SOLO
NOI
Il
viaggio verso la tavola calda Tony's fu breve e silenzioso.
Nessuno di noi aveva
proferito parola da quando Bobby aveva premuto l'acceleratore, tanto
che quando
poco lontano scorsi l'insegna del locale mi sentii decisamente
sollevato a
sfuggire a quello strano clima andatosi a creare.
Il
più anziano fermò l'auto e subito scesi da essa
aprendo lo sportello a Dean aiutandolo a scendere nonostante egli mi
avesse
fulminato con lo sguardo quasi a volermi ribadire che non era una
femminuccia
piagnucolante bisognosa del suo salvatore.
"Sei
in grado di camminare?" chiesi lo
stesso ricevendo in risposta un grugnito infastidito seguito da un
frettoloso 'sì,
ma sbrighiamoci perché sto morendo di fame' che mi
fece ridere
internamente. Tipico di Dean evitare di mostrarsi debole di fronte a
qualcuno,
sopratutto qualcuno a cui era lui a dover badare secondo ciò
che la sua zucca
vuota gli comandava.
Aprii
la porta di Tony's e un campanellino accolse il
nostro ingresso subito seguito da una cameriera niente male o almeno
una di
quelle che mandava su di giri mio fratello.
La
ragazza ci sorrise e si sistemò la coda dei capelli
un attimo.
"Salve
signori, un tavolo? Siete solo voi
due?" ci chiese con lo stesso sorriso stampato in volto che
probabilmente
mostrava a tutti i clienti per poi aggiudicarsi le mance più
consistenti.
Aprii
la bocca per risponderle, quando Dean parlò
prima di me interrompendomi. "No, sta arrivando un'altra persona
bellezza" le disse inumidendosi le labbra carnose ricevendo in risposta
l'ennesimo sorriso sfacciato della ragazza." Okay, intanto se volete
accomodarvi
vi portò i menù" ci disse ancheggiando verso un
tavolo per tre persone
tanto che quando ci sedemmo dovetti assistere alla scena pietosa
dell'ennesima
avances di Dean finita con un ceffone in piena regola sulla sua gota
già
arrossata e l'andarsene della ragazza, indispettita.
Osservai
mio fratello ed inarcai un sopracciglio
quando si toccò la guancia offesa borbottando qualcosa sul
fatto che le
cameriere d'oggi non erano più come quelle di una volta.
"Non
ti smentisci mai eh?" proferii leggendo
un giornale abbandonato sul tavolo distrattamente "siamo fortunati se
non
ci buttano fuori dal locale!" sentenziai sconsolato sapendo benissimo
che
questo rimprovero nella sua testa suonava più come un 'bla
bla bla'.
"Eddai
Sammy ho avuto una giornataccia, volevo
solo divertirmi un pò" si giustificò con il suo
solito sorrisetto
impertinente che mi fece venire voglia solo di rispondergli con un bel 'la
tua giornataccia non è finita qui, amico',
risposta stroncata dall'arrivo
di un Bobby stanco e sollevato anche se con il viso leggermente
contratto.
"Non
è facile trovare un parcheggiò in questa
dannata città" esclamò burbero per poi osservare
entrambi "avete già
ordinato?" domandò tranquillamente a cui risposi con un
semplice "no,
ti stavamo aspettando ma nel frattempo grazie a Dean ci siamo fatti
riconoscere" continuai raccontandogli in breve la parentesi con la
cameriera che a quanto pare fece ridere l'uomo che lasciò il
suo solito
berretto sul tavolo occhieggiando il bancone.
"E'
quella laggiù al banco bar?" chiese a
Dean che girò la testa osservandola chiaccherare con una
collega "già
proprio lei" disse sconsolato "doveva portarci i menù da un
pezzo!" borbottò più dispiaciuto per il cibo che
per la donna in sé.
"Se
non avessi fatto le tue solite battute da
vecchio pervertito probabilmen ..." venni interrotto da tre
menù sbattuti
sul tavolo da un donnone dall'aria simpatica nonostante tutto, o almeno
così
pareva. Osservai distrattamente il viso di Dean farsi scocciato e
ridacchiai
internamente. "Ecco i menù, tornerò fra qualche
minuto" disse la
donna con voce più mascolina di quanto avessi pensato e
subito Dean l'aprì,
seguito da Bobby.
"Penso
che in questo momento potrei ordinare
tutto, ma credo che mi prenderò un cheeseburger con bacon,
una fetta di torta
di mele e una birra!" esclamò allegro per poi osservarmi con
quei suoi
enormi occhi verdi "tu che prendi Sammy?" mi chiese.
Corrugai
la fronte e lessi tutti quei nomi strani sul
menù per poi posarlo sul tavolo. "Opterò per un
caffè e una fetta di torta
ai frutti di bosco" proferii con un sorriso tirato "non ho molto
appetito" conclusi notando come il donnone fosse già di
ritornò con una
penna e block notes in mano. "Allora?" ci incalzò e Bobby
posò
anch'egli il menù. "Cheeseburger con bacon, due birre,
salsiccia e
patatine, torta ai frutti di bosco, un caffè ed una torta di
mele"
riassunse in breve lasciando segnare alla donna ogni cosa per poi
allontanarsi
per portare le ordinazioni alla cucina.
Un'ora
dopo uscimmo dal locale, con mio fratello più
soddisfatto che mai per la mangiata e con il buon umore a quanto pare
ritrovato, stroncato però quando arrivammo ad un motel poco
lontano dal luogo.
Era
notte ormai e Bobby aveva preferito fermarsi in
città piuttosto che affrontare quello stesso giorno quel
viaggio.
"Allora,
cosa è successo quando ti hanno
attaccato? Quanti erano?" domandò Bobby seduto su uno dei
letti di quella
tripla che avevamo affittato per quella notte.
Dean
storse il naso e bevve un sorso si quella birra
che si era fatto portare in camera. "Erano in tre i figli di puttana!
Uno
mi attaccava e gli altri due mi tenevano bloccato alla ricerca della
Colt"
rispose con tono acido gesticolando con il braccio sano "Cass mi ha
salvato il culo, ma non capisco perché non mi abbia curato"
continuò per
poi osservarmi "comunque ti devo ringraziare".
Lo
osservai grato di quel piccolo gesto e mi alzai
dalla sedia stiracchiandomi. "Figurati, domani mattina mi parlerai del
resto ... ce la fai a coricarti?" chiesi guardando il braccio leso.
Dean
stiracchiò le labbra ad un sorriso pigro e fece
spallucce "sì, mamma" disse con evidente sarcasmo in
risposta alle
mie premure assurde ai suoi occhi.
Tutti
e tre ci mettemmo a dormire poco dopo e rimasi,
di sottecchi, ad osservare mio fratello cadere in un sonno ristoratore
e per
una volta mi parve lui il bambino; sorrisi e con quell'immagine
stampata in
mente mi addormentai.
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Il
mattino seguente mi svegliai tardi e quando mi
volsi verso il comodino guardai il display dell'orologio che segnava le
11:55
a.m.
Sbadigliai
sonoramente e mi alzai dal letto notando
che Bobby era già uscito e ricordandomi che la sera prima
aveva parlato del
fatto che in mattinata non ci sarebbe stato.
Lanciai
uno sguardo a Dean che aveva aperto gli occhi
probabilmente poco dopo di me e capii che quello era il momento giusto.
"Buongiorno"
lo salutai e dall'occhiata che
mi lanciò capii che aveva compreso che era l'ora di parlare.
Si
sedette a fatica e si stropicciò gli occhi "oh
bene ... l'ora della terapia di coppia" disse sarcastico e subito
camminai
avanti ed indietro per quella piccola stanza.
"Dean
non scherzare ... sono tre giorni che
litighiamo in continuazione e non può andare avanti
così!". Lo guardai
negli occhi leggendo nei suoi del disappunto.
"Eh
va bene ... rinfrescami la memoria"
rispose stancamente con una punta di scocciatura che non
mancò di pungermi, ma
non ci feci caso.
"Allora
tanto per cominciare vorrei che tu la
smettessi di ricordarmi di essere un mostro succhia- sangue demoniaco.
Sai
benissimo che cerco sempre di rimediare ai miei sbagli e Dean, capisco
di
averti ferito ma quando ho iniziato a fare quelle cose, subito dopo mi
sono
trovato in un vincolo cieco, cercavo di trarne qualcosa di buono, anche
tu
comunque hai fatto i tuoi sbagli, io li ho usati per difendermi, sono
davvero
stufo di andare avanti così, mi avete disintossicato quindi
so resistere alla
tentazione, ora tocca a te” mi sfogai con gli occhi lucidi
per il nervosismo e
la paura del fraintendimento.
Dean
si passò una mano fra i corti capelli e fece un
bel respiro. Sapevo che avrebbe parlato, ormai non aveva nulla da
perdere e non
poteva scappare.
“Bene,
hai ragione non lo farò più, ma mettiti nei
miei panni e capiscimi, lo sai perché faccio così
non voglio che tu ci
ri-caschi ... non lo sopporterei. Sammy oramai mi siete rimasti solo tu
e Bobby
e se ti dovessi perdere impazzirei perché andrebbe a puttane
tutto. Tutto il
casino che ho fatto per proteggere te, per mantenere la promessa che ho
fatto a
papà e per salvare ciò che rimane della nostra
famiglia, tu sei il mio punto
debole lo hai sempre saputo, abbiamo sempre lottato contro questo
fottuto
destino che sembra metterci uno contro l’altro, noi dobbiamo
sfidarlo restando
insieme! IO E TE CONTRO TUTTO E TUTTI” mi disse spiegandomi
il suo punto di
vista, lasciandomi per un attimo senza nulla da replicare.
Entrambi
avevamo ragione e per troppo ci eravamo
tenuto tutto dentro senza mai esternarlo, non che poi ne fossimo il
tipo o
meglio Dean non lo era di sicuro.
"Pace?"
chiesi allungando la mano che Dean
prese tirandomi a sé con forza.
Mi
persi nei suoi occhi con il viso a pochi centimetri
dal suo che non mi accorsi in principio che le sue labbra avevano
toccato le
mie.
Fu
un attimo e subito e le nostre bocche si
divoravano, mentre le lingue di entrambi, prepotenti, danzava contro
quella
dell'altro in un bacio inteso e passionale che mi fece dimenticare che
eravamo
fratelli e che tutto ciò doveva essere sbagliato.
Poi
come era iniziato il tutto finì e con il volto
arrossato osservai confuso mio fratello che si allontanò
imbarazzato e con il
volto contratto in esso.
"Siamo
a posto idiota" mi insultò,
lasciandomi basito "vado a farmi una doccia comunque ... da solo"
continuò
ed annuii ... forse era stato meglio fermarci in quel momento.
“Ehm
io vado a cercare Bobby, chiamami quando sei
pronto per tornare a casa” risposi e mentre mi giravo per
uscire quasi non mi
venne un infarto.
Castiel
era di fronte a me quasi Dean l'avesse evocato
per fare la doccia con lui, pensai malignamente, stroncato subito nel
pensiero
dalla voce dell'angelo.
"Che
stavate facendo?" mi domandò facendomi
arrossire come una ragazzina e mentii "lo stavo prendendo a pugni!"
risposi per poi barcollare quando il pugno di Cass si infranse contro
la mia
gota e mi volsi a cercare aiuto in Dean, ma subito mi ricomposi.
"Vado
a cercare Bobby" risposi solamente,
imbarazzato.
Chissà
da quanto l'angelo li stava osservando e forse
era per questo che Dean si era fermato in quel bacio. Se fossimo stati
soli
forse saremmo andati ben oltre, pensai percorrendo il parcheggio
incontrando
Bobby che si sistemò il berretto in testa mentre con la
mancina teneva un
sacchetto bianco pieno di chissà cosa.
"Pronti
a partire?" mi domandò, mentre mi
giravo seguendolo verso la camera.
Chinai
il capo e deglutii silenziosamente "c'è
Castiel in camera" gli dissi suscitando nel vecchio cacciatore
interesse.
"Beh
vediamo che ha da dirci no?" mi
rispose, mentre apriva la porta della nostra stanza trovandoci solo
Dean.
Guardai
mio fratello che mi rivolse un'occhiata strana
e subito gli chiesi che fine aveva fatto Castiel.
Dean
fece una smorfia infastidita "Gli ho
suggerito che se non c’era nulla di importante poteva
andarsene subito e lui
puff ... sparito. Vallo a capire quell’angelo. Si torna a
casa?”
Bobby
inarcò un sopracciglio ed annuì raccogliendo le
sue cose e noi ne seguimmo l'esempio.
Quando
partimmo alla volta di casa di dell'anziano
ancora osservai Dean per un attimo ripensando a quella strana avventura
e a
quel bacio.
Forse
dovevamo ancora parlare ... o no?