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Autore: Arsax    19/12/2011    1 recensioni
Leggi antiche e inviolabili. Quattro ragazzi. Un patto. Una luna di sangue.
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quello che avvenne dopo fu tutto confusionale per Selene. Non riusciva ancora a capacitarsi che qualcuno avesse ucciso suo padre. La polizia l'aveva interrogata mentre portavano via il corpo e giravano per la casa in cerca di prove. Quando arrivò zia Roxanne per portare via Arianne e Selene, la polizia volle fare delle domande anche a lei.

Selene e Arianne erano sedute nell'auto della polizia con delle coperte addosso e delle tazze di tè in mano. Fortunatamente Arianne non aveva visto nulla di quella spaventosa scena e beveva serenamente il suo tè. Selene non sapeva ancora come dirle che loro padre era morto.
-Si rimetterà presto, vero?- chiese all'improvviso Arianne.
-Come?- chiese Selene riscuotendosi dai suoi pensieri.
-Papà si rimetterà presto?
-Arianne...ecco...
Era arrivato il momento di dirglielo, non poteva tenerle nascosta una cosa del genere.
-Ecco...papà non sarà più con noi. Qualcuno gli ha fatto del male. Tanto tanto male e non è riuscito a...resistere a tanto male. E adesso non c'è più.
Selene cercò di essere il più dolce possibile, ma non sarebbe servito a niente, infatti Arianne iniziò a piangere per quell'essere che era stato suo padre. Selene la strinse a sé consolandola e coccolandola, mentre le si stringeva alla felpa.
Dopo qualche minuto arrivo zia Roxanne che le prese e le portò a casa con sé.
-Adesso cosa faremo?- chiese Selene alla zia, mentre mettevano Arianne nel letto.
-Verrete a vivere con me. Sono l'unica che potrebbe prendersi cura di voi adesso.
-Sì, hai ragione.
-Non preoccuparti. Ce la caveremo. E prenderanno quell'assassino, sono già sulle sue tracce.
-Lo so...ma sinceramente non mi importa nulla. Ci ha solo fatto un favore.- disse Selene uscendo seguita dalla zia.
La zia parve sorpresa a quella risposta. Certo, quell'uomo (quell'essere) era stato crudele con Selene e Arianne, ma infondo era stato loro padre e non si aspettava che sua nipote le dicesse così.
Strinse la nipote a sé e le accarezzò i capelli.
-Non dovresti dire così. Era tuo padre.
-Era solo quello che ha messo incinta mia madre. Non era un padre. Non lo è mai stato.
-Selene...
-So che è brutto quello che sto dicendo, ma non ha mai dimostrato un minimo di affetto verso di me o verso Arianne. Io cercavo di conquistarmi il suo affetto facendo la brava e prendendo bei voti a scuola, ma tutto quello che facevo era inutile. Per lui siamo sempre state un peso, compresa mia madre e non è stato dalla morte della mamma che ha iniziato a drogarsi, ma ancora prima. Ha iniziato a sniffare quando sono nata io, quando è nata Arianne ha iniziato a farsi le dosi in endovena. Tutte queste cose non te le ho mai dette, neanche la mamma te le ha mai dette ma era meglio così. Era meglio che tu non sapessi nulla.
-M-mi....dispiace piccola mia.
La zia strinse Selene ancora più forte, non riusciva a capacitarsi che le sue gioie avessero dovuto patire le pene dell'inferno e in quel momento capì perché Selene le avesse detto quelle cose poco prima.
-Ora non pensarci, è tutto finito. Ci sono io adesso, mi prenderò cura io di voi.
Baciò la testa alla nipote e le augurò la buonanotte. Selene si spogliò e si mise nel letto matrimoniale assieme alla sorellina che dormiva beatamente abbracciata al suo peluche preferito. Le accarezzò il viso pensando che tutto fosse finito. Che finalmente avrebbero vissuto felicemente e spensieratamente, in un luogo caldo e accogliente che potesse essere chiamato “casa”.

Passò un mese e le ragazze vivevano felicemente e spensieratamente assieme alla zia. Al funerale del padre erano andate solo loro tre e si era svolto tutto velocemente senza neanche una lacrima. I medici legali avevano detto che il corpo era stato quasi totalmente dissanguato e che aveva due buchi sul collo, come dei morsi. Ipotizzarono che si doveva trattare di qualche strana setta satanica o qualche malato di mente, ma a Selene non importava più di tanto.
Mancavano pochissimi giorni e Selene sarebbe diventata adulta, non vedeva l'ora. Aspettava questo momento da tutta una vita solo per potersene andare con la sua sorellina, ma adesso non c'era più bisogno di scappare e aveva fretta di diventare maggiorenne solo per se stessa. La zia le organizzò una bellissima festa in un locale strepitoso dove sarebbe andata con le amiche.
Il mattino seguente, Selene fu svegliata da Arianne.
-Auguri sorellona! Tanti auguuuriii aaaa teeeee! Tanti auguuuriii aaaa teeeee!! Tanti auguuuuriiiii mia sorelloooona!!! Tanti auguuuriii aaaaaaaa teeeeeeee!!!! Auguri sorellonaaaaa!!!
Arianne saltava sul letto continuando a cantarle “tanti auguri a te” ,saltandole poi in braccio baciandola su tutta la faccia.
-Grazie mille piccola.- disse Selene ridendo e ricambiando l'abbraccio.
-Dai, vieni in cucina!
Arianne tirò Selene in cucina dove trovò la zia con un pacchetto in mano tutta sorridente.
-Auguri gioia.- le disse la zia abbracciandola forte per poi porgerle il pacchetto.
-Grazie zia, non dovevi.
-Invece si! Non vorrai mica andare alla tua festa vestita come una barbona no? Forza apri, voglio vedere la tua faccia.
Selene aprì il pacchetto e trovò un bellissimo tubino nero con le paillette e dei tacchi di raso nero alti quindici centimetri.
-Oddio zia ma...è bellissimo. Sono senza parole.
Selene prese quel vestito e lo alzò per ammirarlo.
-Sono contenta che ti piaccia. Stasera ti sistemo io, capelli e trucco. Voglio che tu stasera sia bellissima.
-Grazie zia.
-Le scarpe le ha scelte Arianne.
-Grazie anche a te piccina.
Selene si avvicinò e le abbracciò entrambe. Non era mai stata così felice in vita sua.
Il giorno passò velocissimo, appena arrivata a casa si fece una doccia bollente e la zia iniziò a sistemarle i capelli e trucco. Verso le nove di sera era pronta.
-Sei meravigliosa, guardati.
La zia girò Arianne verso lo specchio e rimase scioccata. I capelli biondi erano raccolti in una coda alta ed erano ricci, gli occhi erano contornati da un ombretto grigio-nero e dall'eyeliner e le labbra erano rosso sangue. Il vestito le fasciava tutto il corpo mostrando le sue prosperose curve e le gambe bianche risaltavano su quel vestito nero.
-Sei perfetta, farai colpo stasera.
La zia le fece l'occhiolino e Selene ridacchiò.
-Mi raccomando, fai la brava non tornare domani mattina alle dieci e non bere troppo.
-Ahaha stai tranquilla zia, andrà tutto bene.
-Sarà meglio per te, se non vuoi ritrovarti maggiorenne e con un braccio rotto.- la minacciò ridendo la zia.
-Okay, okay. Ci vediamo domani, ciao. Non far impazzire Arianne!
Uscì in strada trovando le sue amiche in auto ad aspettarla. Andarono tutte insieme in discoteca dove si sarebbe svolta la festa.
Ballarono tutta la notte, bevvero e si divertirono un mondo. Erano circa le tre del mattino quando Selene lo vide in un angolo. Alto due metri per via degli anfibi che portava, magro ma non senza qualche muscolo, capelli corvini gonfi al centro e rasati ai lati, piercing al sopracciglio destro, septum e piercing al labbro inferiore a destra, occhi color cioccolato fuso contornati da un pesante trucco nero. Era bello da far paura.
Selene avrebbe riconosciuto ovunque quello sguardo, che in quel momento fissava lei intensamente, come se fosse la sua prossima preda. Lui alzò il sopracciglio destro facendo brillare il piercing e lei rabbrividì distogliendo lo sguardo. Cercò di mescolarsi alla folla, ma se lo trovò davanti che la guardava intensamente.
-Permesso...- disse lei intimorita. Solo in quel momento notò il suo strano abbigliamento: maglia nera, pantaloni stretti e giacca entrambi di pelle nera. Di certo non era un abbigliamento adatto per andare in discoteca.
-Balli con me?- le chiese con voce suadente e delicata mentre le offriva una mano affusolata con unghie leccate di nero.
-M-mi dispiace, ma sono un po' stanca...
Superò quel ragazzo che incuteva terrore e che sentiva essere l'assassino di suo padre. Uscì dal locale e il freddo della notte la travolse facendola rabbrividire. Selene si strinse nelle spalle e chiamò un taxi per tornare a casa, non riusciva a sentirsi al sicuro con quel tipo lì dentro. Appena arrivata a casa avrebbe detto alla zia ciò che aveva visto e sarebbero andate alla polizia per fare l'identikit di quel ragazzo.
Arrivò a casa, girò la chiave nella serratura ed entrò in casa trovando la zia in cucina a parlare fittamente con qualcuno.
-No...non può essere...
-Invece si. I patti sono patti.- intervenne una voce maschile estranea.
-Ma...è solo una bambina!- protestò la zia.
-Sbaglio o proprio oggi ha compiuto diciotto anni? Per la legge è in tutto e per tutto una donna adulta.
-Ma qui non si tratta della normale legge, qui si tratta...
-Della nostra legge. Legge più antica di quella di queste piccole e deliziose prede.
-E poi, diciotto anni fa, la nostra cara Charlotte assieme al nostro amico Bartolomeo ci hanno promesso le loro primogenite.- intervenne un'altra voce familiare a Selene.
-Voi non potete...
-Invece si che possiamo. Devo ricordarti cos'è successo a Charlotte che aveva tentato di infrangere il patto?- chiese la prima voce.
Selene non capiva, che cosa c'entrava la madre in tutto questo?
-Me lo ricordo benissimo...
-Quindi, ora ci prendiamo la tua cara nipotina e non rendere le cose difficili, Roxanne.- affermò la seconda voce.
Selene sentì la zia sospirare.
-Come farete con la sua...
-Con la sua condizione? Sarà facile. Alla prima eclissi lunare la trasformerà il mio fratellino, così non morirà.
-Selene?
Selene sussultò e si girò verso la sorellina che si era appena svegliata e la guardava mezza addormentata. Suppose che anche gli altri l'avessero sentita, dato che avevano interrotto la loro conversazione. Selene sospirò e andò ad abbracciare la sorellina
-Forza a letto, è tardi.
-Chi sono quelli in cucina?
-Amici della zia. Su, a nanna.
Selene le baciò la fronte stringendola forte e Arianne andò in camera.
-Che scena toccante.
Selene si girò e vide un ragazzo di circa vent'anni appoggiato allo stipite della porta della cucina. Era alto un metro e ottanta circa, vestiva con vestiti di una o due taglie più grandi, piercing al labbro inferiore a sinistra, un dilatatore nero per ogni orecchio, due occhi color cioccolato fuso molto familiari e cornrows neri che arrivavano fin oltre le spalle. Era bellissimo, ogni ragazza sarebbe potuta cadere ai suoi piedi.
-Sorellina responsabile direi. Vieni.- le fece cenno con la testa di seguirlo e la portò in cucina, dove vide la zia che fissava un punto sul tavolo e un altro ragazzo.
-Il mondo è piccolo, mia bella biondina.
Per poco Selene non saltò in aria appena lo vide in faccia: era il ragazzo della discoteca.
-T-tu che ci fai qui?- chiese titubante.
-Selene...- disse gravemente la zia -loro sono Tom e Bill.- indicò prima il ragazzo con i cornrows e poi quello tutto truccato. Bill si alzò in piedi andando di fronte a Selene tendendole una mano.
-Piacere di conoscerti, io sono il tuo futuro marito.

  
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