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Autore: MagicaAlessiuccia    03/08/2006    2 recensioni
"Quì mi nascondo tra i miei rimpianti di non aver accettato il tuo invito a passare qualche giorno a casa tua. Se non avessi dato retta al mio fottut*** orgoglio tu magari saresti ancora viva, al massimo ricoverata al S.Mungo accanto al mio stesso lettino. Abbiamo litigato per l'ennesima volta, ci siamo riusciti anche per lettere durante l'estate e nonostante la nostra lontananza, e io avevo deciso di non venire a trovarti. Così, per non farmi arrabbiare ancora di più, hai ritirato lo stesso invito fatto ad Harry, che è ancora ignaro dell'accaduto. Avrei potuto combattere al tuo fianco, difenderti per quanto mi fosse possibile. E invece il tuo sonno è stato bruscamente interrotto, vigliaccamente spento, direi"
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riordinare, ecco che cosa poteva fare. Si aggirò velocemente nella sua camera da letto,
indecisa da quale parte cominciare. In problema era che, dopo una lunga occhiata e revisione, non c'era niente da mettere apposto. Tutto era
rigorosamente posizionato nel giusto ordine. I suoi genitori l'avevano educata sin da piccola a mettere
ogni cosa al proprio posto, come le penne nel calamaio, i libri nella librerai, gli abiti perfettamente
piegati nell'armadio..

Leggere! Sì, poteva finalmente dedicarsi a quel libro che si era comprata ad Hogsmade nell'ultima gita
scolastica. Corse fino alla grande libreria vicino alla porta e prese un grosso manuale con una
copertina rossa: Come avere la possibilità di cambiare il Mondo di Beranard Lonley, era inciso con
lettere d'oro. Si sedette felicemente sul letto, cominciando a sfogliare le pagine ancora immacolate.
Quando giunse al primo capitolo cominciò a leggere.

Ma la concentrazione andava e veniva, facendole leggere sempre la stessa riga. Distolse lo sguardo
dal libro per qualche secondo per concentrarsi e poi riprovò.

Niente. La mente era da tutt'altra parte.

Chiuse con un tonfo il libro, buttandolo violentemente sulla scriviania. Incrociò le braccia e, pensando
ad un altro modo per passare il tempo, la porta della sua camera di aprì:

"Tesoro, vieni. La cena è pronta"

Hermione sorrise a sua madre, sempre così dolce. Ma il suo sorriso era privo di alcuna gioia mentre
rispondeva:

"Arrivo subito. Vado a lavarmi le mani"

"Vuoi un pò parlare? Ti vedo parecchio triste da alcuni giorni"
La donna entrò lentamente nella stanza, raggiungendo la figlia. Si sedette vicino a lei e le passò un
braccio intorno alle spalle, cercando di confortarla. Hermione tentò con tutte le sue forze di non
piangere, mentre abbassava lo sguardo sulle sue scarpe.

"C'entra l'inivito che Ron non ha accettato?"Chiese sua madre, togliendole dolcemente i capelli dal
viso. Si sentì improvvisamente arrossire mentre gli occhi della madre cercavano di scrutarla.

"Lui è così insensibile, mamma!"Esclamò la brunetta, mettendosi poi a piangere. "Abbiamo solo
litigato, succede sempre ad Hogwarts.. Doveva venire, così magari avremmo chiarito una volta per
tutte.. Non è colpa mia se Vicktor si è presentato alla nostra porta, l'altro giorno!"

"Lo sa anche lui che non è stata una tua decisione"La consolò la giovane donna, facendole appoggiare
la testa alla sua spalla. La abbracciò dolcemente sentendo i suoi singhiozzi soffocati dalla sua maglia.
"Però si è arrabbiato, perchè voleva esserci lui al suo posto. Tu non c'entri niente, bambina mia.
Vedrai che tra qualche giorno ti spedirà una lettera per scusarsi del suo comportamento, così potrai
invitare quì i tuoi amici"

"Per colpa sua nemmeno Harry è potuto venire.. Mi ha risposto con cortesia e gentilezza al telefono,
ma so che ci è rimasto molto male.. Poteva essere un modo per farlo svagare.. Ma Ron è solo uno
stupido, non le capisce queste cose"

"Parli così perchè sei arrabbiata. Vedrai, ci saranno altre occasioni per invitarli"Disse la madre,
alzandosi in piedi.

"Lui è così orgoglioso e testardo!"Esclamò Hermione, battendo i piedi per terra.

"Ma tu gli vuoi bene, tesoro. Anche per questo"Commentò dolcemente la donna, accarezzandole i
capelli. Si abbassò per darle un bacio sulla fronte e si diresse verso la porta. "Se vuoi posso portarti
quì la cena"

"No, mamma.. Non ho fame. Chiedi scusa a papà da parte mia"Rispose la ragazza, asciugandosi le
lacrime sulla manica della camicia. Dopo che sua madre le ebbe regalato un ultimo sorriso, Hermione
si portò le gambe al petto e ricominciò disperatamente a piangere.

Le mancava. Le mancava terribilmente. Ogni volta che litigavano, spesso anche per colpa sua, si
sentiva morire. E questa volta, anche se non doveva, si sentiva responsabile.
Pochi giorni prima Vicktor aveva bussato alla sua porta con un sorriso e le aveva chiesto di fare una
passeggiata. Felice della sua presenza, Hermione aveva accettato. Avevano camminato per quasi due
ore, raccontandosi ogni cosa che avevano fatto nell'utlimo periodo. Poi, quando erano tornati davanti a
casa sua, il giovane cercatore di Quidditch aveva provato a baciarla. Lei si era cortesemente scusata,
allontanandolo dal suo viso. E Vicktor sembrò capire ogni cosa, esponendole la sua teoria.

"Tu innamorata del tuo amico rosso, vero!?"Le aveva chiesto. E lei, dopo un attimo di esitazione,
aveva annuito.

A Ron non aveva raccontanto il particolare del bacio, ma la notizia della loro passeggiata lo aveva
fatto montare su tutte le furie, restituendole l'invito. Così aveva passato una settimana decisamente
vuota. Cercava sempre qualcosa da fare, in modo da concentrare la mente in altri impegni. Ma era
stato tutto inutile, proprio come quel giorno. La sua mente vagava fantasticamente nella Tana, e
immaginava Ron divertirsi un mondo senza di lei.

Improvvisamente Hermione si alzò dal letto e si mise alla scrivania. Prese velocemente una
pergamena ed intinse la piuma d'oca nel calamaio. Dopo essersi asciugata definitivamente le lacrime
dal viso, che però continuavano imperterrite a cadere, si mise a scrivere..

Ron, forse non mi vuoi più parlare. Forse non mi vuoi nemmeno più vedere: so come sei orgoglioso..
Spero allora che leggerai la mia lettera, e ti prometto che sarà l'ultima. Se solo tu vorrai così,
naturalmente.
Voglio dirti tutta la verità su quello che è accaduto pochi giorni fa con Vicktor. Come ti ho spiegato,
inizialmente siamo usciti a fare una camminata, del tutto amichevole. Poi, davanti alla porta di casa
mia, ha provato a baciarmi. Io mi sono immediatamente scansata, scusandomi. Ti chiederai il perchè,
probabilmente. Bene, ti ho scritto questa lettera proprio per spiegartelo una volta per tutte.
Ron, la tua migliore amica, secchiona per tutta la scuola, rompi scatole per te ed Harry, è innamorata.
E non di una qualsiasi persona. No, non del Cercatore più famoso del mondo. Mi sono innamorata di
te. O meglio, sei tu che mi hai fatto innamorare. Dolce, impacciato, ingenuo, ironico, pigro,
orgoglioso.. Tu sei questo e molto di più. Ed io è questo che volevo, quando ti ho invitato a casa mia.
Ho bisogno di te, Ron, possibile che non lo capisci? Non mi importa se con questa rivelazione ho
rovinato la nostra amicizia. O meglio, mi importa, ma non potevo più nasconderlo per altro tempo.
Non voglio convincerti a venire, ma spero che questa lettera ti faccia capire a pieno ogni mio
comportamento. Sono anni, Ron, che desidero averti al mio fianco. E non riesco a stare da sola in
questa camera senza pensare a te, che mi abbracci e mi proteggi.
Ti amo, Ron. Non amo nessun altro. So che dentro di te questo già lo sapevi, ma con questa lettera
devi accettare la realtà. Spero che mi perdonerai.

Con amore,

Tua Hermione


Hermione chiuse delicatamente la lettera e la mise dentro il cassetto della scrivania. La mattina dopo
gliel'avrebbe spedita, ponendo fine a quel tormento di dover nascondere i suoi sentimenti. Sbadigliò
apertamente, stirandosi sulla sedia. Guardò per qualche secondo la foto davanti a sé, che la ritraeva
accanto ai suoi migliori amici alla stazione di King's Ross al ritorno dal primo
anno di Hogwarts.
.. Tante cose erano cambiate da allora..
.. E forse, tanto potevano ancora evolversi..
La brunetta si sdraiò sul letto, pensando a quei capelli rossi, a quegli occhi color cielo. Amava Ron dal
profondo del suo cuore. Per lui avrebbe potuto sacrificare la sua vita..

E, poche ore dopo, non sapeva quanto vera fosse quella frase.

I Mangiamorte entrarono nel pieno della notte in casa Granger, lanciando maledizioni ai corpi, svegli
dai rumori, dei suoi genitori. Setacciarono la casa e finalmente arrivarono in camera di Hermione.
Senza svegliarla, senza darle il tempo di capire cosa stesse accadendo nella realtà, senza un minimo di
correttezza e cuore, puntarono la bacchetta contro il suo corpo. Più maledizioni la investirono e lei
perse la vita in un istante. Così, abbracciata teneramente al cuscino, interruppero i suoi sogni.

Per sempre.




La lettera rimase chiusa nel cassetto della scrivania per circa un anno.
Gli Auror e la polizia babbana avevano chiuso la casa per poter fare degli accertamenti, ma quando
Ron si presentò nessuno riuscì a fermarlo. Come una specie di mummia, entrò in quella che era stata
la camera da letto di Hermione.
Sembrava, nonostante fosse passato un intero anno dalla tragedia, che la stanza fosse ancora viva.
Riusciva ancora a sentire, infatti, lo stesso profumo che caratterizzava Hermione.. Quel sapore di
lavanda, misto all'odore dei libri consumati, letti e riletti.

Ron avanzò nella stanza con una lentezza assoluta, scrutando ogni angolo. Soffermò lo sguardo sul
letto e, a distanza di tempo, riuscì ad intravedere la sagoma della ragazza. La sfiorò con le dita,
cercando quel calore che da troppo tempo mancava. Ma le lenzuola erano fredde come il marmo,
nonostante la alta temperatura Settembrina.
Alzando leggermente lo sguardo vide la foto del trio sulla scrivania. Levò la polvere dal vetro ed
osservò Hemione. Bella come sempre, aveva un sorriso felice e soddisfatto. Venne percosso da un
brivido quando vide i suoi occhi aperti, generosi e severi.
Si buttò di peso sulla sedia, guardando macchiette d'inchiostro che si erano attaccate sulla superfice
della scrivania. Sorrise tristemente, immaginandosi la ragazza cercare ogni soluzione per rimediare
quel piccolo problema, ma che, ne era certo, per lei era risultato una catastrofe.
Poi, come se la sua mano fosse stata guidata da qualcuno, aprì il cassetto e trovò davanti ai suoi occhi
la lettera che Hermione avrebbe dovuto mandargli la mattina dopo la catastrofe. Fu titubante nel
prenderla, credendo di violare la privacy dell'amica; ma poi cedette e la prese in mano.
Vide la scrittura di Hermione, precisa e leggermente inclinata, e subito sentì le lacrime pungergli gli
occhi. Comiciò a leggere la lettera, che scoprì essere indirizzata a lui. La lesse tutta d'un fiato, senza
riuscire a capire perfettamente il significato. Ma poi, come un uragano, la verità lo aveva travolto.
Hermione era innamorata di me.. Hermione era innamorata di me.. Hermione era innamorata di me..
Si mise a piangere, vergognandosi un pò, come se lei potesse vederlo debole. Bagnò
completamente la lettera che aveva appoggiato sulla scrivania, cancellandone alcune parole.

Se solo me lo avessi detto prima, Hermione. Adesso non saresti rinchiusa in una tetra tomba, sepellita
a quattro metri di profondità. Saremmo stati felici perchè, come non ho mai avuto il coraggio di dirti,
ti amavo anche io. E continuo disperatamente a farlo, anche se non potrò mai avere l'opportunità di
starti al fianco, come tu, ho scoperto, avresti desiderato
.

Harry era entrato nella camera di Hermione, ma Ron non se n'era accorto. Poco dopo, però, sentì la
sua mano stringere forte la sua spalla. Si voltò verso di lui, senza stupirsi affatto delle lacrime che
solcavano copiose le guance dell'amico.

"E' meglio se andiamo, Ron. Dobbiamo ancora fare una cosa"Gli disse Harry, guardandosi intorno. Non
lasciò andare la spalla del ragazzo, che usò come appiglio per non cadere a terra, distrutto.

"Non importa andare al cimitero. Lei è quì"
  
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