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Autore: _Marika_    15/12/2011    2 recensioni
“Non credo di essere la persona adatta” scandì lentamente Piton, incollerito. Che diavolo gli era saltato in mente a quel vecchio pazzo? Mettere lui ad assistere una non-maga?
Non esisteva.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Mentre il gargoyle si spostava rumorosamente alle sue spalle, Destiny sospirò. Silente aveva vinto, ovviamente. Guardò Piton che camminava al suo fianco. “E adesso cosa facciamo?” chiese.

Non ne ho idea” rispose brusco l'altro, evitando il suo sguardo.

Rimasero in silenzio per parecchi minuti e i pensieri di Destiny volarono inevitabilmente ad altro. Si ricordò di una cosa.

Oggi c'è una lezione di Cura delle Creature Magiche”

Non era una domanda.

E allora?” disse freddo l'altro.

E' possibile assistere?”

Piton corrugò la fronte. “Credo di sì” Che cosa stava cercando di dirgli?

Seguì un breve silenzio.

Mi ci accompagneresti?”

Piton provò un odio feroce che non tentò di mascherare. “Ho da fare” rispose velenoso, pensando alla sua pozione abbandonata. Maledetto Silente.

Per favore”

Il pozionista si voltò rabbioso verso di lei, deciso di rispondere a tono ad una ragazzina tanto sfrontata. Per la prima volta la guardò dritto negli occhi e notò quanto fossero verdi. Un lampo accecante gli attraversò la mente: due occhi di smeraldo, che lo fissavano brillanti di un sorriso celato.

Lily.

Piton si riscosse e guardò la donna con puro disprezzo. Lei non si scompose. “Per favore” ripeté.

Merlino, quanto era petulante! Con uno ringhio frustrato Piton cambiò bruscamente direzione, seguita a ruota dalla donna. Camminarono per un po', e Destiny vide che si stavano dirigendo verso l'uscita. Attraversarono in silenzio il parco del castello.

Destiny percepiva vagamente le onde negative che provenivano dal professore come crepitanti scariche elettriche, ma non ci badò. Dopotutto la stava accompagnando, no?

D'un tratto vide in lontananza la foresta proibita e, appena prima degli alberi, una piccola costruzione di legno, simile ad una capanna. Destiny pensò che fosse una specie di deposito degli attrezzi.

S'inoltrarono in un gruppo di alberi e presto cominciarono e sentire delle voci. Destiny sbucò da dietro ad un grosso albero e vide una ventina di studenti davanti ad un recinto. E, dentro al recinto, una dozzina delle più stupefacenti creature che avesse mai visto. Avevano la stazza di cavalli e in parte ne ricordavano la forma, ma avevano una testa d'uccello e due portentose ali richiuse sui fianchi. Ippogrifi.

Ogni bestia aveva un grosso collare di cuoio legato ad una catena, stretta saldamente attorno al pugno dell'enorme insegnante.

Destiny si lasciò andare in un miagolio eccitato e subito sentì un fastidioso formicolio all'altezza della nuca. Fu certa che Piton la stesse fissando con odio, e la cosa curiosamente la fece sorridere.

Dopo un minuto Destiny si voltò con un'altra domanda sulle labbra, ma Piton era sparito. La donna si strinse nelle spalle e si arrampicò su di una collinetta lì vicino. Da quella posizione dominava tutto dall'alto. Vide un ragazzino con i capelli neri inchinarsi davanti ad una bestia argentata che, dopo averlo fissato per qualche istante con i suoi penetranti occhi arancioni, aveva risposto allo stesso modo.

Destiny osservò il ragazzo farsi avanti incerto, assolutamente rapita. Era la cosa più affascinante che avesse mai visto.

Dopo un minuto di tensione il ragazzo riuscì finalmente ad accarezzare il becco dell'Ippogrifo, e dalla classe si levò un applauso. “Bravo Harry! Adesso si farà montare, guarda” capì la donna, mentre l'omone alzava di peso il ragazzo e lo depositava senza sforzo sul dorso della creatura scalpitante.

Il ragazzo -tale Harry- sollevò qualche preoccupata obiezione, ma l'insegnante non se ne curò. “Avanti” ruggì, dando una manata sul fianco della creatura. Le lunghe ali si spalancarono all'improvviso e l'Ippogrifo prese il volo. Destiny era senza parole. Rimase a guardare sognante il volo della bestia argentata, sentendo il desiderio potente di fare la stessa esperienza. Voleva cavalcare un Ippogrifo.

Appena fosse finita la lezione avrebbe chiesto al professore se poteva farle provare.

Intanto, animati dal successo del primo ragazzo, gli studenti si arrampicarono sulla staccionata e ben presto furono tutti impegnati in una serie di nervosi inchini.

Fu un attimo, uno scatto velocissimo. Un ragazzo biondo giaceva a terra, urlando di dolore, mentre il sangue cominciava a inzuppargli la divisa. Destiny scese dalla sua postazione, giungendo in un attimo di fianco al ferito. La classe nemmeno la notò, lo sguardo terrorizzato fisso sul sangue del loro compagno.

Muoio! Muoio! Sto morendo!” strepitava il ragazzo, tenendosi il braccio ferito.

Non muori!” disse il professore, pallidissimo.

Dobbiamo portarlo in infermeria” disse pratica Destiny. L'uomo gigantesco annuì, prendendo in braccio il ragazzo. Uscì dalla staccionata e corse verso il castello. La classe, scossa, li seguì a distanza.

Destiny rimase sola, abbandonata a se stessa. Si voltò verso gli Ippogrifi, che scalpitavano nervosi dopo tutto quel baccano. La donna rimase ad osservarli in silenzio, cercando con lo sguardo quello argentato che aveva visto in volo.

Lo trovò e il suo sguardo si fissò sugli artigli delle zampe anteriori. Il sangue scarlatto colava ancora.

 

Andò in infermeria un'ora dopo. Vi trovò una strega con una cuffietta in testa e l'aria molto occupata, e Destiny dedusse che era proprio la persona che stava cercando.

Madama Chips?”

La donna alzò la testa dal letto che stava rifacendo con cura. “Sì?” chiese, brusca.

Destiny si grattò il collo. “Ehm, salve. Sono qui per vedere un ragazzo ferito. Non conosco il suo nome, ma è biondo e...”

Draco Malfoy” l'interruppe la strega, aspra. “In fondo a destra”

Destiny si allontanò in fretta dalla donna nevrotica e andò dove le era stato indicato. Il ragazzo biondo giaceva nel lettino, profondamente addormentato, con un'espressione assolutamente rilassata. Non sembrava affatto uno che è appena stato ferito a morte da un Ippogrifo.

Destiny spostò una sedia lì vicino e vi si accomodò. Notò che era molto pallido e una stretta benda candida gli fasciava la spalla, ma non c'erano tracce di sangue.

Draco Malfoy, si ripeté la donna, cercando di tenerlo a mente. Le ricordava qualcosa.

Un suono di passi la fece voltare. Il professor Piton stava avanzando verso di lei con un fare minaccioso, il mantello nero che gli turbinava dietro le spalle. “E tu che ci fai qui?” sbottò, irritato.

Destiny non mancò di sorprendersi per quella durezza.

Questo ragazzo ha avuto un incidente con un Ippogrifo. Volevo vedere come stava” rispose titubante.

Il professore sbuffò e lanciò un'occhiata allo studente addormentato.

Non sembrava preoccupato, ma nemmeno incurante. Destiny si chiese cosa lo avesse spinto in infermeria. Quel ragazzo alla fine era un alunno come un altro... ed era assolutamente certa che non fosse costume del professor Piton far visita ad ogni studente finito in infermeria.

Lo guardò mentre con occhi apatici fissava Malfoy. “Com'è successo?” chiese, indolente.

Destiny davvero non riusciva ad inquadrarlo, quell'uomo.

E' stato aggredito. Non so per quale motivo. Forse... forse ha fatto un gesto troppo brusco” Destiny tornò a posare lo sguardo sul viso rilassato di Malfoy, il petto che si alzava e si abbassava a ritmo regolare. Sentendo che l'altro non rispondeva, Destiny si voltò. Piton la stava scrutando indagatore. La donna si accigliò. Che credeva adesso? Che fosse stata colpa sua?

Ma Piton non disse nulla e le voltò le spalle.

Domani mattina lezione di Pozioni, signorina Roke” disse, prima di chiudersi la porta alle spalle.

 

Destiny si lasciò cadere sul letto, stremata.

Quel posto era assurdo.

Solo un'ora prima un polgereist impazzito aveva cercato di spingerla giù dalle scale e, se per un malaugurato caso Lupin non fosse passato di lì proprio in quel momento, avrebbe potuto vantare la carriera più breve di Hogwarts. Ed era lì da appena una settimana!

Per non parlare poi degli elfi domestici! Esserini rattrappiti di un colore verdastro che parlano di sé in terza persona. Le avevano fatto venire un infarto.

Twinky ha spaventato la signorina? Twinky non voleva, non voleva... la signorina perdona Twinky?”

Appena era riuscita a respirare normalmente lo aveva ringraziato per il tè e lo aveva rispedito giù in cucina.

L'elfo l'aveva fissata con i suoi inquietanti occhi liquidi, grandi come piattini, e poi era scivolato silenziosamente nel corridoio buio. Destiny si era ripromessa di essere più gentile la prossima volta.

Aveva anche visto i gemelli Weasley in corridoio, ma non avevano più cercato di offrirle strani dolci; anzi, le avevano fatto un gran sorriso.

Destiny si stiracchiò come un gatto.

Il giorno dopo non aveva lezione, ma avrebbe dovuto seguire quella di pozioni. Con una smorfia si ricordò che Piton nemmeno le aveva detto l'ora. Cos'aveva quell'uomo contro di lei? Forse era misogino. O un fautore della purezza della stirpe magica. Aveva conosciuto un sacco di gente che l'aveva guardata storto dopo aver ammesso di essere una maganò. Solo perché non aveva una stupida bacchetta! Bè, che razzista. Non era affatto professionale.

Ripensò a quando Piton era andato in infermeria, da quel ragazzo ferito. Malfoy... era sicura di averlo già sentito, quel nome.

Destiny si raggomitolò sul letto e strinse il cuscino, soddisfatta nonostante tutto. Hogwarts le piaceva. Era un luogo magico, misterioso e intrigante. Ed era tutta la vita che desiderava insegnare laggiù, e adesso nessun elfo verdastro, fantasma folle o pozionista misogino avrebbe potuto ostacolarla.

   
 
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