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Autore: MagicaAlessiuccia    02/08/2006    5 recensioni
"Quì mi nascondo tra i miei rimpianti di non aver accettato il tuo invito a passare qualche giorno a casa tua. Se non avessi dato retta al mio fottut*** orgoglio tu magari saresti ancora viva, al massimo ricoverata al S.Mungo accanto al mio stesso lettino. Abbiamo litigato per l'ennesima volta, ci siamo riusciti anche per lettere durante l'estate e nonostante la nostra lontananza, e io avevo deciso di non venire a trovarti. Così, per non farmi arrabbiare ancora di più, hai ritirato lo stesso invito fatto ad Harry, che è ancora ignaro dell'accaduto. Avrei potuto combattere al tuo fianco, difenderti per quanto mi fosse possibile. E invece il tuo sonno è stato bruscamente interrotto, vigliaccamente spento, direi"
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiedo perchè, quel giorno, me ne sono rimasto comodamente alla Tana.

E me lo domando da più di un mese chiuso nella mia camera, senza mai voler vedere nessuno. Solo
due volte al giorno vedo la mamma far spuntare sulla sua mano un vassoio pieno di pietanze e acqua.
Come sono egoista. Come se soffrissi solo io della tua morte..

Ginny ogni tanto viene a bussare alla mia porta senza mai proferire una sola parola. Credo che lo
faccia per farmi capire che, volendo, qualcuno là fuori c'è ancora per me. Sono quei piccolo gesti che
mia sorella mi regala ogni volta che sto male, ma adesso sono troppo vuoto per rendermene conto.
A tempo debito la ringrazierò sperando, però, di non dover mai contraccambiare il favore. Quei piccoli
richiami sulla porta sono il suo modo per starmi vicina. Le voglio un gran bene..

Harry non sa ancora della tua improvvisa scomparsa. Papà ha detto che avrebbe provveduto lui
stesso, ma è un compito che appartiene a me. E devo farlo proprio oggi. Quali parole userò se, in
fondo, non riesco a convincermi della realtà nemmeno io? Non sarebbe meglio farlo venire
direttamente alla Tana per informarlo della tragedia? Non voglio che mi lasci anche lui, commettendo una
delle sue solite sciocchezze. Perchè Harry, lo sai, usa la testa solo per le cose indolori. Ma quando
saprà della tua morte credo che l'istintività avrà il sopravvento su di lui. Sai anche tu quanto sia
testardo. E sai anche quanto spesso sbagli quando agisce di getto. Ma lui è così e tu lo
stimavi anche per questo.

Vorrei smaterializzarmi a Privet Drive, ma non credo di farcela. Mi hai aiutato a studiare per
quell'esame con tanta costanza ed impegno, che se l'ho passato è solo merito tuo; sappiamo entrambi
che ci vuole forza e concentrazione, cose che io in questi giorni non so nemmeno che cosa siano.
Non mi ricordo nemmeno se l'abbia mai possedute, in effetti. Tu mi sgridavi sempre per la mia
pigrizia e litigavamo sempre per la mia testa perennemente tra le nuvole. O, come dicevi tu, nel
mondo dei sogni, dove scappano i bambini
. Ebbene, secondo te perchè sono rintanato quì dentro da un
mese senza lavarmi, né cambiarmi i vestiti? Perchè questo è diventato il mio rifugio, il mio
mondo. Quì sono lontanto da tutto e da tutti e posso liberamente assaporare il tuo ricordo senza
essere disturbato, né tantomeno voglio fare pena agli altri. Quì mi nascondo tra i miei rimpianti di non
aver accettato il tuo invito a passare qualche giorno a casa tua. Se non avessi dato retta al mio
fottutissimo orgoglio tu magari saresti ancora viva, al massimo ricoverata al S.Mungo accanto
al mio stesso lettino. Abbiamo litigato per l'ennesima volta, ci siamo riusciti anche per lettere
durante l'estate e nonostante la nostra lontananza, e io avevo deciso di non venire a trovarti.
Così, per non farmi arrabbiare ancora di più, hai ritirato lo stesso invito fatto ad Harry, che è
ancora ignaro dell'accaduto. Avrei potuto combattere al tuo fianco, difenderti per quanto mi fosse
possibile. E invece il tuo sonno è stato bruscamente interrotto, vigliaccamente spento, direi.

Se potessi vedermi in questo momento, come nei giorni precedenti, ti arrabbieresti con me
perchè non vorresti vedermi così. Mi dicevi sempre di reagire. E la mia reazione alla tua morte è questa:
chiudermi in me stesso, tenendo la piccola fiamma della speranza accesa. In realtà la cera è caduta
tutta a terra, spegnendo anche la più piccola illusione. Ma io vivo di sogni, lo sai.

Non ti ho mai detto che t'amavo sopra ogni cosa. E questo è un'altro rimpianto che appesantisce ancor
di più la tua assenza e il mio senso di colpa. Eppure, che cosa c'erano tra noi? Solo battibecchi e litigi.
Ma in fondo questo era il rapporto che ci caratterizzava. Che ci rendeva speciali rispetto agli altri.
Altro discorso egoista.. Egoista. Come volevi fingere di essere tu. Ti ricordi le sere passate a pregarti di
farmi copiare i tuoi temi? E tu ti opponevi, dicevi che dovevo farlo per me stesso. Ma poi cedevi
ogni volta che i miei occhi diventavano sempre più insistenti. Ma questo era quello che
credevi tu. Perchè il mio sguardo era semplicemente una specie di adorazione nei tuoi confronti. Certo,
quando facevi la sostenuta mi facevi perdere le staffe la maggior parte delle volte. Ma vederti cedere
per venirmi in aiuto era sempre molto appagante per il mio cuore.

Sento del trambusto giù in cucina e credo che sia arrivato il momento di raccontare la verità all'ultimo
componente del vecchio trio.

Scendo pesantemente le scale, trattendendo delle imprecazioni per il dolore ai muscoli: sono rimasti
per troppo tempo fuori uso. Sento che all'improvviso il silenzio padroneggia la Tana, e sono certo che
tutta la famiglia abbia riconosciuto il rumore delle scale che scricchiolano.
Quando scendo l'ultimo gradino sento mamma, papà e Ginny trattenere il respiro, probabilmente per
il mio pessimo aspetto. D'altronde chi è in piena forma dopo un mese trascorso come in prigione,
senza alcuna agevolezza? Naturlamente sono stato io a non volerla. Perchè non me la merito.
Mio padre avanza lentamente verso di me, alzandosi da una sedia della cucina. Non mi rivolge una
sola parola, ma si limita a guardarmi. Forse prova compassione. Ma non mi importa, e prendo il
telefono che mi porge.
"Solo se sei sicuro, Ron"Sento dire da mia sorella.
"Sì, Ginny ha ragione. Possiamo farlo noi se non te la senti"Aggiunge mia madre, al solito troppo
apprenziva. Mi verrebbe da risponderle: mica sono morto io, ma decido di tacere. La mia famiglia non
c'entra niente in tutta questa faccenda.
E senza dare retta ad ogni parola che mi viene detta, compongo il numero che è scritto su un foglietto
posato sul tavolino ed attendo che qualcuno risponda. D'un tratto, mentre sento il telefono squillare a
vuoto, mi ricordo che era stata proprio lei ad insegnarmi come funzionasse quel dannato arnese
babbano.
Prima ancora che possa pensare ad altre vicende passate con l'amica che amavo, all'altro capo del
telefono qualcuno risponde.

"Pronto?"Cerco di rispondere qualcosa, ma la mia bocca si è limitata ad aprirsi e chiudersi più volte,
senza riuscire ad emettere alcun suono. Sento Harry riprovare a parlare, questa volta più irritato:

".. Pronto?! Chi è?"

"Mmm.. Hhhrr.."Questa volta esce solo un filo di voce dalla mia bocca, facendo innervosire ancor di
più l'amico. Sento, nel frattempo, mia madre mettersi a piangere. Ma penso che sia normale dover
allenare la gola dopo un mese di silenzio assoluto.

"Senti, se è uno scherzo non mi piace per niente. Chi sei?!"Mi schiarisco la voce, cercando di formulare
una frase con senso compiuto.

"Harry"Riesco finamente a dire, tastandomi dolorosamente la gola.

"Chi è? Ron?"

"Sì.."

"Ciao, non credevo di sentirti attraverso il telefono"Mi dice Harry e posso sentire l'esclamazione
sorpresa con cui mi parla. Poi dice una cosa che mi fa rimanere immobile, con la voglia di riattaccare il
telefono e tornare nel mio mondo personale.

"Hai finalmente capito come si usa. Forse bastava che te lo spiegasse Hermione"C'è ironia nelle sue
parole, che in questo momento sono del tutto inappropriate. Ma lui ancora non sapeva. Se non fosse
successo niente, sono sicuro che sarei arrossito fino alla punta delle orecchie, ridendo nervosamente.
Ma adesso, nella situazione attuale, sono rimasto senza parole, attaccato da un freddo brivido.

"Ron? Ci sei ancora? Dai, stavo scherzando, lo sai"Dice Harry.
Scusami, amico mio. Vorrei che questo momento fosse solo un incubo. Non voglio farti soffrire,
Harry. Ma devo dirtelo. Anche tu devi sapere.

"Ha chiuso gli occhi per sempre"
Riesco finalmente a dire, socchiudendo gli occhi. Mi stanno bruciando in modo insopportabile. Ma non
posso piangere. Lei non sarebbe fiera di me.

"Cosa?"Mi domandi.
Ti prego, Harry, non farmi più ripetere. E' troppo doloroso..

"Lei ha chiuso gli occhi per sempre"
La mia voce è bassa e roca, ma credo che finalmente tu abbia capito. Lei, la nostra amica..

"Ron, per favore, di cosa stai parlando?"

"Loro. Sono stati loro.. E adesso non potrà più riaprirlo. Non ci potrà più aiutare"
Harry, perchè non capisci? Non farmi dire esattamente come stanno le cose, non reggo più. Non ce la
faccio. Vienimi incontro, Harry.. Per favore..

"Di chi stai parlando? Chi sono loro? Chi è che non può più riaprire gli occhi? E poi.. Perchè?"
Dalle tue parole capisco che stai intuendo qualcosa. Stai respirando un odore strano. Odore di morte.
Ma non sai ancora di chi..

"Siamo solo io e te"
Riesco a dirti solo questo. Mi dispiace. La mia gola e il mio dolore non mi consentono di dire altro.

"Ma cosa stai dicend-.. Hermione? E' successo qualcosa ad Hermione?"
Ti stai agitando, Harry. Spero solo che tu non reagisca come credo. Non fare stupidate. Non farti
guidare dalla rabbia. Devi solo starmi accanto, Harry.

"Ron, rispondimi, ti prego! Dov'è lei? Dimmi che è lì con te"
La tua voce si sta alzando. Non ce la faccio ad assistere anche al tuo dolore, Harry. Forse come amico
dovrei offrirti il mio aiuto, ma mi chiedi troppo. Anche io ho il diritto di soffrire. A modo mio.

"Adesso siamo solo io e te"
Perdonami, Harry, ma ti devo attaccare. Avrai già capito la situazione e l'unica mia speranza, adesso,
è che non tu vada a caccia di guai. Ho bisogno di te adesso più che in ogni altro momento. E se te ne
vai con lei, soffrirò per due persone. E non so se ce la farò a vivere con il peso della morte sulla mia
coscenza. Stai attento, Harry. Fallo per me.

Mentre riattacco il telefono posso ancora sentire la tua voce urlare in cerca di conferme, ma ormai è
troppo tardi. Restituisco il telefono a mio padre e, sotto lo sguardo piangente di mia madre e mia
sorella, esco di casa.

Ti sto aspettando, Harry. Vieni quì.. Adesso siamo solo io e te.
  
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