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Autore: Katedixon    16/12/2011    2 recensioni
Una raccolta di fanfiction, ognuna avrà il titolo di una canzone di Glee, dalla A alla Z. :)
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, scusate se ho tardato tanto, ma non avevo ispirazione >.<
Pezberry friendship ♥

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Stava seduta davanti al fuoco del suo camino, era la vigilia di Natale e lei era sola, come al solito, forse quella volta anche peggio. Ogni anno andava a casa della nonna e cenava con lei, raccontandole ciò che succedeva a scuola, quanto successo aveva, quant'era forte. Quell'anno c'era qualcosa di sbagliato, un mese prima aveva confessato a sua nonna chi era in realtà, e lei non aveva capito, l'aveva cacciata, spezzandole il cuore, forse era stato peggio di quando Brittany non le aveva detto "Ti amo anch'io" quando lei finalmente era riuscita a confessarle i suoi sentimenti, o almeno era stato egualmente doloroso. 
Probabilmente l'unica cosa bella era che poteva stare a casa, in pace, mangiare un sacco di cioccolati e guardare qualche film natalizio, nonostante facesse credere a tutti di odiarli, li adorava, specialmente quelli tristi, le ricordavano che alla fine la sua vita non era così schifosa.
Ricordava l'anno prima, quando Brittany l'aveva invitata a passare il Natale a casa sua. I Pierce passavano quella festa in famiglia, com'era normale che fosse, e facevano a turno per l'uso della casa. Il Natale scorso era toccato proprio ai genitori di Brittany e lei aveva colto l'occasione per passare una bella serata, insolita, con la sua bionda.
Quella volta erano a New York, i Pierce. La Grande Mela doveva essere fantastica in quel periodo, Central Park pieno di neve, le illuminarie, le canzoni di Natale lungo le strade principali, una vera festa.
 
Si alzò dalla poltrona e andò a prepararsi una bella cioccolata calda, da bere davanti al classico film natalizio: Il Grinch. 
Diede uno sguardo fuori dalla finestra e fece una smorfia di disapprovazione, notando che ancora non si vedeva un fiocco di neve. Le piaceva la neve, così bianca e pura, era una cosa estremamente innocente, come la sua Britt, gliela ricordava, in un certo senso.
Prese la sua tazza e tornò sulla sua adorata poltrona, buttandocisi di peso e accendendo il televisore. Sussurrò «Luci», facendole spegnere all'istante -i suoi genitori avevano installato da poco un sistema di illuminazione a comando vocale- e si accovacciò.
 
Un'ora dopo era ancora nella stessa posizione di prima, aveva appena appoggiato la tazza della cioccolata sul tavolino di vetro accanto al camino e sorrideva come una bambina che aveva appena ricevuto il giocattolo che voleva, a vedere la sua scena preferita. A ogni parola che sentiva si piegava di più verso la TV, come se non volesse perdere nemmeno il minimo dettaglio, il minimo respiro, sebbene conoscesse quel film a memoria.
 
Un insolito rumore la fece sussultare e balzare dalla poltrona. Si guardò intorno, prendendo la mazza da baseball che il padre le aveva regalato quando si era rotta il braccio, per colpa di una piramide eseguita male. Suo padre aveva sempre desiderato un maschio, lo ripeteva in continuazione, non si accorgeva nemmeno di quanto ciò la facesse sentire a disagio, e sbagliata. 
Ancora quel rumore, più forte stavolta, proveniva dalla finestra, era un ticchettio, come se qualcosa di piccolo sbattesse sul vetro. Fece roteare la mazza nella sua mano e si avvicinò alla finestra, affacciandosi con fare diffidente. Vide una ragazza bassa con un grande naso in giardino, le sorrideva e le faceva cenno di raggiungerla fuori. Santana sospirò e lasciò cadere la mazza a terra, imprecando silenziosamente e aprendo la porta.
«Berry, siamo al piano terra, che ragioni hai di lanciare pietre contro la mia finestra?» 
Incrociò le braccia e la fissò, aspettando una valida risposta.
«Nessuna, ma ho sempre desiderato farlo.»
«Sì, e magari cantare una serenata a suon di chitarra.» Rispose ironicamente l'ispanica.
«Esatto.» Disse l'altra con un sorriso fin troppo allegro.
Santana alzò un sopracciglio, poi scosse la testa, aveva deciso di lasciar perdere certe frasi.
«Che vuoi, nana?»
Inclinò la testa di lato, tremando dal freddo.
«Che ne dici di venire con me a scuola? Siamo tutti riuniti lì, almeno quasi tutti, qualcuno non è potuto venire, come...»
«Brittany.» Concluse Santana al suo posto.
La cantante annuì e le sorrise gentilmente.
«Va bene, mi cambio e arrivo. Entra, se vuoi.»
Non era mai stata così gentile con Rachel, ma infondo si sa, a Natale si è più buoni. Passò davanti alla TV senza nemmeno ricordarsi di spegnerla, se ne accorse troppo tardi.
«Stavi guardando "Il Grinch"? Io lo adoro.» Osservò tranquillamente Rachel.
«No, facevo un giro dei canali per trovare qualche programma interessante e tu hai bussato e...» Balbettava. E non capitava mai che lei balbettasse, ma era nervosa al pensiero che qualcuno -a parte Brittany- la conoscesse per quello che era realmente.
«Non lo dirò a nessuno.» Tagliò corto l'altra.
Santana le sorrise, come per ringraziarla, e salì in camera sua per cambiarsi. Cinque minuti dopo tornò al piano di sotto, aveva un semplice maglioncino rosso e un paio di jeans, ma le stavano benissimo. Prese il cappotto nero, lo indossò e uscì di casa, seguita da Rachel. 
 
Camminavano da qualche minuto ormai, avevano deciso di non prendere la macchina perché le strade erano ghiacciate e non era sicuro. Erano quasi arrivate a scuola, quando Santana sentì qualcosa di freddo e bagnato toccarle la guancia. All'inizio pensò che fosse semplice pioggia invernale, ma quando alzò gli occhi al cielo, notò che non lo era. Si fermò all'improvviso e aprì la mano, accogliendo quel piccolo fiocco di neve che si era posato delicatamente sul suo palmo, facendole provare un piccolo brivido. Aveva sempre amato la neve, d'inverno non aspettava altro che poter uscire fuori e prenderne un pugno.
«Nevica.» Sussurrò Rachel, che non voleva rovinare l'atmosfera. 
Dopo un minuto passato così, immobili, a lasciarsi bagnare da quei candidi fiocchi, la latina sentì la ghiacciata mano dell'altra intrecciarsi alla sua, stringendola forte. 
«Andiamo dagli altri, in tanti ci si diverte di più sulla neve.»
Le sorrise, lasciò andare la sua mano e iniziò a correre verso la scuola, gridando «NEVE!» a tutti i venti.
«Sarà uno straordinario felice Natale.» Sussurrò l'ispanica, rivolgendo un pensiero felice a Brittany, che sicuramente era allegra quanto lei in quel momento. Sorrise, senza farsi notare, e raggiunse Rachel a passi lenti, gustandosi la sensazione della neve sulla pelle.
  
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