline e tu il licantropo Tyler.”
“Ci conosciamo?” le
chiese Caroline preoccupata per quello che aveva appena detto.
Rebekah, allora, le sorrise diabolica.
“Sono la nuova
arrivata!” E infine aprì la bocca sfoderando i suoi denti da vampiro e li
assalì violentemente.
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Finalmente Briony riuscì a trovarla, ma quando si accorse che
Caroline e Tyler era svenuti per terra e perdevano sangue, urlò inorridita.
“Caroline! Mio dio cosa
hai fatto?” chiese avvicinandosi alla sorella per vedere se stava bene.
L’angoscia non solo per se stessa l’assalì per quella situazione che, volenti e
nolenti, riguardava tutti loro.
“Devo tenerli buoni per
un po’ finché Klaus non finisce il lavoro.” rispose Rebekah semplicemente
con noncuranza mentre guardava il cellulare di Caroline.
“Quale lavoro? Di che
stai parlando?” le chiese Briony arrabbiata
e incredula.
Rebekah, infastidita dalla sua presenza, si
voltò con arroganza e le disse:
“Senti morettina. Non mi
piace il tono con cui mi parli come se fossi convinta di conoscermi. Non è
così, quindi lasciami perdere!”
Dopo di che tornò a
fissare ipnotizzata il cellulare che aveva in mano, cercando di capire come
funzionasse.
Briony la guardò disgustata: sembrava una
Caroline seconda versione dal modo in cui si comportava, così come le aveva
confidato Elijah tempo fa.
“Sai ai miei tempi non
c’erano questo genere di cose. Sono davvero utili!” Esclamò Rebekah contenta come una bambina che ha appena aperto
il regalo di natale, e si fece una foto sorridendo affascinante all’obbiettivo.
“Dov’è Klaus? Che
intenzioni ha?” continuava a chiederle Briony, ma Rebekah non la stava minimamente a sentire e
continuava a giocare col telefono. Briony ebbe
l’impulso di sassarglielo via e di bloccarle la testa
contro la sua per farsi ascoltare, ma seppe che non era affatto una buona idea
e si limitò a stare accanto alla sorella svenuta.
All’improvviso la
vampira fermò la mano e guardò ipnotizzata una foto di Stefan e
Elena.
“Cosa? Ma questa è…?” Ad un tratto si alzò e si avvicinò a Briony velocemente.
“Chi le ha dato questa
collana??” urlò arrabbiata riferendosi alla foto che ritraeva Elena con la
collana che le aveva regalato Stefan.
“E’ un regalo di Stefan.” rispose Briony con
noia.
“E’ mia!! Quella
sgualdrina me l’ha rubata!”
Rebekah sembrava fuori di sé per quella cosa
da nulla e Briony allora la guardò
shockata, come se quella vampira fosse appena uscita da un manicomio anziché da
una tomba.
“Me la vado a
riprendere! Tu vieni con me!” esclamò la vampira all’improvviso prendendo Briony per un braccio e non ammettendo repliche.
“Cosa? Dove?”
domandò Briony sbigottita, facendosi
trascinare a forza dalla vampira. Si girò guardando preoccupata la sorella e il
suo fidanzato che non sembravano volersi svegliare.
“Oh non preoccuparti per
loro. Si riprenderanno tra una mezz’oretta con qualche ossa rotta.”
rispose Rebekah ridendo mentre camminava
verso la palestra.
Briony allora la guardò incredula.
Fisicamente un po’
assomigliava Elijah: avevano lo stesso sorriso quando volevano incutere
perfidia, gli stessi occhi freddi e glaciali all’occorrenza e possedevano tutti
e due una bellezza disumana.
Ma caratterialmente non
gli assomigliava per niente: sembrava più che altro una bambina superficiale e
viziata, non la donna che avrebbe dovuto essere alla sua età.
Non aveva il minimo
rispetto per la vita umana e sembrava che non le importasse niente della sorte
della sua famiglia. Sotto quel punto di vista Rebekah era
molto più simile a Klaus.
Briony deglutì spaventata, convinta di
essere spacciata.
<< Me le sto andando
a cercare, ma dopotutto che altro posso fare? >> pensò angosciata, senza
uno stralcio di piano in testa.
Andarono dentro la
palestra dove Klaus teneva in pugno Elena e con loro c’erano altre due ragazzi
terrorizzati. Sicuramente delle vittime designate di Klaus.
“Rebekah,
ti avevo detto di rimanere in disparte” mormorò Klaus mentre fissava la
sorella.
“Lei ha la mia collana,
guarda!!” rispose lei prontamente facendogli vedere la foto.
“Sei sicura che sia
quella?”
“Sì sono sicura. La
rivoglio!” urlò indispettita come se fosse una bambina a cui è stato appena
rubato il suo gioco preferito.
Ma vedendo che Klaus non
faceva una piega, Rebekah si avvicinò
pericolosamente a Elena.
“Dove l’hai messa brutta
sgualdrina?”
“Io non ce l’ho più..”
sussurrò piano Elena.
“Bugiarda!” Rebekah perse il controllo e la morse avida nel collo,
come una specie di pagamento per il torto subìto.
Briony fissò la scena spaventata non
sapendo che diamine fare in quella specie di circo, mentre Klaus cercò di
dividere le due ragazze.
“Rebekah calmati.”
“Falle dire dove l’ha
nascosta Nik!” gridò lei con ancora il sangue
tra le labbra.
Klaus allora sospirò
cercando di calmarsi e si girò piano verso Elena, la quale perdeva sangue dal
collo.
“Elena fai la brava… dimmi dove hai messo la collana.”
“Non ce l’ho più
lo giuro… l’ha presa Katherine”
Sentendo quel
nome, Briony strabuzzò gli occhi sorpresa.
Cosa c’entrava Katherine in tutto questo?
Inoltre stava perdendo
le speranze nel cercare un vano aiuto da parte della sorella di Elijah. Quella
sembrava una trottola impazzita e poi era molto attaccata a Klaus, visto il
nomignolo affettuoso con cui ancora lo chiamava ancora dopo tanti anni…
Doveva trovare subito
una soluzione a quell’ennesimo problema che si era creato…
ma come?
“Katerina.
Ovviamente” rispose Klaus con un sorrisino.
“Rebekah ti
prego portami Tyler e la sua amichetta. E’ ora di cominciare”
Lei prontamente uscì
dalla palestra, lanciando un’occhiata di traverso a Elena, mentre Briony si voltò ansiosa verso quella direzione. Cosa
volevano fare con sua sorella?
“Briony!
Scusami non ti ho salutata come si deve!” esclamò divertito Klaus come fossero
vecchi amici.
“Va al diavolo.” replicò
lei voltandosi.
Klaus fece una smorfia.
“Non si parla così a un
Originario, modera i termini.”
“Dov’è Elijah? Dove
l’hai messo??” gli domandò infuriata.
“E’ più vicino di
quanto pensi… ma come non riesci a captare
la sua presenza con la tua forza dell’amore?”
Briony si paralizzò sentendo quelle parole.
Anche Elijah era a Mystic Falls??
Ma all’improvviso la
porta si aprì. Incredibilmente era Stefan.
“Stefan!”
Urlò Elena sorridendogli dolcemente.
“Stefan??”
Gridò Briony sorpresa di vederlo lì.
“Oh sei arrivato anche
tu! Perfetto!” disse anche Klaus.
“Sono venuto qui per
chiedere il tuo perdono Klaus… e offrirti
nuovamente la mia fiducia” gli confidò Stefan come
da manuale.
“Ormai non posso più
crederti. Mi hai mentito riguardo a Elena”
“Lei non è più niente
per me. Non ti deluderò più, te lo giuro”
“Bene dimostralo!
Uccidili!” disse Klaus rivolgendosi ai due ragazzi terrorizzati che erano
rimasti nella palestra.
Stefan titubante li guardò, poi passò a
Elena, che lo fissò con occhi imploranti.
“Forza squartatore.
Uccidili!”
“No Stefan non farlo.” Si intromise Elena per
scoraggiarlo.
“Zitta!” Klaus arrabbiato
le tirò uno schiaffo così forte che la fece cadere per terra.
Stefan, non sopportando che qualcuno
mettesse le mani addosso alla ragazza che amava, corse infuriato verso Klaus
per fermarlo ma lui si aspettava quella reazione e infatti lo prese per il collo.
“Così lei non conta più
niente per te eh? Le tue bugie stanno aumentando Stefan!”
gli urlò in faccia dandogli uno spintone.
Briony non ce la fece più:
“Come fai a essere così
perfido?? Non vedi che lui sottostà ai tuoi piedi soltanto perché glielo imponi?
Perché ha paura di te? Ma stavolta non farà quello che gli chiedi, non staremo
ai tuoi giochini malati, tutti si accorgeranno che
razza di bestia tu sia, persino tua sorella!” Gridò in preda alla rabbia
improvvisa.
Ma Klaus non la stette
neanche a sentire, anche se mostrò una smorfia infastidita, e disse ancora:
“Beh Stefan allora? Obbedisci uccidili, altrimenti uccido
lei!” gridò avvicinandosi a Elena.
Questa volta la minaccia
era reale e Stefan non poteva permetterlo,
così si avvicinò come un fulmine ai due ragazzi e li morse velocemente.
“Stefan!”
Elena cercò di fermarlo ma fu bloccata da Klaus.
“Bravo squartatore!”
quasi gli fece un applauso dalla contentezza.
Briony intanto guardava la scena impotente
e spaventata.
Cosa avrebbero potuto
fare da soli contro due Originari impazziti?
All’improvviso
entrò Rebekah sorreggendo come delle patate
Caroline e Tyler, i quali si erano risvegliati. C’era anche Bonnie.
“Oh bene ci sei anche
tu! Signori, vi presento mia sorella. Rebekah!”
Klaus la fece mostrare come se fosse un trofeo, e lei sorrise estasiata.
Klaus poi non sorrise
più e si avvicinò alla strega.
“Bonnie allora
te lo ripeterò una volta soltanto… tu sei
una strega no? Trova la soluzione al mio problema e in fretta! Devo sapere
perché non riesco a creare altri ibridi… e
se non mi aiuterai..” Lasciò la frase in sospeso e ad un tratto si avvicinò a
Tyler, facendogli bere il suo sangue.
Nessuno se l’aspettava e
guardarono tutti la scena sotto shock. Il licantropo cercò di
ribellarsi ma alla fine Klaus ruppe il collo al povero Tyler, che cadde per
terra morto.
“Oddio!” Urlò Caroline terrorizzata.
“Lui morirà se non
trovate una soluzione! Come tutti gli altri mezzi ibridi che ho creato!” gridò
Klaus in tono diabolico.
Tutti osservano
terrorizzati il loro amico per terra, la cui vita era appesa a un filo.
“A voi la scelta.”
“Rebekah,
porta fuori il nostro Tyler e la sua concubina.”
“Tua sorella!”
Klaus lasciò perdere
quell’attacco verbale di Caroline in un rotolamento di occhi come se tutto
quello fosse uno spasso, e proseguì con le minacce: “E se qualcuno di loro
scappa, rompigli la spina dorsale.”
Rebekah come un cagnolino obbedì e questo fece
innervosire Briony, che aveva i nervi a fior di
pelle.
“Cos’è adesso è lei la
tua schiavetta?”
Rebekah si voltò guardandola con una strana
espressione, ma non replicò all’offesa e uscì.
“Fa soltanto quello che
le chiedo perché sa che se dovesse deludermi un’altra volta farebbe la fine che
si merita.”
“Mi fai schifo.” Gli
sussurrò disgustata.
“Bando alle ciance. Ora
farò scattare un timer… venti minuti!”
All’improvviso il
cronometro della palestra si accese. I colori rosso fosforescenti brillavano
nell’oscurità e presto quei numeri sarebbero arrivati al conto
finale.
“Quando scadrà il tempo,
mio caro squartatore berrai tutto il sangue della tua amata Elena!”
Stefan guardò Elena spaventato per quello
che Klaus gli stava ordinando, e Briony spalancò
la bocca terrorizzata ma non riuscì a dir niente questa volta.
“No…”
Sussurrò Elena senza via di fuga.
“Sì invece. E non potrà
disobbedirmi.” Rispose Klaus sentendosi potente nel soggiogare Stefan e rubargli ogni goccia d’amore.
“Oh mio dio. Deve
esserci un modo per uscirne.” continuava a blaterare Briony senza
sosta, mettendosi le mani in testa per farsi venire un’idea.
“Non c’è.”
Sussurrò Stefan che aveva perso le
speranze. Klaus se n’era andato ma l’ordine che gli aveva impartito lo stava
divorando dall’interno. E gli stava spezzando il cuore.
Ma Elena all’improvviso
disse:
“Il padre di Caroline
e Briony… Stefan!
Il loro padre riusciva a resistere al soggiogamento, potresti riuscirci anche
tu se ti impegni!”
“Oh sì certo, basterà
qualche decennio di allenamento niente di che!” rispose in tono ironico.
“Stefan guardami
so che puoi farcela”
“Non posso fermarmi
Elena! Io devo fare quello che lui mi dice! Non posso resistere!” urlò
disperato.
“Io so che tu ce la
farai” rispose amorosamente.
“Perché? Perché ti amo?”
“Si perché mi ami Stefan! E dopo tutto quello che ho passato me lo devi!”
“Ssssh zitti!
Parlare di queste cose ora non servirebbe. Chiamo i rinforzi.” si
intromise Briony prendendo il cellulare.
Perché non ci aveva pensato prima??
“Chi?” domandò Elena
sorpresa.
Ma non ebbe neanche il
tempo di chiamarla, che Ylenia comparve
subito come un miraggio divino.
“Sei arrivata al momento
giusto, devi aiutarci!” le disse Briony con
un affanno contento correndo da lei.
Stefan e Elena fissavano sorpresi quella
bellezza alta e bruna che non avevano mai visto prima ma che sembrava,
secondo Briony, la loro unica speranza.
“Sospettavo che Klaus
avesse qualcosa di diabolico in mente. Che è successo?” domandò guardando Stefan e Elena che non ci stavano capendo più niente,
ma ormai il tempo stava per scadere.
“Ha soggiogato lui per
mangiare viva Elena quando scadrà il timer!”
Ylenia scosse la testa desolata.
“Non posso impedirlo… Klaus è un Originario e non potrei
annullare il soggiogamento”
“E quindi cosa potremmo
fare?”
“E me lo chiedi? Perché
restate lì impalati? Scappate!” rispose la strega afferrando Briony per le spalle.
“Anche se volessimo
Klaus è nei paraggi e pure la sua spaventosa sorella” si intromise Elena.
Briony per un momento vide Ylenia tremare, ma credette fosse
stata un’allucinazione. Non c’era tempo per gli indugi:
“C’è un’altra
problema... Klaus ha dato il suo sangue a un licantropo per farlo diventare
un ibrido… puoi aiutare almeno lui?”
Ylenia allora ci pensò un attimo su
per trovare una soluzione.
“Cercherò di fargli
superare la transizione anche se la doppleganger è
viva..” rispose fissando Elena che era la chiave di tutto.
“E’ questo il
punto purtroppo… tutti i suoi ibridi
muoiono perché Elena è viva.”
“Ok facciamo una cosa
alla volta. Io cerco di scoprire qualcosa per far vivere il vostro amico, anche
se si sveglierà sotto forma di ibrido, mi dispiace ma questo accadrà
inesorabilmente.”
“Almeno non sarà morto,
dovresti cercare Bonnie è una strega anche
lei; due teste suonano meglio di una” le disse Briony per
aiutarla.
“Mi sono sempre occupata
da sola di tutto. E tu che farai?” le domandò Ylenia prima
di andarsene.
“Resto di guardia qui… cercherò di impedire a Stefan di
fare qualcosa di cui si pentirebbe per tutta la vita” rispose fissandolo.
“Va bene, state attenti.
Hai il paletto no?”
“Sì ma non sarà
necessario usarlo su di lui”
Ylenia scosse la testa per la sua ingenuità
ma non disse niente per il poco tempo e uscì dalla palestra. Briony sperò con tutto il cuore che almeno salvasse il
ragazzo di Caroline…
I venti minuti del
cronometro finirono. Era venuto il momento.
Tutti e tre si
guardarono spaventati.
Stefan si inginocchiò a terra per
trattenersi. Sudava per lo sforzo e digrignavi i denti. “Elena scappa!” le urlò
disperato, graffiando il pavimento.
“No Stefan ce la puoi fare” gli disse Elena cercando di
aiutarlo.
“Elena ti prego ti prego
ti prego” Stefan era allo stremo delle
forze e cercò di allontanarsi.
“Guardami, sei forte per
contrastarlo. Ti amo e credo in te!”
Ma Stefan stava cambiando repentinamente, che lui lo
volesse o no. Briony scorse i suoi denti
affilati e stava per alzarsi, pronto ad attaccare.
“Elena credo che
dovresti dartela a gambe…” sussurrò Briony spaventata.
“Stefan…”
Ma Elena non voleva cedere perché non voleva abbandonare il ragazzo che amava,
e restava ferma immobile davanti a lui.
All’improvviso Stefan urlò in modo agghiacciante e corse verso Elena
per aggredirla.
Sia
lei che Briony gridarono spaventate per
quello che temevano sarebbe successo, ma si accorsero alla fine che Stefan non aveva nemmeno sfiorato Elena. Si era
appartato in un angolo della palestra e si teneva saldamente a un palo, per
resistere alla sete.
“Elena
corri! Vattene!” le gridò con tutta la forza che aveva in corpo.
“Merda
dai corri!” le urlò Briony convinta
che Stefan non avrebbe resistito a lungo e
prese Elena per un braccio per incitarla, correndo verso l’uscita.
Le
ragazze sentivano la presenza inquietante di Stefan alle
loro spalle; il vampiro aveva una sete insaziabile ma cercava di resistere come
meglio poteva, cercando di aggrapparsi alle pareti della scuola, ma il pericolo
persisteva.
“No
non fermarti Elena anche se vorresti! Nemmeno Stefan lo
vorrebbe, corri!”la incitava di continuo la Forbes nei
momenti in cui Elena si voltava a guardare angosciata il suo amore dannato.
Ma
la loro fuga fu fermata all’improvviso da Klaus, che prese entrambe le ragazze
simultaneamente per il braccio. “Ci incontriamo sempre oggi eh?”
“Lasciaci
andare serpe!” gridò Briony cercando di
liberarsi e dando dei pugni da tutte le parti, dando libero sfogo a ciò che
avrebbe voluto fargli in ogni momento durante i loro incontri.
Klaus
rideva sotto i baffi: “Credi davvero di potermi sconfiggere?”
“Credo
davvero che il tuo momento per pagare arriverà!” gli rispose Briony con una ferocia così determinata che non si era
mai vista in lei e gliela buttò dritta in faccia. Klaus, per un attimo, si bloccò
a guardare il luccichio indemoniato negli occhi della ragazza e l’insidiosa
verità insita in essi, ma in risposta fece solo un sorriso arrogante. Lui era
invincibile e non aveva paura di niente. Cosa credevano?
Briony riuscì
fortunatamente a divincolarsi e corse via senza fiato in una stanza,
dove vi trovò Stefan che stava
per inficcarsi una scopa di legno in pieno
stomaco per fermare la propria sete di sangue.
“Oddio Stefan!” Gridò Briony vedendo
che il vampiro stava per ammazzarsi pur di non far del male a Elena.
Il
suo richiamo fermò il vampiro e subito dopo entrò anche Klaus, che continuava
ad avere in pugno la povera Elena. Stefan così
si fermò titubante.
“E’
incredibile. L’unica cosa più forte del tuo desiderio di sangue è il tuo amore
per questa ragazza!” esclamò Klaus, che non riusciva a credere ai suoi occhi.
“L’amore è così stupido, no, bambolina?” sfidò questa volta la Forbes in un incrocio tra sguardi che Briony rispose solo con ripugnanza, e maledettamente
un senso di sconfitta.
Ma
non c’era tempo per i propri drammi perché il gioco infimo di Klaus non era
finito.
“Perché
non lo spegni?” disse rivolto a Stefan
“No!”
“Oh
andiamo Stefan la tua umanità ti sta
distruggendo. Spegni tue emozioni, starai molto meglio”
“No!”
gridò ancora cercando di ribellarsi a lui.
Ma
Klaus perse la pazienza e lo attaccò alla parete. Briony cercò
di aiutarlo ma fu tutto inutile.
“Spegnilo!!!!” urlò agghiacciante guardandolo negli
occhi. Stefan non riusciva a ribellarsi e
guardava ipnotizzato il suo aguzzino.
“Che
cosa hai fatto?” chiese Elena angosciata mentre osservava il cambiamento negli
occhi di Stefan. Sembravano quelli di un
predatore, non più quelli di un ragazzo innamorato.
“L’ho
guarito.” Rispose Klaus semplicemente.
“Oh
mio dio…” sussurrò Briony incredula
guardando lo Stefan che aveva imparato
a rispettare e che ormai aveva perso tutta la sua umanità, incluso il suo amore
per Elena.
E
tutto per colpa di Klaus!
Briony lo guardò
furiosa e lui si girò proprio verso di lei, guardandola terrificante.
“E
ora cosa devo fare con te?” sussurrò diabolico allungando una mano verso il suo
viso.
Briony indietreggiò
disgustata fissandolo con un odio pieno, e lui per tutta risposta la afferrò
per il collo.
“Vorresti
mio fratello tutto per te?” le recriminò lui tenendola in pugno, alto nel suo potere.
Briony si tenne
stretta alla sua presa per cercare di toglierselo via ma era tutto inutile, la
sua forza umana era troppo debole e nemmeno la lingua lunga poteva rispondere a
tono come avrebbe voluto, forse perché il suo cuore stava sancendo una condanna
definitiva.
Credette che
Klaus stesse per ucciderla e si maledì per gli sforzi persi, ma il vampiro si
limitò a prenderla di peso come nulla fosse e la lanciò lontano da lì a qualche
metro di distanza.
Il
forte impatto fece aprire di netto la porta e il tonfo della caduta la fece
svenire senza forze sul pavimento.
Inconsciamente
voleva resistere ma non poteva; l’oblio la reclamava e ci cadde, pensandosi
sconfitta.
L’Originario
intanto sorrise glaciale di fronte a quel teatrino ben architettato e si rivolse
infine a Stefan.
“Ora.
Squartatore! Bevi dal collo della doppleganger!”
disse mostrando il collo nudo di Elena, come un invito.
Purtroppo Stefan non era più lui. Non era più il ragazzo dolce e
sensibile che Elena aveva conosciuto. Ora era un mostro, senza coscienza.
I
suoi occhi divennero neri dal desiderio e si avvicinò pericolosamente come un
predatore.
“No Stefan no!” gli implorò Elena ma ormai tutto inutile.
Klaus
aveva vinto.
Più
tardi Briony si svegliò respirando a fatica.
Cercò di alzarsi ma la testa le faceva troppo male per colpa della caduta.
Cercò
comunque di issare le gambe e si guardò attorno, ma non c’era anima viva a
scuola.
Le
venne un terribile sospetto e gridò disperata:
“Elena!
Caroline!”
Tuttavia
nessuno rispose.
<<
Dov’è finita Ylenia?? >> Pensò frenetica.
Tenendosi
la testa con una mano cercò di alzarsi e, facendo mente locale di tutti i
danni, si sfogò con una manata contro alla parete, per dimostrare che ce
l’aveva con tutti, col mondo, con se stessa.
<<
Maledizione a me! Ho da ben imparare la lezione! >> pensò gridando dentro
di sé tutta l’angoscia esasperante che covava e che aveva quasi scelto di
avere.
Pianse
lacrime brucianti. Che poteva fare? Niente le stava riuscendo. E la sua forza
d’animo, che credeva integra, si era in quegli attimi sfaldata perché quel
fardello stava diventando troppo pesante da reggere senza prima o poi
inginocchiarsi, e di fronte a sé le parve di avere una guerra senza
vincitori. Persino il suo amore era incluso?
Il
cuore perse dei battiti. E lei il respiro per quel dubbio che odiava avere.
No
questo mai.
Non
poteva cedere alla debolezza del momento. Doveva riconoscere che esisteva, il
suo animo era terribilmente inquieto per quelle sfide ai limiti
dell’impossibile, ma non poteva permetteva a quella debolezza di vincerla.
Perché
non era una fanciulletta come i nemici le
recriminavano sprezzanti.
Sarebbe
andata avanti. Lo aveva giurato. E in fondo ci credeva. E soprattutto lo
voleva.
Facendosi
più coraggio, Briony avanzò di qualche
passo per riprendere equilibrio sia fisico che mentale e si asciugò con una
manata il naso che perdeva sangue.
All’improvviso
comparve qualcuno. Rebekah.
Briony la guardò
apatica, credendo che ormai il pericolo maggiore fosse concluso per quella
sera.
“Non
hai una bella cera.” disse la biondina quasi compatendola.
“Non
grazie a te.” Rispose Briony dura cercando
di mettersi dritta per dimostrare che non temeva realmente quella biondina.
“Oh
dai non tenermi il muso, so essere vendicativa.” Mormorò ridendo con fare
capriccioso.
Briony la guardò
strana alzando il sopracciglio, ma non rispose. Aveva altro a cui pensare.
“Abbiamo
trovato la pozione magica per far vivere Tyler Lockwood”
esclamò Rebekah avvicinandosi a lei.
“Elena… l’avete uccisa?” chiese la mora angosciata.
Anche
se l’aveva ingannata e usata, Briony non
avrebbe mai voluto che morisse così. Provava troppo rispetto per la sua
famiglia per permettere che accadesse.
<<
Povero John, si è sacrificato per nulla >> pensò con le lacrime agli
occhi.
“No!
La soluzione era quella contraria. Il sangue della doppleganger fa
nascere gli ibridi. La strega che ha fatto la maledizione ha architettato
questo trucchetto per impedire a Klaus di
esaudire il suo macabro desiderio”
Briony la guardò
sorpresa e felice. Almeno erano vivi.
“Molto
astuta!” rispose con un sorrisino cominciando a camminare, dando così le spalle
all’Originaria.
Rebekah la
guardò delusa perché la stava ignorando, poi la inseguì.
“Sai
dovrei ucciderti per quel tuo tono arrogante e sfrontato. Ma... mi ispiri
simpatia. Se farai la brava, non ti ucciderò ok? Una promessa è una promessa!”
esclamò elettrizzata con un sorriso solare.
Briony allora la
fissò sorpresa. Erano più o meno le parole che le aveva rivolto Elijah il primo
giorno che si erano conosciuti. Che non le avrebbe fatto del male finché lei
avrebbe tenuto un buon comportamento. E gli aveva dato la sua parola, come ora
aveva fatto sua sorella.
All’improvviso
lo sguardo di Briony venne animato da una
speranza intensa. Forse Rebekah non era
tutta pazza o fedele come un cagnolino a Klaus. Forse poteva davvero aiutarla a
salvare Elijah.
Poco
importa se non voleva fare la brava, forse poteva tentare…
Rebekah,
accortasi del suo sguardo, le sorrise incerta non sapendo per la prima volta
cosa dire, come se si trovasse impacciata di fronte a tale splendente emozione
negli occhi.
E
i suoi di occhi… erano amareggiati, tristi… e malinconici.
Come quelli…
Ma
i pensieri contorti di Briony svanirono
quando Rebekah si dileguò nel nulla
inspiegabilmente, senza dire nient’altro come fosse finito tutto lì.
Briony sbattè le palpebre ma ritornò subito alla realtà
perché doveva andare a cercare sua sorella per vedere se stesse bene.
“Eccoti!
Credevo fossi svanita nel nulla a far chissà cosa!” Ylenia apparve
all’improvviso vicino a lei.
Briony sussultò per
la sorpresa ma si rincuorò vedendo che era Ylenia.
“Mi
hai fatto prendere un colpo! Dov’è mia sorella?”
“Sta
bene non preoccuparti. E’ con Tyler ora. Si è trasformato in un ibrido dopo
aver bevuto il sangue della doppleganger, era
questa la chiave di tutto! Sinceramente non ci sarei mai arrivata….” Rispose quasi offesa e delusa per non aver
risolto lei la situazione.
“Quindi
Klaus se n’è andato con una scorta del sangue di Elena?”
“Boh
ho provato a cercarlo dappertutto ma sembra….
Scomparso! Forse avrà percepito la mia presenza e se l’è data a gambe!”
rispose Ylenia sorridendo fiera cercando di
pompare il petto, facendo così intravedere la sua forza. Come se in qualche
modo Klaus dovesse avere paura di lei. Eppure Briony aveva
avuto un’altra sensazione prima sulla strega...
Comunque
rispose: “Dubito che uno come Klaus abbia paura di qualcosa ora come ora.”
Mormorò Briony.
“Ma
non sento più la sua presenza!” replicò prontamente la strega.
“Meglio
così no?”
Le
due camminarono per un po’ senza dire niente, poi Ylenia saltò sù dicendo:
“Tua
sorella stava quasi per aggredirmi quando mi ha vista. Accidenti! Non credeva
che fossi dalla sua parte e ho dovuto farla addormentare per tenerla buona. É
persino più inviperita di te.”
Briony sgranò gli
occhi terrorizzata, ma Ylenia scoppiò a
ridere per calmarla:
“Rilassati
o ti verrà un collasso. Stanno tutti bene ora!” le pose una mano sulla spalla
per convincerla e così Briony ricominciò a
respirare normalmente.
“E poi…”
<<
Certo che non smette mai un attimo di parlare >> Pensò Briony divertita.
“Tu
dovresti avercela con loro dopo come ti hanno ingannata senza ringraziamenti.
Dovresti smetterla di preoccuparti così tanto.”
All’improvviso
le venne in mente che Ylenia dopotutto
aveva perfettamente ragione. Si era fatta in quattro per aiutarli quella sera
perché c’era una situazione socialmente pericolosa in stile “allarme rosso”, ma
era ora che si arrangiassero.
In
fondo lei non poteva fare per sempre la babysitter a quei ragazzi che avevano
ormai la maggiore età e dovevano riuscire a cavarsela da soli.
Inoltre
era terribilmente stanca…. Voleva dormire per
almeno 10 ore di fila, ma si ricordò di una cosa importantissima.
“Non
c’è tempo per aiutare i ragazzi nelle loro faccende, domani quando sarò ben
riposata e in forma andrò a perlustrare la città per ogni millimetro.”
“E
perché mai? Mystic Falls non
è così elettrizzante come New York, Las Vegas..” rispose pensierosa Ylenia.
“Ma
mica per quello! Klaus mi ha fatto intendere che Elijah è più vicino di quanto
pensassi e magari se l’è portato dietro, fino a qui!”
“Klaus
si porterebbe dietro delle tombe?” mormorò Ylenia trattenendo
le risate ma un’ombra passò sui suoi occhi.
Ma Briony non la scorse perché tornò a guardare davanti a
sé:
“Che
posso dirti…. Quell’uomo è completamente fuori
di testa. Ma vale la pena tentare.” Rispose decisa uscendo dalla scuola.
Ylenia dopo un
attimo la seguì:
“E
di sua sorella… la biondina. Che ne pensi?
Potrebbe aiutarci?”
Briony rimase a
guardare il panorama oscuro della città, fintamente normale.
Rebekah… quella
ragazza era un mistero sotto tutti i punti di vista, lo stesso mistero che
aleggiava sulla sua famiglia. Non riusciva a capire cosa in realtà avesse in
mente, cosa nascondeva il suo cuore ombroso o se poteva fidarsi davvero di lei.
Eppure
le era sembrato di scorgere in quei occhi azzurri freddi e tristi… un pallido riflesso del cuore di Elijah.
Il
suo Elijah.
Briony sospirò, come se
attendesse tranquillamente in quel momento il corso del suo destino.
Socchiuse
gli occhi, per riportare un dolce oblio per il suo animo inquieto in cui
cullarsi; si appartò all'ombra, in totale silenzio, come se volesse restare lei
stessa sola. Ma dentro di sé non lo era. Seguì la fervida immaginazione, i
capelli scomposti le ricadevano lungo il viso e le parve, con la fronte, in un
mondo che non era quello del presente ma quello dell'intimo, di sentire il
ricercato contatto di un'altra. Diversi mondi, stessi confini.
*FINE CAPITOLO!*
Spero
che vi sia piaciuto come abbia rappresentato Rebekah!
Vi dico già che lei e Briony avranno un
bellissimo rapporto e che invece si creerà una spaccatura tra lei e la sorella
Caroline!
Ringrazio
come sempre chi sta leggendo la storia!! Adesso i capitoli sono un po’ noiosi
ma quando tornerà Elijah, tutto sarà diverso lo prometto :D La storia
prenderà tutta una piega mia.