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Autore: _Marika_    19/12/2011    1 recensioni
“Non credo di essere la persona adatta” scandì lentamente Piton, incollerito. Che diavolo gli era saltato in mente a quel vecchio pazzo? Mettere lui ad assistere una non-maga?
Non esisteva.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Arancione, Paciock”

Destiny sollevò la testa dal suo angolino. Paciock era un ragazzino insicuro e grassottello che ora, rosso in faccia, tremava sotto lo sguardo sadico di Piton.

Il professore fece colare di nuovo la pozione arancione nel calderone, perché tutti potessero vederla.

Cosa devo fare perché tu capisca, Paciock?” rincarò Piton soave. Un gruppo di studenti ridacchiò malevolo, ma Piton parve non sentire.

La prego, professore” disse una ragazza con i capelli a cespuglio, che Destiny riconobbe all'istante “per favore, mi permetta di aiutare Neville a sistemare le cose...”

Non ricordo di averti chiesto di esibirti, signorina Granger” replicò Piton gelido.

Paciock, alla fine della lezione...”

Mentre Piton parlava, Destiny lo scrutò inarcando le sopracciglia. Pareva proprio che provasse una sorta di perverso piacere nel torturare gli studenti.

Nell'aula c'era un silenzio di tomba. Gli unici suoni erano il basso crepitare del fuoco sotto i calderoni e il rumore secco di ingredienti tagliuzzati alla meglio. Destiny vide Neville mescolare febbrile il suo calderone, e notò che la Granger ogni tanto si chinava verso di lui fingendo di raccogliere certe radici di mandragola che misteriosamente non facevano che cadere dal tavolino.

Mancavano cinque minuti alla fine della lezione, quando Piton chiamò a sé gli studenti attorno al calderone di Neville.

Tutti qui” ordinò “e guardate cosa succede al rospo di Paciock... se è riuscito a preparare una pozione restringente, diventerà un girino. Se ha sbagliato, e non ho alcun dubbio in proposito, è probabile che il suo rospo finisca avvelenato”.

Ma, con suo sommo stupore, con un lieve pop al rospo si tramutò in un girino, che si contorse disperato nella sua mano. L'irritazione di Piton a quel successo era così palese che strappò un sorriso a Destiny.

Non capì bene come, ma il professore riuscì perfino a sottrarre punti al Grifondoro con una motivazione assurda.

La classe uscì, i Serpeverde tronfi e soddisfatti, i Grifondoro borbottando scontenti. Destiny non si mosse, osservando le mosse di Piton dal fondo dell'aula, che in pochi colpi di bacchetta fu in ordine.

Siccome Piton pareva essersi dimenticato di lei, Destiny cominciò: “Forse, ecco, forse non sono la persona più adatta per parlare di metodi di insegnamento, ma...”

Infatti non lo è” sbottò Piton stizzoso.

Destiny tacque, stringendosi nelle spalle.

Piton uscì dai sotterranei senza aggiungere nulla e Destiny lo seguì. Lui parve enormemente infastidito, ma non poté scacciarla. In fondo, era pur sempre un'insegnante.

Raggiunsero la sala insegnati e Piton si accomodò in una poltrona bassa, richiamando a sé un grosso tomo rilegato. Destiny invece rimase in piedi, guardandosi attorno con curiosità. Era stata già una volta in quella stanza, ma non aveva avuto il tempo di ispezionarla a dovere. Come in tutte le stanze di Hogwarts, era certa che anche lì dentro ci fosse qualcosa di molto interessante. Era una sala lunga, rivestita di legno, piena di sedie scompagnate. Alcuni scaffali polverosi adornavano le pareti. Destiny li scorse tutti, la testa piegata di lato per leggere i titoli sulle copertine.

Arrivò in fondo alla stanza, davanti ad un vecchio armadio nero, e trasalì quando quello si agitò con tanta forza da sbattere contro il muro.

Destiny si voltò verso Piton, ma non aveva nemmeno alzato gli occhi dal libro. L'armadio si agitò di nuovo, e Destiny tornò ad affrontarlo. Ma cosa c'era dentro?

Tentata, allungò una mano verso la maniglia.

So che forse la mia opinione le può sembrare irrilevante” disse una voce annoiata dietro di lei “ma ci tengo comunque ad informarla che non la ritengo una buona idea”.

Destiny ritrasse la mano di scatto, voltandosi di nuovo verso il professore. Adesso lui la stava guardando, con un sorrisetto sgradevole appena accennato sull'angolo della bocca.

Hogarts non è i posto adatto agli incoscienti, signorina Roke. Per quando ne sa lei, lì dentro potrebbe esserci un esercito di Lethifold”

Destiny non aveva idea di cosa fossero i Lethifold e Piton parve intuirlo, perché il suo sorriso si allargò.

Dunque la prego di non curiosare troppo in giro e di dedicarsi strettamente al campo che le compete” concluse sardonico, tornando al proprio libro. Destiny rimase immobile, allibita. Poi marciò fino alla finestra e lì rimase, corrucciata, rimuginando pigramente su come poteva assassinare quello stupido mago senza finire ad Azkaban.

D'improvviso si udirono delle voci, e la porta si spalancò. Destiny riconobbe subito la figura grigia a trasandata del professor Lupin, che guidava la sua classe nella sala.

Oh, salve” salutò Lupin appena li vide. Destiny fece un gran sorriso, mentre Piton si alzò con una smorfia, facendo sparire il libro.

Lasciala aperta, Lupin. Preferisco non assistere”.

 

La lezione di Lupin non avrebbe potuto essere più esauriente di così. Identificare il pericolo, scegliere l'incantesimo adatto e imparare a padroneggiarlo. Sembrava così maledettamente semplice.

Destiny aveva osservato gli studenti mettersi in fila di fronte all'armadio nero in fondo alla stanza, per fronteggiare, letteralmente, le loro più intime paure. I ragazzi borbottavano Riddikulus! agitando maldestri la bacchetta e subito Piton aveva un uccello impagliato in bilico sulla testa -era stato esilarante, Destiny aveva riso fino alle lacrime- oppure un ragno enorme perdeva tutte le zampe. Destiny li guardava sorridente, pur nascondendo, perfino a se stessa, un filo di invidia.

E solo adesso, in un remoto angolo del parco di Hogwarts, poteva tornare al insultarsi per la propria debolezza. Insegnava in una scuola di maghi, per Merlino!

Avrebbe dovuto abituarsi.

Avrebbe dovuto già essere abituata, anni e anni prima.

Ma non poteva fare a meno di chiedersi perché a lei. Perché solo a lei?

Un rumore improvviso la riscosse. Allarmata, scrutò nel buio della foresta proibita, dove tutto però sembrava immobile. Attese per dei lunghissimi istanti, sentendo il cuore battere forte contro la gabbia toracica, mordendosi un labbro. Due occhi luccicarono dall'oscurità e Destiny sobbalzò, ma prima che potesse anche solo pensare di fare qualcosa, un grosso cane nero emerse dalla foresta.

Destiny sospirò di sollievo, premendosi una mano al petto.

Mi hai spaventata” lo accusò, ma si abbassò comunque per invitarlo a farsi accarezzare. Il cane la squadrò diffidente e allungò il muso per annusarle una mano. La donna ritenne di aver passato l'esame, perché subito l'animale scodinzolò soddisfatto e cominciò a leccarle la mano richiedendo attenzioni.

Lei lo grattò dietro le orecchie, poi si alzò. Stava cominciando a fare freddo, e voleva rientrare. Il cane uggiolò piano, ma non la seguì. Destiny si voltò a guardando: era seduto al limitare della foresta, come se non volesse varcare la linea immaginaria del parco di Hogwarts.

Gli sorrise.

Tornerò a trovarti”.

   
 
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