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Autore: cheekbones    16/12/2011    6 recensioni
"Anche tu mi sei mancato" si guardarono complici, per poi abbracciarsi.
"Ehi, ehi, ehi, McGuardone, le mani a posto!" si irritò Tony, facendoli separare.
"Per favore, evita" Ziva incrociò le braccia al petto e lo guardò male. "Ho sempre la mia pisto..."
Tony, divertito, alzò le braccia in segno di resa. "Bene, dobbiamo raccontarti un sacco di cose!" si illuminò McGee, prendendola per mano. Abby le afferrò l'altra: "Oh, si, proprio tante!" la trascinarono lungo il corridoio, mentre l'israeliana guardava implorante Tony.
Quest'ultimo ridacchiò e scosse la testa, mimando con le labbra pistola. Ziva gli mostrò la lingua.
Nonostante fosse accerchiata dai due amici, la ragazza notò subito il professor Gibbs che, caffè in mano, veniva verso di loro. Si fermò di poco, in tempo per poterle tirare un sonoro scappellotto.
"Hai studiato, David?" Bentornata, Ziva.
"Si, prof!" Grazie, Gibbs.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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12 capitolo (pubblicherò più velocemente in questo periodo visto che, a partire dalla settimana prossima, credo che andrò a rilento, devo studiare un sacco, uscire con gli amici -un pò ci vuole!- e viaggio a Budapest :D)





sdasdas

Tony: This is nice. I missed the old Ziva

Ziva: I can tell
Tony: Don't flatter yourself. That's just my knee

8x05


"Mhhh..." Lui.
"Che pace dei sensi" Lei.
"C'è silenzio" Lui.
"Il sole" Lei.
"Il prato" Lui.
"Siamo in paradiso?" Lei.
"Possibile. Sono così rilassato che non me ne accorgerei nemmeno" Lui.
Ziva si stiracchiò, allungando maggiormente le gambe sul prato. Sbadigliò. Tony la guardò attorcigliarsi come un gatto ed ebbe l'istintivo desiderio di prenderla e stringerla a sè. Ma non lo fece. Ricordava ancora le sue parole - aveva la pistola nascosta da qualche parte, ne era sicuro. Spesso si chiedeva com'erano le sue giornate in Israele, senza di lui.
E' quasi elementare. Ovvio. mormorò a sè stesso, guardando il profilo della sua compagna. Era diventata parte integrante della sua vita; non riusciva ad immaginarsi senza di lei intorno che sbraitava. L'uno implicava l'altra. Elementare, no?
Una risata cristallina interruppe i suoi pensieri: "Perchè ridi?" le chiese, sorridendo pure lui. Forse si era ammalato. Aveva la Zivite.
"C'è una nuvola che sembra un culo!" la indicò col dito.
"Dove? Dove?"
"Ma lì! Come fai a non vederla?" da sdraiato, Tony strisciò verso di lei, poggiando la guancia sulla sua e seguendo la direzione del dito.
"Oh!" scoppiò a ridere. "E' un culo!"
"Visto?!" si sbellicarono dalle risate, per poi tornare seri. Ziva non lo aveva allontanato, sebbene la vicinanza fosse gradualmente diminuita.
"Ricordami perchè siamo qui" sussurrò lui al suo orecchio. La ragazza rabbrividì, ma cercò di non darlo a vedere.
"Per la fiera di Abby"
"Mh, già" sbadigliò.
La loro amica gli aveva chiesto di supportarla nel fare volontariato ai bambini dell'orfanotrofio delle suore a cui era tanto affezionata. Aveva raccolto molti ragazzi del liceo per farli giocare al parco almeno un pomeriggio, fuori dal convento, e per permettergli di mangiare un gelato. Dopo due ore, però, Tony e Ziva si erano lasciati cadere stanchi sul prato, sostituiti da una loro compagna di scuola.
"Non mi piacciono i bambini" piagnucolò Tony.
"E perchè sei venuto?"
"Perchè... bè, perchè è vero che non li sopporto ma... ne hanno bisogno. E poi c'eri tu" confessò tranquillamente. "Non potevo lasciarmi scappare quest'occassione per rovinarti l'ennesimo pomeriggio!" sghignazzò.
"Che stronzo! Senza cuore, pure!" lo prese in giro e si alzò.
"Dove vai?"
"A prendermi cura di un bambino, quello per cui siamo venuti" gli parlò mentre camminava all'indietro, verso il gruppo di volontari.
Tony alzò gli occhi al cielo e, con uno sforzo enorme, barcollò nel seguire la sua amica. La guardò. Un'idea malsana arrivò.
"Ziva?"
"Eh?" la tirò verso di sè con uno strattone e la fece rotolare sul prato. La ragazza cominciò a ridere, lamentandosi tra l'altro dei capelli appena lavati e ora sporchi di fili d'erba, poi, con un paio di mosse, riuscì a finirgli sopra. Sorrideva.
Non era esattamente quello che avevo in mente. Cazzo! Tony si triturò un labbro, sperando che confondesse altro per il suo ginocchio.
"Non devi sfidarmi, DiNozzo" gli soffiò sulle labbra, mandandolo in estasi. "Ne esci distrutto!"

"Cucù!" Abby sobbalzò. "Tim!" lo abbracciò di slancio, facendolo arrossire.
La ragazza si era offerta di supervisionare i volontari per conto delle suore e, in particolar modo, il suo sguardo cadeva costantemente su McGee, alle prese con una bambina niente male che lo stava riducendo in schiavitù, giocando al cavallino.
Restò aggrappata al suo collo più del dovuto, tanto che il ragazzo la strinse a sè ancora di più.
"Profumi" riuscì a balbettare.
"Lo prendo come un complimento" sussurrò Abby, poggiando la testa sul suo petto.
Spero non sia solo per l'aria primaverile! pensò il ragazzo. "Come va con i bambini?"
"Bene!" Abby si staccò, più allegra del dovuto. "Sono così felice che il Liceo abbia aderito, sai?"
"Si vede" McGee le tirò via una ciocca di capelli, poi qualcosa attirò la sua attenzione.
"Che c'è?" si preoccupò Abby.
"Se prometti di non arrabbiarti con Tony... girati"
Abby si voltò, pronta (o no?) a godersi la scena dell'anno.


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"Ciao!"
"Ciao" Tony guardò con interesse la biondina, che l'aveva salutato. Era carina e il Tony-sensore si accese improvvisamente. Aveva lasciato Jeanne da pochi giorni e, su quel fronte, non aveva ancora avuto nessuna novità. Anche perchè tutte le ragazze sembravano stranamente solidali con Jeanne e non volevano far arrabbiare la Regina, evidentemente. Poi... poi c'era Ziva. Ma Tony non era esattamente sicuro che con lei ci fosse un 'qualcosa' da poterlo far stare tranquillo e rilassato. Certo era che nessuna ragazza lo mandava su di giri come lei.
Sarebbe solo per divertirsi... pensò, guardando la biondina. "Sono EJ" si presentò questa, tendendo la mano.
"Non ti ho mai vista" Tony afferrò la mano tesa.
"Sssi, è vero. Tendo a non farmi notare" alzò le spalle, ridendo. Era davvero carina.
"Mh. Strano. Quelle come te di solito le noto" le sorrise.
"Wow" sospirò EJ. "Sai proprio come colpirla, una ragazza!" scuotè la chioma fluente, poi scoppiò a ridere.
Ci sta provando... Tony alzò un sopracciglio, compiaciuto. Eppure non si sentiva libero di flirtare con lei. Forse erano gli occhi di Abby che lo sgridavano, insieme a quelli di McGee. O forse erano le spalle curve di Ziva, che poteva osservare sotto un platano, mentre giocava con una bambina. Si era accorta di lui e la nuova ragazza, ne era certo. E se... ? Tony si illuminò: troppe idee cattive, cominciava a preoccuparsi.
"Senti, EJ..." la prese per mano, attirandola verso di sè. "Mi hanno detto che i gelati non sono solo per i bambini. Te ne offro uno, ti va?"
"Ma certo. Non vorrei ingrassare però!" fece una smorfia.
"Che dici?! Sei stupenda!" sottolineò il concetto circondandole un fianco, per attirarla verso il chiosco dei gelati.
"Che gusto?" le domandò sporgendosi verso di lei.
"Mh. Cioccolato. Sono parecchio dolce, quando voglio"
"Davveeeeeee... ehi!"
EJ guardò male la ragazza che le aveva strappato Tony ad un centimetro dal suo naso. Era brunetta, dal cipiglio nervoso e gli occhioni scuri molto grandi. "Tony!"
"Zee!" il ragazzo le sorrise compiaciuto. Non ci credo, ho fatto Bingo!
"Ti ricordi che dovevi aiutarmi con Stacy? Quella con i codini!" indicò distrattamente un'orfana.
"Oh. Già. E' vero... ma EJ mi ha distratto!" ridacchiò stupidamente, accennando alla bionda, che la salutò.
"Me ne ero accorta" ringhiò Ziva. "Ma vai tranquillo... troverò qualcun altro che vorrà aiutarmi" sorrise malefica.
"JIMMY!" urlò, dando le spalle a Tony. Il ragazzo andò nel panico.
"No! No! No!" la prese per un braccio. "Ti aiuto io" fece una smorfia esaasperata.
"E il nostro gelato?" accennò EJ, delusa.
"Mi dispiace, principessa" Ziva si dipinse un sorriso soddisfatto sulla faccia, lo prese per mano e se lo portò via.
Passando davanti ad Abby e McGee, ricevette due scappellotti molto forti e Ziva si beccò solo un occhiolino.
"Zee" la fermò, nel suo tragitto verso la povera Stacy, che aveva già trovato con chi giocare. "Aspetta un attimo" sussurrò.
"Che c'è?" disse brusca, sciogliendo le loro mani.
"Sei gelosa, occhioni belli?!" rise Tony, abbassando la testa alla sua altezza.
"COSA?! No!"
"A me sembrava tanto una scenata di gelosia..."
"Ti sbagli" gli mostrò la schiena. Tony alzò gli occhi al cielo. "Sicura?"
"Si"
"Peccato" le mormorò, circondandole i fianchi in un abbraccio, come poco prima aveva fatto con EJ. Ma la bionda non aveva vibrato per il contatto, nè il suo corpo aveva prontamente risposto al nuovo calore. Ziva... che diavolo mi fai, ogni volta? Poggiò depresso il mento sulla sua spalla. "Mi sarebbe piaciuto che fossi anche un pò gelosa"
"Perchè?" sussurrò appena Ziva.
"Perchè vorrebbe dire che questa... cosa, non me la sto sognando" fece un mezzo sorriso, ma lei non potè vederlo.
"Per me, sei bello sveglio!"
Tony spalancò gli occhi e d'istinto la lasciò andare, ma, poichè era girata, non riuscì a vederle il volto. Ziva si incamminò di nuovo verso Stacy, le spalle non più ricurve e un andamento più leggero. Il ragazzo si aprì in un sorriso a trentadue denti: ora aveva una speranza, anche se lieve, che quella Cosa tra di loro, qualunque cosa fosse, c'era.

Il lunedì mattina, era sempre una brutta giornata per Gibbs, ma quella era decisamente la peggiore di tutte, perchè sapeva già che Shannon sarebbe stata lì ad aspettarlo... o almeno credeva.
In realtà la dottoressa fece poco o niente per farsi vedere, anzi, cercò di evitarlo il più possibile in quei giorni, provocandogli una strana sensazione. Panico? Tristezza? Di poco cose era sicuro, e una di queste era proprio Shannon e il suo carattere decisamente spigliato e solare.
Decise che doveva parlarci lui, almeno per chiarire la sua posizione. Già. Ma qual'è la mia posizione?
"Buongiorno" disse, entrando in sala professori. Lei non c'era. Adocchiò Ducky e si sedette accanto a lui.
"Ancora non è arrivata" disse l'amico, sorridente.
"Mica cercavo lei" si difese, cominciando però a guardare insistentemente la porta.
"No, che vado a pensare, eh!" Ducky alzò gli occhi al cielo, estremamente divertito.
Dopo circa cinque minuti, Shannon entrò nella sala professori. "Buongiorno" disse anche lei. Il professore di Scienze subito la salutò e lei fece altrettanto, ma appena vide Gibbs, sgusciò fuori dalla sala professori per rintanarsi nel suo ufficio.
"Eh, no. Ora basta!" ringhiò Jethro e le corse dietro. "Shannon!" urlò, nel bel mezzo del corridoio. La dottoressa si fermò.
"Mi stai evitando, per caso?"
"Nooo, impressione tua" disse ironica, voltandosi finalmente verso di lui. Aveva le guance rosse e il fiato corto.
"Non è un comportamento da persona matura"
"Neanche baciare i colleghi lo è."
"Se è per questo, nemmeno fargli sfuriate nel bel mezzo della sera sul loro comportamento, lo è"
Si sfidarono con gli occhi. Nessuno dei due aveva intenzione di cedere, Jethro lo sapeva; conosceva da abbastanza tempo Shannon.
"Che vogliamo fare?" disse per primo lui.
"Sesso, è un'ottima idea" borbottò ironica. "Ma che domanda è, scusa?!" strillò Shannon.
"Stai dando di matto!" la avvisò Gibbs, calmo.
"E la cosa ti stupisce?" rise nervosamente Shannon. "Sai da quanto mi piaci, Jethro? Da sempre! E tu cosa fai? Mi baci per dimostrarmi non-si-sa-bene-cosa e ti innervosisci pure se ti ignoro" si avvicinò pericolosamente a lui, puntandogli l'indice sul petto. "Il mondo non gira intorno a te, mio caro professore di Storia. Se voglio ignorarti, lo facc... mpf!" la replica venne soffocata da un bacio.
Ancora?! pensò stanca la dottoressa. Le stava venendo un dubbio atroce: non è che la baciava per farla stare zitta?
Poco dopo, però, si abbandonò completamente al bacio con Gibbs, che l'aveva intanto afferrata per i fianchi, conducendola a forza nello...
"Sgabuzzino delle scope?!" Shannon si staccò a forza da lui, guardandosi intorno.
"Preferivi il corridoio?" Gibbs sorrise e si sistemò il colletto della camicia. "Se vuoi ci torniamo..."
"No, lascia stare" la donna soppesò un attimo la sua figura. "Oh, al diavolo!" lo attirò a sè e stavolta fu lei a baciarlo. Le sembrò di essere attaccata a lui per ore, di sentire le sue mani dappertutto, di andare in fiamme. Questa sì che è vita!
Un cellulare. No! pensò sconsolata Shannon, perchè quella non era la sua suoneria.
Un Gibbs decisamente sottosopra e con la camicia sbottonata, rispose al telefono.
"Pronto? Si, coach..." la donna capì che era il professore di Educazione Fisica. "Cosa?" il tono preoccupato di Gibbs la fece sobbalzare.
"Certo. Arrivo immediatamente. Shannon?" alzò lo sguardo su di lei. "La avviso io, veniamo insieme" attaccò.
"Jethro?" mormorò, in una muta domanda.
"Sono richiesti i nostri servigi. Incidente in palestra" aprì con forza lo sgabuzzino. Shannon non l'aveva mai visto così preoccupato.



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"Tony" gli accarezzò la fronte.
"Tony..." la mano passò alla sua guancia e il pollice delineò la forma delle sue labbra. Tony non era mai stato così bene. Non riusciva - o non voleva - aprire gli occhi; quelle carezze erano così belle, perchè interromperle? Non sentiva niente, Tony - non voleva sentire niente. Aveva la pessima sensazione che, svegliandosi, non avrebbe trovato una bella sorpresa.
"Tony" la voce piccola e sottile lo chiamò di nuovo e stavolta la sua mano era tra i suoi capelli, gli massaggiava il cuoio capelluto. Quasi gli veniva da piangere, c'era qualcuno che lo amava così tanto? Credeva di non meritarlo.
"Tony, per favore" stavolta nella voce c'era urgenza. La mano si appiattì sulla sua guancia e sentì qualcuno respirare sulle sue labbra. Un sospiro che aveva già sentito. Aprì un occhio, poi l'altro.
"Grazie, Dio" mugugnò qualcuno. "Tony" fece ancora, pizzicandogli una guancia. "Guardami"
Il volto di Ziva divenne chiaro e limpido nella sua mente. Aveva una smorfia sofferente e un colorito pallido, seduta sul suo lettino.
"Zee" biascicò, schiarendosi la voce. Le sorrise: "Ciao"
"Ciao, idiota" rise emozionata, stringendogli una mano. Sembrava molto più piccola in quel momento, molto più spaventata.
"Lo sapevo che con lei si sarebbe svegliato" disse una voce femminile. Tony alzò leggermente la testa e vide la dottoressa Shannon e il professor Gibbs l'uno accanto all'altra, che lo osservavano. "Dove sono?" riuscì a chiedere.
"In ospedale" lo informò Ziva, osservandolo preoccupata. "Hai... hai avuto un incidente in palestra" mormorò.
Poi, lui ricordò.

Amichevole contro il liceo King, di Philadelphia, prima del campionato interscolastico. Il coach l'aveva come sempre nominato playmaker e, secondo i suoi calcoli, per vincere doveva almeno passare la palla tre volte a Brian, secondo miglior giocatore, dopo di lui. C'era Ziva, sugli spalti, accanto ad Abby. Vedeva la goth fare il tifo come una matta e Ziva che teneva il mento sul palmo del mano e che, però, non lo abbandonava mai con lo sguardo. Gli aveva anche sorriso. Si sentiva forte.
Se quella partita l'avessero vinta, arrivare alle finali sarebbe stato un gioco da ragazzi, avevano già la strada spianata. Ma, soprattutto, i coach mandati dalle università gli avrebbero offerto una borsa di studio per lo sport, così da poter andare via di casa senza chiedere denaro a suo padre. Era quello il suo obiettivo, da sempre, scappare di casa. Era la sua unica possibilità.
Tim si era offerto di fare l'aiuto allenatore, lo aspettava a bordo campo con un Gatorade tra le mani. Alzò il pollice, sorridente, in segno di vittoria. Ce la poteva fare. Fischio di inizio, l'adrenalina sale. C'era solo la palla nel suo campo visivo e i compagni di squadra. Bisognava eliminare tutto. Sono due punti in vantaggio, la partita sta per terminare. Manca poco. Deve fare punto, deve impedire che lo facciano quelli della King. Gli pare di sentire la voce di Zee tra quelle che fanno il tifo. Un giocatore gli arriva davanti. Poi una fitta lancinante al ginocchio, il dolore più forte che abbia mai provato. Cade. Batte la testa.
Non c'è più nulla. Solo un'immagine sfocata, di Ziva, con una lacrima che scende dall'occhio destro: lo sta chiamando.

"No" sussurrò, più a sè stesso che ai presenti in stanza. "No, per favore" la voce si incrinò e guardò Ziva.
"Mi dispiace tanto, Tony"




















Maia says:


Lo so. Sono un mostro :( Ma mi serviva qualcosa per far smettere Tony di giocare; nel telefilm si dice che smette al college, io ho anticipato un pò. Non so se ve ne siete accorte, ma, se negli ultimi undici capitoli è stato Tony a correrle dietro, adesso ho invertito le cose.
Mi sembra abbastanza chiaro che lui è perso x'D Ora è il turno di Ziva di stargli accanto e di fare la gelosa u.U
Preparate i fazzoletti, prossimo capitolo strappalacrime.
Snif.

P.s.: Ok, mi so scordata Gibbs e Shannon! XD Come vi sono sembrati? Ci tengo a dire che il 'mio' Gibbs non è proprio quello del telefilm, è più giovane, più spensierato, non ha vissuto il dramma della morte dei suoi amori più grandi, quindi il suo comportamento impulsivo e parecchio... ehm... ''bisognoso" d'affetto ci sta tutto, secondo me x'D Mica potevo farlo uguale, no?

P.s.(2): Ok, mi so scordata un'altra cosa xD Secondo voi, qual'è la canzone che inquadra meglio la situazione di Tony e Ziva? (quelli del telefilm, non i miei, ci mancherebbe xD) Ditemelo, valuterò quella che per me è la più adatta perchè CI DEVO FARE UNA COSA U.U (no, non ve lo dico cos'è! XD hahaha) Scherzo, mi serve per l'Ultimo Capitolo u.u (da notare le lettere grandi).
Io una ce l'ho in mente, però non mi esprimo!

P.s.(3): Ok, mi so scordata la terza cosa. Fate volontariato :D -> Per le mie amiche S e Y che aiutano la comunità :D

P.s. (4) Ho trovato foto dei nostri attori da giovani :D
Sean
Pauley
Cote

Fatemi sapere, belle donne! (mi pare siate quasi tutte donne, scusate Uomini! :D GIRLS TAKE THE POWER!)

Maia.








  
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