Dodici anni prima...
-Quattro anni prima...
-Quattro anni prima...
Pov.Edward
Eravamo giunti nella radura, dove la visione di Alice ci aveva avvisati che sarebbero arrivati. Volevano solo controllare che Bella non fosse più umana, ora che eravamo sposati. Bella lo era e questo non avrebbe fatto sicuramente felice Aro, appena arrivato, davanti a dodici mantelle grigio scuro, nella radura.
“Carlisle, amico mio. Che piacere rivederti! Quanto tempo sarà passato? Un secolo, forse?”sorrise Aro, avvicinatosi a Carlisle, stringendogli la mano.
“Aro, che piacere! Sarei stato felice di incontrarti in luoghi migliori-iniziò mio padre- vedi vorrei spiegarti in una circostanza più consona un problema che abbiamo avuto.”
“Lei è ancora umana.” sibilò Jane.
Le menti coperte da quelle mantelle grigio scuro erano confuse e… affamate. Tutti stavano pensando di attaccare Bella.
“Aro, dì ai tuoi seguaci di calmarsi. Come detto da mio padre vi spiegheremo tutto. Prego, seguitemi a casa Cullen.” Invitai lo stuolo di mantelle.
Presi Bella fra le mie braccia, lei si strinse nel mio abbraccio e cominciai a correre.
Preceduto da Carlisle entrai in casa, con Bella ancora attaccata alla mia schiena.
“Bella, amore –sussurrai- siamo arrivati.” Lei mi guardò, si accorse di essere già entrata, e con le guance infuocate, si accomodò fra le mie braccia, sull’immacolato divano di Esme.
“Spiegaci, Carlisle, amico mio.” Iniziò Aro.
“Allora, -interloquii al posto di mio padre- come sai, tutti noi Cullen ci teniamo ad avere un certo tasso di cultura, e come ricorderai, non volevo negare a Bella nessuna esperienza umana, perciò dopo il nostro matrimonio, ho convinto Bella a seguire alcuni corsi a Darthmouth. Bella si è davvero appassionata ai corsi, che segue ancora con profitto, e non mi sembrava giusto interromperla, solo per fare una cosa, che si sarebbe potuta posticipare.” Conclusi sotto lo sguardo infuriato di Jane, le occhiate curiose del resto della guardia, e un’ammonizione da parte di Aro.
Sai che non può restare così. Visto il pensiero, gli porsi la mano.
“Oh, mio caro, hai ragione. Non fa male a nessuno, se rimane così ancora per un po’.” Esclamò mentre guardava le immagini dei nostri amati viaggi, immagini di come si rapportava con gli altri vampiri, e anche come i nomadi con dei poteri che avevamo incontrato, non l’avessero minimamente scalfita. “Se poi sarà ancor più felice, non vedo dov’è il problema”
“Il problema, mio re, sta nel fatto che stiamo infrangendo una delle nostre più importanti regole. Cosa ne sarebbe della dignità dei Volturi se si sapesse?” interruppe Jane.
“Jane, tesoro, sai che non possiamo andare contro un volere di Carlisle, come già ti ho spiegato, vero?”
“E perché?” domandò innocente. Nello stesso momento cercò di infliggere un flusso di dolore a Carlisle, che prontamente, infierì su di me, che m’interposi fra i due.
“No.” L’urlo di Bella si diffuse nella stanza, e Jane si bloccò, e con un sorriso angelico provò a farlo a lei, che prontamente corse verso di me, cercando di darmi forza. Mi fece rialzare, facendomi sedere sul divano.
“Non farlo più. Non a lui, diamine. -imprecò Bella- Ce l’hai con me, veditela con me. I Cullen non ne hanno colpe.” Nuovamente un flusso di dolore partì da quel sorrise angelico, ma Bella non accusò nulla.
“Sai che quel trucchetto con me non funziona.” Le sorrise.
Tutto successe in un attimo. Jane si avventò su Bella, riuscendo solo a sfiorarla, ma la vista del sangue era stato un richiamo troppo forte per Aro, che all'improvviso si era trovato con il viso premuto nel collo della mia Bella. Lo presi con decisione e lo scaraventai molti metri oltre la vetrata. Rapii Bella e la portai lontano, nella nostra casetta incantata. Quella che, poi capii, sarebbe diventata la tomba di Isabella Marie Swan Cullen. Le sue guance non sarebbe più state irradiate dal rossore, non avrebbe più potuto provare timidezza, non sarebbe più stata impacciata. Sarebbe stata fredda e immortale.
p.s: aggiornamento del 10/02/12: capitolo revisionato e corretto.
p.s: aggiornamento del 10/02/12: capitolo revisionato e corretto.