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Autore: Rota    15/12/2011    1 recensioni
-Matt! Ehi, Matt! Svegliati! Matt, svegliati!-
Fu la voce di Alfred a rubarlo, con forza e prepotenza, al mondo dei sogni. Dovette stroppicciarsi più volte gli occhi, colpa anche del notevole male al cranio che gli intontiva completamente i sensi e la posizione innaturale che aveva assunto e mai più cambiato nel cadere come un masso sul proprio letto.
Il fratello lo aiutò nel processo, cominciando a scuoterlo come uno straccio sporco. Matt non ebbe neanche la forza di insultarlo o pregarlo, semplicemente, di smetterla.
Alfred aveva la pessima abitudine di trattarlo come gli pareva, senza avere molta cura di qualcosa che fosse al di là della sua persona. Matt aveva sempre pensato a lui come un bambino troppo cresciuto – e per questo impossibile da colpevolizzare – ma c’erano certe volte che avrebbe tanto voluto prendere la propria mazza da hockey e spaccargliela in testa, conservando sempre tutta la ragione possibile.
Quello era uno di quei momenti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 15



 

 

When I am down and, oh my soul, so weary;

When troubles come and my heart burdened be;

Then, I am still and wait here in the silence,

Until you come and sit awhile with me.(8)

 

Feliciano tiene il cellulare tra dita tremanti, ancora scosso per quanto accaduto durante tutta la serata.

Ha pianto, ha pianto parecchio e il rossore dei suoi occhi ne è testimone.

Non doveva finire così - e sembra quasi che il pensiero, pian piano, diventi una colpa che grava sul suo animo.

Avrebbero dovuto essere tutti felici, in quella serata di festa. Avrebbero dovuto ridere, mangiare, cantare, suonare, come un gruppo di amici che si vuole divertire.

Invece no.

Feliciano, con qualche difficoltà, con quel dannato pollice che pigiava un tasto giusto e due sbagliati, riesce a fare il numero di Ludwig e a premere, per chiamarlo.

Lui è scappato, quando ha visto cosa Ivan ha fatto a quel ragazzo. Scappato forse per la paura, forse perché ha intuito cosa sarebbe accaduto. Scappato, lasciando da solo Ludwig e tutti gli altri. Una volta andato via, però, si è diretto all'Ospedale, il più vicino nella zona, dove sicuramente sarebbe stato portato il ferito.

Lì, ha visto.

Proprio mentre un singhiozzo gli scuote il petto, la voce del tedesco vibra nella cornetta: Ludwig è preoccupatissimo, tanto che l'ansia è diventata irritazione.

-Dove sei?-

Feliciano si porta una mano alla bocca, incapace di parlare. In realtà, è felice di sapere che il suo amato Ludwig ha abbastanza energie addosso da essere persino arrabbiato con lui. Non che sia una grande consolazione, ma almeno è qualcosa.

Poi Vash gli mette una mano sulla spalla e gli fa un cenno con la testa, cercando di essere incoraggiante. Accanto a loro, Antonio s'è dimenticato cosa significhi sorridere: sembra una maschera di cera bianca.

L'italiano singhiozza ancora, ma mastica parole come meglio può.

-Sono all'Ospedale... Il ragazzo... Il ragazzo non morirà... ha solo una frattura al cranio e... e diverse contusioni lungo il corpo...-

L'aveva saputo dagli infermieri, una volta spacciatosi per parente dell'aggredito.

Ma è difficile parlare mentre si mangiano lacrime e dolore, e quando Feliciano sente il silenzio dall'altra parte del telefono quasi si spaventa.

Quasi strilla nel continuare, fissando il vuoto davanti a sé.

-Ivan non sarà accusato di omicidio...-

   
 
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