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Autore: miss dark    15/12/2011    3 recensioni
Probabilmente chi lo circondava in un primo momento cercava di stringere un rapporto con lui e, fallito questo tentativo, di trovare un motivo per poterne sparlare con gli altri, ma il suo silenzio e il suo distacco avevano sempre finito per demotivarli e per spingerli ad allontanarsi. Dopo poco tempo diventava invisibile e, col passare degli anni, era rimasto solo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I miei personaggi in cerca d'autore'
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Hero of my day










Uomo di fumo, lo avevano soprannominato nel condominio e dopo un po’ di tempo avevano anche smesso di salutarlo per le scale. Avevano provato a definirlo “anziano di montagna”, “vecchietto timido”, “vecchiaccio scontroso”, ne parlavano in ascensore e lo deridevano alle assemblee condominiali, ma in realtà nessuno aveva mai pensato di rivolgergli la parola e di chiedergli semplicemente: “Come sta?”

A lui, tuttavia, non importava cosa pensassero le persone del suo comportamento. Alla sua età aveva imparato che alla gente piace parlare e, cosa che la rende ancora più felice, sparlare dei propri vicini, che siano di casa o d’ufficio, poco importa, basta che siano individui conosciuti e un po’ particolari.

Non aveva mai fatto caso ai giudizi delle persone, non perché le ritenesse sciocche o superficiali, ma perché non era mai stato socievole e non aveva mai stretto legami particolari con nessuno. Non aveva mai trovato una donna con cui condividere gioie e dolori, forse non l’aveva mai cercata, e non aveva speso gli anni più belli della sua giovinezza andando a zonzo per le strade e per i bar assieme agli amici. Si potrebbe pensare che avesse dedicato la sua vita agli studi, ma, a dir la verità, non aveva mai brillato a scuola e, quando poi era entrato nel mondo del lavoro, non aveva avuto una carriera spettacolare, addirittura non aveva mai ricevuto una promozione.

Non era nemmeno mediocre, era assolutamente ordinario. Non si era mai fatto notare a causa di atteggiamenti spiacevoli o di difetti particolari. Era talmente normale e talmente anonimo da non risultare nemmeno noioso. Era insipido.

Probabilmente chi lo circondava in un primo momento cercava di stringere un rapporto con lui e, fallito questo tentativo, di trovare un motivo per poterne sparlare con gli altri, ma il suo silenzio e il suo distacco avevano sempre finito per demotivarli e per spingerli ad allontanarsi. Dopo poco tempo diventava invisibile e, col passare degli anni, era rimasto solo.

Ma non aveva mai nutrito rimpianti: non sentiva la mancanza di compagnia e di allegria, forse perché non aveva mai assaporato la vera gioia di vivere. Si accontentava di avere qualcosa da mangiare e di poter ancora respirare, benché a fatica. La vita, quella vera, quella che vale la pena vivere, faceva da cornice alle sue azioni quotidiane e alla sua miserabile esistenza.

 

Anche la sua vicina di casa era una donna anziana, ma i due erano completamente diversi.

Lei era una signora dal carattere assai vivace e con una discreta esperienza artistica alle spalle. Era stata una ballerina nelle trasmissioni televisive degli anni Cinquanta, ma non aveva mai raggiunto il successo. Ne aveva assaggiato l’odore ballando assieme alle grandi icone di quei tempi e accompagnando con brevi balletti le canzoni delle sue cantanti preferite. Ogni tanto riguardava qualche cassetta su cui i suoi genitori avevano registrato le sue apparizioni più importanti e, ogni volta che si rivedeva, in un angolo dello schermo, in mezzo a tante altre ragazze quasi identiche a lei, sentiva di essere sempre stata invisibile agli occhi del pubblico. Nessuno si ricordava di lei, ormai, eppure tutti sapevano a memoria le imprese dei personaggi a cui lei aveva fatto da cornice. Spesso si amareggiava pensando a quanto fosse effimera la vita, la sua specialmente, ma riusciva comunque ad appassionarsi ad essa e a trovare in sé la voglia di scoprirla.

Dato che non aveva mai avuto figli e che suo marito era morto già da dieci anni, aveva deciso di frequentare corsi pomeridiani e serali di pittura e scrittura. “Devo pur tenere il cervello in allenamento, altrimenti, oltre al corpo, appassisce anche la mente!”ripeteva ai pochi amici che aveva, quando questi le domandavano come mai si affaticasse così tanto. Dedicava gran parte della sua giornata a scrivere brevi storie per bambini, che faceva poi rilegare e che regalava agli asili della città. Ogni tanto la invitavano a leggere le proprie storie di persona e lei, entusiasta, accettava: sperava di lasciare un piccolo segno nelle menti di quelle giovani vite, in modo che il ricordo di lei non morisse assieme al suo corpo.

 

Un giorno lui uscì di casa con le buste della spesa e lei con un plico di fogli sottobraccio. S’incrociarono per le scale, forse per la prima volta, più probabilmente per l’ennesima, ma, contrariamente a quello che l’uomo si aspettava, l’anziana e gentile signora gli sorrise cordialmente e, fermandosi, gli disse: “Buongiorno signore! Come sta questa mattina?”

Lui non rispose e continuò a scendere le scale, con fatica e con un certo imbarazzo.

La donna si offese leggermente, non capendo perché non le avesse risposto, ma quando il giorno dopo le comunicarono che il suo vicino di casa - quello antipatico, quello silenzioso, l’uomo di fumo - era morto durante la notte, ripensò a quel momento e comprese. Un uomo del genere non avrebbe mai potuto trovare il coraggio per cambiare, nemmeno al limite della propria esistenza.



















Ho scritto questa storia di getto, in circa un'ora e mezza, perchè erano giorni che mi frullava in testa l'idea di creare un nuovo personaggio simpatico (vedi Mr Malcolm xD) e, quando ho visto il bando del "vecchio" concorso "La Cornice e l'Invisibile" si è accesa la lampadina!
Che ne dite? (:
Miss Dark

  
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