Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: TonyCocchi    20/12/2011    6 recensioni
Fatto il "guaio", bisogna prendersi le proprie responsabilità, ma se si tratta di vite? E la propria è un pò difficile da lasciar andare, specie se piace com'è... Due punti di vista diversi, due desideri diversi, un rapporto rovinato da un giorno all'altro... Basterà un accordo a far finire tutto per il meglio?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elfman , Evergreen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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elfever1

Ciao a tutti, cari festivi lettori! ^__^
Spero vi stiate godendo le vacanze natalizie, in attesa del meglio che deve ancora venire!
Mi riferisco ovviamente alla festa, ai regali e al mangiare, ma se volete fateci rientrare anche il continuo di questa bella fic! XD

A proposito volevo sollevare il punto dell’ambientazione: ho in mente questa fic da prima del finale degli eventi di Tenrou (voglio evitare spoiler…), parte di un possibile ciclo di fic sul futuro di Fairy Tail. Ma chi ha letto le scans dal Giappone sa poi cosa è successo alla gilda; ora, non sapendo se ambientare questa storia prima o dopo il salto temporale e gli altri eventi che ha portato (se insomma è un semplice continuo o una “E se…”), ho deciso di non inserire nessun riferimento particolare, così potete decidere voi ^__^

E ora il capitolo! La povera Evergreen, sentitasi abbandonata e senza appigli, si accinge a fare di testa sua. Cosa potrà fare Elfman per fermarla?

 

PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

 

 

 

Quando quel giorno arrivò di fronte l’ospedale di Magnolia, non si aspettava di ritrovarsi lì nove mesi dopo, per partorire.

Vi era arrivata più decisa che mai: sarebbe dovuto finire tutto lì, subito.

 

Non le importava di passare per la cattiva della storia; aveva già tentato di rovesciare il master insieme con Laxus e i suoi, quanto sarebbero potuti restare sorpresi di quel suo gesto?

Sia chiaro, non le piaceva affatto quella parte da guastafeste, a nessuno piace, ma quella che volevano farle recitare, a lei, Evergreen, quella della mamma, con tutto ciò che comportava, era più che una forzatura, era roba tutta da ridere, come aveva giustamente fatto notare Laxus alla gilda.

No, non se ne parlava neppure.

Certo, quanto ci sarebbero rimasti male. Tutti sorpresi e sorridenti, tutti a complimentarsi, ma era naturale che dal loro punto di vista, da fuori, quella fosse una bella notizia: un nuovo arrivato alla gilda, una nuova inaspettata famigliola, un pupetto da coccolare e veder crescere…

Ma c’era anche Elfman, poverino, arrivato addirittura a desiderare quell’incomodo; ecco una persona che le dispiaceva sinceramente deludere.

Ma tant’era, e d’altronde, anche lui l’aveva delusa, con le sue fisime da uomo, il suo sparlare di responsabilità…

Quando l’aveva visto, tronfio come un paladino, dire di voler imboccare la via del “vero uomo”, per quanto ardua fosse, era andata completamente in frantumi.

Alla fine, l’unica a condividere il suo punto di vista era lei stessa.

Nessuno che si sforzasse a capirla. Lasciata sola dai suoi stessi amici a sobbarcarsi quello scherzo del destino.

Tutti schierati dalla parte del “giusto”, dalla parte di Elfman, dalla parte del bimbo.
Tutti con quella “lenticchia” che aveva dentro, e lei, lasciata a sé stessa a sgattaiolare come una criminale fino all’ospedale per salvarsi dalle responsabilità che non voleva accettare.

E poi l’egoista era lei! Eh, si, proprio la cattiva in quella storia…

Ma che le importava? Al diavolo, lei aveva il diritto di decidere!

Non era certo per far contenti loro che avrebbe cambiato idea su quella “lenticchia”.

Il suo caso non era nuovo, in giro se ne faceva un gran parlare: per alcuni era già ben più di un puntino a cui poter dare, impunemente, una passata di gomma per cancellare.

Al diavolo anche quei moralisti; ammesso pure avessero avuto ragione, che ci si ritrovassero loro in quella situazione, si sarebbe visto subito se avrebbero avuto il fegato di portare avanti le proprie idee.

Non le importava di sbagliare: quello che era successo era già uno sbaglio, tanto valeva commettere pure il secondo.

Chissà, forse sarebbe stato più giusto anche nei confronti del suo piccolo, indesiderato intruso, che lei immaginava come una piccola faccina di Elfman che pretendeva di piantare le tende in casa sua.

Il pensiero le tirò fuori una bozza di sorriso, ma l’umore che aveva gli impedì di crescere più di tanto.

<< Spiacente Elfman. Se tu avessi condiviso almeno un po’ il mio punto di vista, risolto tutto avremo anche potuto continuare a frequentarci, e arrivare insieme a quel “fin quando sarà”, dove te ne saresti andato a cercare qualcuna disposta a credere in ciò che credi tu, e io a continuare sulla mia strada che a me piace tanto. Ma già so che mi odierai tanto da non volermi più rivolgere la parola dopo questo. Peccato, mi sarebbe piaciuto averti ancora un po’ con me… Mi eri simpatico davvero. >>

Senza troppi non necessari rammarichi, affrettò il passo fino alle porte.

 

“MA COSA?!”

 

Una specie di luce si innalzò davanti i suoi piedi, come una parete. Sussultando si guardò attorno, e si vide circondata da quelle pareti trasparenti, che nascevano da arcani simboli rossi che si muovevano in sequenza sulla strada, disegnando un quadrato intorno a lei.

Un incantesimo che conosceva molto bene…

“Freed!” schiumò lei battendo i pugni sulla parete, mentre dall’altra parte, lo spadaccino dei Raijinshuu le si avvicinava come se niente fosse.

“Cosa diavolo stai facendo?!”
“Perdonami Evergreen, Elfman ha insistito tanto.”
“Fammi subito uscire!”
“Certo, prima però spero ascolterai ciò che lui ha da dirti.”

Senza aggiungere altro, si fece qualche passo più in là, mentre Elfman corse a prendere il suo posto dall’altra parte della barriera di rune, appoggiandovi anche lui le mani.
Aveva il respiro affannato, ed in effetti lui e Freed avevano dovuto farsi spuntare le ali ai piedi per arrivare lì prima di lei ed avere anche il tempo di allestire quella trappola, anche se semplice.

“Che stavi facendo?” gli chiese.

Aveva un aria minacciosa, ma incomparabile a quella di Evergreen: sembrava che fosse lei a proiettare la sua ombra sull’altro che non il contrario!

“……”
“Evergreen, perché sei venuta qui?”

Tolse le mani dalla barriera: glielo avrebbe detto con la calma più disarmante possibile.

 

“Andavo ad abortire.”

 

Le mani aperte di Elfman si chiusero strette, ma la rabbia centrava solo in parte.

“Tu… Come puoi… Evergreen, ti rendi conto di… di…”
“Sei ridicolo.” continuò lei, davanti al suo malriuscito tentativo di farle una paternale.

Se fino a quel momento, aveva conservato un briciolo di stima e “simpatia” per lui, arrivato a quel punto cominciava a non sentire che fastidio e disprezzo: come era potuto scendere così in basso?

Elfman capì che doveva calmarsi anche lui se voleva avere una ciance con la testardaggine dell’altra: “Evergreen, dentro di te c’è nostro figlio!”

“Umpf, già non mi ci far pensare!”
Elfman si placò colpendo la sua gabbia invisibile, che vibrò come scossa da un terromoto... Alla faccia del calmarsi!

Evergreen però anziché lasciarsi intimorire, tornò a sfidare i suoi occhi.

“Evergreen, non puoi farlo! Quel bambino è anche mio!”
“Ma non sei tu quello a cui crescerà una pancia grossa come una botte! O che dovrà gridare di dolore come mai in vita sua!”

Inorridiva al pensiero della sala parto: urlare come un maiale sgozzato davanti a medici e infermieri, e con le proprie intimità in mostra… Come avrebbe potuto una come lei, che non si faceva neanche mai vedere struccata, sopportare qualcosa del genere?
“Quella è una vita!”
“NON COMINCIARE CON QUESTI DISCORSI! Anche la mia è una vita, e io voglio viverla come voglio! Ho il diritto di scegliere!”
“Si, ma… Evergreen…”

“Non ho intenzione di soffrire per poi ridurmi ad ingrassare mentre do la pappa ad un mini-idiota coi capelli bianchi! Tu non mi puoi costringere!”
“Ma…”
“TU NON MI PUOI COSTRINGERE, HAI CAPITO?!” –urlò picchiando forte sulla parete- “NON PUOI! NON PUOI!” e picchiò ancora più forte.

“……”

Era impressionante, perfino per Freed che la conosceva anche meglio di lui. Evergreen era arrogante, capricciosa, insofferente, ma non era una tipa che perdeva a tal punto le staffe, proprio per quel suo voler apparire sempre bella e fascinosa; in tanti combattimenti insieme, non l’aveva mai vista tanto infuriata come ora, rinchiusa e furiosa come una bestia in gabbia.

La vista era difficile da sopportare anche per Elfman, che sentiva tutti su di sé quei colpi disperati menati contro la barriera.

 

“Elfman.”
Si bloccò e si girò, già sull’attenti: “Master…”

Il vecchio Makarov lo scrutò con severità: “Elfman, credevo di avertelo insegnato: ognuno deve fare ciò che ritiene sia giusto per sé e per gli altri, e soprattutto, nessuno ha il diritto di giudicare le scelte altrui, né tantomeno di decidere al posto di un altro. Questa è uno dei principi fondamentali di Fairy Tail.”

“Si, ma… Il figlio è anche mio…”

“Ed è anche suo. Se ha deciso di abortire, non puoi fermarla.”

Subito si accesero dei moti di protesta intorno, tra gli altri membri,

“Non è giusto!”

“Non può prendere la decisione tutta da sé!”

“Nemmeno la madre lo vorrebbe: ha senso che nasca in questo modo?”

Erza provvide a spegnere subito le loro voci con occhiate delle peggiori.

Fairy Tail era una gilda di libertà, e tale doveva rimanere.

Il master però, anche senza tenere conto del pensiero degli altri, aveva già deciso: “Tuttavia, ti concedo di provare a convincerla a cambiare idea.”

Elfman rialzò subito il capo.

“Corrile pure dietro, fai questo tentativo. Ma se non la convincerai, allora dovrai chinare il capo. Mi hai capito bene?”

“… Si, master.”

 

<< Dipende tutto da me… >>

Quella vita che non si sarebbe mai aspettato di generare e che ora voleva proteggere guardava a lui per essere difesa. Se non ce la faceva, sarebbe andata semplicemente sprecata.
“MI HAI SENTITO?!” -continuava intanto a sbraitare la donna nella prigione di rune- “NON PUOI COSTRINGERMI!”

“… No, non posso…”

Smise di picchiare.

Se non è la forza che risolve una contesa, solo l’accordo può farlo. Certo lui era più abile con la prima che con il secondo…

“Però ascoltami ora, voglio proporti un patto.”
“Un patto? Ma quale patto? Liberami subito!”

“Porta a termine la gravidanza.”

Evergreen rimandò giù il nuovo urlo per lo sgomento.

Le parole del master erano state chiarissime, e tenendole a mente, mentre correva per fermarla in tempo, aveva pensato all’unico modo possibile per accontentare e scontentare entrambi; era quella la sua ultima carta.

“Fallo nascere.”
“Neanche per sogno! Fammi uscire adesso o te ne pentirai!”


“È L’UNICA COSA CHE TI CHIEDO!” supplicò Elfman, inginocchiatosi, e inchinatosi fino a toccare terra con la fronte.

 

Ed Evergreen che era arrivata a conoscerlo abbastanza da sapere che non era il tipo da sacrificare in implorazioni il suo orgoglio di uomo.

“Se lo farai… ti giuro che non dovrai più saperne. Io mi prenderò cura del bimbo che nascerà e non tornerò più a infastidirti. È per la tua vita che sei preoccupata, allora quindi così dovrebbe andare bene, no? Se vorrai…” –si interruppe, come quella clausola fosse più dura da mandar giù per lui- “… lui non saprà neanche che sei tu sua madre… Non ti causerà mai nessun problema…”

“…… E riguardo a me?”

“Mi prenderò anche cura di te per i prossimi mesi, farò tutto ciò che vorrai, non ti farò mancare niente. Perciò ti prego, se pensi di poter fare questo sforzo… accetta il patto! Ti prego, Evergreen…”

Detto tutto ciò che aveva da dire, non gli restò che rintanare ancora più la testa verso il terreno, ed aspettare.

 

Aveva detto che avrebbe pensato a tutto lui, che avrebbe fatto ogni cosa volesse, e già si era fatto suo schiavo nel momento in cui si era inchinato al suo cospetto (forse sapendo che un uomo ai suoi piedi poteva rivelarsi un buon incentivo visto di chi si trattava…).

Non era poi così squilibrato come patto, anzi, a lei andava di lusso.

Ma c’erano comunque i nove mesi a venire da sopportare. Ne valeva la pena, magari in virtù di quanto c’era stato tra di loro? Di vendersi, anche solo per fargli un piacere?

O magari, a quel punto, per non essere fin troppo la “cattiva” della storia?
Aveva mille motivi per rifiutarsi. Ma forse lo stress, la rapidità degli eventi di quella giornata, forse la voglia di uscire al più presto da quella prigionia, le impedivano di pensare in completa lucidità. E poi c’era Elfman era lì per terra, sottomesso, che continuava ad aspettarla, e chissà perché, le metteva fretta. E decidere velocemente era anche il modo più facile per uscire subito da lì dentro. E soprattutto, per smetterla di sentire le sue lagne.

Che vuoi che siano nove mesi?

 

Sperando di non pentirsi per non averlo pietrificato all’istante, disse: “E va bene!”

 

“Si? Lo giuri?”
“Si, lo giuro, ora però fammi uscire all’istante!”

Senza bisogno di un cenno del padre, Freed sciolse la sua trappola, e, malgrado l’avesse mal sopportata, Evergreen ci mise un po’ per muoversi.

<< Sono un tale stupida… >>

“Ti ringrazio, Evergreen, ti ringrazio davvero!”
“Lascia stare…”
“Se posso fare qualcosa per te già adesso…
“No, adesso proprio nulla!” –lo zittì in un lampo- “Anzi, qualcosa si: non farti vedere da me per almeno un paio di giorni, forse tre!”

Poi puntò i piedi e si incamminò, badando di passare davanti il suo “amico”: “Io me ne torno a casa… E in quanto a te, poi faremo i conti!”

“……”

Elfman e Freed non aggiunsero altro, era stata stressata fin troppo da quella mattina e non lasciarla andare a quel punto sarebbe stato oltremodo crudele.

“Ti ringrazio Freed: senza la tua trappola non sarei riuscito a trattenerla abbastanza da parlarle.” ammise l’albino.

Come per il tuffarsi, fatto una volta l’inchino, la paura svanisce, e infatti si sarebbe inchinato volentieri anche dinanzi a lui, visto quanto era contento della riuscita del suo patto.

“Tsk, non ringraziarmi, l’ho fatto solo perché me l’ha chiesto il master Makarov, senza contare che Evergreen non si dimenticherà del mio tiro mancino…”

Elfman deglutì; in effetti con quel suo intervento si era esposto consapevolmente alla vendetta della fata pietrificatrice, di sicuro se ne stava già pentendo.

<< Non mi aspettavo che Evergreen cedesse… Forse stare insieme ad Elfman l’ha un po’ cambiata. Sarà interessante vedere come Ever se la caverà in questa prova: chissà, magari ne uscirà rafforzata, e con lei tutto il gruppo dei Raijinshuu. >>

“Beh, se non c’è altro, mi congedo anch’io.”
“Va bene, ancora grazie, Freed.”
“Elfman, se non rispetterai gli impegni presi, Ever non sarà l’unica a fartela pagare: io, Bixlow e Laxus teniamo molto a lei, e i suoi fastidi sono i nostri fastidi. Spero saprai dimostrarti l’uomo che dici di essere.”
“Assolutamente!” disse battendosi il petto.

“Umpf!

Elfman si girò nella direzione opposta e sospirò: che sudata!

Alla fine aveva vinto, ma a quale prezzo.

La donna che amava avrebbe messo al mondo suo figlio solo per poi uscire entrambi per sempre dalla sua vita; suonava veramente uno schifo…

Senza contare i nove mesi fino a quel momento: Evergreen non si sarebbe certo risparmiata con lui.

Sapeva che sarebbe stata un’impresa dura già prima di stipulare il patto, ma ora aveva capito un’altra cosa…

Che sarebbe stata DOPPIAMENTE dura!

“SIGH! Uomo…”

 

 

 

Eh, si Elfman, la via dell’uomo è aspra e dissestata a volte! Però lui la sta percorrendo in modo veramente egregio, non trovate? ^__^
Dall’altra parte abbiamo Evergreen, che malgrado le apparenze, non voglio additare come l’esempio negativo della fanfiction. Ci tengo a dire che quello delle nascite indesiderate e dell’aborto è un tema a cui sono parecchio sensibile, e anche se mi tengo su posizioni a favore delle responsabilità e contrarie all’interruzione della gravidanza, tramite Evergreen ho voluto esprimere il mio rispetto anche all’altra parte della barricata, meno moralista e più pragmatica, che, malgrado tutto, ha il diritto di pensarla come vuole, senza sentirsi additare come “cattiva”, irresponsabile o anche omicida… Spero anche voi possiate ragionarci su un po’ su questo tema interessante ^__^
Ora però mi sto elevando anche troppo, questa è solo una fanfic, diamine! XD

Per assicurarsi la collaborazione di Evergreen, Elfman è dovuto scendere a compromessi, e il triste patto accennato nei primi capitoli viene quindi rivelato. Ora però il loro rapporto è definitivamente incrinato, cosa ci riserveranno i mesi futuri?

Al prossimo capitolo!

 

PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!


NDA: Nel caso io non riesca ad aggiornare di nuovo entro Natale, vi faccio già da ora tantissimi auguri!

Buon Natale e buone feste da NaruXHina, alias NaruHina91, alias Tony! ^__^

  
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