Casa Hirokawa
Il suono del campanello distolse l’attenzione della donna dai suoi pensieri.
- Chi è? - chiese.
- Sono Genzo! -
Yuki aprì la porta e lo fece accomodare.
Aveva il viso di chi aveva passato insonne la notte.
- Siediti! - disse - Preparo il te! -
- Hai una bella casa! -
Lei sorrise dolcemente.
La casa era piccola e accogliente: l’ingresso dava sulla cucina e sul salotto
che erano un ambiente unico, pieno di colori.
Lei tornò poco dopo con un vassoio.
- Sei qui per lui? - chiese sedendosi.
- Sono qui per parlare con te prima di tutto! - disse serio.
Lei versò il te nelle tazze e gliene porse una.
- Quanto? - chiese indicando lo zucchero.
- 2, come allora! - sorrise - Perché non mi hai detto di essere incinta? -
- Che avrei dovuto fare? Telefonarti e dirti: “Wakabayashi volevo informarti che sono incinta e il bambino
è tuo!” non mi sembrava il massimo! -
- No, ma avresti dovuto almeno dirmelo! E’ mio figlio non hai pensato che avrei
voluto saperlo? -
Yuki fissa la tazza in silenzio.
- Eravamo giovani e non avevo il coraggio di dirtelo, non sapevo come l’avresti
presa avevo paura che mi chiedessi di abortire! Io non volevo! Quando me ne sono accorta mi sono fatta prendere dal panico!
-
- Non avrei mai potuto chiederti una cosa così, è pur
sempre mio figlio! -
- Tu parli adesso, ma nessuno può dire come avresti reagito
allora! Mi era capitata l’opportunità di andarmene e di essere
felice, l’ho solo sfruttata! -
- Senza pensare a me! - disse l’uomo sconsolato.
- Noi non stavamo insieme! Tu non mi amavi! -
- Non me l’hai mai chiesto! Che ne sai se io ti amassi
oppure no? -
- Dunque mi amavi e io non me ne ero accorta? - chiese
sprezzante.
- Io… non lo so! Forse ti amavo… -
La donna sospirò sconsolata.
- Me lo hai già detto l’altra sera! Se non lo
sai perché sei qui? -
- Perché tu fai parte della mia vita, tu e lui! -
- Ne faccio parte ora che sai di lui! Se non lo avessi saputo
tu… -
- Ti ho seguito in aeroporto, prima ancora di sapere della sua esistenza, solo
perché non volevo perderti! -
- Come? -
- E’ stata tua sorella a dirmi di Mizuiro solo quando
l’ho riaccompagnata a casa! -
Tra i due scese il silenzio, mentre all’improvviso la
pioggia iniziò a picchiettare sui vetri.
- Dov’è lei? -
- In albergo! Senti io non sono venuto qui per farti
del male solo per vederlo e per parlare con te! -
- Lui non c’è! Non tornerà prima di 3 giorni! E’ in vacanza con gli amici! -
- Capisco! -
- Lo so che non è la stessa cosa, ma in questi anni ho messo insieme un bel po’
di cose per te! -
- Per me? -
- Si, non volevo che ti perdessi dei pezzi di lui! Mi
ripromettevo sempre di mandarteli, ma non ne avevo il
coraggio! - disse alzandosi e prendendo un grosso scatolone da un mobile - C’è
tutto dal pancione fino ad ora! E’ bello proprio come
te vi somigliate tanto! - disse porgendogli la scatola - Lui vuole tanto
conoscerti, sapere che faccia hai, parlarti, ma… io non voglio perderlo! -
iniziando a piangere.
Yuki stava lì in piedi che singhiozzava e lui si
sentiva impotente.
- Ti prometto che non lo porterò mai via, sarai tu a
decidere che fare! - disse alzandosi - Per ora mi accontento di conoscerlo! Va
bene? - chiese gentilmente abbracciandola.
Lei fece di si con il capo, ma continuò a piangere.
Quella sera in albergo
- Il mio pancione, Il primo bagnetto, I primi passi! C’è proprio tutto qui
dentro! - esclamò Yumi -Non sapevo che avesse messo
da parte tutta questa roba solo per te! -
- Già! - sorrise lui malinconico.
- Si vede che ci tiene veramente a te senpai! -
- Come? - chiese lui stupito.
- Se non le importasse non avrebbe fatto niente di tutto ciò, non trovi? Sai
che Mizuiro è bilingue? Diceva che se avreste voluto incontrarvi non vi sareste capiti se
parlavate due lingue diverse! - dice sorridendo - Ha sempre pensato a te senpai! -
- Mentre io non mi sono mai chiesto dove fosse! Non ho
mai tentato di trovarla! - dice con amarezza premendo il play
del video registratore.
“Mizuiro soffia le candeline!”