CAP 2
Aveva dormito malissimo. Per tutta la notte era
stato tormentato da incubi che non avevano fatto altro che aumentare la sua
ansia riguardo all’imminente viaggio in Romania. Il maggiore dei fratelli
Weasley si alzò, si vestì in fretta e si apprestò a raggiungere gli
alti.
La signora Weasley era in cucina intenta a preparare
un’abbondante colazione per tutti a base di porridge, latte e cereali, uova con
bacon e salsicce fumanti.
Quando Bill entrò in cucina notò che Remus e suo
fratello Charlie erano seduti al tavolo di mogano, discutendo animatamente con
il Signor Weasley che sbocconcellava una brioche e buttava occhiate distratte ai
titoli della Gazzetta del Profeta. Mamma Weasley invece stava riempiendo un
bricco del latte. Ma il fatto che sorprese maggiormente il ragazzo appena
entrato nella stanza fu che la cugina era in piedi, vicino, al focolare, dove un
calderone ricolmo di un pozione maleodorante, era stato messo su fuoco. La
ragazza salutò Bill con un cenno del capo, poi tornò a tagliuzzare delle radici
di valeriana.
< Siediti caro. La colazione è quasi
pronta. Dopo mangiato non dovrete far altro che attendere che Moor finisca di
preparare la pozione e poi potrete partire. I vostri manici di scopa sono
all’entrata, pronti per essere utilizzati. > fu Molly a parlare al figlio
che, era rimasto impalato sulla porta a fissare corrucciato i gesti della
ragazza, poi si sedette e dopo aver affermato < Ho una fame da lupi. > iniziò a
mangiare il porridge che la madre gli aveva appena posato davanti. A questa
parole Moor e Remus si lanciarono un’occhiata d’intesa e scoppiarono
rumorosamente a ridere. Quello di mamma Weasley e Charlie, invece fu piuttosto
un sorriso colmo di malinconia. Gli occhi grigi di Bill si ridussero a due
fessure, non riusciva a capire. Era
tutto così incomprensibile. Aveva dei forti sospetti che la cugina e il
fratello, sin dal loro arrivo, la sera prima, non gli avessero raccontato tutti
i fatti. Era quasi certo che gli stessero nascondendo
qualcosa.
Il ragazzo fu costretto ad abbandonare le sue
riflessioni, poiché con arie da prima donna e con un espressione stampata sul
volto che aveva il fine di trasmettere a tutti la
consapevolezza del suo fascino, entrò in cucina
Fleur.
Ella, ignorando la presenza dei Signori Weasley,
Charlie, Remus e Moor, si avvicinò al suo fidanzato, lo baciò fugacemente, si
allacciò il mantello e affermò con aria di trionfo < Bill!!!! Caro, volevo salutorti prima di andore a lavorore >. Tutti, tranne il suo
ragazzo , la guardarono e i loro volti assunsero un espressione che poteva
benissimo significare “ Ma è proprio necessario che annunci al mondo
intero tutto quello che fai? Ma no! Certo, noi non potevamo arrivarci che lo
stavi salutando ”.
La ragazza di tutta risposta si voltò e con grazia
si diresse verso il focolare, dove afferrata una manciata di Polvere Volante e
con aria di superiorità rivolgendosi a Moor < Scusa dovrei passore >, poi la studiò con aria
critica, e con disgustò adocchiò la pozione che bolliva nel calderone. Alcuni
istanti dopo, avvolta da un riverbero di luce verde, scomparve tra le
fiamme.
Mamma Weasley alzò esasperata gli occhi al cielo,
mentre il marito da dietro “
Charlie che sino a quel momento se ne era rimasto in
assoluto silenzio ad osservare la scienza, per evitare che in famiglia si
accendesse una delle ormai frequenti discussioni che vertevano sul tema “ Bill! Ma quanto è poco seria questa ragazza! ”, disse in tutta fretta
< Moor ti do una mano a imbottigliare la
pozione che poi andiamo >. E così fece.
Nell’atrio li attendeva Sirius, che prima di
salutarli porse una busta marrone a Moor che, annuendo a qualcosa che l’uomo le stava sussurrando
all’orecchio, la infilò immediatamente sotto il mantello.
I due maggiori dei Weasley, la cugina e Remus
salirono sulle loro scope e si alzarono in
volo. Charlie e la ragazza davanti, Bill e Lupin dietro.
Il gelido vento di dicembre, che preannunciava una
nevicata,penetrava sotto i loro mantelli sino alle ossa. Sorvolarono Londra e
poi virarono a Est, volando sopra
Charlie trascorse matà del viaggio a parlare fitto,
fitto con la cugina. Ella aveva una aria estremamente preoccupata.
Il maggiore dei Weasley, riuscì a sentire solo brevi
battute della conversazione, poiché, oltre al vento, Lupin ogni cinque minuti
cercava di iniziare un discorso con lui, tediandolo con monotone domande sul suo
lavoro di Spezza Incantesimi.
Udì però Moor dire < Con tutta la fiducia e il rispetto che
nutro per Silente, spero per lui che tutto fili liscio. Non vorrei proprio
ritrovarmi di fronte ad un Fernin Greyback
pronto a seminare subbuglio tra il nostro branco. Io mi fido di Ian. Ma temo che
le sue rivalità passate con Greyback possano
mandare tutto all’aria. E’ molto impulsivo, soprattutto dopo la notte in cui…..
>ma non terminò la frase poiché si era accorta che Bill la stava ascoltando.
Lanciò uno sguardo di rimprovero a Lupin, per fargli intendere che avrebbe
dovuto impedire al ragazzo di
sentire il discorso.
Il maggiore dei fratelli Weasley dal canto suo era
profondamente accigliato. Non era affatto contento che gli si stesse celando
qualcosa. Aveva accettato di accompagnarli in Romania, per cui aveva il pieno
diritto di essere a conoscenza di ogni aspetto della missione. Che cosa era
l’intruglio che stava preparando in cucina Moor? Ma in particolare che cosa
c’era scritto sulla lettera che Sirius aveva consegnato alla ragazza prima di
partire. Il rosso era talmente assorto nei suoi dubbi che non si accorse neppure
che accanto a sé, non c’era più Lupin
a volare, bensì suo fratello. Questo avendo probabilmente intuito i suoi
crucci gli sussurrò all’orecchio < Non preoccupati Bill. Avrai occasione di
conoscere tutti i fatti quando a saremo giunti a Fall’s House, il luogo dove
vive il branco dei mannari rumeni >.
Il resto del viaggio trascorse nel silenzio, a
esclusione del rumore dei manici di scopa che sfrecciavano nel
cielo.
Volarono per tutta la notte. Giunsero a
destinazione: Ploiesti. La sorvolarono e giunsero ad alcune miglia di distanza
dalla cittadina, sopra una fitta boscaglia. Era Moor a guidarli. Cavalcava la
sua Stella Sfrecciante con destrezza,
la faceva virare con gesti sicuri e precisi. Ad un certo punto rallentò,
si voltò di scatto a guardare i tre maghi sui manici di scopa alle sue spalle e
disse < Ora atterreremo al
centro della radura, poi proseguiremo a piedi per un breve tratto >. Scese in
picchiata, ma quando fu quasi arrivata a toccare suolo, rallentò poggiando con
dolcezza i piedi sull’erba. I compagni di viaggio la imitarono. I tre maghi e la strega, con
scope in spalla, successivamente s’incamminarono lungo un sentiero sconnesso.
In lontananza si potevano udire dei rumori sinistri,
molto simili a brontolii. Man mano che il gruppo avanzava diventavano sempre più
forti. Tutto ciò inquietava Bill, ma Moor, Charlie e Remus sembravano invece non
dare per nulla importanza alla cosa.
Ai misteriosi versi si aggiunsero anche dei forti
scossoni, che facevano tremare le betulle della radura in modo preoccupante.
Bill stringeva forte la sua bacchetta, sotto il mantello, pronto ad utilizzarla.
Si sentiva la faccia ricoperta da sudore freddo e il cuore gli batteva
all’impazzata nel petto per l’eccitazione.
Moor notò l’agitazione del ragazzo e con un tono
stranamente calmo e quasi dolce tentò di rassicurarlo < Cugino, non temere, non è nulla di
pericoloso. Charlie sa come tenerli a bada. Più che naturale visto che è il suo
lavoro >. Il secondo dei Weasly sorrise compiaciuto, e un lampo gli
attraversò gli occhi azzurro/verdi. Egli senza aver cura di nascondere il suo
orgoglio, con decisione estrasse da sotto il manto la sua bacchetta e la tenne
puntata davanti a sé con il braccio teso. Trascorsero alcuni istanti, poi tutti
udirono un tonfo: delle betulle erano state sradicate. Due enormi draghi
avanzavano verso di loro. Erano un Drago Rugoso di Norvegia e uno Spianto.
Charlie afferrò la bacchetta con una presa ancor più
salda, poi pronunciò <
Celsiusem! >.
I due draghi rimasero immobili per alcuni istanti
sotto l’effetto dell’incantesimo. Gli enormi bestioni si voltarono e tornarono
da dove erano venuti.
<
Ben fatto Charlie. > dichiarò con entusiasmo Moor < Non so proprio come farebbe
Delle chiazze rosse comparvero sulle guance del
ragazzo. < Non è necessario che
tu mi aduli cugina. Sarà meglio andare. A Fall’s House ci staranno aspettando e
Ian in particolare >. Il suo volto assunse un espressione maliziosa e Moor di
tutta risposta alzò gli occhi al cielo esasperata.
La boscaglia via via che avanzavano diventava sempre
più rada, sino a che non si ritrovarono davanti ad una costruzione alta tre
piani. Si poteva accedere all’entrata salendo alcuni gradini di granito e
passando sotto ad un arco. Ci si ritrovava a fronteggiare un antico portone in legno
di abete. Moor bussò con energia e, dopo aver atteso alcuni istanti, una ragazza
alta e magrolina, con capelli castano chiaro, occhi del medesimo colore e il
volto cosparso da lentiggini, venne da accoglierli.
<
Ian e tutti i compagni vi stanno aspettando nel salone > disse in tono velato e ,
rivolgendosi a Moor < Ben
tornata > e le sorrise.