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Autore: PsYkO_Me    19/12/2011    6 recensioni
Cosa potrebbe accadere secondo voi se Gokudera si rendesse conto che quella che prova non è semplice stima nei confronti del suo Decimo? Quel giorno era in ritardo, aveva fatto attendere il suo Juudaime, ma lui l'aveva accolto come sempre. Gokudera varca la soglia di quella casa come ogni volta, ignaro che quello sarebbe stato un giorno differente dagli altri...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo correndo con una busta in mano cercando di non andare nel panico. Ero già in ritardo di 5 minuti e 24 secondi e non potevo di certo far aspettare così tanto il mio juudaime. Cavolo se ci pensavo non facevo altro che auto-deprimermi. Io, io che sono il suo braccio destro non potevo fare una cosa tanto ignobile a lui. Cosa avrebbe pensato di me? Oh cavolo ora non mi avrebbe più voluto al suo fianco. Ora Yamamoto avrebbe avuto campo libero. Già me lo immaginavo con i suoi occhi abbandonati nello sguardo di Tsuna... No! Solo io posso essere il suo braccio destro! Non lascerò mai che accada una cosa del genere! Dannato credevi di vincere eh?! Aumentai la corsa giungendo finalmente dinnanzi la casa del decimo. Suonai e aspettai che mi aprissero, quando mi aprì proprio lui.
«Juudaime! Scusami tanto per il ritardo! Ecco qui quello che mi avevi chiesto!»
Tsuna mi guardò con degli strani occhi. Ecco lo sapevo, avevo tradito la sua fiducia! Sono proprio un buono a nulla. Non merito questo ruolo.
«Gokudera? Che ci fai qui?»
Per poco la busta non mi cadde dalle mani. Il decimo si era dimenticato? Stava cercando di ignorare i miei servigi? Preferiva già Yamamoto a me? Voleva già rimpiazzarmi? Non mi voleva più nella famiglia?
Mi raggomitolai depresso sopra allo zerbino, disegnando cerchi immaginari con l’indice. Ormai era tutto perduto. Il mio juudaime non mi voleva più. La mia vita era un esistenza inutile. All’improvviso però, alzai di colpo la testa. Una mano calda era appoggiata sulla mia spalla. Fissai quei grandi occhi sorridenti e un po’ preoccupati, incantato dalla loro lucentezza.
«Hei Gokudera! Tutto bene? Vuoi entrare?»
Sentivo i miei occhi man mano farsi sempre più lucidi. «Juudaime» dissi soltanto e lo abbracciai senza esitazione. Era proprio un amore il decimo. Nessuno aveva un cuore grande quanto il suo.
«G-Gokudera mi stai strozzando. Per favore!»
Mollai la presa e sorrisi. «Se è una richiesta del decimo lo faccio volentieri.»
Mi lanciò un mezzo sorriso e mi invitò nuovamente a entrare. Tolsi le scarpe e lo seguii in camera sua. Era girato di spalle e stava aprendo la finestra. Un vento leggero entrò nella stanza accarezzandomi la pelle del viso. Associai quella sensazione di calma e delicatezza al decimo. Lui era sempre così delicato che mi veniva spontaneo volerlo proteggere. Lo fissai a lungo sentendo una strana sensazione al petto. Quando si girò sussultai rimanendo con le labbra leggermente tese, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo. Il vento che poco fa mi aveva accarezzato dolcemente ora lo stava sfiorando cullandogli i capelli. I suoi occhi mi guardavano come se mi penetrassero nell’animo. Mentre un sorriso sincero si disegnò sul suo viso. Risplendeva  di una luce mai vista. Calda, innocente, fiduciosa, pura. Per la prima volta mi venne un dubbio: davvero ero così attaccato a lui solo perché era il mio caro boss? E se questo fosse...
«Allora Gokudera? Cos’è che mi avevi portato?»
Fermai i miei pensieri e osservai immediatamente la busta. «Oh beh ho portato...» ma mi bloccai guardando ancora il viso del decimo, non capendo più cosa mi stesse succedendo. Lui era lì continuando a sorridere, curioso di vedere cosa avessi portato. Le labbra iniziarono a pizzicarmi. Cercai di inumidirle con la saliva ma qualcosa mi portava a volere le sue labbra. Arrossii di colpo realizzando cosa mi stesse accadendo. Indietreggiai e mi stampai contro la porta sotto gli occhi perplessi del mio juudaime.
«Qualcosa non va Gokudera? Stai bene?»
No, cioè sì! Cioè, non lo so! È normale provare queste cose per il decimo? Sentivo il cuore battere a mille e la testa girare. Forse avevo la febbre? Forse ero stanco? No non poteva essere. Io sapevo già la risposta, ma mi sembrava impossibile crederci. Le labbra intanto mi bruciavano sempre di più e più le inumidivo, più la voglia di baciarlo aumentava.
«Gokudera?»
Disse avvicinandosi. Mi portai immediatamente una mano sulle labbra mentre portai in avanti l’altra.
«Juudaime! Per favore mi stia lontano!»
Lui si fermò. Sembrava pensare a cosa fare. Esitò un attimo nel cercare di allungare una mano, poi lentamente avanzò con un piede e poi con l’altro, fino a riprendere l’avanzata. Mi appiattii contro la porta cercando di aprirla senza staccare gli occhi da lui. Quando uno scatto attirò la mia attenzione e scappai verso la prima porta che trovai. Sentivo i passi di Tsuna correre dietro di me e fermarsi quando chiusi la porta della stanza in cui ero arrivato. Mi guardai attorno. Ero finito in bagno e non c’era niente per bloccare la porta.
«Hei Gokudera? Gokudera aprimi!»
Diceva mentre picchiava sulla porta. Ma non potevo aprirgli. Sarei stato capace di tutto in quel momento.
«Gokudera.»
La voce del decimo si affievolì insieme all’ultimo pugno sulla porta. Sentii il suo corpo cadere a terra di botto e un lungo silenzio a seguirlo. Rimanemmo così, schiena contro schiena separati da quell’uscio. Era il silenzio più pesante della mia vita. Stavo facendo una pessima figura con il decimo per salvarlo da una ancor peggiore. Io sono proprio...
«...un disastro.»
Mi sorpresi a quelle parole. Cosa mai stava pensando Tsuna?
«Sono un disastro perché ora Gokudera, stai scappando da me e io non ne comprendo nemmeno il motivo. Se non riesco a capire i miei amici, come potrei mai proteggervi? Sono sempre stato un po’ imbranato, però almeno i miei amici dovrei aiutarli se hanno bisogno, no? Ma se non posso fare nemmeno questo allora non merito questo stupido ruolo del decimo dei Vongola. Mi dispiace che tu metta sempre in gioco la tua vita per me e io non posso fare mai niente per te. Scusami tanto, Gokudera.»
Spalancai di colpo la porta. Non appena incrociammo i nostri occhi, notai le sue grandi pupille immerse nello sconforto. Mi guardò con quel misto di stupore e di appagamento, poi mi sorrise tra un velo di tristezza. Non potei resistere a quella visione. Mi apprestai ad abbracciarlo con tutta la forza che avevo, cercando di trasmettergli tutto il calore che il mio cuore poteva dare.
«No decimo. Sei tu che mi devi scusare. Sono io che...»
«Gokudera... Va tutto bene?»
Lo guardai negli occhi tenendo le mie mani sulle sue braccia. Il mio sguardo era sicuramente triste, perché il mio cuore non era affatto contento. Non credevo alle parole che avevo sentito.
«Decimo, come puoi chiedermi questo? Come puoi pensare a me? Io potrò essere felice soltanto quando anche tu lo sarai!»
Mi prese anche lui per le braccia, avvicinandosi con il viso.
«E io non potrò essere felice se tu mi eviti in questo modo.»
Del calore inondò tutto il mio corpo come un dolce veleno. Mi sentivo leggero, ma allo stesso tempo mi sentivo come se avessi avuto delle catene. Ormai il decimo era diventato la persona più che importante per me, era diventato colui che amavo. Sapevo che era sbagliato, sapevo che non dovevo farlo, sapevo che non sarebbe più stato come prima. Ma stavolta non fu la ragione a prevalere sulle mie azioni. Allungai la mano sul suo viso e avvicinai pian piano le mie labbra alle sue. Lui non si mosse. Poco prima di appoggiarle, sentii il suo respiro farsi sempre più profondo. Mi feci avanti, assaggiando la sua dolce lingua. Intrecciammo e mescolammo le salive, cercando gusti sempre più differenti. Ci abbandonammo a quell’amabile piccola lussuria, lanciandoci sguardi tra un bacio e l’altro.
«Juudaime»
Respirai. Lasciando che la mia saliva gli accarezzasse il collo. Su e giù, assaporando la sua pelle e il suo profumo. Lasciai che i miei istinti mi guidassero, iniziando a succhiare delicatamente la sue pelle mentre la mia mano scorreva dal suo torace fino all’orlo dei pantaloni. Sfumando la mia saliva sul suo collo, portai la mia mano a sganciare i pantaloni e a affondare sotto i boxer. I suoi respiri si trasformarono in gemiti e il suo corpo iniziò a tremare.
«Juudaime...»
«G... Gokudera...»
La mia mano era ormai fuori dal mio controllo, in grado soltanto di soddisfare i piaceri più nascosti di Tsuna. Sotto di me, lui inarcò la schiena emettendo gemiti sempre più forti. Cercando di resistere a quel desiderio sfrenato, strinse i denti, poi mi guardò con uno sguardo pieno di sensualità e ripeté il mio nome. Era la visione più bella ed eccitante del mondo, mai avevo creduto di poter veder quel viso preso dalla lussuria. E soprattutto, mai avrei pensato che sarebbe accaduto per mano mia.
«Gokudera... ah...»
Posai le mie labbra ancora su quelle morbide e delicate del decimo. E quando venne, finalmente dissi ciò che avrei voluto dire da tempo.
«Ti amo.»
 
 


____
Uddio! Ho pubblicato anche questa! Non posso crederci... 
E' da anni (seriamente) che voglio pubblicare qualcosa e solo oggi mi son decisa a farlo! 
Questa è una storia che ho scritto qualche mese fa. No, forse un anno fa... xD 
Mi scuso per gli errori! I tempi verbali sono il mio punto debole, di sicuro avrò sbagliato qualcosa! xD
   
 
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