shghggaycysdhgcfsdghfhgsdhgfgh è tutto ciò che possiamo dire per descrivere adeguatamente come stiamo *___*.
Detto questo, eccoci qui al capitolo 4, il penultimo! Grazie a tutte le fantastiche ragazze le cui menti hanno pensato il soprannome 'Scialba Shelby'. Cloe l'ha rubato e messo in vostro onore in questo capitolo xD. Pensiamo che Haley vi farà morire dal ridere perciò ahahah tenetevi forte mentre leggete...anche perchè finalmente molti punti oscuri saranno rivelati O______O. Vogliamo ringraziare ancora una volta tutte voi che continuate a seguirci e a dimostrarci una dose enorme di amore su fb. Non pensavamo di trovare amiche così in sintonia con noi (e anche un pò pazze come noi hihihi ).
Bene vi lasciamo al capitolo e...
E chi sarà al campanello??? O_O
Buona lettura!!!!
P.S= Il capitolo è diviso in due pov diversi e se volete c'è un piccolo suggerimento musicale da ascoltare dal Kris pov in avanti.
Un mega bacio!!
- POV Robert
- Rimasi ansimante
con
le mani sul ripiano della cucina. Kris se n’era andata al
suono del campanello
ma riuscivo ancora a sentirla addosso. Le sue labbra, la sua pelle, il
suo
sapore, il suo..
- Chiusi gli
occhi, cercando
con ogni parte di me stesso di riprendere il controllo, ma fu tutto
inutile.
Avevo cercato per giorni di dire a me stesso che lei era solo..solo un
vecchio
amore.
- Solo la madre di
mia
figlia.
- Solo una
potenziale
amica futura.
- Che lei era
solo..solo
Kristen.
- Ma, dopotutto,
era
proprio questo il problema.
- Lei era Kristen. Lei
e nessun’altra. Nessuna sarebbe mai stata lei: la mia
amante, confidente, migliore amica. Tutto allo stesso tempo.
- Però
c’era qualcun’altra
nella mia vita adesso, qualcuno che sarebbe stato distrutto e devastato
se
avesse saputo ciò che avevo fatto.
- Io mi stavo per
sposare. Stavo per sposare una donna forte e fantastica che mi aveva
letteralmente salvato da me stesso, dall’alcool e dalla
depressione che avevo
attraversato. Avevamo condiviso sette anni insieme e..e non si meritava
un
trattamento simile. Io le dovevo tutto, ogni singola cosa buona che
avevo fatto
dopo Kristen. Non potevo gettare tutto al vento per un bacio che non
significava
nulla e..e anche se il campanello non fosse suonato noi ci saremmo
fermati.
- Certo, come no.
- Perché
quello era
stato solo un errore.
- Un
bell’errore, però.
- Forse avevo
avuto uno
di quegli strani momenti di debolezza che tutti hanno prima di fare il
grande
passo. Sì, era per questo che l’avevo fatto:per
provare che non c’era più nulla
tra me e Kristen. E, infatti, quel bacio non aveva significato niente.
- Bugiardo.
- “Cazzo..”
- Avrei continuato
ad
angosciarmi e a parlare come un pazzo con la mia coscienza se non
avessi
sentito una voce famigliare mescolata a quella di Kristen. E ogni mio
pensiero
sul fatto che quella persona non
potesse essere lì, si volatilizzò quando vidi la
figura alta ed esile di Shelby
entrare in cucina come un tornado impazzito, seguita a ruota da una
confusa e
scioccata Kristen.
- Entrambe erano
rosse
in viso, seppur chiaramente per due ragioni opposte. I miei occhi
incrociarono
per un attimo quelli di Kristen, enormi ed imbarazzati; uno specchio
esatto di
quelli che dovevano essere i miei.
- “Tu
che ci fai qui?”.
- Il mio tono di
voce
uscì totalmente sbagliato e mi sentii in colpa
nell’esatto istante in cui colsi
il dolore sul volto di Shelby.
- “Io..insomma,
volevo
dire. Come sei arrivata? Quando..io..” balbettai.
Perché diavolo averla lì,
nella cucina di Kristen, sembrava
così
sbagliato e fuori luogo mentre esserci io sembrava
così..giusto?
- “Beh,
non certo grazie
a te” la voce di Shelby era strana, diversa dal suo solito
tono allegro e
gentile. “Hai detto che dovevi venire a Vancouver a risolvere
una faccenda. Una
faccenda? A dieci giorni dal nostro matrimonio? Ma io..io mi sono
fidata di te.
E poi Tom si fa sfuggire il suo nome” puntò il
dito contro Kristen, senza però
togliere gli occhi da me “Non mi ci è voluto molto
per farmi dire che eri qui
con lei, a casa sua e..” una lacrima le rigò il
viso e mi sentii morire.
- “Tom
non ti ha
spiegato. Shelby, c’è una spiegazione logica
a..”
- “Una
spiegazione
logica? Una..” cercò di prendere un lungo respiro
anche attraverso le lacrime
“Stai vivendo qui con lei da una settimana, mentendomi, e tra
dieci giorni noi
dovremmo sposarci! E hai anche il coraggio di dirmi che
c’è una spiegazione
logica?”
- A quel punto
kris fece
un passo avanti. “No, aspetta, lo so che sembra brutto
ma..è tutto un grosso
malinteso.”
- Shelby
scattò,
guardandola con un odio che non avevo mai visto sul suo volto.
“Tu stai zitta.
Dopo tutto quello che gli hai fatto, hai davvero un bel coraggio
a..”
- “Che
sta succedendo?”
- Tutti e tre
sobbalzammo e ci ritrovammo a fissare la porta della cucina dove Haley
se ne
stava appoggiata allo stipite.
- “Perché
urlate? State
litigando? Non litigate, dai..” i suoi occhi assonnati si
posarono su Shelby e
si spalancarono. Non perse neppure un secondo a gettarsi su di me,
impaurita.
- “Sei
una ladra?” domandò
cauta rivolgendosi a Shelby “No, forse sei una pazza. Hai
l’aria di una appena
uscita dal manicomio. Vuoi ucciderci tutti e farci a pezzi ?”
- “Cosa?
Io..no. Ma chi
diavolo sei tu?”
- Haley
alzò il viso
verso di me. “Papà ma questa chi
è? Tu la
conosci?”
- Le avrei
risposto ma
il gemito sorpreso e sconvolto di Shelby mi distolse da mia figlia.
- Kris si
schiarì la
voce, passandosi le mani nei capelli. “Io.. amore questa
donna è la fidanzata
di papà, non è una pazza. Lo sai che
papà ha una fidanzata, no? Te l’avevamo
detto..”sibilò tra i denti “E io ti
avevo detto che dovevi dire tutto a Shelby,
Rob”
- E avrei davvero
dovuto
farlo perché lei sembrava letteralmente sul punto di svenire
o di collassare.
Il suo sguardo passava, angosciato, su noi tre senza sapere su dove
posarsi.
- “Haley,
vieni. Andiamo
di sopra. Ti leggo una storia..”
- “Ma io
voglio dormire
con papà” alzò gli occhi e sporse il
labbro all’infuori “E poi vorrei una tazza
di cioccolata, mi è venuta fame”
- “Haley..”
- “Papino
ti
preeeeeeeeeeeeeeeego”
- Avrei voluto
poter
cedere come facevo sempre e dirle che avrei fatto tutto ciò
che voleva, ma ero
troppo focalizzato sul volto pallido e sconvolto della mia fidanzata.
- “Fatti
fare la
cioccolata dalla mamma” risposi “Poi dopo vediamo
cosa fare. Io devo parlare in
privato con Shelby.”
- Non
sembrò affatto
felice della risoluzione della cosa ma si sedette ugualmente al tavolo,
senza
obiettare e con un grosso broncio sul viso.
- Presi
delicatamente la
mano di Shelby nella mia e la condussi al piano di sopra, fino alla
camera che
occupavo. Dopo essersi seduta sul letto e aver bevuto un po’
d’acqua sembrò
aver riacquistato un colorito leggermente più roseo.
- “Io..non..non
capisco”
- “Lo
so, lo so” mi
sedetti al suo fianco e la circondai con le braccia.
- Come diavolo
avevo
fatto ad essere così idiota? Ero stato assorbito da Haley e
dal mio volerla
solo per me ma quella donna era la mia fidanzata. La mia futura moglie
e..e
presto avrei dovuto dividere ogni piccola cosa della mia vita con lei.
Compreso
il mio amore per mia figlia. Tenendola all’oscuro avevo solo
rischiato di
ferirla irreparabilmente ed era l’ultima cosa che avrei
voluto fare.
- “E’
una storia lunga e
complicata. Ascoltami, ok?”
- Annuì
e si voltò a
guardarmi. Questa volta seria e senza più lacrime agli occhi.
- Iniziai la mia
storia
partendo da ciò che era successo il giorno del provino. Non
era necessario
rivangare i dettagli più tristi della fine della mia storia
con Kristen visto
che sapeva già ogni cosa e di questo fui immensamente grato.
I suoi occhi si fecero
enormi e carichi di rabbia e comprensione mano a mano che le spiegavo
tutto ciò
che era successo in quei giorni. Eppure mi ritrovai a escludere dal mio
racconto alcune parti e, paradossalmente, le più importanti.
I momenti che ci
avevano avvicinati in quei giorni, le piccole cose che avevamo
condiviso
insieme: i film sul divano, le cene a tavola, i giochi..
- “Una
figlia..” il
gemito si Shelby mi riscosse dal mio torpore “Wow,
è..è scioccante.”
- “Già..”
- “Io..”
strinse i pugni
sulle ginocchia, livida “Ho una gran voglia di andare
lì fuori e prenderla a
calci in culo. Come ha potuto tenerti nascosta tua figlia per sette
anni? Certo
posso capire che non sapere chi il padre fosse deve averla fatta
sentire una
sgualdrina, che poi è quello che è..”
- “Shelby
non dire così”
- I suoi occhi mi
fissarono scioccati. “La difendi? Perché diavolo
la difendi?”
- “Io
no..non la difendo
ma per Haley..” sospirai cercando di scacciare il fastidio
che le parole di
Shelby mi avevano procurato.
- Kris non era
affatto
una sgualdrina, lei era..una brava madre e..
- “E’
la mamma di Haley
e bene o male saremo legati per sempre. Perciò credo che la
cosa migliore sia
avere tutti un rapporto sereno e ripartire da zero. Non voglio che mia
figlia
si senta stretta fra due fuochi e non sappia cosa dire o come
comportarsi.”
- I suoi occhi si
addolcirono velocemente. “Hai ragione, ovviamente.
Insomma..scusami. Se tu la
puoi perdonare di certo posso farlo io. In fondo è sempre
stato quello che ti
ho detto di fare: dimenticare il passato e andare oltre.
Perciò sì..cercherò di
essere il più civile possibile. E..oddio ti ho accusato di
tutte quelle cose
orribili quando sono arrivata”
- “Non
fa niente, eri
sconvolta e..”
- Prima che
potessi rendermene
conto le sue labbra erano sulle mie, morbide e calde. Così
simili a quelle di
Kristen eppure così diverse..
- Si
staccò e, quando
tornò a guardarmi, aveva un espressione triste e mortificata.
- “No,
è stato
imperdonabile. Come se tu e lei poteste..insomma, dopo tutto
ciò che ti ha
fatto dovevo capire che tra voi due non potrebbe esserci più
nulla. Sono stata
davvero una sciocca,vero?”
- Se avessi voluto
quello sarebbe stato il momento per essere sincero. Per dirle del
bacio, per
dirle..
- Ma
c’era poi davvero
qualcosa da dire?
- Confessarle la
verità
avrebbe cambiato qualcosa o sarebbe servito solo a ferirla
irreparabilmente?
- Bacio o non
bacio io e
Shelby ci saremmo comunque sposati presto; le avevo fatto una promessa
e
l’avrei mantenuta ad ogni costo.
- “Sciocca?
Solo un
pochino” sussurrai “Ma ti amo comunque”
- Avvicinò
nuovamente il
volto al mio. “Anche io ti amo.”
- “Ehm..ehm..”
- Ci allontanammo
di
scatto e una Haley piuttosto arrabbiata si gettò sul mio
grembo allacciandomi
le mani al collo e affondando il capo sul mio petto.
- “Cattivo,
avevi detto
che venivi da me e invece la mamma voleva mandarmi a dormire senza di
te”
sbottò “E invece io non ci vado se tu non ci
sei.”
- Strinsi il suo
corpicino caldo a me, beandomi di quelle attenzioni. Mi aveva accettato
con gioia
sin da subito e vederla ricercare il mio affetto costantemente mi
faceva
sentire amato come
mai prima.
- “Dormo
con te, ok? Non
preoccuparti” sussurrai respirando il buon profumo dei suoi
capelli. “Prima
però vorrei presentarti ufficialmente una persona che per me
è molto
importante. Haley, questa signora si chiama Shelby ed è la
mia fidanzata.
Shelby, lei è Haley, la mia bambina.”
- Shelby fu la
prima a
sporgere la mano e a salutare con un sorriso. Haley la
scrutò per un attimo
prima di allungare, titubante, la manina.
- “Piacere”
disse “Scusa
se non ti ho riconosciuta subito, prima. Ti avevo già vista
su un giornale ma
sembravi diversa.” Tossicchiò “Immagino
che Photoshop faccia miracoli.”
- Oh ca..
- Iniziavamo bene!
- “Ok,
beh è ora della
nanna. Tutti a dormire, su, domani ci aspetta un lungo volo fino a
Londra” mi
alzai tenendo Haley tra le braccia “Shelby, il nostro
programma era di partire
domani col volo delle 11. Se avessi saputo che..”
- “Oh
non preoccuparti”
scosse la mano e mi resi conto che era ancora un po’ confusa
su come
interpretare la battuta su Photoshop “Mi prenoto un posto su
internet. Di
solito in prima classe c’è sempre
disponibilità residua.”
- Le diedi un
bacio
veloce sulle labbra e, quando mi allontanai di un passo, i miei occhi
si
posarono su Kris, ferma sulla porta con un’espressione
assorta e illeggibile
sul volto.
- Illeggibile,
forse per
chiunque, ma non per me.
- Stava pensando
al
nostro bacio, esattamente come avevo fatto io sino a quel momento.
- “Buonanotte,
allora” mormorai, oltrepassandola
con Haley fra le braccia.
- Scossi il capo.
Non
c’era niente a cui pensare.
- Niente.
- “Dimmi
ancora una
volta che tu non c’entri”
- “Io
non c’entro”
ripetè Haley tranquilla, troppo assorbita
dall’ambiente circostante per prestare
davvero attenzione alle mie parole.
- “Haley..”
- “Guarda
che forte la
mia stanza!” Corse attraverso il piccolo salottino di una
delle suite del Ritz,
seguendo il ragazzo che ci aveva aiutati con le valige. “Non
sono mai stata in
così tanti alberghi diversi! E tutti bellissimi”
- Si
gettò sul letto,
scompigliando tutti i cuscini e il copriletto, troppo felice per poter
essere
contenuta..
- “Le
serve altro
signore?”
- Scossi il capo,
dando
una bella mancia al ragazzo che uscì dalla stanza
lasciandoci soli.
- Kristen
entrò in
quella che, per i giorni seguenti sarebbe stata la camera di Haley, e
si
sedette sul letto accanto a lei.
- “Tuo
padre ti ha fatto
una domanda e voglio che gli rispondi. Sinceramente.”
- E io non potei
trattenere un mezzo sorriso notando che quella situazione rispecchiava
totalmente le mie fantasie. Quando eravamo insieme avevo sempre pensato
che io
sarei stato il papà buono e permissivo e lei la madre che
faceva rispettare le
regole e, infatti, le cose stavano andando esattamente così.
- Mi ricomposi
quando
Kris mi lanciò un’occhiataccia.
- Haley si mise
seduta
composta e alzò gli occhi al cielo molto teatralmente. Come
diavolo aveva
pensato di non essere una buona attrice era incomprensibile per me,
visto che
era chiaramente tagliata.
- “Mi
ferisce molto che
i miei genitori, coloro che mi hanno dato la vita, pensino questo di
me”
sollevò lo sguardo indignata “Io non ho fatto
nulla”
- La sua risposta
non mi
suonò affatto convincente ma il mio amore per lei era
così spropositato ed
enorme che, anche se quella fosse stata una bugia, non me la sarei
presa poi
più di tanto. Certo, Shelby era tutta un’altra
storia..
- La mattina di
partire
per Londra Shelby non era più riuscita a trovare il suo
passaporto salvo
scoprire, due ore dopo, che era misteriosamente finito nel tritarifiuti. Questo aveva significato
che Shelby era
dovuta andare al consolato britannico a farsi fare un certificato
provvisorio e
aveva perso il nostro volo.
- “Papà”
Haley mi posò
una mano sulla spalla “Mi spiace davvero. Ma devi ammettere
anche tu che Shelby
era molto sconvolta quando è arrivata a casa nostra. Forse
ha posato la borsa
in cucina e forse il passaporto è caduto accidentalmente nel
lavello e forse il
tasto dei tritarifiuti si è attivato da solo e..”
scosse le spalle “Dopotutto è
anche colpa tua”
- Strabuzzai gli
occhi,
mezzo divertito. “Mia?”
- “Beh,
se tu le avessi
detto chi ero sin da subito..” tagliò corto
“E adesso scusate ma mi devo
vestire per incontrare i nonni. Mi metto un vestito, ok? Le nonne delle
mie
compagne vogliono sempre che siano eleganti anche se a me i vestiti
proprio non
piacciono molto. Farò questo sforzo..”
- Si
legò i capelli
biondi in una coda alta e corse ad afferrare la sua valigia,
trascinandola in
bagno e barricandosi dentro a fare chissà che cosa. Dovevo
ammetterlo, la
amavo, ma dovevo ancora capire da chi diavolo aveva preso tutta quella
energia,
parlantina e vivacità. Di certo non da me e Kristen che
tendevamo ad essere
piuttosto pigri e solitari. Forse da Lizzie, pensai con un sorriso.
- Avevo detto a
tutti
che ci saremmo incontrati a casa dei miei quel pomeriggio alle quattro
e, ad
essere sincero, non vedevo l’ora. Tom era il solo a sapere
chi Haley fosse,
mentre per gli altri sarebbe stata una vera e propria sorpresa.
- Una bomba
atomica più
che una sorpresa, ma non c’era un modo soft per comunicare la
notizia. Non a
questo punto almeno.
- “Mi
spiace” Kristen
posò la mano sulla mia, naturalmente, e il gesto
causò una vera e propria
scarica di adrenalina nel mio corpo.
- Stai calmo, stai
calmo..
- “Mmm,
per cosa?”
- Rise.
“Lo sai che è
stata lei. Non so cosa le sia passato per la testa. Forse ha paura che
quando
ti sposerai non avrai più molto tempo per lei e ha voluto
guadagnare un paio di
giorni per averti tutto per se.”
- “Non..non
voglio che
lei pensi questo” risposi veloce. “Insomma, voglio
che sappia che io ci sarò
sempre e che..Dio devo ancora parlarne con Shelby ma posso prendermi un
po’ di
tempo libero dal lavoro e magari cercare una casa a
Vancouver.”
- Kris
rafforzò un po’ la
stretta su di me e, in un gesto totalmente inatteso, posò il
capo sulla mia
spalla. “Troveremo un modo, vedrai.”
- Sentii ogni
nervo,
ogni fibra del mio corpo irrigidirsi al contatto del suo corpo contro
il mio. E
il suo profumo.
- Non
durò più di due
secondi. Si staccò subito, non appena si accorse di cosa
aveva fatto. Non so se
il suo gesto fosse dovuto ad un attimo di debolezza o se , per un
istante,
avesse pensato di essere tornata nel passato.
- Di certo, per
me, era
stato così.
- “Scusa,
non..”
- “Kris
non..”
- Parlammo
insieme,
contemporaneamente, imbarazzati come due ragazzini.
- Sussultammo
quando
sentimmo scattare la serratura del bagno ed Haley uscì dalla
porta, piazzandosi
davanti a noi con una giravolta.
- “Allora,
che ne
pensate?”
- Indossava un
grazioso
abitino rosso con dei fiocchi di neve natalizi e stivali pesanti.
- Colsi al volo
l’occasione per uscire da quella situazione imbarazzante e
fastidiosa.
- Così
piacevolmente
fastidiosa..
- “Sei
bellissima”
tossicchiai “Tu..mm Kristen sei certa di non volere
venire?”
- Scosse il capo.
“No,
questo è un momento che è giusto condividere tra
voi. Li saluterò un altro
giorno.”
- “Ok”
- Francamente
sapevo che
la sua era una bugia ma non mi sentii di contraddirla. Sapeva benissimo
che i
miei non l’avrebbero accolta a braccia aperte e che , anzi,
ce l’avrebbero
avuta a morte con lei per aver impedito loro di conoscere una nipote
per ben
sette anni. Lo stava facendo per Haley, perché quel giorno
così importante per
lei non fosse macchiato da rabbia e risentimento.
- “Allora
andiamo!” sussultò
mia figlia tirandomi per la manica del giubbotto.
- Ebbi solo il
tempo di
voltarmi un secondo. “Kris..grazie.”
- Annuì
solamente, prima
di mettere su il sorriso più esagerato e finto che le avessi
mai visto.
“Andate, su, o farete tardi. Divertitevi, mi raccomando.
Tanto io ho un po’ di
lavoro da sbrigare qui in hotel.”
- Sentii il cuore
pesante per tutto il viaggio in taxi e, se non fosse stato per Haley e
la sua
raffica di domande, non sarei riuscito a levarmi dalla mente Kris e
l’immagine
del suo volto così triste. Avevo creduto di odiarla quando
avevo scoperto di
Haley, ma vedendo la madre che era, i sacrifici che aveva fatto per
farla
vivere felice e al meglio..
- Non potevo non
pensare
di essermi sbagliato totalmente. La mia Kristen era ancora
lì, nascosta da
qualche parte, e ogni giorno ne ritrovavo un nuovo pezzetto.
- Haley
sembrò felice ed
eccitata fino a che il taxi non parcheggiò davanti a casa
dei miei genitori. In
quel momento divenne seria e muta, cosa che non era assolutamente da
lei.
- Scendemmo
nell’aria
fredda, quasi gelida, e grigia; qualche piccolo fiocco di neve
svolazzava
nell’aria. Dopo che il taxi si allontanò mi chinai
davanti a lei: sistemai i
suoi capelli biondi sotto il berretto di lana e le baciai il nasino.
Non rise.
- “Tesoro,
che c’è?”
- “E se
non gli
piaccio?” mormorò “Hai detto che ho due
cugini. Magari non mi vogliono bene
come ne vogliono a loro”
- Mi sentii
spezzare il
cuore davanti al suo viso combattuto fra la voglia di entrare e farsi
conoscere
e la paura di non essere accettata.
- “Io ti
ho amata sin da
subito” risposi sincero “E ti ameranno anche loro.
Non perché hai un bel
vestitino o sei intelligente. Non ti devi sforzare di essere chi non
sei. Ti
ameranno perché sei la loro nipotina e fai parte della
famiglia. Ok?”
- “Ok”
sussurrò
- Feci finta di
morderle
il pancino e fu con gioia che sentii una sua risata. “E sai
chi altro ti vorrà
bene? Shelby.”
- Visto
l’incidente col
passaporto mi sembrò giusto sollevare l’argomento.
- “Mmmm,
certo” protestò
sarcastica “Le matrigne amano sempre i bambini!”
- “Haley.”
- Scosse le spalle
e
prese il mio viso fra le mani. “Non mi interessa molto di
piacerle papà. Mi
interessa solo che tu mi vuoi bene per sempre e non te ne vai
più.”
- Ci misi meno di
un
secondo a stringerla con tutta la forza che avevo in corpo.
“Papà ti vorrà bene
sempre e adesso che ti ha trovata non ti lascerà andare mai
più, intesi?Tu sei
la persone che amo di più al mondo.”
- “Anche
più di Shelby?”
- Mi sentii un
po’ in
colpa per la facilità con cui la risposta scivolò
dalle mie labbra. Ma era la
verità.
- “Sì,
sì. Anche più di
Shelby”
- “Ehi,
non è che in
tutto questo voler bene c’è anche un po’
di spazio per il povero, vecchio Tom
?”
- Io ed Haley
alzammo di
scatto la testa, anche se avrei riconosciuto la voce di Tom ad occhi
chiusi. Se
ne stava avvolto nel suo cappotto e ci guardava un po’ in
ansia.
- Ma non aveva
motivo di
averne.
- Tom era il solo
che
Haley non avesse timore di incontrare. Le avevo parlato di lui nel
corso della
nostra settimana a Vancouver e avevano persino scambiato i saluti al
telefono
una sera, prima di dormire. Perciò non mi stupii affatto
quando lei gli saltò
letteralmente tra le braccia e gli strinse la mano.
- “Ciao,
io sono Haley
Stewart. Ti posso chiamare zio Tom?”
- Risi come un
pazzo
quando vidi l’espressione un po’ scioccata del mio
amico tramutarsi in un
sorriso che avrebbe illuminato tutta Londra.
- “Cazzo
sì, suona bene
zio Tom”
- “Hai
detto una
parolaccia. Adesso devi darmi un dollaro per il mio barattolo delle
parolacce”
protestò lei.
- “Non
ce l’ho un
dollaro” Tom la rimise a terra e si frugò in
tasca. “ma ho una sterlina.”
- Haley
scrutò il pezzo
di carta stropicciata a lungo, come se temesse che Tom la volesse
fregare. “Sì,
può andare bene”
- Strinse le
nostre mani
nelle sue, piccole e avvolte dai guanti, mentre ci avvicinavamo alla
porta di
casa.
- Tom non poteva
smettere di guardarla e lo fece solo un attimo per potermi parlare.
- “E’
identica a te.
Identica”
- “Lo
so” risposi
veloce. “Senti, com’è la situazione
dentro?”
- “Sono
tutti un po’
nervosi, me l’ero svignata fuori per fumare una sigaretta.
Non sanno che gli
devi dire di così importante. Ci sono svariate teorie ma di
certo non si
aspettano..mm lei” arruffò i capelli di Haley dopo
averle levato il cappellino
“Non vedo l’ora di vedere le loro facce. ”
- Entrammo nel
corridoio
e aiutai Haley a levarsi sciarpa e cappotto.
- “Senti,
stai un
secondo in cucina con lo zio, ok? Io cerco di..prepararli e poi ti
faccio fare
l’ingresso trionfale che meriti”
- Annuì,
la parte da
diva del suo animo che prese chiaramente il sopravvento.
- Presi un
profondo
respiro prima di percorrere i passi che mi separavano dal salotto. Una
volta
entrato mi ritrovai davanti l’intera famiglia schierata,
seduta sul divano e
sulle poltrone. Persino i figli di Victoria e Liz, che avevano solo tre
e
cinque anni, mi guardavano seri e preoccupati.
- Mamma fu la
prima ad
alzarsi ed abbracciarmi. “Rob dicci tutto, siamo
così in ansia”
- “Mamma,
non è nulla di
grave” la riportai seduta accanto a papà.
- “E
allora perché non
ti siedi anche tu e ci dici tutto?”
- “Perché…mmmm,
preferisco
stare in piedi e vedervi tutti faccia a faccia”
- “La
tua dolcissima e
simpatica fidanzata non c’è?”
- Ovviamente il
commento
di Liz non mi sorprese troppo visto che sembrava che le donne della mia
famiglia non gradissero troppo Shelby. Non avevo mai compreso questa
animosità,
visto e considerato il carattere aperto di Shelby e il fatto che a mio
padre,
invece, piaceva tantissimo.
- “No,
in effetti lei
non è a Londra.”
- Mamma
alzò la mano
bloccando ogni mio discorso e mettendo su quella che io chiamavo la
‘finta
faccia triste’. “Rob, non dire nulla. Abbiamo
capito tutto subito. Una parte
del mio cuore ha sempre saputo che fra te e Shelby non poteva davvero
funzionare ed è meglio che tu l’abbia capito ora,
anche a pochi giorni dalle
nozze, piuttosto che dopo. Sarebbe stato solo peggio e”
- “Rob”
intervenne Vic
afferrando il telefono “Non preoccuparti di niente. Ci
pensiamo noi a disdire
tutto.”
- Paul, il marito
di
Liz, si alzò e mi diede una pacca consolatrice sulla spalla,
seguito a ruota da
suo figlio Michael.
- “Zio
Lob, ti siamo
tuuuuti vicini” sussurrò con la saggezza dei suoi
cinque anni.
- E tutto questo
ancora
prima che io avessi aperto bocca.
- “Io vi
ringrazio”
ribattei acido riportando l’attenzione su di me “Ma
io e Shelby ci sposeremo
come sempre il 24. Vic, metti giù quel telefono per favore.
Quello che dovevo
dirvi è di tutt’altro genere. Perciò se
poteste gentilmente sedervi di nuovo..”
- Tutti ripresero
posto,
confusi, bisbigliando fra loro nuove possibili congetture.
- Ok, era adesso o
mai
più.
- “Quando
sono andato a
Los Angeles per un provino dieci giorni fa ho incontrato una persona
che non
vedevo da tempo” iniziai “Ho incontrato Kristen.
Stewart.”
- Mamma si
portò le mani
alla bocca, Liz rabbrividì e sembrò che Vic
stesse avendo una sincope.
- “E lo
dici così?
Tranquillamente?” commentò scioccata “Il
suo nome è stato per anni come quello
di Voldemort e ora lo dici come se..nulla fosse?”
- Mi fissarono
sconvolti, probabilmente dubitando della mia salute mentale. E non li
biasimavo
visto che kris era da sempre un argomento tabù in casa e
tutta la mia famiglia
aveva sofferto quando ci eravamo lasciati. Scacciai i ricordi dolorosi
che mi
stavano sviando da ciò che era realmente importante.
- “Sì,
avete capito
bene. Ho incontrato Kristen e..è venuto fuori che lei in
questi anni ha avuto
qualcosa di mio e..” mi bloccai. Come diavolo si diceva una
cosa così
scioccante alla propria famiglia? Forse avrei dovuto prepararmi un
discorso ma,
ormai, era tardi. “Qualcosa di mio che è cresciuto
ed è diventato una..creatura
splendida”
- “Una
pianta?” domandò
Michael confuso.
- “No”
risposi prendendo
un respiro. Il più lungo della mia vita. “Haley
vieni qui.”
- Haley
entrò titubante,
aggrappata alla mano di Tom, salvo poi stringere convulsamente la mia.
- “Vi
presento Haley.
Mia figlia. Mia figlia e di ..Kristen”
- Lei
alzò piano la mano
libera. “C..ciao”
- In quel momento
avrei
davvero voluto avere una telecamera per riprendere la scena e le
espressioni
sconvolte della mia famiglia. In quei secondi successe letteralmente il
finimondo, mentre la mia piccola rimaneva aggrappata al mio fianco.
- Ci fu qualche
urlo,
qualche pianto, molte occhiate stupefatte , mormorii sconvolti e,
purtroppo,
anche alcune occhiate omicide di mia sorella Liz che mi chiese dove
alloggiasse
Kristen. Non glielo
dissi, ovviamente, e
cercai di focalizzare la sua attenzione sulla nostra piccola Haley,
invece. Non
potei non tirare un enorme sospiro di sollievo e di gioia quando Haley
trovò il
suo posto sulle ginocchia di mia madre, stretta in un abbraccio fra lei
e papà.
Era esattamente il posto che le era sempre spettato. Pochi minuti dopo
si
liberò per venire da me e abbracciarmi, felice come mai
l’avevo vista prima.
- “Papà,
hai visto?
Piaccio alla tua famiglia!”
- “E’
anche tua adesso”
la corressi.
- “La
mia famiglia” mormorò
piano, assaporando le parole ad una ad una. “La mia
famiglia.”
-
- POV Kristen (suggerimento musicale)
- Non avevo mai
visto
mia figlia così felice. Mai.
- Lei amava la mia
famiglia, i miei genitori e i suoi zii, ma erano sempre state le sole
persone
che aveva conosciuto. Chissà quante volte si era domandata
di suo padre, degli
altri suoi nonni, di possibili cuginetti?
- E io non avevo
mai
capito questo suo bisogno.
- Lo avevi capito,
ma sei sempre stata troppo codarda.
- L’avevo
privata della
possibilità di vivere gli anni felici e spensierati che ogni
bambina meritava e
avrei dovuto vivere con questo rimorso per sempre.
- Quei pochi
giorni che
aveva passato coi Pattinson erano bastati per farli letteralmente
innamorare di
lei ed Haley era in
overdose di essere
così amata e venerata. Aveva trovato due nuovi nonni e zie
pronti a viziarla e
coccolarla e due cuginetti più piccoli che la seguivano
ovunque e pendevano
dalle sue labbra: l’ideale per lei che non aveva mai amato
troppo le bambole e
i giochi da femminuccia. E benché vederla eccitata, felice
ed amata mi
riempisse di gioia , non potevo evitare il devastante senso di colpa.
- E di disagio,
nel
trovarmi seduta davanti a tre persone che mi odiavano letteralmente,
una tazza
di caffè fra le mani.
- Caffè.
- Già
quello era un
segno che avrebbe dovuto farmi fuggire a gambe levate. I Pattinson non
ti
offrivano il caffè, ti offrivano una bella tazza di Earl
Grey . Sapevo che non
avrei dovuto dare retta a Rob e che ci saremmo potuti incontrare in
centro
direttamente.
- Rob voleva
portare me
ed Haley a fare un tour di Londra visto che negli ultimi giorni era
stata così
assorbita dalla sua nuova famiglia che a malapena
riusciva a mettere il naso fuori da casa
Pattinson. Tornava da me in Hotel solo la sera per dormire ed in
pratica non la
vedevo quasi mai. Ma era felice e questa era la sola cosa che contava.
Tutto
ciò che guastava il suo umore era Shelby e il fatto che era
tornata in città
tre giorni prima e il dover dividere suo padre con lei.
- Quel giorno
aveva
pranzato dai Pattinson e Rob mi aveva convinto ad incontrarci
lì e,
stupidamente, avevo accettato. Perciò questa era la ragione
per cui mi trovavo
seduta sul divano, sotto gli sguardi assassini di Liz, Vic e Richard.
Beh,
forse non Richard visto che sembrava il solo a disagio almeno quanto me.
- “Allora
Kristen”
domandò cauto “Che hai fatto in questi
anni?”
- “Io..”
- “Che
domanda papà”
ribattè Liz acida “ha cresciuto la figlia di Rob
senza dire una parola a
nessuno. Mi sembra ovvio, no?”
- Sorseggiai il
caffè.
- Direi che me
l’ero
meritata..
- “Scrivo..sai
lavoro
nelle sceneggiature, produzioni..”
- “Capisco,
capisco”
- Il discorso
cadde nel
nulla.
- Disagio. Ecco
cosa
sentivo solamente. Ed era terribile avvertirlo lì, in quella
casa che una volta
era stata la mia. Ma dopotutto non potevo lamentarmi. Chi è
causa del suo mal
pianga se stesso. Diceva così il detto , no?
- Le cose
peggiorarono
solamente quando Clare entrò in salotto, nello stesso
istante in cui Rob varcò
la porta di casa. Era rimasta sempre al piano di sopra ad aiutare
Shelby a
scegliere un’acconciatura adatta alla cerimonia e avevo
seriamente pregato che
ci restasse finchè non me ne fossi andata. Ovviamente la
fortuna non era
proprio dalla mia parte.
- “Ciao
Clare” mormorai
imbarazzata tenendo lo sguardo fisso sul tappeto. Ormai potevo pregare
soltanto
che non mi buttasse fuori a calci sotto lo sguardi Haley che era da
qualche
parte a giocare col figlio di Lizzie.
- “Kristen”
rispose
fredda ma, quando alzai gli occhi, notai che la sua indifferenza era
solo una maschera,
come forse quella del resto della famiglia in fondo. Quelle persone
credevano
che fossi un mostro che aveva spezzato il cuore del loro figlio
tradendolo con
un altro uomo e che gli aveva nascosto una figlia per sette anni. E il fatto che non fosse del
tutto vero non
contava nulla. Ai loro occhi ero una persona orribile e nulla avrebbe
mai
potuto riscattarmi eppure, allo stesso tempo, ero ancora la ragazza che
in
passato avevano amato e trattato come qualcuno di famiglia.
- Guardò
il contenuto
della mia tazza e lanciò un’occhiataccia alle
figlie. “Che diavolo le avete
servito?”
- “Caffè”
risposi
pronta, il mio sguardo che si alternava da lei a Rob “ma
è buonissimo davvero”
- “Caffè?
Siamo inglesi,
per favore datele una tazza di tè”
- Vic
borbottò qualcosa che
somigliava tanto a un ‘che se lo faccia il
tè’
- “Te lo
preparo io
Kris” si offrì Rob “Lo prendi ancora con
latte e un cucchiaino di miele?”
- “Io..”
- Le parole mi
morirono
in gola subito.
- “Te lo
ricordi
ancora?”
- “Io..”
esitò un
attimo, distogliendo lo sguardo “Sì,
sì, certo..”
- “Mamma,
papà!”
fortunatamente Haley scelse quel momento per irrompere in salotto
già con
indosso il cappotto e il cappello di lana “Andiamo? Michael
dice che c’è questo
fantastico negozio di giochi. Mi ci porti papà, mi ci porti?
Papino ti
pregoooooooo”
- “Certo,
dove vuoi
amore mio”
- Saltai in piedi
prendendo il giubbotto e infilandomelo di corsa. A quel punto ero
perfino
disposta ad accettare che Rob cedesse e le comprasse Buckingham Palace
pur di
non restare un altro minuto lì dentro.
- “Il
taxi è fuori che
ci aspetta” disse Rob “Vado a dare un bacio a
Shelby e arrivo”.
- Quella frase fu
come
un pugno allo stomaco e un’improvvisa ondata di nausea mi lasciò senza
fiato. Avevo bisogno di aria
e di uscire da lì.
- “Vieni
Haley” le presi
la mano e la trascinai fuori. L’aria fredda mi
aiutò e non mi importò neppure
di non aver salutato nessuno. Già mi odiavano, ormai che
senso aveva fingere..
- “Sali
in macchina,
amore”
- Obbedì
probabilmente
avvertendo il mio sconforto in qualche modo e si strinse a me.
L’avvolsi con un
braccio, mentre appoggiavo il volto contro il finestrino gelido.
- Non piangere
davanti a lei, non piangere.
- Lo avevo fatto
per
anni, perché ora era così difficile?
- Oh certo,
perché
adesso avevo l’immagine di Rob e Shelby stampata in testa e,
allo stesso tempo,
avevo stampato sulle labbra ancora il sapore di Rob. Erano passati
giorni ma
era ancora lì, indelebile come un marchio a fuoco.
- Cercai di
ricompormi
per il bene di Haley e, quando Rob salì sul taxi, avevo un aspetto quasi
normale.
- “Allora,
si va prima
da Hamsley?”
- Annuii ed Haley
fece
altrettanto, anche se notai il suo visino preoccupato per la prima
volta da
giorni, e mi maledissi mentalmente. Sin da quando era piccola era
facile per
lei capire le mie emozioni ed il mio stato d’animo,
specialmente se si trattava
di avvertire il mio stare male. Mi vergognavo un po’ che , a
volte, la nostra
relazione si invertisse e lei diventasse la mia protettrice.
- “Tutto
bene mamma?”
- “Certo”
mi finsi
entusiasta e serena “Spero solo di non prendermi
l’influenza ma per adesso va
tutto ok. Nel caso, mi riaccompagnate in hotel. Ma ora si va al negozio
di
giocattoli più bello di Londra!”
- E
così facemmo.
- Inghiottii il
dolore
come sempre e misi su il migliore sorriso che potei per la mia bambina.
Perché
lei era la sola cosa che contasse davvero sempre, in ogni momento. Il
fatto che
fosse felice e amata; e niente me lo rendeva più palese come
il vederla girare
per le corsie di quell’enorme fiera di giochi aggrappata alla
schiena di Rob,
indecisa su cosa prendere.
- Erano
così simili
quando aggrottavano insieme le sopraciglia nel tentativo di capire il
funzionamento di un gioco o ridevano davanti ad un pupazzo
particolarmente
buffo. Per Haley il sole nasceva e tramontava su Rob ed era giusto
così; lui era
una brava persona che meritava tutta la felicità del mondo
ed una figlia che lo
venerasse e lo adorasse. Si meritavano l’un l’altro
e io..io avevo sbagliato
tutto.
- “Kris?”
Rob mi scosse
il braccio e sussultai “Ti va? Allora, ti va di fare un
giro?”
- “Mamma,
ti prego?”
- Sbattei gli
occhi,
cercando di scacciarne l’umidità.
- Ci trovavamo in
mezzo
alla strada e loro avevano finito le loro coppe di cioccolata con
panna. Non
avevo neppure toccato la mia.
- La gettai veloce
nella
spazzatura.
- “Come?”
- “Mamma
ma dove hai la
testa?” Haley si sbattè la mano sulla fronte e
tentai di sorridere “Ti prego
andiamo sul London Eye?! Ti prego?”
- “Ma
certo, piccola”
acconsentii.
- Dopotutto se
dovevamo
farci del male perché non farlo del tutto?
- Rob
comprò i biglietti
per tutti e tre e presto ci ritrovammo in una delle grandi cabine che
salivano
verso l’alto. La fila non era stata molto lunga ma la cabina
era piena visto
che era quasi ora di chiusura.
- “Mamma
io voglio
andare a guardare a quella finestra la in fondo” disse
velocemente mollando la
mia mano “Voi restate pure qui.”
- “Haley
no, ti perdi,
vieni..” ma lei era già scivolata, piccola e
agile, fra la gente e si era
piazzata davanti ad un vetro poco lontano.
- Lo sapevo cosa
stava
facendo e lo sapevo anche quando aveva tirato fuori
‘Twilight’, quando aveva
preteso che dormissimo tutti insieme, quando aveva sabotato il
passaporto di
Shelby..
- Voleva che i
suoi
genitori stessero insieme.
- Ma non capiva
che era
troppo tardi e che, con ogni suo piccolo gesto, mi uccideva lentamente.
- Qualcuno dietro
di noi
ci spinse e mi ritrovai premuta contro il vetro, il corpo di Rob contro
il mio.
Le sue mani si aggrapparono alla mia vita e i polpastrelli mi
sfiorarono la
pelle.
- Mi sentii a
pezzi e
felice come mai negli ultimi anni. Era l’inferno ed il
paradiso.
- Il suo respiro
mi
carezzava il collo.
- “Ricordi
quella notte?
Proprio qui, sopra Londra..”
- No, ti prego,
no. Ti prego non farlo.
- Chiusi gli occhi
e
deglutii.
- In un attimo
tornai a
quella notte di più di sette anni prima.
- Il cuore mi
batteva nel petto e, nonostante il piacere
immenso, avevo il viso rosso per l’imbarazzo.
- Se qualcuno ci
avesse visti, sarebbe stata la fine.
- “Rob
tu sei pazzo. Non possiamo”
- “Sì
che possiamo.”
- Le sue labbra
erano febbrili sulle mie. Carezzavano la mia
pelle bollente e non ne avrei mai avuto abbastanza.
- “Rob..”
- “E’
per questo che ho prenotato l’intera struttura solo per
noi. Non ci salirà nessuno stanotte qui sopra”
mormorò. La nostra cabina si immobilizzò
proprio nel punto più alto sopra Londra. Voltai il capo
mentre lui succhiava il
mio collo e vidi le luci illuminare tutto.
- “Fai
l’amore con me” mormorò “Fai
l’amore con me qui..”
- “Sì”.
Fu tutto ciò che riuscii a rispondere.
- Era stato prima
che tutto
andasse in pezzi. Ero tornata da una pausa sul set dopo settimane che
non ci
vedevamo. Quando ancora ero felice. Prima di quel maledetto giorno in
Africa.
Non prendevo più la pillola per via di tutte le vaccinazioni
che mi avevano
fatto e quella notte, lì sopra Londra..
- “Io
credo che sia
stata quella notte che l’abbiamo concepita”
continuò. Rabbrividii “Non abbiamo
preso precauzioni e io so che è stata quella
notte..”
- Mi staccai con un gesto secco, anche se mi
costò una brutta
botta contro la balaustra. Ancora un istante addosso a lui e sarei
morta di
dolore; lo avevo sempre considerato impossibile ma ora sapevo che era
così. Ero
ad un solo piccolo passo dal non poter più continuare a
vivere se non avessi
fatto qualcosa.
- “Non
mi sento bene,
io..Haley, vieni qui immediatamente”
- Trotterellò
di nuovo
verso di noi e ripresi a respirare solo quando ci ritrovammo di nuovo
nell’aria
fredda. Fermai il primo taxi, quasi rischiando di gettarmici sotto,
balbettando
la scusa dell’influenza.
- Non alzai gli
occhi
per guardare Rob, limitandomi a baciare Haley, e mi sedetti dentro al
veicolo.
Solo quando lo sentii muoversi mi lasciai andare alle lacrime.
- Non volevo
vedere
Haley soffrire ma sperare invano che tra me e Rob ci potesse essere
qualcosa
l’avrebbe solo ferita di più. Era tutto finito.
Tutto.
- “Se ne
farà una
ragione. Lo supererà, lo supererà..”
mormorai quella frase come un mantra fino
all’Hotel ma, quando arrivai, non sapevo
più se
stavo parlando per mia
figlia o solo per
me stessa.
- E
così il tempo era passato.
- Perché
non importa quanto tu non voglia che
questo succeda. Il tempo finisce sempre per scorrere e il giorno che
hai temuto
di più in tutta la tua vita finisce per arrivare. E tu non
sai cosa fare, sola
ed impotente, mentre i minuti e le ore scorrono troppo potenti per
essere
bloccati.
- In meno di
ventiquattr’ore Rob sarebbe stato un uomo sposato. Sposato
con la donna che, in
quel preciso momento, sedeva a pochi metri da me, felice e sorridente
come ogni
giovane sposa che si rispetti. Sarebbe stato sposato con una donna che
non ero
io, nonostante ci fosse stato un tempo
in cui avevo fermamente creduto che sarei stata la
sola a potere
dividere la vita con lui.
- Ma avevo perso
quel
diritto molti anni prima e ormai non mi restava altro da fare che
mettermi in
un angolo e guardare l’uomo che amavo essere felice, sapendo
che io non lo
sarei mai stata. Una parte del mio cuore aveva sperato..aveva pregato
che il
bacio fra noi avrebbe cambiato le cose, ma era stata solo un’
illusione. E per
Rob era stato meno di niente, probabilmente solo il frutto
dell’attrazione che
c’era sempre stata fra noi.
- Chimica..
- Sì,
tutti avevano
sempre detto che era forte e sempre presente fra noi..e forse era
ancora così.
- Ma
l’amore, il suo
amore..quello ormai apparteneva solo a Shelby.
- Ma
perché diavolo
avevo accettato l’invito all’addio al nubilato
della donna che stava per
sposare il mio grande amore? Cosa avevo nella testa che non funzionava
bene?
- Haley
entrò nella
cucina di casa Pattinson, in cui mi trovavo, con un’aria
furtiva e subdola che
non mi fece presagire nulla di buono.
- “Ciao”
saltellò fino
ad arrivare a me, sorridente ma chiaramente colpevole di qualcosa.
- “Haley,
cosa..”
- Non ebbi il
tempo di
finire la frase che Shelby entrò in cucina, con ancora
indosso uno di quei veli
di tulle dello stupido gioco che stavamo facendo mezz’ora
prima, reggendosi la
chioma di capelli biondi al lato del capo.
Clare le veniva subito dietro.
- “Cara,
calmati, sono
certa che verrà via”
- “No”
strillò “Non verrà
via, no! Oddio dovrò tagliare la ciocca e tutta
l’acconciatura sarà rovinata.
Il mio matrimonio sarà rovinato per sempre!”
- Una grossa gomma
da
masticare era appiccicata proprio al centro dei suoi capelli e spiccava
come un
pugno in un occhio. In realtà con le unghie stava riuscendo
a tirarne via gran
parte ma lei era comunque sull’orlo della lacrime.
- Mi sentii un
verme nel
rendermi conto che, in fondo, una piccola parte di me godeva di quella
situazione. Scossi il capo, disgustata da me stessa, e i miei occhi
caddero su
mia figlia che ridacchiava con la mano premuta sulla bocca senza farsi
sentire.
- Oh cielo, ci
mancava
solo questa..
- Per distogliere
totalmente l’attenzione da Haley mi alzai e, pronta, riuscii
a dare un po’ di
aiuto; ricordavo che il ghiaccio aiutava a seccare la gomma e, infatti,
in
pochi minuti riuscimmo a renderla abbastanza dura da staccarla quasi
totalmente. Tagliammo la piccola ciocca rovinata che si
mimetizzò perfettamente
con il resto della chioma.
- Shelby mi
gettò
addirittura le braccia al collo per la gratitudine. Francamente non
capivo come
potesse pensare ai capelli il giorno del suo matrimonio con un uomo
così
speciale. Fossi stata io li avrei tenuti al vento e avrei di certo
indossato le
scarpe da tennis.
- Già,
peccato che la
sposa non fossi io..
- “Sei
stata una
salvatrice” biascicò scacciando le lacrime col
dorso della mano “Sai all’inizio
io..ti temevo e lo so che è assurdo ma mi sentivo
così minacciata da te. Ma sei
davvero una brava madre e una brava persona e..Dio, sei sicura che tu
non possa
proprio venire alle nozze? Ci farebbe piacere..”
- “Eh
no, vorrei ma..ho
un impegno di lavoro improrogabile. Dovrete accontentarvi della piccola
Haley”
sorrisi “Che sono certa si comporterà benissimo.
Vero Haley?”
- Diedi le spalle
a
Shelby e fissai mia figlia truce finchè non ottenni un
‘sì’ abbastanza
convincente.
- “Oh
lei è buonissima!
Sono io che sono un fascio di nervi totale. Prima mi è
addirittura parso di
vedere qualcosa di grosso ed orribile fuori dalla finestra, pensa un
po”
- Mi sentii
mortificata
quando Haley rispose, sarcastica, che probabilmente era solo il suo
riflesso
sul vetro. Mi trattenni a stento dal darle un pizzicotto.
- “Beh,
mentre le
altre bevono
Margaritas io vado a dare
una lavata ai capelli” disse Shelby e io colsi la palla al
balzo per
ritagliarmi la mia via di fuga.
- “Io..ti
saluto
adesso,allora. Ho ancora qualche strascico dell’influenza dei
giorni scorsi e
vorrei riposare” mentii.
- Influenza.
- Buona scusa per
chiuderti in albergo e non essere disturbata, soprattutto se un grande
matrimonio era alle porte e nessuno voleva rischiare il contagio.
- Dopo averla
salutata
se ne tornò di là, trascinando Clare con
sé e lasciando me ed Haley sole.
- Mi sedetti sulla
sedia
davanti alla sua e presi il suo visino tra le mani, costringendola a
guardarmi.
Quella notte sarebbe
stata lì a dormire
per essere già pronta per la cerimonia del giorno dopo e
avevo bisogno di fare
la chiacchierata che avevo rimandato per troppo, troppo tempo.
- “Haley,
tu non puoi
fare queste cose” mormorai piano “Io so che tu sei
una bambina buona e gentile
e quello che fai a Shelby non è giusto. Lei non ti ha fatto
niente.”
- Incrociò
le braccia al
petto ma abbassò lo sguardo. Conoscevo la mia bambina e
sapevo che si stava
sentendo male per ciò che aveva fatto. Sapeva la differenza
fra giusto e
sbagliato ed era qualcosa di cui ero sempre stata molto fiera.
- “Non
la voglio quella.
Scialba Shelby..pff” mi rispose a mezza voce “Non
mi piace per niente”
- Già
beh, nemmeno a me..
- Mi morsi la
lingua.
Quella non era la verità, ero solo maledettamente gelosa e
lo era anche Haley
ma mia figlia, a differenza di me, non aveva alcun motivo per sentirsi
minacciata.
- “Ma
è sempre gentile
con te. E..e piace a papà. Lui la ama e vuole stare tutta la
vita con lei e tu
questo devi capirlo e rispettarlo. E poi non è che la dovrai
vedere sempre,
ok?”
- Lei
annuì, mesta.
- “Papà
ti ama tanto e
sarai sempre la sua ragazza numero 1,ma questo non significa che non
possa
essere felice anche con Shelby. Riusciremo a bilanciare le cose ed
essere tutti
soddisfatti.”
- Haley
alzò il viso e
mi sorrise cauta. “Mi dispiace per la gomma nei capelli. E
anche per il
passaporto.”
- Era la prima
volta che
lo ammetteva guardandomi negli occhi e sentii un moto di orgoglio verso
la mia
piccola, grande bimba.
- “Non
fa niente. Io non
lo dico a nessuno. Sarà il nostro piccolo segreto. Tu
però da ora in poi
comportati bene e fai quello che ti dice papà. Noi ci
vediamo domani dopo la
fine del matrimonio” dissi “E adesso è
il caso che tu vada di sopra a fare il
bagno e poi nanna. Sono già le dieci”
- Ci stringemmo
per
diversi minuti e sentii gli occhi pungere quando la vidi correre su per
le
scale. Domani sarebbe stato un giorno orribile e avrei dato tutto per
poterla
avere con me ma..ma era uno dei momenti più importanti che
Rob avrebbe mai
vissuto e non potevo privarlo della figlia. Non dopo tutto
ciò che già gli
avevo tolto.
- Aspettai seduta
sull’ultimo gradino, con già indosso il giubbotto,
l’arrivo del taxi che mi
avrebbe riportata in hotel. Non ero stata l’anima della festa
quindi, di certo,
nessuno avrebbe sentito la mia mancanza.
- “Gomma
nei capelli eh?
Astuto”
- Voltai il capo e
vidi
Lizzie appoggiata alla parete al mio fianco. Era la prima volta che mi
rivolgeva volontariamente la parola.
- “Devo
averle fatto
vedere troppe volte Genitori in trappola
“ risposi alzandomi ed afferrando la borsa mentre sentivo il
clacson
all’esterno. “Stammi bene Liz.”
- Ruotai la
maniglia ma
mi fermai quando la sentii parlare ancora.
- “Non
ti odio e spero
che tu lo sappia. Ma non riesco a capire come tu possa averci fatto
questo.
Avrei voluto essere lì e..” scoppiò a
ridere, amara “..e organizzarti una festa
per il bambino e tenere il mio nipotino fra le braccia e..anche se fra
te e Rob
le cose erano andate male. Cristo santo ancora nemmeno so
perché vi siete
lasciati ma niente poteva essere così brutto da tenere
nascosto un bambino al
proprio padre.”
- Co..cosa?
- Deglutii con
forza
mentre le dita stringevano i manici della borsa in modo quasi
compulsivo.
“Voi..lui non vi ha detto perché ci siamo
lasciati?”
- Scosse il capo.
“No,
ma quando è tornato era devastato. Eppure non ci ha mai
detto niente. Niente.”
Sospirò “E’ qualcosa di così
brutto?”
- Sentii le
lacrime
colare senza alcuna possibilità di poterle fermare. Lui non
aveva detto nulla.
Mi aveva coperta, aveva cercato di salvarmi la faccia davanti alla sua
famiglia
perché loro non finissero per odiarmi o biasimarmi.
- E
l’aveva fatto per
me.. nonostante tutto.
- “Sì
è brutto. Ma è
stata sola colpa mia, perciò continuate ad odiare
me”
- Uscii di casa di
corsa, precipitandomi in taxi, cercando di controllare i singhiozzi che
mi
squarciavano il petto. Che senso aveva avuto aver fatto
l’attrice? Avevo
arrogantemente creduto di sapere che cosa fosse il dolore, di saperlo
rappresentare, ma la realtà era che non sapevo niente.
Niente.
- Perché
se avessi anche
solo immaginato di poter stare così male io..io avrei smesso
di vivere molto
tempo prima.
- E per il resto
della
vita era questo che dovevo aspettarmi? Solo altra sofferenza?
- Probabilmente
sì,
perché sapevo che non avrei mai amato nessun’altro.
- Con il suo
matrimonio
stavo seppellendo il mio cuore.
- Arrivai in hotel
completamente stremata e ringraziai Dio che Haley non fosse
lì per vedermi in
uno stato simile. Mi sentivo vuota, totalmente morta dentro.
- “Signorina
c’è una
persona per lei. Ha insistito per aspettare” disse
l’addetto alla reception
ridandomi la chiave.
- “Ma io
non..”
- “Kristen”
- Ricominciai a
piangere
non appena riconobbi il tono di voce. Lo avevo evitato per giorni
nonostante
avesse pregato Rob di farci incontrare. Mi ero comportata come una
codarda e
avevo sempre detto di no. La verità era che lui era stata la
persona che più
avevo temuto di rivedere; perché era il mio migliore amico
e.. ed ero stanca
che tutti coloro che un tempo mi avevano amato ora provassero solo odio
nei
miei confronti.
- Quando,
però, alzai
gli occhi su di lui non vi trovai l’odio che mi ero
aspettata, solo..solo tanta
tristezza. Non era cambiato di una virgola nel corso degli anni. Era
sempre il
mio migliore amico, era sempre..Tom.
- Mi lanciai tra
le sue
braccia, scossa dai singhiozzi e onestamente non so come arrivammo alla
mia
stanza. Non so se mi trascinò, se mi portò in
braccio o se si fece aiutare. So
solo che mi ritrovai col capo posato sulla sua spalla, le nostre
schiene sostenute
dal divano.
- E
piangevo..piangevo
per la prima volta da sempre davanti a qualcuno e non sola, accucciata
nel mio
letto mentre Haley dormiva.
- Piangevo.
- E piansi
finchè non
ebbi più alcuna lacrima da versare, solo dolorosi singhiozzi
al petto. Tom mi mise
in mano un bicchiere aiutandomi a bere. Era forte, ma il sapore non era
importante. Ne ingoiai un altro sorso e riuscii a tirare un respiro
seppur
minimo.
- Non so
esattamente per
quanto tempo restammo in silenzio ma, quando finalmente lui
parlò, seppi che
non avrei più potuto tacere.
- “Non
pensavo che ce
l’avrebbe fatta Kris. E’stata..dura per lui.
Diventò così..distante, chiuso,
infelice.” Prese un lungo respirò e, quando voltai
il capo, vidi le lacrime
rigare anche il suo viso.
- “E
pensare che..eri
incinta. Oddio kris i bambini sono una benedizione. Anche
se..” si passò una
mano sugli occhi “Anche se non eri certa chi fosse il padre,
Rob ti sarebbe
stato accanto. Io ti sarei stato accanto”
- Non so neppure
perché
ma scoppiai a ridere quasi in modo isterico.
- Non sapere chi
fosse il padre..
- “Il
padre..già..”
- Ingoiai un altro
sorso
nonostante la nausea.
- “E
poi..sei sparita
così, nel nulla, dopo che hai confessato a Rob del
tradimento. Avrei voluto
avere la tua versione” sussurrò
“Perché io ti conosco e so che..eri ubriaca? Vi
eravate fatti una canna? E’ per questo che avete fatto sesso?
Io so la persona
che sei e tu non avresti mai potuto tradire Rob e..”
- Basta.
- Crollai.
- Non ce la facevo
più a
tenermi tutto dentro. Dovevo parlarne con qualcuno perché
portarmi quel segreto
nella tomba era..no, non avrei retto ancora per molto.
- Finii il
bicchiere e
fissai Tom che mi guardava stranito.
- “Il
padre poteva
essere solo Rob. Non ho mai avuto alcun dubbio perché non
l’ho mai tradito. Con
nessuno e tantomeno con James che era un..era solo un collega
e..” scoppiai di
nuovo a ridere fra le lacrime “Era anche un attore
penoso.”
- Bevvi ancora
finchè
non sentii la gola ardere come fuoco.
- “Ma lui ha creduto così facilmente
alla mia
bugia” continuai “E’ sempre stato
così insicuro di se stesso che..non ha
neppure immaginato che gli stessi mentendo. Io lo amavo disperatamente
e non
avrei mai, mai potuto fargli una cosa simile..”
- Tom mi
afferrò per le
spalle, gli occhi spalancati.
- “Ma
allora perché?
Perché diavolo lo hai detto?”
- “Perché”
gemetti
“Perché credevo di avere l’HIV Tom. Un
giorno andai in uno dei campi dei
rifugiati e..ricordo che volevo disperatamente fare qualcosa, rendermi
utile.
Fu un gesto idiota, non era affatto sicuro ma ero giovane e testarda
e..e ci
andai. Ci fu un attacco di un gruppo di ribelli. Io non mi feci niente
se non
qualche taglio poco profondo sul braccio ma un bambino accanto a
me…oh cielo
lui perdeva tanto di quel sangue che..” deglutii mentre
quelle orribili
immagini ritornavano a galla dalla sabbia dei ricordi “Non ce
la fece e morì
fra le mie braccia. Quel bambino aveva l’AIDS. Ero certa al
90% di essere stata
contagiata. Ne ero così sicura che..che mi ritrovai persa,
Tom. Avevo 23 anni e
una malattia che mi avrebbe portato nel giro di poco alla morte. Cosa
avrei
dovuto fare? Non volevo che Rob vivesse una vita a metà ma
si sarebbe sentito
costretto a stare con me se avesse saputo la verità e
così gli ho detto di
James.” Mi ripulii gli occhi con la manica della camicia ma
altre lacrime
bagnarono la stoffa “E quando ho scoperto di essere incinta
ero ancora più
devastata. Per la mia stupidità anche il mio bambino
rischiava di nascere
condannato. Presi tutti i farmaci per evitare il contagio del feto e
poi al
settimo mese..al settimo mese le analisi rivelarono che era stato un
falso
positivo. Non avevo l’HIV. Ero sana, mio figlio era sano e
Rob era felice con
Shelby. A quel punto io.. ho deciso che non potevo sconvolgere ancora
la sua
vita. Non avevo più alcun diritto.”
- Tom rimase a
fissarmi
a bocca aperta per quelle che mi parvero ore. La richiuse solo per
deglutire
tre grossi bicchieri di tequila. Insieme, ci sdraiammo sul tappeto
fianco a
fianco.
- “Non
so cosa dire.”
Sussurrò.
- “Non
c’è niente da
dire.”
- Si
alzò di scatto a
sedere. “E invece sì” mi
guardò ovvio “La verità! Lui deve
sapere.”
- Scossi il capo.
- No. Era felice.
Stava
per sposarsi. Ormai era tardi per noi e la verità non
avrebbe cambiato quel
fatto.
- “No”
- “Kris,
non puoi
tacere. Tu..Io l’ho visto con Haley. E’ di nuovo
lui, il vecchio lui. Ha
vissuto chiuso in se stesso tutti questi anni e, per quanto possa
sembrare
scontato o patetico, tu ti sei presa la sua anima quando lo hai
lasciato. E
adesso..adesso ce l’ha di nuovo. Ha te, ha Haley ed
è di nuovo felice.
Completo.”
- Mi misi seduta
anche
io, guardandolo seria. Avevo bisogno che capisse. Lui doveva capire.
- “E’
completo con sua
figlia, non con me. Io non c’entro più nulla nella
sua vita e tu mi devi”
respirai contenendo le lacrime “Devi promettere che non gli
dirai nulla. Mai. Se
mi vuoi bene, Tom, me lo devi promettere.”
- Non attesi la
sua
risposta e, presa la sua mano nella mia, mi lasciai ricadere sul
tappeto. Le
lacrime ricominciarono.
- “Kristen..”
- “Solo..solo
prometti.
Ti prego, prometti”
- Avvertii le sue
labbra
tiepide sulla pelle della mia guancia.
- “Lo..lo
prometto”.
- Si stese accanto
a me.
- “Bene”
mormorai
chiudendo gli occhi “Perché ormai è
tutto finito. Tutto finito..”
Baci
a tutte <3
As always, se volete stressarci un pò o mandarci minacce di
morte si prega di farlo al nostro profilo
Facebook,
grazie u.u lol
Un
bacio enorme! ♥
Cloe&Fio