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Autore: LoryGreyRobsten    17/12/2011    9 recensioni
"forse la paura di una nuova delusione può far sì che tu non ti affezioni alle persone...
non lasciare che rabbia e qualche vecchio rancore non facciano uscire ciò che di buono hai nel cuore.."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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cap 5 Buongiorno/buonasera/buonanotte :D come la va?
A riecchime, raffreddatissima e con un nuovo chappy (fede l'hai chiamato tu così xD). Vi giuro, credevo che il 4 capitolo sarebbe stato meno cagato degli altri invece sono aumentate le recensioni, che dire, solo G R A Z I E. Siete fantastici TUTTI quanti (ha recensito anche qualche maschietto xD) e vi lascio alla lettura, spero vi piaccia (ci ho messo 4 giorni per scriverlo, non so perchè xD)

Besitos!
Lory


Pov Robert


"Buonasera"
"Ciao! Ho prepar.....Rob ma che cazzo hai combinato al viso? Ti hanno sfigurato!!!"
"Tranquilla, anche io ho amici maneschi, ogni tanto lo scherzo si trasforma in qualche buffetto"
"Ah beh, e poi dici a me di non frequentare certa gente, contento tu.." La sua leggerezza e la sua apatia erano spaventose, era insensibile a tutto, ma questa volta ero felice che fosse in questo stato. Mi sforzai di sorriderle benchè il labbro spaccato bruciava da morire, ma per lei era un dolore sopportabile, una sciocchezza.
Non mi andava di dirle che ero stato da Jack; Marcus la sera prima mi raccontò che tramite le sue conoscenze era venuto a sapere di quanto quel pezzo di merda si fosse vantato in giro su quello che le aveva fatto; stava iniziando a raccontarmi tutto per filo e per segno ma già dopo qualche parola avevo sentito abbastanza, sapere
come l'aveva toccata e avuta mi aveva fatto perdere il controllo, avevo i nervi tesissimi e le mani avevano iniziato a tremare da sole dalla rabbia; perciò ero andato a cercarlo quella mattina, lo avevo aspettato sotto casa per mezza giornata e quando ci incontrammo non gli diedi nemmeno il tempo di aprire bocca; era un tipo tosto, ma aveva sbagliato la persona contro cui fare il grosso, il mio viso in confronto al suo era perfetto dopo averlo pestato. E mi fermai solo perchè pensai a lei, al fatto che mi avrebbe odiato ancora più di quanto facesse ora....se avessi potuto continuare a quest'ora un'altra madre avrebbe pianto per un figlio perduto.
Ma non era ancora finita, c'era ancora il suo amichetto da sistemare, l'avrebbe pagata cara quel figlio di puttana per averla obbligata a conciarsi e ridursi in quel modo..
"Comunque, cos'hai preparato stasera? Qualcosa di commestibile almeno vero?"
fece un linguaccia e si voltò di nuovo verso i fornelli.
"Quanta presunzione! Cucina tu allora, no? Io ho fatto un piatto italiano, se vuoi mangiati pure qualos'altro, vorrà dire che mangerò il doppio io, tanto non ingrasso" mi uscì spontanea una risata, era così sfacciata, schietta, ma proprio non le riusciva la parte della dura nonostante ci provasse in tutti i modi,Io vedevo solo paura e dolcezza in quel metro e 70.
La sua mancaza l'avrei sentita in un modo che al solo pensiero mi venivano delle fitte allo stomaco. In soli tre giorni, nonostante passassi più tempo possibile fuori casa per evitare di irritarla standole intorno, mi ero abituato al suo profumo nella mia dependence, alla sua voce, a lei. Ma il giorno dopo se ne sarebbe andata, d'altronde era stata una pazzia pensare che sarebbe rimasta con me, lei mi sopportava a malapena. In quei giorni  per sdebitarsi sebbene gli avessi detto che non mi doveva niente non aveva fatto altro che cucinare, sistemare la mia camera e a volte passava il tempo a guardare fuori dalla finestra, lo sguardo vuoto, ogni tanto triste, e la mente chissà dove. Non avevo osato chiedergli a cosa pensasse, non la conoscevo in fondo...anche se avrei voluto sapere di ogni secondo della sua vita prima di conoscermi.
"Sei contenta di tornare a casa domani?"
"Non mi cambia niente tranne che dormirò di nuovo nel mio letto, ci sarà mamma con me, almeno un viso familiare, e non disturberò qui, così ognuno continuerà liberamente la propria vita"
Colpo al cuore. Com'era possibile che ancora non aveva capito che quella era l'ultima cosa che volevo? Io avrei passato ogni istante della mia vita con lei chiuso lì dentro...eppure amare a volte vuol dire anche lasciare andare la persona che ami...e io avrei dovuto farlo. Per un attimo feci fatica a respirare, il groppo che avevo nella gola mi stava soffocando. Sfregai fortemente le mani sulle mie gambe nascoste sotto il tavolo mentre cercavo una soluzione per non farla uscire totalmente dalla mia vita...avrei potuto fare come nell'ultimo mese, seguirla a distanza, solo per accertarmi che stesse bene "Rob lasciala stare, non ne hai il diritto!" coscienza di merda. Rovinava sempre tutto.

"A che pensi?" stava parlando con me??
"Dici a me?"
"No, parlavo con la TV, certo che parlo con te idiota!" Si, parlava davvero con me.
"Sempre dolcissima! Non stavo pensando a niente" Posò la forchetta sul piatto vuoto, si alzò e venne verso di me, spinse un pò il tavolo in modo da potervi appoggiare la schiena mentre si sedeva su di me, una gamba da un lato e l'altra dall'altro. Iniziava a fare caldo.
"Sei sicuro che non pensi a niente....?" portò un braccio dietro il mio collo, con l'altra mano iniziò ad accarezzarmi lentamente il petto e le sue labbra si avvicinarono troppo alle mie
"Se prima pensavo a qualcosa adesso non sono più in grado di farlo" la mia voce era giù roca, bassa sopraffatta dall'eccitazione. Chiusi gli occhi, non potevo vederla ma sentii sulla mia guancia il suo sorriso
"Meglio così, voglio che pensi solo a me adesso, fallo Rob" non me lo stava chiedendo, me lo stava ordinando...prese la mia mano e la portò sul suo piccolo seno, la guidava su e giù finchè mi lasciò fare da solo mentre iniziava a toccare la mia erezione già gonfia al massimo, ancora qualche minuto e non avrei più risposto di me. Solo a quel punto mi baciò con forza e non riuscii a trattenermi, non appena dischiuse le sue labbra infilai la mia lingua nella sua bocca mentre le mie mani iniziarono ad esplorare dolcemente il suo corpo, passando dalla sua schiena al suo viso per poi continuare sul sulle sue gambe magre e lisce, sul suo seno, sulla sua intimità già calda e umida. La sollevai e la misi seduta sul tavolo, facendomi posto tra le sua gambe, mi slacciò i pantaloni e tirò fuori la mia erezione cominciando ad accarezzarla col dito che si era appena succhiata, stavo per esplodere, ne ero certo.
"Kristen, basta." L'immagine di lei stessa sotto quei due balordi mi bloccò di colpo. Non potevo continuare.
"Non dire stronzate, dai che ti faccio divertire" i suoi occhi verdi che amavo tanto erano colmi di eccitazione.
"Ho detto basta, lasciami!" mi allontanai da lei dandole le spalle e passandomi le mani tra i capelli, non potevo credere che stesse parlando sul serio.
"Ho fatto qualcosa che non dovevo fare?"
"QUESTO! Come cazzo fai a farlo così facilmente, ancora qualche minuto e avremmo fatto sesso!"
"Era quello che avevo in mente, dimmi, ma sei normale? Una ragazza vuole scopare con te e tu interrompi tutto? Cos'è, sei vergine?" fece in risolino divertito.
"E tu la fai così facile? Per te è solo divertimento?"
"E cosa dovrebbe essere allora?"
"Per me sesso è anche amore, sai cos'è?"
"Lo sapevo, una volta, adesso non conta più; tanto le due cose per me non sono mai esistite insieme. Comunque non sono affari tuoi, non ti va? Fa niente, sappi però che io ci ho provato a sdebitarmi per questi tre giorni, che non ti venga in mente poi di rinfacciarmeli" Cercai di scandire quelle parole nella mia mente per trovarvi un senso logico; mi girai di scatto le afferrai le spalle con le mani e la guardai dritta negli occhi, furioso:
"Tu ti stavi offrendo a me per rendermi il favore?? MA SEI IMPAZZITA?!?"
"Che c'è di male scusa? Tu mi hai ospitata io ti stavo offrendo me stessa, tutto qui"
"Tutto qui? Cioè, per te è una cosa così da niente? Non ti rendi nemmeno conto che  mi stavi offrendo il tuo corpo, non te stessa!!!"
"Quante menate! Non fa differenza, sei poco furbo Robert, io non ci avrei pensato due volte"
"E' assurdo. Lei offre il suo corpo così, non gliene frega un cazzo, Dio!!!!"
Entrai in bagno sbattendo la porta, mi servivano un paio di minuti per calmarmi.  A lei non importava niente. Quindi quei bastardi non la stavano nemmeno obbligando, non ne stavano approfittando perchè era ubriaca, lo avrebbe fatto anche da lucida. Ma cos'aveva al posto del cervello? Aveva così poco rispetto di se stessa?
No, non poteva continuare così, doveva cambiare testa, doveva credere di nuovo in se stessa, a costo di costringerla a farlo. Mi guardai allo specchio, cercai di cambiare espressione sul mio viso, non volevo che mi vedesse duro con lei, era l'ultima cosa di cui aveva bisogno "Provaci Robert, magari ti manderà a fanculo dopo due secondi che hai aperto bocca, ma almeno provaci"
Era seduta sul divano tranquilla a guardare la TV, mi aspettavo una non-reazione DEL genere da parte sua; eppure memorizzai quell'immagine per poterla rivivere quando lei non ci sarebbe più stata; feci un bel respiro e mi inginocchiai davanti a lei che mi lanciò un'occhiata inviperita.
"Spostati, non vedi che sto guardando la TV? Quanto sei pesante Robert!Si può sapere che cazzo vuoi da me?"
"Non me ne frega un cazzo della TV, adesso tu mi ascolti per due minuti"
"Non mi.."
"Non ti niente, adesso tu mi stai a sentire: io non so niente di te, ok? Non so un emerito cazzo, l'unica cosa che ho capito solo osservandoti in questi giorni è che a te non importa nulla. Non ti frega niente di te stessa, non ti frega niente della tua vita, della tua famiglia, non hai interessi, non esci....tu non vivi."
"Non pensavo ci saresti arrivato! Grande, e adesso cosa pretendi? Non c'è nessun premio per chi capisce come sto"
"Puoi fare la seria per un cazzo di minuto? Cristo, sei peggio dei bambini!" Dovevo avere lo sguardo incazzato perchè i suoi occhi sembrarono impauriti per un secondo, dopodichè si mise subito composta e restò a guardarmi attenta mentre parlavo, si porse in avanti, i gomiti appoggiati alle gambe e le mani racchiudevano il suo viso incantevole.
"Parla, ti ascolto"
"Perfetto. Non ho molto da dirti, sono l'ultima persona che vorresti nella tua vita e forse non ho il diritto di parlarti così, ma cazzo, hai 21 anni, sei bellissima e non sei stupida o incapace, perchè ti stai buttando via così?"
"Perchè io per avere solo 21 anni ho visto e subito troppo nella mia vita e adesso non voglio più soffrire, spegnere ogni tipo di emozione aiuta, sai?"
"La vita non è solo dolore" e io lo sapevo benissimo, nonostante la mia vita fosse  distrutta era arrivata lei a riempirmi di gioia, quella gioia che aveva quasi cancellato tutte le ferite.
"Per me lo è, fidati"
"Ok, può anche darsi...ma per questo motivo allora cosa fai? Peggiori le cose riducendoti a essere un corpo senz'anima che esiste ma non vive?"
"Fa meno male"
"Allora non sei matura come credevo"
"Che cazzo dici, io sono matura, non sono una bamb..."
"Se fossi stata matura avresti accettato il dolore, lo avresti affrontato e avresti cercato di fare qualcosa per cambiare quella che tu chiami vita di merda"
"Non so come fare! Lo capisci? Non lo so! Ogni volta che ci provo va tutto di merda, sono stanca cazzo!" I suoi occhi divennero tristi di colpo, riuscivo a leggere bene anche la disperazione e la paura che aveva di riprovarci.
"Comincia da zero, in tutto: riparti con i tuoi genitori, con i tuoi amici, anche con me se vuoi.."
"E secondo te sono così stupida che sapendo quanto si mi ferisce rischio ancora fidandomi della gente?"
"Dovresti saperlo, dato che ti reputi intelligente, che in fondo la vita si vive rischiando..non puoi non fidarti solo perchè altre persone ti hanno delusa; i tuoi genitori ti vogliono bene, io se avessi voluto ti avrei già fatto di tutto, non trovi?"
"In effetti si, avresti potuto anche uccidermi, il che non sarebbe stato così male ahahah...ok scusa, scusa!! Beh ma allora sto già per cambiare, dai miei torno domani, con te però cosa potrei fare? Non abbiamo nessun legame, non ti conosco, onestamente fino a cinque minuti fa mi stavi anche sul cazzo" fino a cinque minuti fa, i repentini cambiamenti d'idea di questa meravigliosa creatura mi facevano andare fuori di testa.
"Uhm...Cominci da capo anche con me?"
"Cioè?" le strinsi piano la mano, era infreddolita, così piccola e fragile dentro la mia, avevo quasi paura di farle del male.
"Piacere, io sono Robert"
"Cosa? Non stai facendo sul serio, vero?" Scoppiò in una risata che la diceva lunga su quanto mi trovava ridicolo, ma non gli diedi peso.
"Ho detto ricominciamo da capo, la presentazione la prima volta l'abbiamo pure saltata, non essere infantile, sono solo quattro parole"
"Uffaaaa, ma mi viene da ridere" cercava di contenersi ma era divertita dalla situazione
"Ti muovi?"
"E va bene, ci provo: piacere, io sono Kristen"
"Kristen Stewart, giusto?" trattenne a stento un'altra risata, era bello vederla così, era incantevole.
"Si, qual'è il tuo cognome invece?"
"Pattinson"
"E' la prima volta che me lo dici, non lo sapevo prima"
"Sapessi quante cose che non sai di me!" e che avrei tanto voluto dirle, un giorno.
Continuammo quella strana ma tranquilla conversazione ancora per un pò, quella notte mi addormentai per l'ultima volta sul divano mentre lei occupava il mio letto pensando che sapevo almeno qualcosa in più di lei: sapevo che sua mamma si chiamava Jules e suo padre John, sapevo che aveva tre fratelli più grandi di lei, che si era diplomata tre anni prima, che parlava italiano, francese e spagnolo, che era nata a Los Angeles ma i suoi si erano trasferiti qui a Londra quando aveva solo 8 anni, che i pochi amici che aveva erano persone che lei considerava sbagliate..il che mi fece pensare che in fondo la ragazza giudiziosa, normale, con dei sentimenti e dei pensieri esisteva ancora da qualche parte, bastava solo farla tornare.

Pov Kristen

"Respira Kris, respira"
Più me lo ripetevo, più mi veniva difficile, eppure era necessarioc he lo facessi, d'altronde erano i miei genitori, era casa mia. Robert aveva ragione forse, forse non era tuto perso, qualcosa poteva salvarsi, perchè non provarci? Nel peggiore dei casi sarei tornata nel mio stato di insensibilità verso la vita.
Che tipo. Era strano forte, un secondo era stronzo, sfacciato, il secondo dopo era riflessivo, serio, quello dopo ancora incazzato, o dolce o chissà cosa. Eppure non provavo più quell'antipatia che sentivo il primo giorno che lo incontrai. In fondo non era così male, sentivo di potermi fidare di lui, forse avevo bisogno di un amico così. Mi aveva regalato tre giorni di pace assoluta, non aveva chiesto niente in cambio e non si era permesso di fare più di quanto gli avevo concesso, a parte quegli attimi di...
"Sei agitata?"
"No, va tutto bene. No ok, sono terrorizzata"
"Sono i tuoi genitori Kristen, di cosa devi essere terrorizzata? E' casa tua, andrà tutto bene, se vuoi rimango qui e vai da sola"
"No ti prego, l'ultimo favore che ti chiedo, prometto, non lasciarmi da sola, mi blocco e non so cosa dire, oppure divento aggressiva e scappo via, accompagnami tu per favore"
"Sei sicura?"
"non te l'avrei nemmeno chiesto se non lo fossi"
"D'accordo allora, almeno ti fermo se provi a scappare"
Si, avevo decisamente bisogno di un amico come lui. Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso casa dei miei genitori, oggi mamma non avrebbe lavorato, era il suo giorno libero. Arrivammo subito, abitavo davvero vicino alla sua dependence, e parcheggiammo nella strada su cui si affacciava l'entrata principale di casa mia, davanti...alla mia macchina!
"L'hai portata tu qui??"
"Se non lo avessi fatto penso che a quest'ora sarebbe solo un privè per drogati"
"Oh, beh...io......grazie"
"Ma figurati, è una cosa da niente!"
"Allora vaffanculo" e gli sorrisi
"Adesso ti riconosco! Pronta?"
"No. Andiamo"
Chiesi a Rob di bussare alla porta per me, io avevo le mani troppo tremolanti per farlo, continuavo a muovermi guardando a terra i mattoncini del vialetto di casa mia, non avevo il coraggiodi alzare lo sguardo.
"Ciao Kristen"
"Mamma..." le parole rimasero bloccate nella mia gola, non riuscii a finire la frase
"Ti serve qualcosa, Kristen?" no mamma, non ho bisogno di niente, solo di voi.
"No, ehm..io...sono tornata"
"Ah si? Ti sei decisa finalmente? E come mai? Sentiamo" avevo immaginato per tutta la notte di trovare mia madre arrabbiata, ero scappata via di casa per l'ennesima volta senza farmi più sentire..non immaginavo però di trovare tanta freddezza.
"Voglio tornare a casa mamma, tutto qui" sentivo gli occhi che iniziavano a bruciare mentre le lacrime iniziavano a farsi vive in loro, sarei scoppiata a piangere da lì a qualche secondo. Lo stesso stava succedendo a lei.
"Pensi che questa volta possa bastare? Non è così Kristen, troppe volte hai sbattuto questa porta alle tue spalle sparendo per Dio solo sa quanto tempo, ho passato troppe notti ad aspettare che tu tornassi, a pensare a dove potessi essere, ti cercavamo ovunque, ma hai sempre fatto di testa tua" le lacrime le rigavano il volto, il suo tono era un misto tra l'arrabbiato e l'angosciato.
"Mamma ma..."
"Niente ma Kristen, io non sono tua madre solo quando decidi che forse ti fa più comodo stare a casa, ho cercato di essere la madre migliore del mondo per te, ti ho fatto studiare, ti ho dato tutto pur di vederti felice, ma tu non sei mai stata contenta e per far felice te stessa hai fatto impazzire me, adesso credimi non ho più le forze di lottare un'altra volta"
"Mamma io ho bisogno di te" adesso le lacrime scendevano sul mio viso ininterrotte
"Tu non hai bisogno di me, semmai ne avessi avuto non saresti scappata ogni volta, se davvero mi avessi voluto bene non mi avresti fatto tutto questo, saresti rimasta con me, avremmo affrontato tutto insieme"
"Signora Stewart mi scusi se.." Robert fece per dirle qualcosa vedendo che io ormai avevo anche perso la forza di parlare
"Tu non ti mettere in mezzo! Chi sei, un altro dei suoi amici di letto?" guardò Robert con uno sguardo che avrebbe incendiato un iceberg, poi si rivolse a me: "Beh allora, chi è lui? Un nuovo nome sulla tua lista? Lo sai, io mi vergogno di averti come figlia! Mi vergogno! E adeso vattene per favore, prima che tuo padre ci senta e ti allontani con la forza"
"Non lo farà signora, non finchè io sarò qui con lei! Andiamo Kristen"
"Andiamo dove Robert?? Lei è mia madre cazzo, non può buttarmi fuori di casa così, non può!!!" il cuore mi batteva così forte che temevo sarebbe potuto uscire fuori dal petto, corsi verso mia madre, l'abbracciai forte "Ti prego mamma, ti prego. Non succederà mai più, cambierò, è una promessa"
Il viso distrutto di mia madre mi provocò una stretta al cuore che credevo stessi per morire
"Non ti credo più Kristen, lo hai detto troppe volte, non ti credo più. Buona fortuna figlia mia"
E lasciando la mia presa entrò in casa lasciandomi lì fuori come una perfetta estranea.
Mia madre mi aveva cacciata di casa.
Robert soffocò le mie urla disperate facendomi alzare in piedi dopo che le gambe avevano ceduto facendomi cadere in ginocchio, stringendomi a sè e costringendomi a tenere la testa contro il suo petto, stavo impazzendo, me lo sentivo, avevo voglia di urlare, di rompere quelcosa. Anche i miei genitori mi avevano buttata via. Un battito in meno del mio cuore ogni secondo che ci pensavo.
"Calmati Kristen, è arrabbiata adesso, le passerà, prima o poi le passerà"
"Io..lei..non mi vuole più Robert..."
Non feci in tempo a capire cosa mi stesse rispondendo, il buio mi avvolse in un baleno.

Aprii gli occhi trovando Robert seduto accanto a me, era preoccupato, da quanto dormivo?
"Come ti senti?" feci mente locale, mi ero svegliata di prima mattina per sistemarmi, sarei tornata a casa mia oggi.....
"Lei non mi vuole" mi misi a sedere e le lacrime silenziose rigarono subito il mio viso, abbassai la testa per evitare di farmi vedere da lui, ma mi sollevò il mento con l'indice.
"E' solo arrabbiata Kristen, dalle tempo, ha sofferto anche lei"
"Io conosco mia madre Rob, non è come dici tu, lei è categorica su queste cose, non tornerò mai più in quella casa se ha deciso così" il mio pianto divenne più isterico, Rob si avvicinò a me e mi accolse tra le sue braccia
"Perchè? Perchè tutto a me? Perchè non posso avere una vita normale?"
"Perchè nessuno ha una vita normale, tutti abbiamo delle gioie e delle disgrazie" Mi accarezzava i capelli dolcemente mentre mi parlava, mi sentivo al sicuro in quel momento nonostante l'attimo prima il senso di smarrimento prevaleva su tutto.
"Io non conosco la parola gioia, io non so cos'è la felicità, cos'ho fatto per meritarlo?"
"Shh, calmati Kristen, arriverà anche il tuo momento, devi avere pazienza, solo pazienza"
"Lei non mi vuole...lei non mi vuole..."
"Cambieranno le cose, vedrai"
"Adesso che faccio? Dove vado, cosa diventerò? Ho paura Robert"
"Non andrai da nessuna parte, starai qui con me, sai che non mi dai fastidio, cercherò di dartene il meno possibile anche io e.."
"Tu non mi dai fastidio, non più"
"Cosa?"
"Tu non mi dai più fastidio. Sento che potremmo diventare amici, sento che posso fidarmi di te, forse." Era davvero così, mi sentivo al sicuro da ogni male lì dentro, in fondo sparire per rimanere rinchiusa in quella gabbia d'oro non sarebbe stato un sacrificio per me e di certo nessuno avrebbe sentito la mia mancanza.
"Robert, ci pensi a quanto è triste? Io sono sola..non c'è una persona in questo mondo che mi voglia bene"
"Bene, allora direi che possiamo definirci amici, solo io, sola tu, due soli che da oggi saranno 'soli insieme'.. " sapere che sarei rimasta in quel posto mi tranquillizzò all'istante, sia per il posto così rassicurante, sia perchè LUI mi trasmetteva tranquillità, era l'unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento. Forse aveva ragione lui, il tempo avrebbe aggiustato tutto "dunque Stewart, amici?"
"Amici"




   
 
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